I guai e i limiti della comunicazione elettronica
Viviamo nell’era dell’elettronica più spinta, dove la lettera e è diventata all’improvviso 1000 volte più importante di tutte le altre vocali, lasciando al palo persino la privilegiata a, da sempre prima e nobile in ogni alfabeto del mondo.
E-mail, e-world, e-communication, i messaggi vanno e vengono con una velocità impressionante, ma richiedono compattezza e sintesi, perdendo spesso in chiarezza e precisione.
Non solo non si legge più, ma si tende persino ad eliminare la parola, ad abbreviare le frasi, a codificare i messaggi.
Corriamo il paradossale rischio di tornare al papiro e al geroglifico.
I giovani stanno persino disimparando a parlare, tanta e tale è la disabitudine ad assemblare in testa delle espressioni complete e razionali.
Quasi che i termini con cui definiamo oggetti e situazioni, e gli aggettivi che servono a caratterizzare meglio tali termini, siano diventati all’improvviso residui inutili ed ingombranti di un tempo che fu.
Video e schermo al posto dell’ingombrante e dozzinale cartaceo
Le lettere nessuno le scrive più, siano esse d’amore o di confessione.
I postini esistono ancora solo in funzione delle bollette della luce, del telefono e del gas, o di qualche raccomandata.
Molti si lamentano che le simpatiche cartoline sarebbero già scomparse di circolazione, se non ci fosse ancora qualche irriducibile romantico e demodé che si prende ancora la gioia o l’incombenza di continuare ad inviarle agli amici. Si scrive sempre di meno e si clicca sempre di più.
Schermo e video al posto della carta, o meglio al posto del cartaceo, termine spregiativo più adatto a descrivere il fenomeno.
Tanti libri e tanti scrittori, con opere che, troppo spesso, finiscono ingloriosamente al macero
Ma la mania umana di scrivere, il vezzo e la vanità di pubblicare libri che raccolgano le proprie esperienze, le proprie memorie, le proprie fantasie, e che sappiano possibilmente offrire delle emozioni a chi legge e a chi scrive, non è affatto in calo.
Centinaia di nuovi titoli appaiono sul mercato ogni nuovo giorno.
Il problema reale, come dicono gli editori, è che nessuno li compra e nessuno li legge, salvo rare eccezioni, per cui montagne di carta stampata finiscono ingloriosamente nel dimenticatoio e al macero.
Che senso ha dunque, nel 2009, venir fuori con un ennesimo scritto dal titolo Alimentazione Naturale, in un settore più intasato degli altri, e per giunta con un malloppo di 450 pagine?
Il grande Nietzsche disse già ai suoi tempi: A cosa ti serve un libro se non ti porta qualcosa di più di quello che contengono tutti gli altri libri?
Ebbene, Alimentazione Naturale risponde esattamente a tale requisito.
Più che un libro, esso è un progetto di ristrutturazione per il corpo e per lo spirito.
Non ci sono magie e non esistono concetti strani, prodotti strabilianti o stratagemmi segreti, niente filosofie esoteriche e niente diete sofisticate. Tanta chiarezza e tanta disarmante semplicità.
Un corpo smaccatamente ed indiscutibilmente vegan, vale a dire fruttariano-crudista
Un corpo umano smaccatamente ed indiscutibilmente vegan, cioè fruttariano-crudista, agli occhi di ogni osservatore scientifico, e la conseguente necessità di alimentarsi rispettando tale disegno e tale progetto, almeno per chi ha l’ambizione di puntare alla salute, all’armonia e al benessere, sia in terra che oltre.
Frutta fresca e secca, semi e cereali integrali, verdure e germogli, tuberi e radici, alghe e funghi, tutto allo stato il più crudo possibile, sono i soli cibi ammessi nell’Olimpo degli Dei, nell’Eldorado, nell’ambiente magico a cui ogni essere umano ambisce nel più profondo della sua coscienza.
I soli cibi in grado di garantirci massima forma, massima efficienza fisica, perfetta chiarezza mentale e spirituale. Salute radiosa del corpo, e trionfo contemporaneo dell’etica, non sono dunque valori contrastanti ed incompatibili, come qualcuno privo di illuminazione e di fantasia vorrebbe insinuare, ma piuttosto un unico e coerente obiettivo, visto che la creazione ci ha dotati di un apparato unitario corpo-mente-anima assemblato in modo perfettamente armonico, logico, conseguente.
Non si può stare a lungo senza compassione, senza amore e senza poesia
Un uomo sano può stare due o più giorni senza cibo, ma non può resistere due o più giorni senza poesia,
ha scritto Charles Baudelaire.
Finché l’uomo non estende il suo raggio di amore e compassione a tutte le creature, non sarà mai uomo, non troverà mai pace con se stesso e con la natura, e si ritroverà con un fisico monco ed incompiuto, con una personalità ambigua e meschina, gli ha fatto rima Albert Schweitzer.
Uno che ama non può comportarsi da cafone
Uno che ama il verde e la natura non può tiranneggiare, inseguire ed uccidere gli abitanti del bosco, siano essi allodole, pernici, caprioli, lepri o fagiani.
Uno che ama il mare non può imbrogliare, arpionare e sottrarre a quell’ambiente i magnifici abitanti dell’acqua, siano essi gamberi, delfini, tonni o balene.
Uno che ama la vita e la libertà non può negarla agli altri, non può tenere incatenati al muro e sfruttare ignobilmente gli abitanti pacifici del pianeta, che respirano la stessa sua aria e calpestano lo stesso suo suolo, con la scusa che hanno addosso del latte e della carne.
Uno che ama la giustizia non può comminare insostenibili pene detentive e strazianti sentenze di morte a delle creature ignare ed indifese, pure ed innocenti.
Uno che ama Creato e Creatore non può non amare e rispettare il prossimo suo come se stesso.
Uno che aspira alla salute e al benessere non può portare alla sua bocca delle sostanze che non sono cibi ma materiale disgraziato e funereo, contaminato dalla sofferenza e dalla decomposizione.
Questo è il succo del messaggio etico-salutistico che si ricava da Alimentazione Naturale, ovvero da un libro-progetto ancora più ampio, intitolato originariamente, non a caso, Il Ferro, l’Enzima, l’Anima.
Valdo Vaccaro
Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
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