La musicoterapia (per gli Inglesi music therapy) è un approccio terapeutico e comunicativo al paziente e alla persona in generale che utilizza la musica o il suono come strumento di comunicazione non-verbale.
La musica e tutte le sue componenti – suono, ritmo, melodia e armonia – possono essere utilizzate dal musicoterapeuta in numerosi interventi educativi, riabilitativi o terapeutici che riguardano una grande varietà di condizioni, patologiche e non.
I principi base della musicoterapia
Al primo posto tra i principi base sia di chi esercita che di chi beneficia della musicoterapia si trova certamente il solido legame che si viene a creare tra il musicoterapeuta e il paziente, un rapporto di profonda fiducia nel quale il paziente è sempre e da subito parte attiva della terapia tanto da potere, là dove le sue condizioni lo permettono, contribuire addirittura con suggerimenti e proposte atti a migliorare gli esiti della terapia.
E’ questo infatti un altro aspetto e vantaggio essenziale della musicoterapia: la sua capacità di adattamento e personalizzazione di volta in volta, a seconda delle esigenze e delle inclinazioni del paziente.
Da non dimenticare l’aspetto più affascinante: nella musicoterapia è il suono a favorire e garantire l’instaurarsi di questo legame tra due persone, il musicoterapeuta e il paziente, o perché no tra più di due, nel caso, piuttosto frequente, di musicoterapia di gruppo.
Chi può usufruire della musicoterapia
Il campo d’azione della musicoterapia riguarda prevalentemente la neurologia e la psichiatria, ma non si limita solo a questo.
Si parte da condizioni relativamente poco gravi come il recupero della forma fisica dopo l’esercizio, disturbi dell’umore, stress e ritardo mentale, per arrivare ad effetti sorprendenti su patologie importanti come il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e altre disabilità motorie o demenze piuttosto gravi.
Studi recenti hanno evidenziato la grande capacità della musicoterapia di giovare alle persone affette dai più disparati disturbi legati all’alimentazione (problemi del metabolismo energetico, della motilità gastrica e intestinale, anoressia, bulimia) e persino di alleviare la sintomatologia dovuta a svariate forme di cancro dell’apparato digerente.
Impossibile dimenticare infine gli effetti sorprendenti della musicoterapia nella comunicazione con soggetti affetti da gravi patologie del sistema nervoso e dello sviluppo spesso difficili da trattare con l’approccio terapeutico classico, come ad esempio alcuni casi di psicosi, sindromi dello sviluppo (es. Asperger) e autismo infantile.
Conclusioni
Non bisogna in ogni caso essere necessariamente affetti da una qualche patologia per godere degli effetti della musicoterapia. A livelli base, infatti, tutti noi non facciamo che usufruire dei suoi principi più volte al giorno e in tante forme differenti durante la nostra vita quotidiana.
Pochi semplici esempi sono: la musica che ascoltiamo per rilassarci, per studiare, per guidare, per cucinare, per sfogare lo stress, per caricarci quando siamo in palestra o la sera per conciliare il sonno e addormentarci.
Maurilio Di Stefano