LETTERA
Schema dietetico per pazienti Parkinson
Gentilissimo dottore, mi chiamo Clotilde Tucci e sono la dietista della LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, della sede di Biella.
Volevo chiederle se gentilmente mi può inviare a mezzo mail materiale, consigli ed alcuni esempi di schemi dietetici per pazienti affetti da Parkinson.
Dubbi sulle fibre, sulle quote proteiche e sulla disfagia
Mi sono sorti alcuni dubbi.
Se le fibre rallentano l’assorbimento della levodopa, in che quantità (grammi) devono essere presenti frutta e verdura nella dieta giornaliera?
La quota proteica raccomandata è di circa 0,8 g/kg del peso ideale concentrata nel pasto serale?
Per i pazienti affetti da disfagia cosa mi consiglia?
Ringraziandola per la disponibilità, porgo cordiali saluti e resto in attesa di una sua risposta.
Clotilde Tucci
RISPOSTA
La nostra preoccupazione è il levodopa e non le fibre
Ciao Clotilde, non è facile riponderti con esattezza sulla faccenda delle fibre che rallentano l’assorbimento del levodopa.
Anche perché, francamente, noi igienisti tendiamo a diminuire drasticamente e a togliere il levodopa, aumentando nel contempo i cibi crudi naturali e quindi le fibre stesse, con la progressività che ogni singolo caso richiede.
Ci fidiamo dei sensi, dell’appetito e della sazietà
Non è agevole nemmeno parlare di frutta e verdura in termini di grammi, visto che tutto varia in relazione alla struttura fisica e biochimica della persona, alla sua situazione ventrale, alla sua ricettività gastrointestinale, ed anche alla qualità ed alla consistenza della frutta e della verdura.
Magari possiamo apparire pressappochisti, ma ci fidiamo più dei sensi di appetito e di sazietà, che di pesi, misure e dimensioni. Esistono verdure leggere, tipo radicchi, lattughe e valeriane, e verdure amidacee consistenti, tipo le crucifere, o radici pesanti tipo le rape, le bietole e le carote.
Cinque kg di materiale cibario al giorno circa
Operando sui 5 pasti di frutta al giorno sparpagliati tra le ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio, possiamo parlare molto approssimativamente di 2-3 kg di frutta al giorno, mentre per le verdure crude penso che si possa indicare 0,5-1 kg al giorno, e altrettanto per le verdure amidaceee cotte, tipo patate, zucche, cavolfiori, cime di rapa e cavolini di Bruxelles.
Aggiungiamoci un altro kg tra pane, pasta e simili e andiamo vicini alla verità.
Disfagia e problemi di disbiosi intestinale
Quanto alla disfagia, cioè ai problemi del riflusso e dell’incapacità di deglutire, non esiste alternativa alla paziente ricostruzione di una normalità a livello di colon, raggiungibile mediante una serie virtuosa di digestioni rapide ed efficaci che rendano il sangue fluido e puro, e dunque capace di alimentare e ripulire le cellule efficacemente mediante una linfa altrettanto fluida e pura.
Purificazione del colon con centrifugati di radici
Per molta gente dal colon fortemente compromesso, può servire il ricorso a centrifugati di carote, sedani e mele, o di bietole, patate e mele, oppure di rape, topinambur e zenzero, da mantenersi per diversi mesi.
Per abbreviare i tempi e ripulire il tutto in modo drastico servirebbe il digiuno ad acqua distillata (o comunque leggera), seguito da semidigiuno e da dieta vegana tendenzialmente crudista. Il problema rimane quello dello stop totale a ogni tipo di farmaco, che il digiuno stesso rigorosamente richiede.
Alcune tesine a titolo di esempio
Per farti capire meglio come noi igienisti impostiamo i nostri schemi, ti allego alcune tesine non solo sull’argomento topico, come Dieta Parkinson e non-Parkinson, e come Sindrome extrapiramidale e Parkinson, ma anche altre come Il pomo, il cibo bidone e il doping di domani, o come
Il fabbisogno proteico giornaliero, e Quando è il medico a chiedere aiuto, e Cibi salva-vita e cibi
rovina-vita, nonché gli ultimi titoli Lo scorrimento delle acque, le insufficienze e le cure, e Fibre, acque, costipazioni e multinazionali.
Niente grammi, niente conti calorie, niente indici glicemici
Puoi sempre, se trovi i miei schemi interessanti, adattarli e personalizzarli nei modi che ritieni opportuni.
Personalmente, e te lo dico in tutto candore, non ho mai fatto in vita mia calcoli sui grammi, sugli etti e sui chili, né li ho mai fatti sulle calorie, e ancor meno sugli indici glicemici (indici estremamente fuorvianti che non ho mai condiviso e approvato, come non ho mai accettato la scuola Montignac).
Ci mettiamo senza alcun timore nelle mani del sistema immunitario
Se uno si sente pesante, oppure con la lingua patinata, va a farsi una corsetta.
Una volta a settimana si può anche dare una sbirciata alla bilancia, ma in genere non occorre farlo.
Ci si deve sentire, se si è in forma o meno, più che farselo dire da strumenti esterni.
Tutte le attenzioni vertono sul rispetto dei principi fondamentali.
Rispettate che sono le regole di base, è il sisteva immunitario che vede e provvede.
Le quote proteiche della FDA non sono affidabili, non sono trasparenti, non sono scientifiche
La faccenda delle quote proteiche raccomandate dalla FDA meritano invece commentate coi numeretti.
Chi cita 0,8 grammi al giorno di proteine, per kg di peso ideale, si basa sulle quote FDA, ente americano per niente affidabile e indipendente, strumentalizzato com’è da Big Pharma e dai mega-macelli di Chicago e dintorni. Per una persona di 75 kg come me significherebbe 56 grammi di proteine al giorno, una enormità e uno sproposito.
L’ho scritto in tutte le salse che 30 anni fa la FDA blaterava 300 grammi al giorno, per passare poi via via ai 200, ai 150 e ai 75 grammi odierni.
Noi igienisti siamo per 25 grammi al giorno di proteine supernobili, ovvero di proteine vegetali
L’igienismo naturale americano, da oltre 100 anni predica, in linea con Pitagora e Ippocrate, diete basso-proteiche, cioè 11-25 grammi al giorno di proteine supernobili, ovvero di proteine assimilabili del regno vegetale, prive cioè di cadaverina, prive dei 28 grammi di acido urico al kg che ogni tipo di materiale cadaverico possiede, e prive dunque di gravi effetti collaterali.
Undici grammi come quota massima per un lattante in crescita, e 25 grammi per l’adulto poiché, andando oltre, si va automaticamente a ledere l’alcalinità del sangue umano che sta a 7.30-7.50, e si piomba in zona acidificazione, facendo scattare i tamponi osseinici di emergenza.
Ti invito a leggere i miei due testi Alimentazione Naturale e Storia dell’Igienismo Naturale, editi da Anima Edizioni. Spero di averti dato qualche elemento utile.
Rimango chiaramente a tua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo