CIBO CHE TOGLIE E CIBO CHE DONA
Un aggiornamento sui lavori in corso
Ciao Zio, ti aggiorno sui miei progressi.
Ho eliminato del tutto anche lo zucchero di canna, e ho scoperto il malto di riso, per dolcificare qualche caffè d’orzo, che ormai ho sostituito del tutto al caffè vero e proprio.
In ogni caso, al mattino, dopo che ci si è fatti una bella spremuta, non viene proprio più voglia di caffè di alcun tipo.
Non compro più formaggio, e l’unico che mi capita a volte di consumare è quello sulla pizza, quando si va fuori con gli amici.
Niente uova e niente alimenti conservati.
Quattro volte più energia di prima
Risultato? Ho il quadruplo delle energie rispetto a prima.
Sento proprio, a livello di pelle, la differenza tra mangiare cibo che ti toglie energia e mangiare cibo che invece te ne dona a piene mani.
Il trucco, come dicevi tu, per non fare errori, è avere con sé della frutta fresca e un po’ di noci e mandorle, altrimenti è ovvio che, con l’attacco di fame di metà pomeriggio, ci sia il rischio di cedere a qualche schifezza.
La sete di acqua o di altre bevande è scomparsa
Infine, mentre prima al lavoro bevevo sempre almeno 2 litri d’acqua al giorno, ora non ne sento più la necessità, perché mangio molta più frutta.
Insomma, è un percorso da fare magari per gradi, ma indispensabile, se vogliamo rispettare noi stessi e il nostro prezioso organismo.
Un percorso che fa bene al corpo ma anche all’anima, che sono un tutt’uno.
Burattini e marionette da una parte, manovratori e manipolatori di massa dall’altro
Il problema generale è che non ci rendiamo conto di essere tutti dei burattini, delle marionette nelle mani dei media, per cui eseguiamo senza spirito critico i consigli, o meglio le strumentalizzazioni che ci martellano da mattina a sera e che finiscono inevitabilmente per essere assorbite.
Siamo come in una matrice, in un sistema dove l’uso individuale del cervello e dell’istinto sono messi al bando, e si vuole invece un comportamento in linea con le decisioni dei manipolatori di massa.
La mancanza cronica di ossigeno nelle camere a gas chiamate città
Certo che, per poter ascoltare i veri bisogni del nostro corpo, dovremo riportarlo a una condizione di vita un po’ più adatta, più sana e più ossigenata.
Credo che manchi ossigeno fisico, ossigeno mentale e ossigeno spirituale, coi ritmi di vita delle nostre città, che rassomigliano sempre di più a delle camere a gas.
Prima o poi mi vedrai arrivare con la valigia, a vivere da voi in mezzo al verde. Un abbraccio.
Elisabetta.
I risultati si ottengono anche vivendo in città
Ciao Elisabetta, tutto quanto dici è vero.
Serve più verde e serve più ossigeno.
Eppure, coi semplici accorgimenti da te adottati, sei riuscita a quadruplicare le tue energie.
Significa che qualcosa si riesce a fare anche stando all’interno delle trappole urbane.
Il messaggio che ne deriva è molto semplice.
Non servano gli inconvenienti dell’urbanizzazione come alibi per tassare ulteriormente l’organismo.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo