DALL’EDONISMO, AL GATTO, AL PROFILATTICO
L’importanza del saper sorridere di noi stessi
Salve Valdo, grazie per la risposta sui gatti (Vegana io, e quasi vegani i miei gatti).
Infatti, li ho già portati nella casa di campagna dei miei, come rimedio all’eccessiva domesticità impostagli in passato.
Sono andata avanti con la lettura delle tue tesine.
Mi piace leggerti, non solo per le informazioni e i consigli che offri, ma anche per il tuo modo di scrivere e per le tue opinioni sulla vita, che lasciano trasparire una linea di valori ma anche una capacità di sorridere e di lasciarsi andare, con umanità e senso dell’umorismo.
Stiamo riconquistando la nostra natura. Non stiamo facendo penitenza.
Il respiro sereno e positivo che si coglie nei tuoi scritti è probabilmente basilare per capire poi lo stile di vita e di alimentazione che proponi nella tua visuale vegana e naturalistica.
Dopotutto stiamo semplicemente riconquistando la nostra natura.
Stiamo riavvicinandoci a noi stessi.
Non stiamo facendo penitenza, rinunciando all’indispensabile o sacrificando le gioie naturali che la vita è in grado di offrirci.
Ci sono molti altri piaceri immensamente più grandi di quelli della tavola
Mi sono divertita a leggere le tue battute sull’attrazione sessuale e sulla bellezza femminile, nella tesina Lo straordinario buon esempio della Dominique.
Tutti pronti a chiedere a noi vegani dove prendiamo la nostra immensa forza di volontà e la nostra disponibilità all’autoespiazione, come fossimo dei frati trappisti o delle monache di clausura.
Tutti pronti a concludere con la solita frase: Ma, senza i piaceri della tavola, la vita che vita è?
Mi verrebbe voglia di elencar loro tanti ottimi piaceri della vita, come quello di sentirsi in pace con se stessi, di sentirsi più svegli e reattivi, di sentirsi in forma ed in trasformazione, di apprezzare i sapori, i colori ed i profumi della frutta, soprattutto in questa splendida stagione estiva, di ammirare i paesaggi naturali privi degli sgorbi umani chiamati stalle detentive e macelli.
L’amore per gli animali vivi, la cultura, le sensazioni, il sesso
Mi verrebbe la voglia di fare rifermento ai piaceri che si provano nel guardare con religioso rispetto e curiosità la vita e il carattere degli animali, nell’accarezzarli e nel parlargli, piuttosto che nel tradirli e nel massacrarli.
O ai piaceri che si provano nel misurarsi con gli altri, nel discutere, nel leggere, nell’ascoltare voci, suoni, melodie, nel sentire il caldo del sole sulla pelle, nel percepire il vento che smuove le foglie.
Ai profumi che si sentono nell’aria, ai piaceri della nostra diversità e, in mezzo a tutte queste meraviglie divine, il sesso!
Ma tu, non hai mai fatto l’amore?
E’ mai possibile che la gente, ghiottona e corrotta più che mai, pensi che la vita sia tutta incentrata sul sedersi a tavola ed armeggiare con coltelli e forchette, dimenticandosi le splendide esperienze che i nostri sensi e la nostra cultura sono in grado di regalarci?
A questa gente dalle ali tarpate, dalla fantasia limitata e dalla sensibilità monca, mi verrebbe da chiedere in modo provocatorio: Ma tu non hai mai fatto l’amore?
Hai mai toccato, sentito, sperimentato qualcuno che ti amasse e ti attraesse?
Hai mai provato insomma altre sensazioni intense ed intriganti, all’infuori di quella banale e truculenta dello stomaco sazio?
Le magnifiche ed irrinunciabili leccornie
E poi, parliamoci chiaro, quali sarebbero queste magnifiche ed irrinunciabili leccornie, di fronte alle quali tutto il resto diventerebbe scadente e secondario?
Succulenti pezzi di stomaco di un misero vitellino brutalizzato e strappato alla vita il giorno prima, in modo villano, cinico ed impietoso?
O deliziose interiora macinate di un porcellino massacrato di coltellate alla gola, e poi stipate con arte e poesia nelle sue stesse budella (sperabilmente svuolate della sfortunata cacca ivi rimasta)?
O irresistibili zampe di una disgraziata gallina che uno spietato maniaco ha preso per il collo, infilandole poi le forbici tra un orecchio e l’altro per farle colare il sangue?
Una domanda tecnica sul profilattico
Concludo con una domanda che non c’entra con l’alimentazione.
Si tratta di un puro dettaglio tecnico.
Nelle tue tesine ho sentito nominare spesso il profilattico.
Sono pienamente d’accordo con tutte le considerazioni che fai sulla loro inutilità protettiva in termini di contagio e malattie. Le coppie che si amano farebbero volentieri a meno di quei fastidiosi ed ingombranti sacchetti di lattice.
Ma cosa ne pensi invece del profilattico come puro anticoncezionale?
So che non sei il tipo capace di propendere per delle porcherie ormonali tipo la pillola.
Non è il preservativo, secondo te, indispensabile al giorno d’oggi per i giovani, o per coloro che non vogliono trasformarsi in genitori?
Sei simpatica e coinvolgente. Passi disinvoltamente dal gatto al preservativo.
Ciao Elisa, mi sorprendi non poco.
Cominci sempre le tue lettere con l’aria delicata e timida di una collegiale dell’Ottocento, ma poi inserisci la quinta marcia e parti con le tue intimistiche e disinibite argomentazioni, e nessuno ti ferma più.
Possiedi davvero doti straordinarie di spontaneità e di franchezza, che rendono i tuoi messaggi vivaci, interessanti ed anche divertenti.
Passi disinvoltamente dal virus all’incomunicabilità, dall’edonismo alimentare alla sessualità, dal gatto al preservativo.
Boccio la pillola e boccio tutti gli strumenti meccanici
Non ho grandi commenti da fare sul tuo originalissimo e piacevole stile espressivo.
E’ come tu mi avessi inviato una poesia bella e inedita.
Direi bella e basta, senza aggiungerci sopra un bel niente.
Concentriamoci invece sulla domanda tecnica, che è senz’altro della massima importanza.
Cosa ne penso del profilattico (o di altri contraccettivi meccanici tipo le spirali) come puro anticoncezionale?
Francamente ne penso tutto il male possibile.
Sia per gli aspetti psicologici che già conosci, che per la scarsa ed illusoria sicurezza che esso offre.
L’alternativa del metodo biologico
Tanto più che esistono metodi alternativi, tipo quello biologico, che fa affidamento sui periodi sicuri della donna, ovvero sugli intervalli temporaneamente sterili che vanno dall’ovulazione sino all’inizio del nuovo periodo mestruale.
L’ovulazione ha luogo, nella stragrande maggioranza delle donne, verso il 14° giorno prima dell’inizio del successivo periodo.
Dal momento che l’ovo femminile può essere fecondato dagli spermatozoi maschili dalle 2 alle 12 ore, mentre lo sperma mantiene la sua capacità fecondativa per 48 ore, vi sono soltanto 2 giorni ad alto rischio in ogni ciclo mestruale, durante i quali può aver luogo il coito fertile.
La difficoltà maggiore sta nel determinare quali siano questi due giorni.
Il momento dell’ovulazione nelle donne sane si può rilevare con precisione prendendo la temperatura basale (per bocca, quando ci si alza ogni mattina) e registrandola su un grafico.
Il periodo pericoloso, in cui è meglio astenersi, è quando la temperatura normale si sposta decisamente dal basso verso l’alto, ovvero dai normali 36.7 ° o meno, ai 36.9 o 37°.
L’alternativa del coito interrotto e del coito riservato
Ma i metodi più in uso rimangono il coito interrotto (in gergo, la famosa retromarcia), ed il coito riservato (rapporto prolungato basato sulla resistenza e il rinvio dell’orgasmo da parte di lui).
Chiaro che per questi metodi serve allenamento e self-control, nonché affiatamento della coppia, altrimenti si corrono dei rischi.
La neo-sessuofobia dei nostri giorni, dove si parla sempre meno di queste cose, e dove prevale l’ideologia farmaceutica e commerciale del preservativo, ha prodotto negli anni una popolazione maschile di giovani che eiaculano precocemente e non sono nemmeno allenati all’autocontrollo.
Il controsenso del profilattico
Ma l’amore, più che uno sfogo erotico da controllarsi meccanicamente, è un rapporto intimo e passionale tra due persone responsabili di sesso opposto.
Lasciare che un banale oggetto estraneo in plastica diventi l’arbitro e il protagonista principale di una cosa fantastica come l’amplesso, è come minimo un controsenso.
Non si può ridurre l’amore a un coito spettrale e asettico, problematico e tragicomico
E’ come voler ridurre un incontro romantico ed emozionante ad un esercizio di abilità indossativa.
Qualcosa di decisamente degradante e spoetizzante per due soggetti che dovrebbero coltivare l’arte di piacersi, di attrarsi magneticamente, di fare l’amore, e non quella di armeggiare goffamente con un oggetto mortificante, concepito come barriera psicologica, prima ancora che contraccettiva.
Qualcosa di contradditorio e di paradossale, tra due persone che dovrebbero darsi l’un l’altro con romantico trasporto, con eccitata attrazione, e che invece riducono il loro rapporto a un coito spettrale e asettico, problematico e tragicomico, imbarazzante, innaturale ed ansiogeno.
C’è anche l’astensione dal voto
Non dimentichiamo infine che il miglior profilattico, quello più sicuro, economico ed innocente, è l’astensione, la continenza e la cosiddetta purezza. Insomma il non farlo, almeno nei periodi a rischio, si intende.
In tali circostanze, se proprio non si riesce a trattenersi ed a rinunciare, si può sempre optare per giochini erotici non fecondanti, oppure ricorrere, extrema ratio, al profilattico, considerandolo alla stregua di un comune integratore farmaceutico, valido cioè solo e rigorosamente per le emergenze.
La farmacia non è concepita per i beni di consumo
La gente divrebbe capire che, dopotutto, tutte le cose che si vendono in farmacia non sono beni di consumo ma prodotti innaturali e di emergenza.
Nei tempi andati, prima dell’avvento dei Carrefour e degli Iper, ogni centro abitato aveva la sua decina di spacci alimentari (chiamati anche coloniali, a ricordo di quando la gente comprava solo i prodotti esotici delle colonie, tipo lo zucchero di canna, il the, il caffè, i sali e i tabacchi, mentre tutto il resto se lo produceva da sé).
Spacci alimentari sempre affollati di gente, ed una piccola e timida farmacia per quattro sparuti gatti.
Un business che tira davvero e non si sgonfia mai
Oggi la situazione si è capovolta. Farmacie al centro del mondo e negozietti quasi scomparsi, mentre i farmaci da banco, inclusi i profilattici, si vendono pure nei supermercati.
C’è di più. In diversi alberghi dell’Asia e del Giappone in particolare, il profilattico e un paio di aspirine ti vengono addirittura assegnati come dotazione giornaliera gratuita, al pari della saponetta e del dentifricio, mentre in ogni toeletta pubblica che si rispetti esiste pure la distribuizione automatica del profilattico.
Un business che tira davvero e non si sgonfia mai.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)