ANSIA, VERTIGINI, TACHICARDIA, BULIMIA E SOVRAPPESO

LETTERA

UNA TENSIONE COL MARITO CHE INNESCA UN PROCESSO PATOLOGICO

Caro dottore è parecchio che non ci sentiamo,come sta? Questa volta le scrivo  per una cosa che mi è accaduta tempo fa e dalla quale non mi sono più ripresa.
Vivo infatti la giornata con grande ansia, nella gran paura di quello che può succedere a me e i miei cari. Le racconto un episodio che risale a qualche anno fa. Avevo avuto un forte litigio con mio marito. Lì per lì non accusai nulla, ma a distanza di qualche settimana, mentre stavo accanto alla stufa, rimuginando su quell’episodio, fui presa da un forte capogiro, da un senso di vomito e di stordimento. Non sentivo più le gambe.

ATTACCO DI ANSIA E PAURA DEL DOMANI

In ospedale mi trovarono in situazione di tachicardia e mi dissero che si trattava di un attacco di ansia. Mi volevano dare dei calmanti, ma io rifiutai. Tornai semplicemente a casa e da allora non mi è capitato più. Però da quel momento non sono più la stessa. Vivo la mia vita con la paura del domani. Paura generata anche da quanto accadde a mio marito, affetto da reni policistici.
I medici me lo stavano ammazzando con un sacco di medicinali. Noi non capivamo niente.

Per fortuna che grazie alle sue tesine ci siamo aperti gli occhi. Da allora per me non esistono più medici al di fuori di Valdo Vaccaro.

ALTRO ATTACCO BREVISSIMO TRE MESI FA

Circa tre mesi fa mia madre cadde al suolo rischiando di morire. Ebbe 15 punti in testa. Non c’era nessun coraggioso che la portasse in ospedale. Io, con la mia grande ansia, la dovetti portare al Pronto Soccorso. Sul momento non piansi. Accumulai tutto e cercai di fare coraggio a mia madre.

A distanza di una settimana mi capitò di nuovo quel forte capogiro, con vertigini e mancamento d’aria, passato però nel giro di un paio di minuti.

CI MANCAVA SOLO L’INCUBO NOTTURNO

Qualche notte fa feci un brutto sogno. Mi svegliai di corsa e andai in bagno. Tremavo e non riuscivo a controllarmi. Una vampata di calore mi arrivò al cervello. Avevo la sensazione di morire. A quel punto pensai a lei e cominciai a respirare, e mi passò tutto.
Caro dottore mi aiuta a capire cosa mi sta succedendo? Sono malata di qualcosa che non conosco?
Da premettere che non prendo farmaci e li sconsiglio a tutti. Non credo ai medici anzi ho del motivato rancore nei loro confronti. Vivendo nell’ansia, sono anche ingrassata.  Mangio senza moderazione. Mi consigli sul da farsi. La cosa che desidero di più è tornare serena come un tempo, perdendo anche i chili in più che ho messo assieme nel frattempo. La saluto.
Lina da Napoli

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RISPOSTA

SONO SOLO UN LIBERO RICERCATORE DI SCIENZA SALUTISTICA PITAGORICO-IPPOCRATICA E DI TERAPIA RESPONSABILE

Ciao Lina, Chi legge il tuo messaggio mi potrebbe scambiare per un medico o magari per un nuovo Padre Pio che fa i miracoli a distanza. E’ giusto che ricordi a te e ai lettori che mi ritengo un semplice e libero ricercatore appartenente al filone salutistico ippocratico, quel filone che crede
fermamente nei poteri auto-guaritivi del corpo, nei precetti storici del grande maestro greco, sintetizzabili nei due dogmi eterni ed intoccabili della Terapia Responsabile che sono “La Natura è Sovrana Medicatrice di tutti i mali”, e “Primo non nuocere”.
Dunque non medico, non santo, non pio e non dispensatore di miracoli, ma semplice filosofo, semplice ingegnere della salute, semplice allievo di Pitagora e di Ippocrate, che cerca di far ragionare la gente e di farla rientrare in sé in fatto di alimentazione e di comportamento.

BARUFFARE COL MARITO PUO’ ESSERE CATASTROFICO

Se fosse del tutto vero quanto dici, se fosse cioè centrata al 100% la tua ipotesi sull’insorgenza delle tue crisi ansiogena, potremmo ricavarne un nuovo principio morale ad uso e consumo della categoria dei mariti: “Mai baruffare coi mariti, ma far solo l’amore con essi (almeno fino a quando non ci si stufa!)”.
Scherzi a parte, tu stai attribuendo troppa importanza a quell’episodio, anche perché hai bisogno di riferirti a qualcosa di preciso, al fine di definire, circoscrivere e giustificare l’angoscia, l’agitazione e l’insicurezza che ti hanno preso in questi ultimi tempi. Ti serve una scusa valida, un alibi storico credibile.
Se tu andassi a farti visitare da un seguace del dr Hamer, probabilmente andrebbe in carrozza con te e costruirebbe intorno a quell’episodio una grande ragnatela di collegamenti e di riscontri psicologici. Il famoso discorso dei traumi emotivi.

PROFILATTI E MATTERELLI? ONESTAMENTE CI CREDO POCO.

Non so in dettaglio i motivi di quella storica baruffa, di quel forte litigio. Ma anche nella peggiore delle ipotesi, tipo l’avergli trovato in tasca un pacchetto di Hatù, o l”averlo atteso col matterello alzato dietro la porta mentre rientrava brillo alle due di notte (prendo i tipici casi comici delle
barzellette), siamo tutti dotati di un minimo di flessibilità e da un certo grado di assorbimento e di tolleranza, sia nei riguardi dei veleni che nei riguardi delle tensioni col prossimo, si tratti di mogli, mariti, amanti, familiari, vicini che schiamazzano, poveri cani  legati che abbaiano di notte,
La realtà è che tu, in quel periodo, non eri assolutamente te stessa. Non eri di sicuro in splendida forma. Eri già debole e ai limiti, impregnata da non so quali veleni fisici e mentali. Tesa come una corda di violino. Così ai limiti da esplodere come un piccolo vulcano, e ritrovarsi dopo l’eruzione (dopo la baruffa col marito), esausta e priva di ogni energia.

L’IMPREGNAZIONE TOSSICA PRODUCE BRUTTI SCHERZI

In pratica ti è successa la stessa identica cosa che accade alle persone allergiche. Non è che loro siano in realtà allergiche a qualcosa per le famose stupidaggini dei geni, dei gruppi sanguigni, delle avversioni particolari per questo o per quello. La realtà è molto più semplice e banale. Le persone
allergiche non sono allergiche ma sono invece impregnate di veleni al punto di non tollerare più il minimo insulto chimico, alimentare, psicologico, che la vita quotidiana gli potrebbe presentare. L’innocente fragola, l’innocente ciliegia, l’innocente nocciola, diventano all’improvviso veleni intollerabili che scatenano crisi a non finire.
Le persone tese diventano pericolosamente intolleranti a qualsiasi cosa gli venga detta. Pensa a certi automobilisti che lanciano improperi contro chi esegua una manovra non condivisa, o magari si prendono a botte per questioni tutto sommato insulse. Gente normalissima e civile che, messa all’interno di un abitacolo metallico con le ruote, si trasforma all’improvviso in nevrotica, isterica, irragionevole ed intrattabile.

FAME, BULIMIA E COMPENSAZIONI

Accantonata dunque l’ipotesi che hai fatto, cerchiamo di capire cosa è realmente successo al tuo corpo negli ultimi anni. Prima cosa hai accumulato delle tensioni. Succede più o meno a tutti. Sono le vicende della vita. Lo stress ti ha portata a perdere il ritmo, a mangiar male e a digerire peggio, a maltrattare il corpo, a subire il ricatto naturale del sistema cellulare affamato che non manca di bussare violentemente alla porta del sistema immunitario chiedendo cibo. Lo stress ti ha portata a trovare compensazioni improprie nei cibi. E, quando questo succede, gi alimenti non sono mai quelli buoni, naturali e innocenti, non sono mai la scorpacciata di ciliegie o le due fette di anguria, o i cinque kaki in fila, ma sono quelli più appaganti e concentrati, quelli più calorici e sostanziosi, quelli più grassi e più dannosi, sia che si tratti della tipica nutella, oppure del grana e del prosciutto.

PIGRIZIA LINFATICA,  RESPIRO CORTO E TURBE GHIANDOLARI

Quando si cade in questo circolo vizioso, è difficile saltarne fuori. Il sangue si avvelena e si addensa, i messaggi ormonali interni e relative reazioni biochimiche subiscono patologici rallentamenti, nervi e muscoli si infiacchiscono, le acque interne diventano stagnanti e ritentive, il sistema linfatico si impigrisce, la tiroide funziona male, il cuore fatica a pompare un
sangue appesantito, la circolazione viene compromessa e nasce l’ipertensione.
A quel punto anche la baruffa col marito diventa un fatto storico esorbitante, qualcosa che manda in fibrillazione tutto l’organismo, lasciandoti poi esausta e snervata, senza più forza nelle gambe,
E una persona a quel punto si ritrova affaticata, nervosa, col respiro corto, con inesplicabili turbe ghiandolari, con inquietudini giornaliere e allucinazioni notturne, con angoscie ed agitazioni, con vertigini e senso di mancamento.

STITICHEZZA, DISBIOSI, MIASMI, E CONSEGUENTI CONGESTIONI IN ZONA CRANICA

Mangiar male e digerire peggio significa anche stitichezza e disbiosi, significa sviluppo patologico di batteri putrefattivi anaerobi, di candide e di parassiti, e formazione conseguente di miasmi putrefattivi che risalgono il corpo all’interno e raggiungono la parte terminale cranica, con pressioni,
congestioni e infiammazioni nei riguardi degli organi visivi, olfattivi, uditivi, ed anche nei riguardi dell’encefalo, del cervello, delle meningi.
In questi casi i nemici da combattere non sono affatto i microrganismi, i batteri, i virus, i funghi, i vermi intestinali, ma sempre e solo le tossine, o meglio ancora i nostri stili di vita perennemente irresponsabili ed autolesionistici.

LA MEDICINA RISOLUTIVA E’ UN PACCHETTO DI PRECISE SCELTE

Che fare? Prima cosa un bel digiuno di 4 giorni, con riposo totale e riparato a letto in stanza riscaldata ma arieggiata, bevendo acqua leggera e solo quello, respirando regolarmente e svuotando la testa da tutti i pensieri. Il quinto giorno solo frutta e centrifugati di carote-sedani-mele. Dal sesto
giorno in poi dieta vegana tendenziale crudista (quella del mio schema, opportunamente personalizzata secondo le tue esigenze e possibilità). La vitalità di frutta e verdura crude sarà decisiva in questa strategica fase di riordino corporale. Riordinare dunque la digestione, controllando che quello che si mette dentro deve anche andare fuori con regolarità. Va bene la buona tavola, ma ci vuole anche il buon servizio igienico.

RESPIRAZIONE E ATTEGGIAMENTO MENTALE


Importantissimo adottare un sistema di respirazione profonda e ritmata, dove si massimizzi l’apporto di ossigeno e azoto, e si spingano i polmoni a svuotarsi dell’aria assorbita, puntando sulla regolarità e sul coinvolgimento dei muscoli ventrali e del diaframma.
Attività fisico-aerobica giornaliera e bagni frequenti in zona ventrale per contrastare il surriscaldamento intestinale.
Serve anche saperla prendere con filosofia. Non arrabbiarsi con nessuno. Non serbare rancori coi medici o con chicchessia. Esattamente come scritto nella tesina “Stress, sonnolenza, emotività e sdrammatizzazione”, del 26/11/11.

Valdo Vaccaro