BRASILE IGIENISTICO E CRISI ELIMINATIVA

LETTERA

 

Tendenzialmente vegetariani da una decina di mesi

Gentile dr Vaccaro, io e mio marito abbiamo saputo di lei e delle sue teorie igieniste da nostri cari amici proprio alcuni giorni fa! Da allora leggiamo con interesse il suo blog.

Le sue tesi ci trovano profondamente d’accordo, così come i suoi consigli alimentari, che si sposano alla perfezione col nostro nuovo stile di vita. Da circa 10 mesi ci stiamo cimentando nell’impresa di cambiare stile di vita e di alimentazione in senso crudista.

Un testo vegano-crudista del dr Peribanez sta spopolando in Brasile

Questo grazie agli stimoli di un libro scritto da Alberto Peribanez Gonzales, medico brasiliano, dal titolo Lugar de medico è na cozihna – Cura e saude pela alimentacao viva.

Tale libro sta letteralmente spopolando in Brasile e, con la pratica dell’alimentazione viva, il

dr Peribanez cura i suoi pazienti e organizza workshops nei quartieri poveri della sua città.

Il dr Peribanez, come anche lei, sostiene che l’alimentazione dell’uomo deve essere crudista e vegana, a base di frutta, verdura, frutta secca, frutta oleosa, germogli e sementi, centrifughe di frutta e verdura.

E’ bello vedere come queste idee comincino finalmente a circolare toccando i vari capi del mondo!

Qualche strappo alla regola purtroppo non manca

Da maggio del 2010 è partita la nostra piccola rivoluzione in famiglia in fatto di alimentazione, non sempre però con coerenza. Gli inviti a cena di amici e parenti sono una grande tentazione, per cui ogni tanto mangiamo cibi cotti, e a volte pezzetti striminziti di carne e di pesce.

Viaggio in Brasile con diverse trasgressioni

Vengo adesso al nostro problema attuale. A dicembre siamo stati in Brasile a trovare amici e parenti che vivono lì, e ci è stato veramente difficile seguire la nostra alimentazione, anche perché eravamo ospiti di persone che amano la carne.

Quindi abbiamo consumato nuovamente cibi cotti, carne e pesce.

Otite, congiuntivite e antibiotico

Lì Lorenzo si è ammalato. Dopo una forte giornata di pioggia in cui si è bagnato molto, ha preso una brutta infezione all’orecchio e un principio di congiuntivite, che abbiamo dovuto tamponare con un antibiotico, visto che il giorno dopo saremmo ritornati in Italia, e ci aspettavano 20 ore di viaggio.

Febbre, debolezza, influenza

Siamo rientrati in Italia il 20 dicembre e da allora Lorenzo non sta più in perfetta forma, nonostante abbiamo ripreso la nostra alimentazione crudista. Il 29 dicembre gli è venuta una febbre molto alta (quasi 39) con un forte mal di testa e dolore osseo, più il classico raffreddamento. La tipica influenza, insomma. Un po’ di digiuno, frutta e verdura cruda o poco cotta. Oggi 7 gennaio la febbre è calata ma è rimasto il mal di testa, il dolore osseo e una tosse che sembra bronchite, più una grandissima debolezza.

Lorenzo è di costituzione molto magro, ma adesso lo è ancora di più.

Cosa stiamo sbagliando?

Devo ammettere che sono un po’ preoccupata perché non si vedono miglioramenti al suo stato fisico e psichico.

Lorenzo, prima di cambiare alimentazione, non si ammalava mai. Adesso è ammalato da 3 settimane. Che cosa stiamo sbagliando?

Questo è il nostro schema alimentare

La nostra alimentazione è più o meno standard.

Di mattina il centrifugato di frutta e verdura con noci, mandorle e germogli preparati in proprio.

Prima di pranzo frutta (clementina, o mela, o pera, o banana).

Pranzo a base di insalata mista con germogli e noci o altri semi.

Tardo pomeriggio frutta e frutta secca.

Cena con verdure sia crude che leggermente cotte, o minestra di verdure poco cotte.

Dopo cena, tisana alle erbe.

Si stava forse meglio quando si mangiava peggio?

E’ chiaro come il sole che Lorenzo sta ancora male. Tosse bronchiale, grande debolezza, camminata lenta, viso pallido ed espressione di dolore in viso.

Noi siamo certi che la via scelta sia quella giusta, ma siamo sconfortati dal vedere che il fisico di Lorenzo non reagisce come reagiva una volta.

Possibile che si stesse meglio quando si mangiava peggio?

Qualche dubbio e qualche buon consiglio

Lorenzo è cosciente che questo suo stare male è un segnale di purificazione dell’organismo, ma perché è arrivato adesso e non 8 mesi fa, quando abbiamo iniziato a cambiare alimentazione?

Che altro possiamo fare per lo stato fisico e psichico di Lorenzo?

Grazie per le sue parole di conforto e per i preziosi consigli che ci vorrà dare.

Luisa e Lorenzo, da Roma

RISPOSTA

 

Sottostare alla crisi eliminativa richiede sempre doti di cultura e di equilibrio, ma anche un minimo di esperienza concreta

 

Ciao Luisa e ciao Lorenzo. Grazie per la fiducia che mi state accordando. Spero di essere all’altezza delle vostre aspettative.

Il succo del discorso sta nella frase che ho preso e sottolineato dal vostro messaggio: Si stava meglio quando si mangiava peggio?

Non è che a voi manchi concettualmente il fenomeno della crisi eliminativa. Lo conoscete. Quello che vi manca però è la sperimentazione diretta. La crisi eliminativa è qualcosa che preoccupa e spaventa sempre, non solo la gente normale, ma addirittura gli stessi igienisti.

Trattasi sempre di una resa dei conti in corso d’opera

Perché ci si spaventa? Perché evidentemente c’è uno iato e forse un baratro tra la nostra personalità esterna, spesso presuntuosa ed approssimativa, e la nostra personalità interna chiamata sistema immunitario, immancabilmente realistica, razionale, e persino impietosa.

Noi crediamo spesso di comportarci bene e di meritarci il Paradiso Terrestre della salute, mentre magari non è sempre così. La crisi eliminativa è un po’ una specie di piccola resa dei conti.

Il dualismo tra le esigenze corporali interne e le esigenze sociali di facciata

Mancandoci poi la percezione sensoriale di cosa pensa e come pensa il nostro angelo custode interno, si crea in noi una specie di dualismo, o se vogliamo una divaricazione tra i nostri due treni, interno ed esterno. Uno interno, fisiologico, biochimico, naturale, cosmico, che viaggia alla sua giusta velocità organica e l’altro, quello esterno, nevrotico, dopato e sollecitato, stimolato dalle esigenze pratiche ed esistenziali che noi affrontiamo giornalmente.

Scarsa preparazione e scarsa disponibilità alla crisi eliminativa

Per farla breve, non siamo mai abbastanza preparati alla vera e propria crisi eliminativa.

Sappiamo che esiste, ma non sappiamo mai quando, come e dove colpisce.

E soprattutto quanto colpisce.

Senza contare poi che, oltre alla crisi detossificante classica, gestita dal sistema immunitario, c’è pure la complicazione delle detossificazioni di piccolo cabotaggio giornaliero o settimanale, dove magari una cena sbagliata porta a un vomito o a una crisi che non c’entra per niente col ciclo immunitario di lungo periodo. E questo è uno dei motivi dell’angoscia e dell’impreparazione che coglie un po’ tutti.

Quasi un coro di perché e di come mai.

Il momento purificativo lo sceglie il sistema immunitario su basi ovviamente logiche e razionali

Nel vostro caso specifico aveve fatto un cambiamento di rotta 10 mesi fa.

Ma non ci sono state nel frattempo grandi opere detossificanti, credo.

Avete sicuramente fatto del vostro meglio per non aggravare i precedenti depositi interni di veleni, di vecchie tossine, rendendo la situazione tollerabile.

Avete al massimo smosso le incrostazioni tossiemiche interne, dando loro una prima scossa frantumativa in attesa di una reale pulizia successiva.

I tempi reattivi del sistema immunitario

Come mai la crisi eliminativa non è scattata prima, e ha atteso tutto questo tempo? Questa domanda, cara Luisa, la stai facendo più che a me, al sistema immunitario di Lorenzo, e forse anche al tuo. Evidentemente non siete stati abbastanza coerenti e rigorosi nei 10 mesi trascorsi.

Non puoi pretendere una pronta reazione purificatrice mentre continui a mangiucchiare pezzettini di prosciutto, di tonno, di uova e di grana. Le vie di mezzo non esistono, non sono strada agevole da percorrere. Dobbiamo metterci in testa che l’igienismo naturale è uno stile di vita da percorrersi in modo ordinato e sistematico, se vogliamo dei risultati chiari e soddisfacenti.

La scadenza contemporanea di 3 cambiali salutistiche

Poi siete andati in Brasile, passando dal freddo italiano al caldo dell’Amazzonia. In più vi siete abbuffati di cose sbagliate in clima equatoriale, quali la carne e il micidiale pesce, con reazione immediata, troncata però da antibiotico. Al rientro nella dura realtà invernale freddo-umida italiana è arrivato il nodo al pettine, ovvero la mazzata inclusiva della cambiale brasiliana (indigestione, avvelenamento, farmacosoppressione), la cambiale turistica (passaggio dal freddo al caldo e poi dal caldo a freddo, più il jet-lag di 6 ore circa), e la cambiale eliminativa che voi stessi avevate inconsciamente preparato mediante il miglioramento dietologico di 10 mesi fa.

Qualche errore di troppo c’è stato. Migliorando la dieta e la qualità del nostro sangue diventiamo certamente più sensibili a certe offese, per cui ci vuole maggiore coerenza.

Tre cambiali in un colpo solo e Lorenzo si sente un verme. Cosa avete sbagliato? Due cose. Andare e tornare velocemente in Brasile non è il massimo. Era meglio starci più a lungo e dare modo al vostro corpo di adeguarsi a quel clima. Vi è poi sfuggita l’importanza di essere coerenti con la vostra nuova dieta vegana, per cui la trasgressione è stata particolarmente offensiva, considerando che avveniva in clima caldo ed equatoriale, dove anche un turista carnivoro deve stare attento alle insidie di quei piatti.

Fin quando il corpo è in tensione, il sistema immunitario non scatta

C’è anche da dire, per tornare alle incomprensioni tra noi umani e il nostro sistema immunitario, che le reazioni immunitarie possono essere di diverso tipo: leggere, medie, profonde, rateizzate e cicliche.

Dipendenti sempre da una realtà interna che è ben lontana da ogni nostra possibilità di monitoraggio.

Fin quando la gente mantiene un certo livello di vita accelerata e dopata, anche priva di particolari stravizi, ma tesa come le corde del violino, per le varie vicissitudini, per le tensioni delle scadenze, delle tasse, dei viaggi, delle paure  e delle fobie varie, il sistema immunitario non interviene.

Il sistema immunitario, da vero spazzino biochimico, ha bisogno che il traffico si fermi, e che si esponga un grosso cartello di lavori in corso

Fin quando la gente è sorretta da apparentemente innocenti stampelle chimiche tipo cole, caffè, the, prosciuttini, pesciolini, ovetti, formaggini, granchietti, pasticcini, merendine e birrette, non succede niente per un certo tempo. Ma non è di sicuro una situazione normale o equilibrata.

Trattasi di un bonus, magari anche lungo, ma sempre di un bonus, ovvero di una concessione temporanea di sospensione immunitaria, di latitanza immunitaria, visto che le piccole trasgressioni citate hanno tenuto a bada il sistema immunitario imbavagliandolo un po’ e impedendogli di eseguire prontamente il suo lavoro di spazzino biochimico.

Una cosa è lo stato magnifico di equilibrio, e un’altra cosa è il bonus temporaneo

Un corpo che sta bene come quello di un atleta attivo o di una persona dinamica, che mangia e beve e fuma e tende a non ammalarsi mai, non è un corpo realmente sano.

E’ un corpo apparentemente immune in attesa di pagare il conto. Un corpo in attesa di futura purificazione, e a volte in attesa di una sonora pettinata o di una piccola batosta.

La maggior parte dei viventi che ci attorniano, tutti indaffarati e dinamici, magari spesso con la sigaretta in bocca, è in tali condizioni, e vive magari nell’illusione di essere sanissima come un pesce.

Dobbiamo vivere in sintonia col corpo

In realtà il corpo non gioca a rimpiattino e non fa il traditore.

Non ci illude affatto. I segnali e i preavvisi ce li manda e ce li dà.

Siamo noi che bariamo e facciamo di tutto per non ascoltarli. Siamo noi che, al più piccolo segnale, alla più piccola emicrania, alla più piccola febbre o indisposizione, peschiamo nel cassetto l’aspirina, l’antidolorifico e l’antipiretico, o che alla prima acidità di stomaco ricorriamo al calbisma e al carbonato di magnesio, e alla prima candida prendiamo l’antibiotico.

Il sistema immunitario fa, come professione, l’estrattore e l’espulsore di veleni interni

Fin quando c’è deposito interno di minerali inorganici, di minerali pesanti, di residui vaccino-farmacologici, di caffeine e cadaverine, di acidi urici, il nostro sistema immunitario vive in costante stato di allerta, essendo motivato a portare fuori dal corpo il materiale che non appartiene al corpo stesso, ovvero le micidiali porcherie che minano l’efficienza interna dell’organismo, fungendo da fonti continue di veleno, esalando in continuazione miasmi chimici e rendendo i nostri giunti calcificati, doloranti e artritici.

Nel momento in cui ci diamo una calmata generale, il sistema immunitario prende in mano la bacchetta da direttore d’orchestra

Quando scatta la crisi eliminativa?

Paradossalmente lo fa nel momento in cui ci comportiamo meglio.

Quando cioè miglioriamo la dieta alleggerendola.

Quando abbassiamo il ritmo, quando tiriamo via i farmaci e gli integratori, quando eliminiamo il caffè, quando impariamo a respirare meglio, quando impariamo a condurre una vita sessuale coerente ed appagante (di più, o di meno, o anche niente, a condizione di una ottima canalizzazione-istinti verso altre direzioni, ovvero di una impeccabile sublimazione).

A questo mondo non si può barare. Il conto lo paghiamo regolarmente.

Perché questo? Perchè i sincronismi delicati e complessi del sistema immunitario vengono in quel modo potenziati, vengono resi finalmente attivi e reattivi dal nostro nuovo modo di stare al mondo in modi rilassati, soddisfacenti ed armonici.

Ecco dunque spiegato il paradosso del dover star male per un po’ al fine di star bene nel prosieguo della vita.

In effetti, la crisi eliminativa può essere vista, per chi è religioso, come una specie di piccolo purgatorio, come lo zampino del creatore che ci ricorda che esiste anche lui e che non ci è concesso di barare senza poi pagare il conto.

Il momento stagionale non è il migliore per impostare un grosso recupero

Pertanto, Luisa e Lorenzo, non preoccupatevi troppo.

L’attuale momento dell’anno non è esattamente il migliore per impostare una solida opera di recupero fisiologico.

Sono settimane in cui anche chi sta meglio è costretto a soffrire e a stringere i denti.

La strada da seguire è quella della conservazione e della sopravvivenza al meglio.

Cosa fare dunque?

Pentirsi forse delle vostre scelte di vita di 10 mesi fa? Assolutamente no.

Rilassarsi e riprendersi progressivamente, questo è il giusto obiettivo

Ogni azione virtuosa va in saccoccia e apporta salute.

Il mio consiglio per Lorenzo è di tenersi riguardato, di stare al calduccio per un paio di giorni, bevendo acqua leggera e sospendendo il cibo, senza preoccuparsi per il peso, che viene ripreso rapidamente non appena la situazione gastrointestinale si è rimessa a nuovo.

Non appena gli ritorna l’appetito si fa un giorno di alimentazione fruttariana e un giorno misto di frutta e di centrifugati con tuberi e radici varie.

Poi riparte in modo deciso e progressivo con la sua dieta preferita e stabile di vegano tendenzialmente crudista, inserendo qualche zuppa non stracotta di verdure con zucca, patate, grano saraceno, quinoa.

Non esistono soluzioni miracolistiche all’infuori di noi stessi

Curare la respirazione e liberare la testa da cattivi pensieri.

Lasciar lavorare il corpo con fiducia. Quello non sgarra e non va mai contro se stesso.

Non esistono in ogni caso altre soluzioni valide.

Chiamare un medico o andare in cerca di pozioni miracolose o di farmaci portentosi o di minidosi omeopatiche, o di spiruline varie, è fatica sprecata.

Vi auguro che il nuovo anno porti un rasserenamento e una decisa ripresa in termini di salute.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo