BARACK JESUS OBAMA: E CHI NON PECCHEREBBE?

BARACK JESUS OBAMA: E CHI NON PECCHEREBBE?

 

Gesù non va più di moda

 

Gesù non va più di moda e non gode più dei sospiri delle tante Maddalene in delirio, pronte a pregare, ad inginocchiarsi, a prostrarsi, ad immolarsi, a dare corpo e anima per lui.

Jesus Christ Superstar, era il titolo di una famosa pellicola di qualche anno fa.

Oggi non si potrebbe più fare. Suonerebbe cosa stonata, non in linea con la situazione e con i tempi.

Il grande Gesù di ieri lo hanno degradato tutti a un mito incerto e fasullo, a una routine fastidiosa e ripetitiva utile a negozianti e supermercati, a casinisti dei botti ed amanti dello sballo, al punto di preferirgli le problematiche grazie di una attempata strega, armata di doni e scopa, come la Befana.

Quel bambinetto della mangiatoia di Betlemme ha fatto ormai il suo tempo.

Troppa gente sta portando prove sul fatto che egli non esisteva nemmeno se non nella sperticata e fervida immaginazione di vecchi masticatori di hashis e marijuana e di smemori discepoli desiderosi di darsi un certo ruolo e una certa importanza, di fare i protagonisti di una nuova religione.

 

La verginità delle mamme speciali e la trivialità del maschilismo.

L’amore per il sole, la nudità, e il sesso, nella vera civiltà greco-romana

 

Pare addirittura che l’intera storia di Gesù fosse stata presa punto per punto dalla biografia di Pitagora, vissuto 600 anni prima, e nato pure lui da mamma vergine.

Anche il concetto di verginità, sempre santa e sempre desiderabile, pare derivata da queste plebi arretrate e schizzinose, nemiche della natura e della nudità, gelose e possessive delle proprie donne come delle proprie capre e dei propri armenti.

Il maschilismo e la trivialità di quegli uomini e di quei sacerdoti è una costante che corre lungo il filo della storia umana e che arriva fino ai nostri giorni, caratterizzando intere società dell’Africa, dell’Asia e del Medioriente.

Il contrario di quanto ha espresso e divulgato la vera civiltà greco-romana, amante della nudità, del sole, dell’amore, del sesso e della natura, del lavoro, del gioco e del divertimento.

 

L’esempio odierno della Malaysia

 

Vai nella Malaysia di oggi e vedi una società duplice e spaccata in due.

 

 

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Da una parte le donne cinesi con minigonne mozzafiato, seni generosamente evidenziati e sguardi coinvolgenti, accoppiate a uomini cinesi grandi lavoratori da mattina a sera, senza aiuti e senza sindacati, dal 1 gennaio al 31 dicembre, ma anche grandi viveur pronti a spendere quanto hanno guadagnato onestamente col proprio lavoro.

Dall’altra le giovani mussulmane, pure belle e carine, ma spesso nascoste e sepolte da velature nere e luttuose, offensive ed anti-igieniche, che simboleggiano la morte o quantomeno la sofferenza civile delle poverette, accoppiate a uomini che per lavorare metà giornata chiedono supporti e facilitazioni al loro governo, e che dedicano le ore più importanti della giornata alle preghiere verso la Mecca.

 

Nessun invito a tirarla nella schiena o a darla  per nuie.

 

Questo è solo un esempio di come le distorsioni mentali portino a risultati aberranti e a usanze assurde e disumane.

Sul concetto del peccato e della verginità ne sappiamo qualcosa pure in Italia.

Non sono trascorsi secoli da quando uno sguardo dato impropriamente a una donna poteva costarti una raffica di lupara.

Non spenderemo lodi al  Tirarla nella schiena, o a Darla per nuie come fanno a Buie, in linea con quanto dicono pittorescamente in Friuli.

Ma non esitiamo a dire che la parte del corpo umano che meno si consuma e che più delizie può dare a un uomo e a una donna propensi a farlo liberamente, è proprio il sesso, usato con criterio, ma usato.

Il sesso come conoscenza carnale ed emotiva, ed anche come conoscenza biblica tra le famose due fette d’arancia,  sempre rispettando le eventuali scelte estreme di senso contrario, come quelle della clausura temporanea o a vita, e mettendo in berlina invece ogni tipo di cintura di castità imposta, poco importa se di tipo meccanico, mentale o religioso.

Sempre rspettando le tante coppie perfette e senza macchia che riescono a vivere in perfetto equilibrio ed  armonia, sublimando ogni istinto ed ogni tentazione, e trovando nel rapporto esclusivo a due la felicità in terra e la pace dei sensi.

 

Fatela, fatela, ma fatela sempre

 

Un simpatico prelato udinese di alto lignaggio usava dire in una storiella comica disegnatagli su misura: Fatela, fatela, ma fatela sempre (quell’azione di carità cristiana).

Lo diceva così ispirato e così stralunato, e ripeteva così spesso quel  Fatela nelle sue prediche, che nella mente dei friulani sporcaccioni o disinibiti come me, ma anche in quella degli altri, diventò un  Fatela sempre una terapeutica chiavata.

La verginità ha portato alla idealizzazione della maternità senza padre.

Un po’ come le mucche odierne, che concepiscono senza aver mai visto un torello adulto, col dio allevatore che le illumina e le feconda con un magico siringone farmaceutico.

Quelle sì che avrebbero mille motivi per disperarsi e per piangere.

L’annoso e millenario mito della santa Madonna che pensa solo a pregare, singhiozzare e piangere, o a versare lacrime tinte di rosso.

Come se le donne che concepiscono un bambino normalmente, cioè tutte le nostre madri e le nostre mogli, fossero delle scostumate e delle puttane di strada.

Non è in quel modo che la dignità e il valore di una donna si esaltano e si difendono.

La prostituzione è una piaga da combattere, una mentalità sessuo-mercenaria da sradicare.

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Ma la castità o il sequestro della bellezza imposti da burberi possessori di giovenche a due e quattro zampe, è peggio ancora della prostituzione.

 

Il bambino divino nato da una vergine è un archetipo comune a molte religioni

 

Il bambino divino, nato da una vergine, non è una esclusiva del Cristianesimo, come molti pensano.

E’ un archetipo comune a moltissime religioni e popoli.

Dagli Egizi (Horos figlio della vergine Iside, ai Persiani (Adonis, figlio della vergine Ishtar, ai greci (Perseo, figlio della vergine Danae, ai Romani (Tullo Ostilio figlio della vergine Ocrisia). In tutti questi casi il padre era Zeus, cioè Dio.

Pare che la Sacra Sindone non sia altro che un lenzuolo impregnato del sangue di uno tra cento possibili disgraziati finiti male, ma non di Gesù Nazareno figlio di Dio.

Ma, anche se fosse tutto vero, dai libri si evince che Egli sgozzava disinvoltamente agnelli, masticava amorevolmente cosce di pollo, annegava cento maiali al colpo e faceva impazzire di dolore i pesci.

Alla fine beveva vino, forse fumava, e magari andava pure a donne (ma questo sarebbe stato un punto a favore).

Non a caso i purcitars di San Daniele e i cantinieri del Collio, al pari dei colleghi irlandesi produttori di prosciutti e di whisky, tengono il crocifisso non solo in cantina e nei macelli, ma persino nelle celle frigorifere e nei servizi igienici.

Gesù in disuso, dicevamo.

 

I risultati parlano purtroppo chiaro e il sangue continua a scorrere

 

Anche perché, alla resa dei conti, non sta portando bene.

Basta vedere quello che succede nei dintorni di Betlemme e di Nazareth, quello che accade nei luoghi cosiddetti sacri.

O Gesù è figlio di un Dio sbagliato e incapace, oppure è figlio di un Dio sanguinario e macellatore.

Dov’è mai finita l’Onnipotenza del Dio? Dov’è si è mai dispersa la sua infinita bontà e saggezza.

Dove sta mai la purificazione e la redenzione dai peccati?

Non fa letteralmente pena vedere un papa germanico piangere in continuazione, pregare una, cento e mille volte che la smettano di massacrarsi a vicenda?

Non faceva pena vedere il papa polacco prima di lui, e i papi nostrani precedenti fare le medesime scenate?

Persino la sua festa più grande, quella del Natale, è diventata un’orgia insopportabile persino per i suoi più fervidi fedeli.

 

Obama è vivo, parla e si muove. Obama esiste e convince le folle.

Il 99 percento delle donne lo porterebbe nel proprio letto senza esitare.

 

No, Obama no. Lui è vivo, parla e si muove. E convince le folle. Ed è anche vero e tastabile, provato.

La televisione può mentire nelle parole e nei concetti, ma non può imbrogliare nelle immagini.

Obama esiste in carne ed ossa. Sarebbe il caso di ferirlo in tempo e di fargli una mini-sindone con la sua firma autografa, così nessuno verrà a dire domani che non è mai esistito.

Pare che il 99 % delle femmine di questo mondo, minorenni e non, vergini e non, fidanzate e non, maritate e non, menopausate e non, se lo porterebbero a letto al volo, senza pensarci due volte, senza filtri e senza traduttori, senza veli e senza profilattici.

 

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E gli farebbero pure tutte quelle cose proibite che non osano o non si divertono più a fare ai propri amanti e ai propri mediocri e scialbi mariti.

Non solo le donne. Anche i maschi vanno pazzi per lui.

 

La grande curiosità di Emilio Fede per Luxuria.

 

Emilio Fede è un tipo sessualmente curioso, al punto di chiedersi e di immaginarsi golosamente come starebbe sotto le lenzuola col prossimo presidente della repubblica italiana.

Luxuria non nasconde infatti le sue ambiziose mire al palazzo del Colle, a palazzo Chigi.

E Fede, dotato com’è di una forte carica umoristica, ha dichiarato pubblicamente che  Sì, Luxuria se la farebbe, non fosse altro che per curiosità.

Figurarsi se uno come lui non peccherebbe pure per Barack Obama.

Aria da consumato attore teatrale, giovane da far tenerezza e da coccolare, costantemente abbronzato, come osservato con sperticata arguzia dal grande Silvio, voce autorevole e maschia, fine dicitore almeno quanto il nostro Gianfranco Fini, atletico e sontuoso quanto un giocatore di basket, persino ricco al punto giusto, anche se non sfondato e smodato come i Clinton.

Uno come Barack non lo trovi tutti i giorni non dico in una Casa Bianca, ma nemmeno tra gli studi di Cinecittà.

Emilio Fede, da parte sua, non è solo la persona più simpatica e intelligente della televisione e della stampa italiana, senza fare torto a Vittorio Feltri,  ma è anche il più vulnerabile alla  umana seduzione.

Gli piacciono di sicuro le donne, e su questo non ci sono dubbi, ma è un tipo che capitombola facilmente anche di fronte al fascino, allo strano, all’esotico, all’inusuale.

Figurarsi di fronte a un Obama.

 

A me invece piace Paola Perego

 

Personalmente, non essendo nessuno, non posso reggere un ipotetico confronto con l’Emilio nazionale.

Volendo comunque sostenere l’irriverente ed improponibile paragone, mi sento ancora più curioso ed arrappato di lui.

Ma i miei gusti sono più banali e scontati.

Io preferisco mille volte andare sul sicuro.

A me piace da matti la Paola Perego, che è un concentrato di procaci curvette, di tenere movenze, e di succose allusioni.

Quella sì che è una ninfa eccitante ed ammaliante, vedo-non-vedo e tocco-non-tocco.

D’accordo, mi accuseranno di essere un DOM, ovvero un dirty old man che butta lo sguardo su una ragazzina che potrebbe essere sua figlia o sua nipote, ma io sono un dichiarato lupo che perde il pelo e non il vizio (cioè la virtù o il pregio che dir si voglia).

Al massimo, caro Fede, punterei sulla moglie di Obama, o meglio ancora  su quella di Bush, giunonica e statuaria, seducente al punto di stonare accanto a uno sfigato e frastornato marito che va in giro a prendere delle scarpe in faccia non appena si mostra dal vivo ad una platea reale.

 

Bush l’eroe incompreso. Ha commesso errori, ma la storia lo rivaluterà.

 

Il Bush mi fa troppa tenerezza.

Lo dipingono come un mostro e gli attribuiscono tutte le nefandezze della Terra.

 

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Ma è l’unico che, bene o male, ha dovuto reagire in qualche modo a un avvenimento che nessun Hitchkock e nessun Inferno Dantesco avrebbe mai potuto concepire ed immaginare.

Un attacco all’America dove tutte le armi del terrorismo più cinico, spettacolare e brutale si sono canalizzate e concentrate per far cadere le due più importanti Torri della metropoli americana, le Torri Gemelle della Grande Mela, invano guardate a vista dalla impotente e atterrita Statua della Libertà.

Gente che volava giù come fagotti delle immondizie, gente che si scioglieva ai mille gradi sprigionati dalle fiamme, madri e padri, bambini e anziani che negli aerei andavano a sfracellarsi come in un incubo spaventoso ed incredibile, ma sinistramente vero, contro gli edifici, guidata dai folli e drogati piloti di Bin Laden.

Vigili del fuoco che arrivavano a frotte e venvano a loro volta inghiottiti dalle fiamme con tutti i loro camion.

Chi mai prima di Bush aveva dovuto affrontare calamità ed emergenze di questa portata?

Pare che la gente abbia la memoria corta.

 

Un giudizio fuori dal coro. Barack Hussein Obama è troppo bravo per la Casa Bianca.

 

Ma non andiamo fuori tema, e torniamo al grande protagonista mondiale di oggi.

Tutti pazzi per Obama.

Seduce le donne e seduce Emilio Fede.

Se piace a Emilio Fede, il coccolone dello Stivale (ormai più del suo corregionale Pippo Baudo e dello stesso Mike Bongiorno), significa che Obama piace anche a tutti gli Italiani, come quella famosa cucina della pubblicità.

A me invece, nelle suo ruolo di presidente eletto, Obama non piace affatto.

Non perché io sia un bastian contrario (non penso affatto di esserlo), e nemmeno perché giudichi male la persona.

Barack Hussein Obama non mi piace affatto  in quel posto, ovvero alla Casa Bianca.

Lo vedrei volentieri a Hollywood, o anche come ottimo parlamentare, o come saggio predicatore di qualche religione disinvolta e disincantata.

Era scontato che vincesse. Si vedeva dalla Luna e dall’Orsa Maggiore che avrebbe sbaragliato il campo.

Chi altri se non lui. Mc Caine, poverino, in evidente stato disintegrativo e confusionale, faceva pietà.

Hilary, pareva l’incarnazione della inconfessata  commiserazione popolare verso la  bella-ricca-intelligente moglie cornificata suo malgrado, sotto lo stesso tetto presidenziale, da un improvvido seduttore da strapazzo di nome Clinton, e da una  insipida grassa ragazzotta da due soldi di nome Monica Levinsky.

Gli altri concorrenti erano ancora peggio, tutti pesci fuor d’acqua, mediocri, anonimi, smorti e imbalsamati.

 

Il sondaggio dell’anno: Migliorerà con Obama l’America e il mondo?

La gente che crede ancora alla favola del principe azzurro e della scarpina.

 

Mi sono visto recapitare qualche giorno fa un questionario, un’indagine a vasto raggio, con domande del tipo:

 

  • – Secondo te, Obama migliorerà l’America e il mondo?
  • – Secondo te, Obama risolverà la crisi finanziaria e ripristinerà la fiducia nelle banche e nelle borse?
  • – Secondo te, Obama rivitalizzerà il pianeta Terra?

 

 

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Al che, mi sono stropicciato gli occhi e mi sono chiesto: Ma la gente, questa gente che concepisce questo tipo di sondaggi, dove vive mai?

Passa forse il tempo a guardare cartoni giapponesi dai mostriciattoli più strani?

Trascorre forse il tempo tra Dragon Ball e la spesa al Supermercato?

Si perde a fare  centinaia di chilometri in treno  per beccare in tempo dei  magnifici saldi sotto la Madonnina?

Va tutta a sciare a Cortina e Sestriere d’inverno, per poi finire a cullarsi tra le onde tiepide di Sharm El Sheik?

Dov’è andata a finire l’intelligenza, l’arguzia, il senso comune della realtà, il tenere i piedi per terra?

 

La gente vuole probabilmente un nuovo Gesù crocifisso.

Quale è l’America che Obama è chiamato a dirigere ed orchestrare?

 

Questa gente che sta osannando Barack Obama a gran voce è ancor più pericolosa di Bin Laden.

Questa gente si sta augurando inconsapevolmente che egli venga crocifisso peggio ancora di Gesù.

Quale è l’America che Obama è chiamato a dirigere ed orchestrare?

E’ l’America dei fondi off-shore.

E’ l’America di San Madoff, di Bernard Madoff, furbo e abile truffatore doc, al pari di George Soros, ma assai meno intrigante di lui nella gestione politica della sua macchina da soldi.

E’ l’America delle speculazioni valutarie e della libera caduta del dollaro, che ha fatto cadere anche le valute asiatiche ai minimi livelli storici.

E’ l’America delle imposizioni e dei ricatti atroci, come la guerra della bistecca contro la Korea del Sud.

 

Ci sono Ebrei ed Ebrei. Quelli che stanno in Israele e quelli che ronzano intorno alla Casa Bianca.

 

Quelli che stanno in Israele sono persone splendide e commoventi. Gente comune arrivata da ogni parte del mondo.

Gente che si ritrova a dover lavorare, studiare e vivere, circondata da un mondo avverso, da un ambiente ostile nel quale adattarsi al meglio.

Gente brava, operosa, intelligente.

Come del resto gli stessi Palestinesi, se depurati dagli elementi estremisti ed intolleranti che bloccano e impediscono ogni pacifica soluzione.

 

E ci sono quelli potenti che stanno in America

 

E ci sono quelli che stanno in America, che controllano Hollywood, la Metro, la United Artists, la General Motors, il New York Times, le fabbriche di armi, e tutte le cose fondamentali del paese.

Trattasi del gruppo razziale più pericoloso a causa delle sue possibilità finanziarie, dell’influenza sulla cinematografia, sulla stampa e sulla radio degli Stati Uniti, ammoniva Charles Lindberg, pacifista e trasvolatore atlantico, ancora nel 1941.

Ci sono oggi ebrei come Madoff che curano il grano standosene sostanzialmente fermi a New York, ad aspettare i gonzi che vengono ad affidargli i loro danari, e ci sono ebrei come Soros che non si accontentano di tuffarsi nella propria piscina di monete d’oro come Paperone, ma vanno in giro per il mondo a capire dove si può arraffare e rastrellare meglio.

 

 

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L’intelligenza operativa di George Soros

 

Soros capì al volo che per gestire il suo capitale off-shore doveva sponsorizzare e allagare di dollari il suo uomo, il suo Bill Clinton.

Soros comprese che per conquistasre l’America non bastava avere tanti soldi e controllare economicamente  le borse, ma che serviva l’appoggio politico.

Soros  si rese conto che per conquistare l’America doveva portare a Washington lo scalpo dell’Asia e delle Tigri Asiatiche.

Soros intuì nel 1996 che, come era stato fabbricato dal niente l’AIDS, altrettanto dal niente era possibile inventare una crisi monetaria coinvolgente le maggiori monete asiatiche.

Soggiogare l’Asia significava far fallire Thailandia, Indonesia e Korea del Sud, spaventare Malaysia e Singapore, dimezzare il valore delle loro valute e comprare poi a pezzi di liquidazione banche ed assicurazioni, terreni ed industrie, pozzi petroliferi e miniere.

Il marpione Soros capì subito che, per diventare indistruttibile, doveva bloccare le Tigri Asiatiche, colonizzare la Banca Mondiale, irretire il Fondo Monetario, appropriarsi della catena santantoniana del

business AIDS, mettere le mani sui bisteccai di Chicago e Cleveland, affondare le sue capienti unghie sulle chiese sanitarie-farmaceutiche-nutrizionali di Atlanta.

 

Bernard Madoff non è un incidente di percorso, ma è  il percorso

 

Bernard Madoff non è l’ultima ruota del carro.

Il suo scandalo finanziario nasconde certamente altre grosse sorprese, in aggiunta ai 50 miliardi di dollari succhiati con cinica abilità al mondo intero ed incanalati nelle psudobanche di famiglia delle Bermude, di Cayman Island, delle Bahamas e delle Barbados.

Un gestore italiano di fondi ha confessato a Panorama che non ci sono solo il Banco Popolare e la Unicredit ad averci rimesso le penne, ma anche molti altri insospettabili operatori.

Un investitore privato del nostro paese ha visto andare in fumo qualcosa come 15 milioni di dollari.

Madoff non è un pesciolino. E’ stato a lungo presidente del Nasdaq, il mercato delle società high-tech di New York.

Madoff non è un incidente di percorso, non è un caso a sé. Non è il fallimento di una persona.

Madoff è l’America.

 

Clinton il sodomizzatore virtuale dell’Emisfero Terracqueo. Nessuno lo batte.

 

Clinton, almeno pare, non è un omosessuale. E in ogni caso, anche se lo fosse, sarebbe affar suo.

Gli piacciono le cose tonde e molleggiate.

A livello sessuale ha spiccata preferenza per le rotondette, a livello economico va matto per i danari, che sono pure tondi, e a livello geografico adora gli emisferi.

Clinton è un grande missionario, un sodomizzatore globale.

Per lui la Terra non è semplicemente un pianeta quasi-sferico in cui vivono 7 miliardi di persone sensibili e intelligenti chiamate uomini e donne, nonché 20 miliardi di creature chiamate animali.

Per lui la Terra ha la forma di una grande ed eccitante vagina arabo-ebraica, con cui trastullarsi a piacimento.

Per lui la Terra è un grande balocco sferico con insenature e monti a forma di tette, da spremersi sapientemente finchè fuoriesce la bianca linfa chiamata denaro.

 

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America paese del business ( del busaness)  e delle grandi opportunità

 

L’America è il paese del business e delle grandi opportunità.

Il business è una parola storpiata dagli inglesi.

In realtà il termine vero è  B-Usa-Ness o  busaness, per come è stato americanizzato ed ebraicizzato il concetto dello scambio.

Non vogliamo ripristinare odi razziali contro nessuno, per carità.

Siamo ammiratori di Salvatore Adamo e della sua commovente canzone Inch’Allah, dove Gerusalemme è visto come piccolo fiore sulla roccia, nel quale le donne israeliane assediate rischiano la vita solo per riempire il secchio d’acqua fuori casa (ma la stessa cosa accade alle povere madri Palestinesi).

L’America sa trasformare in business planetario tutto quello che tocca.

In America non si butta via niente.

Ci hanno insegnato a masticare le loro chewing-gum, ma noi, dopo che la gomma ha rilasciato il suo sapore cancerogeno-zuccherino, le buttiamo via.

Loro no, la attaccano tra il tacco e la soletta delle scarpe, pronta ad essere ri-masticata a piacimento.

Ciò fa chiaramente parte di una barzelletta, ma dà l’idea della loro intraprendenza e della loro venalità.

 

Una lezione che viene da lontano

 

Hanno imparato la lezione dagli olandesi, i quali l’avevano appresa dagli ebrei.

Molto educativo il discorso sul Commercio Internazionale che il ministro britannico J. Child fece nel 1600 e rotti:  Se vogliamo conquistare il mercato mondiale, dobbiamo imitare gli olandesi, i quali fabbricano le peggiori merci e le peggiori porcherie, e le vendono come fossero le migliori, perché solo così saremo in grado di soddisfare tutti i mercati del mondo.

E quel discorso fu la base di partenza ideologica per la vergognosa pagina storica delle guerre dell’Oppio contro la Cina, che portarono la civile Inghilterra a fucilare quei cinesi che si opponevano alla importazione di oppio e di hashis nel loro paese.

 

Le grandi catene americane

 

I napoletani hanno inventato la pizza? E l’America rifodera il mondo di tanti Pizza Hut e di tanti Shakey Pizza.

Gli italiani hanno inventato il caffè espresso? E l’America ricopre il globo di catene Starbuck Coffee e  The Pacific Coffee.

I torinesi hanno inventato il gelato? Ecco che arriva il magnate Robbins e crea la catena Basin’s Robbins.    

I tedeschi hanno inventato la porcheria chiamata hamburger? E l’America se ne impossessa e ci costruisce addosso le catene dei McDonald’s e dei Burger King.

I cinesi hanno inventato gli standini dei polli allo spiedo? E l’America parte con la catena dei Kentucky Fried Chicken.

I Lanzichenecchi mettono a fuoco e fiamme la Lombardia e fanno scoppiare la peste bubbonica raccontata dal Manzoni? Ed ecco che l’America ci porta via barellieri, untori e monatti e si inventa una peste ancora più bubbonica e planetaria chiamandola AIDS.

In Vaticano inventano le indulgenze e il timor di Dio spingendo le vecchiette morenti a intestare casetta e campo al prete? Ed ecco che spunta pronto come un condor l’elemosiniere miliardario William Billy Clinton che parte alla conquista del mondo a benedire le fondazioni AIDS e a raccogliere eredità e fondi per costruirne altre ancora.

 

– 9 –

 

Le elemosine miliardarie di un nonzolo-pellegrino.

Uno scandalo dalle dimensioni interplanetarie.

 

Il tycoon o magnate indiano dell’acciaio Lakshmi Mittal gli ha sganciato la misera somma di un milione di dollari (non tassabili, trattandosi di fondi  umanitari).

Lo sceicco Sheik Mohammed del Dubai, non poteva fare di meno, e gliene ha dati volentieri due.

Al cinematografaro Steven Spielberg è bastata la modica somma di 500 dollari, anche perché il saldo glielo può sempre versare in natura, con tutte le attricette che lo assillano in continuazione.

Il finanziere canadese Frank Giustra, di origini probabilmente nostrane, non ha scherzato affatto con oltre 10 milioni di dollari, sicuramente bene impiegati, visto che per lui e per gli altri verrà pure il momento di pretendere, di ritirare le cedole e i contro-favori.

La famiglia reale Zayed degli Emirati (UAE) ha versato una cifra tra i 2 e i 5 milioni.

Il Qatar e il Kuwait non hanno ancora confermato l’esatto ammontare della loro sovvenzione.

L’Arabia Saudita è andata oltre i 10 milioni di dollari, ma questo era scontato.

Il governo dell’Abu Dhabi, che ha in piedi importanti accordi per una cooperazione nucleare con gli Emirati (UAE), ne ha versati parecchi, ma ora teme che con Obama non tutti gli accordi vengano rispettati a puntino.

La Bill & Melinda Gates Foundation (legata pure alla catena farabutta delle Fondazioni internazionali AIDS, in mano al trio Soros, Clinton, Gates), gli ha affidato la bazzecola di 22,5 milioni di cucuzze.

George Soros è una vita che riempie in continuazione le tasche di Clinton con mazzette miliardarie di biglietti verdi.

Michael Shumacher, grande pilota, ma pessimo e imbelle destinatario dei suoi troppi soldi, gliene ha inviati 800 mila.

Lo sceicco etiopico Hussein Al Amoudi non si ricorda se 2 o 5 milioni.

Il presidente del Kazakhstan, legato al canadese Frank Giustra, ha messo pure lui generosamente mano al  portafogli.

Attori, attrici, cantanti, da Barbra Streisand a Norah Jones, da Carl Simon a Paul Newman, non potevano mancare nella lista dei benefattori del nonzolo viaggiante, nella vasta schiera di zelanti riempitori del bussolotto ecclesiastico clintoniano.

Il governo di Canberra, fedele amico degli allevatori e dei macellai australiani, ma anche di quelli irlandesi ed americani, non si è tirato pure indietro.

Il governo di Oslo, quello degli armatori che costruiscono navi petroliere e navi bistecchiere adatte ad intasare i frigoriferi koreani con carni disossate e congelate di manzo, non poteva dire no a un mendicante di tale portata.

La Copresida della piccola Repubblica Dominicana, nata allo scopo specifico di combattere il niente, cioè l’AIDS, ha sorpreso tutti, con oltre 25 milioni di dollari, mentre la sua popolazione fa di sicuro fatica a sbarcare il lunario.

 

Un bussolotto magico coi soldi spillati agli arabi ed agli ebrei, ai potenti e ai paria.

 

Ma cosa c’entra Obama con tutto questo? C’entra eccome.

Condolleeza Rice sarebbe stata il suo segretario di stato ideale, per la sua esperienza, ed anche per il colore della pelle, se la discriminante giusta dei tempi che corrono è davvero quella.

Hilary Clinton sarà una magnifica donna, sarà pure un’ottima avvocatessa del foro.

Ma, come segretaria di stato, è sposata con l’indicibile William Billy Clinton.

 

– 10 –

 

Un opportunista talmente abile da spillare nel contempo soldi alla componente araba e a quella ebraica, ai presidenti di stato ed ai paria, ai furbi e agli scemi, ai grandi e ai piccoli, in nome di una povertà che non conosce, di una morale che gli è totalmente straniera, e di un Aids che non esiste.

Il classico tipo che venderebbe dei frigoriferi e dei congelatori ai Lapponi ed agli Eschimesi.

Un nonzolo ambulante il quale, dovunque va, in aereo presidenziale e sciarpa stelle e striscie, riceve tappeti rossi, onorificenze e lauree honoris causa.

Il bello è che lo fa con aria melliflua e sorridente, con la convinzione e l’ispirazione dell’autentico benefattore.

In Filippine dicono che   E’ cosa pacifica trovarsi di fronte a un farabutto, ma quello che invece non si riesce proprio a sopportare, è trovarsi di fronte a un farabutto con la faccia di bronzo.

Ma che bravo questo Clinton. Ogni cosa che tocca la fa luccicare.

Al punto che, se non gli conferiscono il Nobel per due nuove materie scientifiche quali l’Opportunismo e l’Ipocrisia, avranno perso un’occasione storica per completare il quadro e mettere la classica ciliegina su questa  Torta Americana del Terzo Millennio dopo Cristo.

 

Lettera accorata a un valoroso, stimato e simpatico americano.

Ti consiglio di sorprendere il mondo una seconda volta. Rassegna le tue dimissioni.

 

Caro Barack.

Non mi seduci come succede a tutti gli Italiani di entrambi gli schieramenti, con Emilio Fede e Walter Veltroni in prima linea.

Però io sento di apprezzarti ancora più di loro, e mi sento di darti un consiglio d’amico.

Una raccomandazione da fratello maggiore.

Hai sorpreso il mondo facendoti eleggere presidente degli Stati Uniti d’America.

Hai vinto tutte le riserve e le insinuazioni razzistiche sul tuo conto.

Sei entrato nei cuori della gente di tutto il mondo.

Fai un’altra cosa ancora più coraggiosa, eclatante e spettacolare.

Dimettiti subito e improvvisamente dall’incarico, e va a vivere libero e felice in Martinica, alle Hawaii o alle Barbados.

Sei troppo onesto, troppo genuino e troppo vulnerabile.

Sei troppo giovane e simpatico per farti massacrare, o per diventare in alternativa lo zimbello e l’esecutore di ordini, ovvero il portaborse dei faccendieri americani.

Non andare ad allungare l’elenco dei disonorevoli Clinton o dei Kennedy finiti malamente.

 

Il calore, l’affetto, la povertà, l’umiltà sono i veri valori che ci insegna il bambino della mangiatoria.

L’identikit diabolica dei mistificatori.

 

Il cardinale cinese Joseph Zen Ze-Kiun, leader della diocesi cattolica di Hongkong, ha dimostrato nei giorni sotto Natale molto più acume e intelligenza di Donald Tsang, capo del governo di Hongkong, e del monatto cinese dr David Ho,  eminente ricercatore AIDS, che hanno ricevuto Clinton nell’Aula Magna gremita della HKU (Hong Kong University), conferendogli con comica e maldestra intempestività la loro massima onorificenza honoris causa.

Il cardinale Zen, da un altro pulpito, ha detto che  Le radici della crisi mondiale stanno nel sovra-consumo, nella venalità e nella aggressività dei falchi e dei predoni della finanza.

 

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Falchi e predoni nelle cui mosse non si capisce quale sia la differenza tra investimento e scommessa, tra uso logico del danaro e speculazione.

Il prelato ha infine ammonito la gente a riflettere sulla umiltà della nascita del bambino Gesù, partorito non a caso in una disperante mangiatoia.

Il calore e l’affetto sono assai più preziosi della ricchezza e dei luccicanti e sinistri onori umani.

Lo spirito della povertà e la virtù della frugalità sono valori insostituibili, se vogliamo liberarci dalle nostre catene.

Ci sono al mondo manipolatori senza scrupoli che fabbricano prodotti fasulli, irreali e velenosi che, per condurre a termine le loro imprese truffaldine, collaborano e si colludono coi loro rispettivi governi.

Il messaggio di Joseph Zen non era indirizzato a nessuno in particolare.

Ma chi meglio del trio Bill Blinton, Bill Gates e George Soros (tutti in grande spolvero) e del Santone della finanza Bernard Madoff (caduto malamente in disgrazia), corrisponde meglio all’identikit abbozzato

dal cardinale?

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)