CENTO ALTERNATIVE MA UN SOLO MOVIMENTO IGIENISTICO NATURALE

CENTO ALTERNATIVE  MA  UN  SOLO  MOVIMENTO IGIENISTICO NATURALE    

 

 

Qualche appunto critico

 

Qualche appunto critico mi è arrivato per essermi lamentato di qualche carenza organizzativa in occasione della conferenza ABIN del 31 ottobre scorso, e per averlo pure scritto in una mia tesina dal titolo Fame intensa, vicissitudini nutrizionali e Conferenza ABIN di Bergamo.

Come dice il proverbio, I panni sporchi si lavano in famiglia, era il punto chiave della reazione critica in ambito al Circolo.

 

Non mi risulta che alla ABIN esistano panni sporchi da lavare in famiglia

 

Nessun lubridio e nessun panno sporco da demonizzare e lavare.

Ho solo voluto annotare un fatto preciso e concreto, che è saltato ai miei occhi e che tutti i partecipanti possono confermare.

Due persone che arrivano gratuitamente e per pura passione da Roma, sobbarcandosi 15 ore di auto, e una terza che non ho citato e che fa altrettante ore di treno da Udine, per fare una conferenza che la scuola della salute ABIN ha debitamente segnalato da mesi sulla sua scaletta programmatica, sono già di per sé qualcosa di eccezionale.

Pazienza per la terza, che sarei io, ma per il professor Franco Libero Manco, massima autorità nazionale nel settore vegano-animalista, non dico un lungo tappeto rosso, ma almeno qualche persona di Bergamo in più era lecito aspettarsela, e non avrebbe di certo guastato.

E, fin qui, è un problema semplicemente organizzativo.

 

Non siamo carbonari o affiliati a sette segrete, almeno non ancora.

Apertura e massima trasparenza sono simbolo di tempra morale.

 

Una conferenza annunciata, aperta al pubblico, con un gruppo di amici provenienti da Milano, e con qualche strumento di registrazione attivato, non è un incontro privato di una setta di carbonari.

Non ci sono cose segrete e riservate da discutere in famiglia, salvo che non si parli di statuto, di regolamenti interni, di quote associative e di questioni amministrative che poi non interessano a nessuno.

Essere aperti e trasparenti su quanto facciamo e su quanto succede nel bene e nel male non è affatto un indice di debolezza e di imperfezione, di sport individuali giocati male, ma è al contrario simbolo di forza morale e di spirito vitale, di voglia di crescere e di fare meglio.

 

Non ci sono sport proibiti.

Chi si comporta bene, anche facendo qualche errore, non ha niente da nascondere.

 

Gli sport che che lo scrivente preferisce sono ben altri, come ad esempio andare a castagne e funghi.

Gli sport che mi sono stati citati sono partiti dalla controparte.

Assurdo rivangare il noto dissidio metodologico col professor Franco Mascolo, non fosse altro perché è stato superato al meglio. Ci siamo detti peste e corna, facendo magari scandalizzare e ridere mezza Bergamo se non mezza Italia, ma abbiamo alla fine cementato un’amicizia più forte ancora di prima, basata sul chiarimento e sulla cancellazione netta di ogni dissidio, senza covare risentimenti, vendette o altri residui negativi.

Franco ha capito il tutto, dimostrando grande umiltà ed intelligenza nel momento topico.

Non se l’è legata al dito, ben sapendo che i documenti alla base di quella polemica li aveva ideati lui stesso facendoli pure circolare fuori dal circolo ABIN, prima ancora della mia reazione.

 

E’ importante sapere se la nostra controparte è a favore o contro

 

Tirare fuori questo argomento mi pare inappropriato.

Non sono Gesù Cristo per dire Chi non è con me è contro di me, ma vi ricordo che quando ho sottoposto la mia tesi di filosofia di scienza comportamentale e naturopatia alla mia università americana, la prima domanda che mi hanno posto è stata la seguente E’ una tesi a favore o contro gli USA?

Dobbiamo dunque cercare di remare il più possibile nella stessa direzione, pur mantenendo per chiunque frequenta il gruppo ABIN la possibilità di esprimere tutte le riserve e le critiche costruttive possibili ed immaginabili.

 

La fretta di rendere di pubblico dominio

 

Quanto alla fretta di rendere di pubblico dominio un determinato documento, senza sottoporlo a vagli, discussioni, approvazioni di questo o di quello, può anche starci. Tutti abbiamo i nostri limiti. Non mi posso permettere due belle ed efficienti segretarie come vorrei, e il tempo lo dedico a preparare le conferenze e a scrivere i miei documenti, oltre che a dare qualche aiuto alla mia famiglia, e a seguire i miei impegni professionali in generale.

Le ore passate in treno, anche quelle che mi portano a Bergamo andata e ritorno, mi costringono ad essere pratico e sbrigativo.

Questo è di sicuro un limite, al quale cerco di ovviare usando le parole al meglio.

Non mi pare di aver offeso nessuno citando dei fatti reali e conosciuti, e non certo lesivi, infamanti, e meno ancora passibili di segretezza.

 

Non serve nascondersi dietro i diritti di privacy

 

Occorre in ogni caso che ognuno di noi, per essere credibile, sia aperto a mettersi apertamente in discussione.

Non serve nascondersi e sentirsi imbarazzati se si è sbagliato.

Non serve ancor meno farlo quando si riceve un’osservazione impropria.

Che testimonianza diamo se stendiamo dei veli e delle cortine fumogene sopra la nostra attività formativa ed informativa?

 

Sono da anni un ammiratore assoluto della città di Bergamo e della sua gente

 

Chi è stato alla conferenza, e chi mi conosce, sa bene quanto io stimi la città di Bergamo e i suoi abitanti, anche fuori dall’ambito ABIN.

Mi sono già espresso più volte per iscritto sulla città Alta che fa di Bergamo una delle città più belle e interessanti d’Italia, sull’intraprendenza, sull’intelligenza e sulla laboriosità fuori del comune della popolazione bergamasca, che rappresenta il cuore di tutte le migliori qualità lombarde tanto quanto, e forse ancora di più, della stessa Milano.

 

Questo si chiama travisare i fatti

 

Solo a chi ha interesse a focalizzare sulla critica fine a se stessa può tirar fuori questo argomento assurdo.

Ho dovuto usare l’espressione di marca bergamasca o di marca interna, non certo con intento denigratorio nei riguardi di alcuno, ma soltanto con specifico riferimento al pubblico della conferenza, per distinguerlo dal gruppo arrivato da Milano, che per l’occasione si è dimostrato sicuramente più coeso e costruttivo, facendo domande brevi e precise più che piccoli comizi inconclusivi e dispersivi.

 

Siamo apertissimi alle critiche, anche a quelle al vetriolo

 

Le critiche, anche le più brucianti e scarnificanti, incluso lo scetticismo al vetriolo, non sono una malattia o un difetto da ricusare.

Se chiunque del gruppo, avesse dichiarato di essere grande appassionato di bistecca e di vino, nessuno di noi, e men che meno io, avremmo gridato allo scandalo.

Siamo abituati a questo. Ma ci sono modi e modi, tempi e tempi.

Per quanto mi riguarda, a me interessava solo che il professor Franco Libero Manco si facesse un’ottima opinione dell’organizzazione ABIN e del sia pur limitato pubblico intervenuto.

 

La Costituzione e la Magna Charta

 

Anche qui, tirar fuori regolamenti interni, la Costituzione Italiana, e perché no la Magna Charta, come a dire che chi scrive ha tendenze dittatoriali e liberticide, o che tira via le mascherine antivirali per mettere poi magari le museruole anti-parola alla gente, lo trovo squinternato e paradossale, mi si perdoni il termine.

In qualsiasi dibattito pubblico, ogni partecipante ha diritto di alzare la mano e di dire tutto quello che vuole, cercando di essere chiaro e conciso nelle domande onde permettere pure agli altri di intervenire, evitando possibilmente polemiche trasversali con altra gente del pubblico, per motivi di armonia generale e di tempo.

 

Non è questione di statuto e nemmeno di essere vegetariani, ma solo questione di coerenza

 

Non è una questione di statuto e di trasparenza coi soci e col presidente.

Non è nemmeno una questione di essere o non essere vegetariani.

Per me va bene al limite anche un presidente dei vegani che sta marciando a vino e bistecca, a condizione che sia seriamente intenzionato a migliorarsi, e che abbia davvero deciso di diventare coerentemente vegano.

Lo stesso discorso vale per i soci ed i simpatizzanti.

Se non esiste questa volontà, questa determinazione di migliorarci e di tendere al meglio, e di offrire pure il buon esempio agli altri, sarà meglio iscriverci a uno qualsiasi dei 1000 altri gruppi e club che ci circondano, e  lasciar perdere l’ABIN.

 

Nessun diktat nei riguardi di nessuno

 

Il problema vero è che alcuni del gruppo si dimostrano meno portati al veganismo crudista e all’igienismo delle persone medie che transitano per le strade di Bergamo o da altre parti.

Non si tratta di limitare la libertà o di interferire con la vostra libertà individuale.

E chi sarei mai io per imporre dei diktat a chicchessia? Direttore Tecnico dell’ABIN?

Scordatevelo pure. Non ho mai usato quella parola, all’infuori che in fondo ai miei articoli, sperabilmente a vantaggio del circolo ABIN.

Mi ritengo un semplice amico e collaboratore del gruppo. Niente altro che quello.

 

L’autorità mondiale del professor Holecz e la frutta indiscutibilmente a fine pasto.

Perché non invitare tra i prossimi relatori Cremonini e Manzotin?

 

E’ stato citato il dr F.Holecz, grande esperto mondiale di alimentazione e di prevenzione cure malattie tumorali, autore di un libro zeppo di ricette a base di carni e formaggi, che esalta, ciliegina finale sulla torta, l’importanza di mangiare la frutta indiscutibilmente alla fine del pasto.

Mi chiedo perché la prossima volta non si invita all’ABIN Cremonini in persona, o magari il presidente della Manzotin. E’ possibile che abbiano idee ancora più chiare ed avanzate di Holecz.

Anche quelli della McDonalds regalerebbero soluzioni più intelligenti, educative e moderne di Holecz, ed anche più cosmopolite, avendo migliaia di punti vendita da New York a Pekino, passando per Bergamo, Udine e tutto il resto.

Ci vorrebbe pure qualcuno della Bayer e della Glaxo, a completare il quadro.

 

A sentire 200 campane si diventa scemi e rintronati.

La campana igienistica è già la sintesi storica provata di tutte le campanine valide mondiali.

 

Quanto alle Medicine Naturali, ho un manuale aggiornato dove sono elencate una quarantina di scuole diverse, inclusive di quella Ayurvedica. Se inseriamo le Medicine Innaturali e le varie diete in circolazione, andiamo a duecento soluzioni considerabili. Significa forse che esistono 200 verità?

Significa forse che per arricchirci dobbiamo sentire 200 campane, fare dei confronti, prendere  un pezzo lì e un altro là, e farne un bel mosaico variopinto ed onnicomprensivo, oppure una bella media tra 200 idee e ricavarne una formula magica capace di sintetizzarle tutte?

Non è assolutamente così.

 

Se giunto ai 30 anni hai bisogno del medico, del prete e del dietologo, considerati un fallito

 

Un antico papiro egiziano dice che,  Se arrivato a 30 anni hai bisogno del medico, del prete e del dietologo, significa semplicemente che sei una persona fallita, punto e basta.

Nessuno al mondo può pretendere che tutti la pensino allo stesso modo.

Ognuno ha diversi percorsi spirituali, culturali ed informativi.

 

L’Igiene Naturale non è una delle tante teorie parziali in circolazione.

La classe e la scienza non sono acqua. Ci sono dentro Pitagora, Dante, Leonardo ed Einstein.

 

Igiene Naturale non è un termine generico.

Trattasi di una precisa scuola che ha annoverato nei suoi 150 anni di storia decine di migliaia di grandi studiosi e molti milioni di associati attivi in tutti i paesi del mondo, associati, nota bene, non in quantità ma in qualità ed in rigore scientifico.

Studiosi che hanno sviscerato in lungo e in largo ogni aspetto dell’organismo umano, ogni cibo possibile ed immaginabile, ogni combinazione giusta e sbagliata, ogni scuola medica alternativa e concorrente.

Nessuna altra scuola al mondo ha l’1% di queste caratteristiche, nemmeno quelle derivate da tradizioni millenarie, nemmeno le varie naturopatie ed omeopatie.

 

Non confondiamoci e non facciamoci distrarre dalle cento e passa tecniche terapeutiche

 

L’Igiene Naturale non ha tralasciato di cercare le proprie radici nei primordi e negli autori del passato, selezionando attentamente tutte le scuole che portavano coerentemente alla salute del corpo e dello spirito.

L’Igiene Naturale non è dunque da confondere con nessuna delle tante scuolettine inventate a destra e a manca da vari singoli autori, dai vari cani sciolti dotati di iniziativa e inventiva personale, o dalla voglia di vendere il loro prodotto per fini commerciali.

Non stiamo scartando o sottovalutando nessuna scuola. Diciamo piuttosto che la filosofia igienistico- naturale intride e pervade di sé coi suoi principi tutte le scuole nessuna esclusa, trattandosi di una ventata di verità universale e di esperienza, più ancora che di una scuola specifica.

 

Il grande Shelton è solo una piccola e basilare rotella

 

Parliamo di una filosofia e di una scienza comportamentale che  tutti amano ricondurre al dottor Herbert Shelton per pura comodità intellettuale, ed anche per i suoi 50 libri e le innumerevoli riviste da lui pubblicate. Shelton, per quanto grande e basilare, è solo una piccola rotella di una scienza universale con la quale tutti devono fare i conti, dai medici agli ayurvedici, ai macrobiotici, ai carnivori e ai lattivori di ogni specie.

 

La ABIN non è un circolo qualsiasi, associato magari a Scherzi a Parte

 

Non mi risulta che la ABIN sia un circolo culturale qualsiasi, dove si propone liberamente marmellata, stracchino e mortadella, con l’uva, l’anguria e il melone da consumare, per giunta indiscutibilmente a fine pasto. Nemmeno il professor Giorgio Calabrese direbbe sconcezze e scemenze di tale portata.

A meno che il tutto non si inquadri in una burla stile Scherzi a Parte.

La sigla ABIN sta, mi corregga se sbaglio, per Associazione Bergamasca Igiene Naturale.

Il termine Igiene Naturale non è arrivato lì per caso, ma lo ha voluto il suo presidente che rimase folgorato da uno specifico libro di Shelton, quando stava vivendo un momento assai difficile della sua tribolata esistenza.

 

 

 

 

 

Il significato storico e concreto di Igiene Naturale

 

Come ho detto sopra, quel termine deriva dalla ANHS (American Natural Hygiene Society), una scuola specifica e precisa, dalle caratteristiche molto ben delineate, con un filone ed un percorso che non lasciano dubbi o incertezze o divagazioni scettiche.

Non si tratta di fanatismo o di dogmatismo o di presunzione. Tanto meno di settarismo.

Ogni legge, ogni principio, ogni affermazione igienistica-naturale è stata vagliata, pesata, scartata, recuperata, discussa e ridiscussa, ed alla fine codificata, passando mille mani devote e coerenti con la causa della salute.

 

Accettiamo senza problemi tutti i confronti e tutte le sfide

 

Codificata senza dogmatismi, ma con la sicurezza e la garanzia di essere vicinissimi alla verità più di tutti gli altri.

Tutti dicono così? Ci sta benissimo. Ma noi abbiamo le prove ed anche le cliniche, con tanto di prove e dimostrazioni, con tanto di curriculum.

Abbiamo la storia e le referenze. Siamo in grado di sostenere ogni sfida, con teorie e dati coerenti alla mano. Cosa che nessuna altra scuola al mondo, e men che meno la medicina allopatica ed omeopatica, hanno mai fatto.

Per quelli che in seno alla ABIN nutrono dei dubbi e dello scetticismo sulla giustezza di quanto sosteniamo, sappiano che hanno tra le mani un tesoro di pietre preziose e di diamanti rari.

Tesoro che, per incuria o distrazione, stanno considerando come un cassone pieno di rottame e di ferro vecchio.

 

L’importanza della chiarezza e dell’orientamento

 

La chiarezza è una grande qualità.

Può essere innata, ma può anche essere acquisita culturalmente, e soprattutto con la detossificazione del corpo che porta pure al miglior possibile nutrimento per la nostra mente, golosa ed assorbente di succhi zuccherini naturali.

Non so in che misura voi ce l’abbiate.

In 10 anni di ABIN, e stando a fianco di un missionario della salute come Scaffidi, avreste dovuto capire in quale direzione remare, senza arenarvi e senza finire sugli scogli.

Se si sta in una barca, e uno rema in senso contrario all’altro, i casi sono due.

La barca non si muove oppure al massimo gira a vuoto intorno a se stessa, nonostante il timoniere protesti, si sbracci e strilli in continuazione, indicando che la Terra sta in una determinata direzione, e solo in quella.

 

Niente fanatismo ma solo una scelta oculata di campo

 

Niente presunzioni ed arroganze dunque, ma solo precise scelte di campo.

I raffronti con altre scuole, in vista di un allargamento di orizzonti, di una maggiore illuminazione derivata da una media tra il bene e il male, tra il buono e il cattivo, tra il vero e il falso, sono cosa inopportuna, obbrobriosa ed anche impossibile a farsi, perché la verità non è mai il prodotto di questo tipo di operazioni cervellotiche.

Un discorso di quel tipo potrebbe essere fatto a una congrega di sbandati, di fissati, di estremisti, di illusi, di psicolabili, di carbonari sottosviluppati, di topi fognari bisognosi di un bagno di purezza,

di trogloditi attratti da una immersione nella civiltà illuminata dei consumi e della medicalizzazione.

Bisogna andare avanti e non indietro

 

Ma non mi pare che l’ABIN stia a quei livelli.

Credo che pensarla a quel modo sia ingeneroso nei riguardi di chi frequenta regolarmente l’ABIN.

Non ho approfondito conoscenze individuali al punto di potervi giudicar uno per uno, ammesso e non concesso che questo faccia parte delle mie prerogative.  Ma diversi di voi sono sicuramente arrivati a un gradino notevole di preparazione e di autocoscienza.

Non sto dicendo che è sbagliato essere aperti ed ascoltare le altre campane, cosa che significherebbe chiusura e arroccamento oscurantistico, ma solo che non puoi rimandare sui banchi della prima elementare, a disegnare righe e quadratini, gente che ha superato da tempo l’esame liceale.

 

Alla verità si arriva seguendo un tracciato virtuoso e non con le medie artimetiche

 

Al bene e alla verità, nella salute e in tutte le cose, non si arriva facendo operazioni di media aritmetica, ma piuttosto mediante un lavoro di ispirazione ed illuminazione, corredato da percorsi virtuosi, capaci di superare ogni deviazione ed ogni strada senza uscita, e di affrontare e risolvere con successo ogni dialettica ed ogni confronto.

Rispettare il vitellino e il porcellino, il fagiano e l’oca, l’usignolo e il lucherino, la balena e l’elefante.

Tutti siamo d’accordo su questo, credo.

Rispettarlio come fossero persone, fratellini e sorelline, significa non torturarli, non ammazzarli e non mangiarli. Non ci sono eccezioni o sconti, non esistono compromessi o vie di fuga.

Rispettare il nostro corpo significa innanzitutto conoscerlo bene, capire com’è fatto, dargli il suo cibo e non altre cose che lo danneggiano.

 

Meglio tenersi il grande Holecz e lasciar perdere l’ultimo mona arrivato da Udine

 

Se per voi la verità è mescolare l’eminente autorità mondiale Holecz con l’ultimo mona arrivato da Udine, e l’ultimo fine ma illuso dicitore giunto da Roma, state sbagliando tutto ai massimi termini.

Molto meglio tenersi Holecz, personaggio dotato di eccellenti titoli e referenze.

Molto meglio ridurre la vile frutta drasticamente, e consumarla poi a fine pasto, beninteso.

Lo scetticismo va benissimo, ma se manca la bussola non si va da nessuna parte.

Ho detto questa stessa frase, con una nota tesina intitolata Un maestro a corto di bussola, persino all’amico Nico Valerio, autore più famoso d’Italia in fatto di libri crudisti e vegetariani editi dalla Mondadori. Non mi risulta che si sia offeso. Le valanghe di frutta che ha consumato per anni lo hanno evidentemente reso aperto e disponibile, togliendogli ogni  permalosità.

 

Per il Maestro Scaffidi ci può essere solo una causa di santificazione in vita

 

Chiaro che il presidente Scaffidi in tutte queste osservazioni resta fuori in toto.

Rispettarlo in modo rigoroso è nostro sacrosanto dovere.

L’unica eventuale iniziativa nei riguardi del presidente ABIN può essere quella di santificarlo, visto che la sua è una missione passionaria e religiosa, solitaria e difficile, scarsamente compresa e supportata, meno ancora remunerata.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)