DA DOVE VENGONO I MOSTRI

Le grosse responsabilità dello scrivere

 

Caro Francesco da Milano, d’ora in avanti, sia con te che con gli altri, userò sempre degli pseudonimi, così nessuno avrà nulla da ridire sul proprio diritto alla privacy, salvo che i lettori non mi facciano espressa richiesta di essere citati col loro nome.

So che le tue critiche sono di tipo costruttivo e amichevole.

So anche che quattro occhi valgono più di due, come giustamente dici.

Non sto dunque cercando di smontare le tue teorie, le tue sensazioni, i tuoi consigli.

Sono anche d’accordo sul fatto che quando uno scrive, si assume una grossa responsabilità, per cui le parole vanno soppesate.

A volte ci vorrebbe il setaccio per selezionare quanto si dice.

Ma, come sai, esistono decine e decine di setacci, a seconda delle maglie delle rispettive reti.

Maglia larga passano troppe parole e troppi aggettivi, maglia sottile passa ben poco.

Maglia sottilissima passa solo l’acqua, e a volte nemmeno quella.

Alla fine, se il setaccio è perfetto, non passa nemmeno l’aria e si arriva al detto  Un bel silenzio non fu mai scritto.

 

Il nostro messaggio va recepito nell’assieme e nella totalità, più che nelle pagliuzze.

Cerchiamo di individuare i giganteschi buchi neri delle foibe macellatorie.

 

Cerchiamo però di recepire il messaggio nell’assieme e nella totalità, senza esagerare con le sottigliezze e le pagliuzze bibliche, con le elucubrazioni politiche e razziali che esulano totalmente dai nostri intenti.

Cerchiamo di concentrarci sulla qualità della vita e sulla quantità della vita.

Cerchiamo di sottolineare i grossi drammi dell’etica sbrindellata e dell’economia speculativa e sopraffattrice.

Cerchiamo di individuare i giganteschi buchi neri delle foibe macellatorie che ingoiano centinaia di milioni di creature al giorno, calpestando ogni loro diritto e ogni loro sentimento, e segnando l’umanità intera col marchio rosso della viltà e dell’assassinio.

Cerchiamo di intravedere nei vortici delle acque insanguinate, nello sterminio dei tonni, dei delfini, delle balene e delle sardine, lo sterminio di noi stessi.

 

 

La suscettibilità delle diverse sponde. Tutti hanno forse ragione? Il mondo va bene così?

Severamente vietato ostacolare Big Macello, Big Milk, Big Fish, Big Sugar, Big Coffee, Big Tea, Big Smoke, Big Pharma, Big Aids, Big Viagra, Big Hospital, Big Cemetery.

 

Se parli contro la carne halal (animali uccisi secondo il rito musulmano) offendi l’Islam.

Se parli contro la carne casher (animali uccisi secondo il rito ebraico) offendi la Stella di David.

Se parli semplicemente contro la carne offendi l’Occidente e l’Oriente.

Spesso nelle comuni e vituperate canzonette c’è tutta la saggezza che può stare in un testo di alta filosofia.

Molti anni fa a Sanremo si presentò un certo Antoine che cantava:

Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne andrai, tu sempre pietre in faccia prenderai. Sarà così finché vivrai.

A meno che non ti allinei passivamente col sistema e la smetti di fare il  sovversivo, di mettere il bastone tra le ruote ai padroni odierni del vapore che sono Big Macello, Big Latte, Big Pesce, Big Sugar, Big Coffee, Big Tea, Big Smoke, Big Pharma, Big Aids,  Big Viagra, Big Hospital, Big Cemetery.

I tempi sono cambiati. Le Brigate Rosse, i Comunisti, gli Atei e i Sovversivi, i Bombaroli di destra, appartengono tutti ormai all’archeologia.

 

 

La lotta al sistema e il Diavolo Anticristo stanno ormai tutti sulla sponda vegana.

I mostri non sono i medici, i macellai, i balenieri e i cacciatori, ma l’ignoranza e la crudeltà.

 

La sovversione, per quanto pacifica e culturale essa sia, e il Diavolo Anticristo, per quanto anti-demone esso sia, arrivano oggi dai vegetariani, o meglio ancora dai vegani.

Lo sanno molto bene nelle stanze dei bottoni, ed anche in Vaticano.

Personalmente cerco di non inimicarmi nessuno, anche se mi rendo conto di avere  toni e soprattutto contenuti di carattere quantomeno scomodo e controverso.

Mi rendo conto di dire cose non sempre digeribili ed assimilabili da parte del pubblico.

Anche se ho amici tra i preti, tra i medici e tra i macellai, le tre categorie se vogliamo più bersagliate.

Le cose orripilanti che li riguardano devo per forza dirle, se no meglio rinunciare al compito educativo.

Non semino zizzania o violenza, questo è certo.

Autocensurarsi troppo significherebbe che il mondo va bene così.

I mostri infatti non sono i medici che operano, ma la gente che si ammala per ignoranza.

I mostri non sono i macellai che sgozzano, i balenieri che arpionano, o i cacciatori che impallinano, ma la gente violenta e crudele che chiede e pretende bistecche, hamburger, cervella, prosciutti e trippe.

I mostri non stanno nelle civiltà illuminate del passato, ma nella ignoranza, nella mediocrità, nella insulsaggine di una popolazione mondiale soggiogata, colonizzata, ammaestrata.

 

Tutto il rispetto possibile per la logoterapia e per Don Milani

 

Tu apprezzi molto, pare, i miei articoli salutistico-naturali ed etici, un po’ meno forse quelli a contenuto politico. Ma sappi che cerco di applicare il principio della verità e della franchezza anche a quel settore, magari a volte sbagliando, perché la perfezione possiamo solo porla come traguardo.

Il tuo Ofelé, non l’ho tradotto (non posseggo un dizionario Lumbard e non sapevo che significasse pasticciere), ma l’ho solo trasformato in un  Olè di tipo esortativo, come a dire  Dai o Suvvia, fa’ il tuo mestiere.

 

 

 

Da un laureato in filosofia, specializzato in logoterapia, con una tesi sul pensiero dello psichiatra dell’inconscio spirituale Viktor Emil Frankl di Vienna (1905-1997), e nonché seguace di un Maestro Capo del calibro di Don Lorenzo Milani, non potrei ricevere che dritte importanti e da non sottovalutare.

Infatti sto riservandoti il massimo rispetto.

Il massimo rispetto si attua, come sai bene, usando l’arma della critica franca ed aperta, non certo quella del rispetto retorico e fasullo.

Tieni presente che ho letto a suo tempo  Lettera a una professoressa, e che sono sempre stato un ammiratore di Don Milani.

 

La civiltà greco-romana che avrebbe partorito i mostri del fascismo.

Senza voler entrare qui nel merito del fascismo, i mostri stanno in tutti i regimi.

 

Veniamo dunque ai tuoi punti salienti.

Mi accusi di esaltare la civiltà greco-romana, quella civiltà che ha partorito i mostri del fascismo.

Il fascismo, aggiungi, ha voluto scimmiottare quelle antiche epoche imperiali.

Non voglio qui discutere sul fascismo, o dare pareri sul fascismo, andando fuori tema.

Hai le tue idee ed io le rispetto.

Sui mostri in generale però, posso dire che essi stanno in tutti i regimi e persino nelle nostre belle democrazie, per quanto attenuati e addolciti possano oggi apparire.

Stanno nei regimi comunisti sgonfiati e pure in quelli residui.

Stanno a Cuba e in Venezuela, in Vietnam e in Cina.

Stanno nella bella America di Barack Obama come nella nuova Russia di Putin.

Se il fascismo ha prodotto disastri (giudizio che rimando alla critica storica indipendente, più che a quella sempre parziale dei vincitori), non lo ha certo fatto per colpa della grandezza di Sparta e Atene, o di quella della Roma Imperiale, o per colpa di Pitagora e di Talete. Questo mi premeva dire.

Quello può essere eventualmente stato solo un ingenuo e ridicolo tentativo di rifarsi alle irraggiungibili vette del mondo antico, senza possedere le basi economiche e morali per spiccare tale salto.

 

Il filo diretto tra il magnifico Rinascimento Italiano e il mondo classico

 

I primi ammiratori della civiltà greco-romana sono oggi gli Stati Uniti d’America.

Ma non mi sentirei di dire che le grosse magagne USA derivano dalla loro simpatia per Atene, Sparta e Roma Imperiale.

Allora, ragionando in quel modo, dovremmo condannare o disprezzare il periodo più fulgido e creativo della civiltà italiana, ovvero il Rinascimento, che ci ha regalato gente come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Giotto, e una sfilza infinita di grandi artisti e pensatori.

Ti sentiresti forse di oscurare o bocciare il migliore momento storico della nostra grandezza nazionale?

Eppure sai benissimo che quell’Italia del  Magnifico Cinquecento è diventata tale guardando esattamente alla Civiltà Greca, alla Magna Grecia e a Roma Imperiale, non certo ai tempi oscuri del Medioevo.

 

Il rispetto va pure ai pastori ebrei e ai cammellieri arabi

 

Hai detto che avrei sfottuto i cammellieri arabi e i pastori ebrei.

Non sono d’accordo.

 

 

E’ risaputo che degli esseri umani costretti a vivere tra le intemperie dei deserti, circondati da pecore e cammelli, da sterco e povertà, hanno per forza determinate caratteristiche, devono per forza essere rozzi e sbrigativi, primitivi e retrogradi. Chiunque lo sarebbe, in quelle condizioni.

Più che un giudizio di valore, trattasi di una oggettiva immagine fotografica, confermata poi dalle stesse scritture bibliche ed evangeliche. Per capire la brutalità e la rozzezza di quelle genti e di quel loro dio, il modo migliore è proprio quello di leggere la bibbia.

Chiedere a quelle genti di non sgozzare i loro armenti, di togliere il velo alle loro donne, di diventare amici del sole e dell’aria, dei bagni e della libera cultura, di rinunciare alle loro offerte e ai loro riti sanguinari, diverrebbe, oggi come allora, impresa proibitiva.

Per principio rispetto comunque tutti, anche se, confesso la mia degenerazione, mi trovo molto più a mio agio nelle comunità più aperte e tolleranti.

 

I figli del deserto ne hanno fatta di strada

 

I figli dei pastori ebraici ne hanno fatta di strada in tutte le direzioni.

Hanno inventato  i bazar, la carta moneta, la cambiale, il capitalismo e l’anticapitalismo (Karl Marx), la speculazione, le borse, le vendite a rate, e persino gli schemi Ponzi.

In America controllano ogni capitale pulito o speculativo che sia.

I George Soros e i Bernard Madoff sono sulla bocca di tutti.

Le maggiori case cinematografiche (Paramount, Universal, 20th Century-Fox, Metro Glodwyn Mayer, Columbia, Warner Bros, United Artists) appartengono a loro.

Come del resto la stessa General Motors e la Dupont (prodotti chimici ed esplosivi).

I figli dei cammellieri del deserto, da parte loro, sono oggi diventati figli dei petrolieri e, non appena possono, scappano in Thailandia e depongono in valigia i loro caffettani, soggiornano nei migliori alberghi e frequentano le più prestigiose saune e sale massaggi.

Neo-amici del sole, dell’acqua e del sesso. Nessuno mi accusi ora di fare pubblicità all’odioso fenomeno delle vacanze sessuali che pure esiste e che non ho mai condiviso. La mia è semplice fotografia. Non si lavori con le pagliuzze.

 

Ci sono lati positivi e negativi da entrambe le sponde

 

Rispetto anche quella ragazzina afgana che a Kabul, 30 anni fa, mi lanciò una cacca di cammello contro la macchina fotografica che avevo puntato su di lei.

Però rispetto meno chi, nel nostro mondo, pretende di prendere a modello quel particolare tipo di civiltà paleo-contadina.

Rispetto meno chi pretende di applicare alla civiltà odierna i loro stili di vita, i loro principi, le loro ideologie igienistiche, etiche, morali, religiose e salutistiche.

Sono stato un paio di volte in Israele. Sono stato in Libano, in Siria, in Giordania, in Pakistan, in Iraq, in tutti gli stati arabi, ed in Iran, sempre prima che succedessero le ultime guerre.

Conosco i lati positivi e negativi di entrambe le sponde politiche. Cerco di non debordare da nessuna parte.

 

La radice della violenza sta sempre nella sopraffazione del debole da parte del più forte

 

Una lotta assurda e un dramma quotidiano.  Serve ragionevolezza, collaborazione e amore.

Soprattutto in quel dramma quotidiano che è la lotta fratricida, assurda ed inarrestabile tra palestinesi ed israeliani.

 

Entrambe le parti hanno le loro buone ragioni. Ma con le armi non si fa alcun passo in avanti.

Ancor meno con gli attentati e le guerre sante chiamate jihad, oppure con gli atteggiamenti  minacciosi, coi missili e le nuove atomiche dell’Iran.

Ci vuole più ragionevolezza e spirito di collaborazione, più umiltà, da parte di tutti.

Ci vuole più amore, più rispetto per la vita, incluso quella degli animali.

Non dobbiamo dimenticare che le persone a quattro gambe, le creature piumate e quelle pinnate, restano i soggetti più discriminati, sfruttati e perseguitati del pianeta.

Sono loro i veri aggrediti, i veri palestinesi, i veri paria, le prime vittime della sopraffazione, i veri disgraziati del mondo.

 

E’ per colpa del circuito di morte e di sopraffazione che esiste la violenza e la fame nel mondo.

Ventimila litri d’acqua per produrre un chilo di carne.

 

Perché la violenza verso l’indifeso e il più debole parte proprio da quel punto lì.

I macelli stanno proliferando da ogni parte, con l’obiettivo folle e atroce di triplicare il consumo di carne entro il 2030. Dalla parte araba a quella israeliana. Dalla parte russa a quella americana.

La radice della violenza sta esattamente in quei macelli.

Anche a livello caratteriale, se la gente fosse vegana, si arriverebbe molto più facilmente alle giuste soluzioni.

Ed è per colpa di questo circuito di morte e di sfruttamento che esiste la violenza e la fame nel mondo.

Quando in un ettaro di terra si potrebbero produrre 10 tonnellate di patate (con la sola acqua piovana e il solo lavoro di semina e raccolta) e si sceglie invece di produrre lo sconcio e la miseria di 350 kg di carne, con un consumo di 7 milioni di litri d’acqua (20000 lt/kg x 350 kg), e di decine di migliaia di Kw, si capisce anche perché 15 milioni di persone muoiono di fame ogni anno nel mondo.

 

Qualunque cosa accade agli animali, accadrà anche agli uomini.

Animali e uomini sono parte della stessa anima e della stessa sorte.

 

Il capo tribù indiano, il selvaggio Chiefe Seattle, sconfitto e circondato dai pionieri bianchi civilizzati, con fucili in spalla, bibbia in tasca e missionari cattolici alle calcagna, venne pure costretto a cedere in blocco i suoi territori del nord California.

Sul contratto, pose la sua firma ma aggiunse con mano ferma quanto segue:

Come sola condizione, chiedo che l’uomo bianco tratti gli animali di queste terre come fossero suoi fratelli.

Perché, qualunque cosa accade agli animali, accadrà pure agli uomini.

Animali e uomini sono parte della stessa anima e della medesima sorte.

Il giorno in cui nelle chiese e nelle moschee, nei libri sacri di tutte le religioni, ci si metterà semplicemente in linea evolutiva e civile con i  retrogradi selvaggi, con gli Indiani d’America di Chief Seattle, di Penna Nera e di Toro Seduto, non ci permetteremo più di sfottere o di offendere nessuno, dentro e fuori la Cappella Sistina, dentro e fuori la Mecca, dentro e fuori i confini di Israele, dentro e fuori le Terre Sante di Betlemme e Gerusalemme.

 

Valdo Vaccaro

Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

 

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