ASPARTAME E MELAMMINA, OVVERO LE INSIDIE NASCOSTE

ASPARTAME E MELAMMINA, OVVERO LE INSIDIE NASCOSTE

Messaggio di una ehretista vegana di Milano

 

Caro Valdo,

ho passato la domenica in compagnia di molti tuoi scritti, e mi sono particolarmente piaciuti quelli illuminanti sulla melammina, e il fondamentale Oro nero, oro bianco, oro rosso.

Sono vegana con tendenze ehretiste, per cui ho un’alimentazione principalmente fruttariana.

Ho alcune domande per te:

  • 1) Oltre ai latticini, in quali altri cibi ci può essere della melammina? La cosa ovviamente mi preoccupa.
  • 2) Vorrei chiedere a te che dimostri cultura notevole e grado informativo di prim’ordine, come potrei agire per evitare un’operazione di neurolisi ulnare al gomito dx consigliatami (tenosinovite agli estensori del metacarpo).
  • 3) Curando ancora meglio l’alimentazione potrò evitare l’operazione di cui sopra?
  • 4) La mia presente alimentazione è basata su pasti di frutta fresca e pasti di verdura cruda (insalate miste), pasti di verdura cotta (minestroni e stufati, con aggiunta finale di olio a crudo) e, raramente, pasta integrale e pizza (senza mozzarella). Inoltre faccio a volte dei digiuni (l’ultimo di 4 giorni, poche settimane fa). Posso migliorare? Cosa mi suggeriresti?
  • 5) Aggiungo la mia testimonianza personale sulla mia travagliata gravidanza del 1991 in una clinica di Milano. Volevo il parto naturale, ma dopo 18 ore di travaglio, stremata dal dolore, accettai il loro ricatto e mi feci tagliare la pancia. Volevo l’allattamento al seno, ma loro mi portavano via il bimbo per dargli latte vaccino in polvere, mentre non potevo obiettare nulla, essendo inchiodata al letto.

Tornata a casa, anche la pediatra mi spinse alle maledette aggiunte di latte in polvere.

E’ così che il sistema produce esseri umani biberon-dipendenti, condizionandoli negli anni a venire.

Un saluto con stima. Giorgia P.-Milano

 

Devastanti effetti delle eccitotossine sul sistema nervoso

 

Sapere che qualcuno si stampa i miei scritti e se li legge con calma nel giorno domenicale è il massimo per uno che scrive. Te ne ringrazio.

Capisco la tua preoccupazione sulla melammina. Ho inserito nel titolo anche l’aspartame che, a differenza della melammina è un additivo legale (E 951), elencato tra gli edulcoranti o dolcificanti di sintesi (derivati dal petrolio), esposto tranquillamente nei supermercati, nonostante le tante insidie che esso comporta.

 

– 2 –

 

Parlando di glutammato e di aspartame in un articolo dal significativo titolo  Il Gusto che Uccide, il dr Russell Blaylock ha dichiarato che le eccitotossine possono avere devastanti effetti sul sistema nervoso, ma che la preoccupazione primaria è l’effetto che questi stimolanti alimentari hanno sullo sviluppo patologico del cervello.

Ma una cosa che fa male, non fa male mai in una direzione. Lo fa  piuttosto a raggiera.

Aspartame e glutammato sono pure tra le sostanze sospette cancerogene.

 

L’elenco dei prodotti melamminati a Singapore ti serva da indicazione

 

Venendo alla melammina, additivo pare comune ma non dichiarato, ed ora per giunta approvato dalla FDA allo scandaloso livello del 2,5 mg/kg (quando il corretto livello dovrebbe essere chiaramente ZERO), è impossibile risponderti in dettaglio.

I cibi che si prestano ad essere inquinati o meglio addizionati più o meno furtivamente da melammina sono troppi.

Se guardi l’elenco dei fabbricanti e dei prodotti ritirati dai supermercati a Singapore (leggi mio articolo

Il boomerang asiatico dell’urina nel latte), ti accorgi che la gente in Asia consumava (e consuma) il latte-cacao olandese  Dutch Lady a garganella, e lo versava sui cereali della colazione (pure melamminati), e poi si prendeva il latte di soia (melaminnato), e passava alla crema da spalmarsi sui cracker (l’una e gli altri melamminati), e poi sgranocchiava arachidi ricoperte e uvetta secca ricoperta di cioccolato (entrambi melamminati), e così via.

Tutti i prodotti confezionati in commercio sono suscettibili di addizione e di integrazione legale (non per questo innocente) ed illegale (ancora meno innocente).

 

Viviamo in un mondo di integrazioni e di trasformazioni, basato su sostanze sempre più innaturali

 

Se pensi che gli additivi vanno dall’E100 all’E2000 e sono  classificati come conservanti, antiossidanti, acido-regolatori, addensanti, emulsionanti, sapido-esaltatori, gelificanti, stabilizzanti, edulcoranti, puoi solo immaginarti quando enigmatico sia saltarne fuori.

Se pensi poi che a questo si affiancano le sostanze proibite e non dichiarate, e gli integratori minerali e vitaminici, che sono ancora più pericolosi e sconsigliabili di tanti additivi messi assieme, c’è poco di che

stare tranquilli.

Il discorso vale per l’integrazione acquea (aggiunta ai prodotti liofilizzati e concentrati, e poi ricostituiti, tipo i succhi), l’integrazione mineral-vitaminica (mediante vitamine sintetiche e minerali inorganici, dannosi per l’organismo), l’integrazione lipidica, l’integrazione zuccherina (mediante normali zuccheri tipo saccarosio o mediante) e l’integrazione proteica (mediante diverse sostanze come anche la melammina).

In pratica, non c’è gelato o crema o confezione al mondo che non contenga al suo interno un tot di cose negative ed innaturali.

 

Da noi non si parla nemmeno di melammina. Troppo onesti o troppo bravi a nascondere.

Ci hanno abituati al sangue animale in bocca e tra i denti, ed ora cercano di metterci pure la cacca e l’urina delle povere vittime sgozzate.

 

Da noi non si parla nemmeno di melammina.

I casi sono due.

 

 

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O le nostre industri occidentali sono tutte brave e virtuose, per cui non usano melammina né altri prodotti proibiti (lascio a te decidere se questo è verosimile o no), oppure esse sono troppo brave e virtuose nel nascondere la realtà, visto che nelle industrie nostrane c’è più malizia ed esperienza, non c’è spazio per dilettantismi ed ingenuità alla cinese.

Ci hanno abituati, allenati e sviati fino al punto di accettare disinvoltamente il sangue e il prodotto cimiteriale in bocca.

Ma non siamo popolazione da accettare facilmente pipì e cacca di mucca tra la lingua e i denti.

Almeno non lo siamo ancora.

Ma l’opera di normalizzazione continua. Potremmo abituarci persino a quello, finendo per trovare ancora di più insipidi i cibi naturali e genuini.

Esattamente come i fumatori i quali, arrivati in un bosco, stanno male per l’aria troppo buona ed ossigenata.

E’ un fenomeno noto, dal nome diseducazione al buono e al naturale.

 

La infame mossa della FDA di fissare il limite melammina a 2,5 mg/kg.

Come difendersi da questa nuova ondata avvelenatoria?

 

La mossa della FDA infatti di fissare a 2.5 il limite massimo di melammina sottintende tutto un programma futuro da parte dei produttori di carne e latte che hanno da sempre libero accesso e tappeto rosso presso la FDA stessa.

Si vuole mettere le mani davanti e prepararsi il terreno per un futuro con molta più melammina.

In pratica, quei due disgraziati e dementi allevatori che stanno per essere giustiziati (o che sono già stati uccisi) in Cina, per aver inquinato il latte in polvere a livelli da 0.5 a 2.5, sarebbero da noi e in America tranquilli cittadini che vanno per la strada e si fanno i fatti loro.

Come garantirsi allora da questa ulteriore ondata di avvelenamenti?

Primo usare il cervello in modo indipendente.

Secondo, scegliere prodotti reali, interi, visibili e tastabili.

Credere sempre di meno alle cose impacchettate ed imbottigliate.

Le industrie sono diventate troppo brave a farci convincere dal gusto e dall’aspetto che un certo prodotto è buono, naturale e che fa persino bene, mentre spesso non è per niente così.

 

Un parere sulla tua patologia al gomito

 

In questo tipo di problemi occorre davvero rivolgersi agli specialisti.

Probabilmente dovresti consultarne due o tre di opposte tendenze.

E’ vero che il corpo tende ad autodifendersi ed auto guarire, come dimostrano i ramarri e le lucertole a cui ricresce la coda quando qualcuno li ferisce e gliela stacca (non è assolutamente un invito a farlo).

Alimentarsi bene significa dare al corpo la possibilità di riprendersi al meglio.

Ma quando ci sono di mezzo il sistema osseo e le cartilagini, le cose sono più lente e più complesse, per cui la via operatoria può anche essere la soluzione migliore.

Diventa in certi casi un intervento riparatore di necessità ed emergenza.

Chiaro poi che, se tu riuscissi a evitare l’operazione facendo massaggi, prendendo sole, facendo esercizi specifici, sarebbe molto meglio.

 

 

 

– 4 –

 

A volte, nelle emergenze, non c’è altro da fare che la sala operatoria

 

Per aiutarti a capire il concetto, ti posso citare il mio caso personale.

Nei 30 e più anni di vita calcistica in giro per il mondo, ripetute cadute sul lato destro (i destrorsi tendono a cadere nel lato a loro più consono) mi hanno causato un locale assottigliamento di cartilagine all’anca destra, rivelatosi improvvisamente dall’oggi al domani.

Dovetti smettere di fare sport agonistico e tentai per alcuni anni di migliorare ulteriormente la dieta, e di non fare troppi sforzi. Tutto invano.

Più camminavo e più sfregavo la cartilagine fino all’estremo dell’osso contro osso o quasi.

Mi accordai con un ottimo chirurgo friulano per una operazione conservativa, che evitasse l’usuale sezionamento del femore con inserimento spinotto e protesi.

Alla fine mi hanno inserito un semplice spessore metallico integrativo-sostitutivo della cartilagine consumata. Sono trascorsi 16 mesi e, tutto sommato sono soddisfatto, in quanto c’è stato un lento ma costante miglioramento. Dolorini e fastidi nemmeno l’ombra.

Nuoto, vado in bicicletta, non mi stanco nel camminare, comincio anche a fare scatti e brevi corse ed ho ripreso a fare ginnastica e piccoli salti. Potrei persino giocare, credo, delle partite di calcetto.

C’è da dire che ogni operazione è un fatto traumatico, e comporta un notevole avvelenamento che si prolunga nella fase post-operatoria.

I residui degli anestetici ti restano addosso per mesi, prima di poterli smaltire.

 

La tua dieta non è per niente malvagia, Forse, nel tuo caso, il digiuno è superfluo.

L’adozione  dei cicli nutritivi ti può regolare al meglio il metabolismo.

 

Quanto alla tua dieta, credo che non ci siano particolari obiezioni da farti.

Mi pare che tu stia già applicando buoni principi, da brava vegana ed ehretiana quale sei.

Non credo però che una come te abbia bisogno reale di prolungati digiuni.

Digiunare uno o al massimi due giorni  tre volte all’anno è più che sufficiente.

Meglio ancora, a mio avviso, ricorrere al rispetto dei famosi cicli nutritivi ore12-20 ciclo appropriativo (quando si mangia effettivamente, ovvero quando il corpo si appropria degli alimenti), 20-4 am ciclo assimilativo (quando non si mangia ma il corpo assimila mentre dormiamo), 4 am-12 ciclo eliminatorio (quando il corpo elimina).

Assecondando i cicli, ovvero mangiando solo frutta fresca e succhi di frutta freschi nel corso della mattinata, senza prendere null’altro, porta il corpo ad eliminare di più e a ripulirsi, senza perdere  nulla in nutrizione, visto che la frutta è anche molto nutriente.

Questo tipo di accorgimento dietologico, che non è un trucco o un artifizio ma un semplice allineamento coi tempi del corpo e della natura, permette un mantenimento virtuoso del peso, e rende superflua la soluzione drastica del digiuno (almeno per la gente che non ha particolari problemi da risolvere).

Soprattutto se poi riesci a trasformare i due pasti principali in due belle terrine di verdura cruda, accoppiate con pane integrale e olivette.

 

L’obbligatorietà di una terrina di verdure a pranzo ed una a cena, come esordio

 

Terrine che già tirano via molta fame e di inducono a evitare stravizi di qualunque tipo, e ad accontentarti di un buon piatto di cereali (riso nero, miglio, orzo, saraceno, farro, mais) o di zucche e patate, o di pasta integrale al dente, con sugo di pomodoro meglio se quasi-crudo, o di pizza vegetariana, o di minestra di verdure cotta non oltre 15-18 minuti.

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A fine pasto non manchi mai una bella manciata di mandorle naturali (non tostate, non salate, non sbucciate e imbiancate), o di pinoli-noci-nocciole-pistacchi-semizucca-semigirasole.

A metà mattina e metà pomeriggio, raccomando un altro piatto di frutta fresca per stare all’incirca nei parametri niente-male di Cambridge.

 

Dopo la terrina fai quello che ti pare, sempre entro l’ambito del cibo umano d’elezione

 

Come vedi un disinteresse metodico verso i cosiddetti primi e secondi piatti, risolvendo la cosa con un

Dopo-la-terrina-verde-fate-quello-che-volete, entro naturalmente l’ambito dei cibi veri (senza cadere mai nella proteina animale).

Aggiungo 2 cose a quanto sopra e sono la crema di avena al latte di cereali (meglio se rinforzata con farina di sesamo-lino-girasole-papavero), e centrifugato fresco di carote-mele-sedano-finocchio-ananas (o almeno tre degli ingredienti).

Entrambe le cose da prendersi alternativamente (un giorno una e un giorno l’altra) verso le 10 del mattino o, non potendolo fare, verso le 5 del pomeriggio.

Ricordo che carota e sedano sono vegetali crudi dal potere magico.

Straricca di proteine vegetali e micronutrienti la umile carota, straricco di minerali il sedano, carico soprattutto del prezioso sodio organicato (il vero e unico sale di cui abbiamo bisogno, mentre il sale da cucina è veleno, allo stesso modo in cui lo zucchero della frutta è fantastico per tutti mentre il saccarosio o zucchero in commercio è veleno per tutti).

 

A certe categorie di chirurghi fa forse paura l’acqua, come a certe categorie di pediatri fa paura il latte della mamma, e mai quello della mucca

 

Gli episodi che racconti sulla tua esperienza presso la clinica Pio X di Milano, fanno capire come funziona il sistema. Vale ovviamente per tutti gli ospedali, trattandosi di autentico gioco di squadra.

Tu ti aspetti un bel parto naturale, e ti ritrovi invece con tanto di doloroso taglio cesareo.

Indispensabile?  Dubito molto.

E’ successo anche a mia moglie e per due volte, per cui, giustamente, non ha più voluto farne di altri.

Non appena una partoriente dimostra qualche ritardo o difficoltà, il verbo obbligatorio è tagliare.

Loro ti diranno che è per il bene della mamma e per la sicurezza del bambino.

Nessuno che venga a dirti invece che c’è un preciso interesse dell’ente ospedaliero per la soluzione cesarea, che fa incassare 4 o 5000 € all’ospedale (dalle Assicurazioni) e che porta  qualche soldo in più ai chirurghi, tenendoli pure attivi ed allenati, e non a oziare con le mani in mano.

A certi chirurghi fa paura forse l’acqua, ma mai il sangue. E’ semplicemente il loro lavoro.

E a certi pediatri fa paura il latte della mamma, ma mai quello della mucca, liquido o in polvere, perché sono istruiti in continuazione dalle direttive precise della NDC (Latterie Unite d’America) e dalla FDA (Macellai Uniti d’America), i termini sono quelli, poco importa se sulla targhetta delle rispettive sedi sta scritto National Dairy Council e Food and Drug Administration.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma  (Associazione Vegetariana Animalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)