DIOSSINA E’ IL MALE MINORE

LA 

 

Carni bovine e suine alla diossina sulla bocca di tutti

 

Maiali alla diossina (80-200 volte il limite massimo consentito) e manzi alla diossina (2-3 volte oltre il limite, e quindi  perfettamente mangiabili secondo il dr Alan Reilly della FSA (Food Safety Authority of Ireland), visto che, sempre secondo lui, avvocato difensore dei macellai irlandesi, gli effetti avversi sulla salute non sarebbero consistenti.

La diossina causa cancro e impotenza sessuale?

In effetti questo è vero. Ma pure la carne pulita e normale causa le stesse cose. E allora? Perché scagliarsi tanto contro la diossina?

Ma Reilly scuote la testa e dice che  Sono tutte balle. Stanno succedendo cose da chiodi, con gente che dice cose da chiodi.

Cormac Healy, direttore della potente Meat Industry Ireland, ha tirato un sospiro di sollievo, quando ha saputo che i bovini non erano avvelenati al pari dei maiali: Ora la nostra priorità è quella di trasmettere un messaggio di scampato pericolo ai clienti in Irlanda e fuori.

Michael Maguire, allevatore di maiali a County Cavan (ne vende localmente 400 a settimana, ovvero 70 al giorno, ai vari macellai) ha scoperto invece che è il momento di piangere perché, se perde il mercato natalizio del prosciutto (prosciutti che vengono venduti alle varie fabbriche per le feste tra i dipendenti sotto Natale), restiamo tutti fregati.

Ad ogni buon conto, ha già inviato al governo di Dublino una richiesta di risarcimento a fondo perduto (cioè pagano i cittadini senza ricevere alcunché) per 100 mila Euro, a copertura di 26 mila maiali destinati all’export e tornati al mittente.

(Chissà poi cosa ne faranno? Chi ci crede che saranno sotterrati tutti spendendo milioni per fare delle scomode fosse comuni? Costa molto meno fare una sceneggiata, ammazzarne solo un centinaio cento e fotografare il tutto per la stampa e la tivu, e trasformarli gli altri in tonnellate di prosciutti da smerciare al momento giusto, magari al prossimo Nartale, quando la cagnara avrà terminato il suo acme.)

 

Il mercato natalizio del prosciutto.

Gli strozzini della vergogna e della morte.

 

Ecco perché le nenie natalizie, le belle canzonette, le Jingle Bell e i Merry Christmas melliflui hanno un suono e un significato sempre più sinistro, ipocrita, rivoltante.

Canzoni e festeggiamenti che stanno assumendo sempre più il sapore di presa in giro, per Dio, per Satana e per noi stessi, ma soprattutto per le povere vittime che sono le sole ad avere tutti i titoli per commuoversi e commemorare qualcosa di autentico che è la propria infinita disperazione.

 

 

Ecco perché in ogni aeroporto del pianeta, in ogni albergo della Terra, in ogni città piccola e grande, cristiana o non, il mito del bimbo, la buffonata rituale, la beffarda macchinazione, la generale ubriacatura del Natale, scattano non il 20 dicembre ma già un mese prima.

Ecco perché i fumi della cadaverina, dei torroni e dei panettoni, tutti impiastrati ed inquinati da pulcini abortiti nel guscio chiamati eufemisticamente uova, non demordono fino all’Epifania ed anche oltre.

Occorrono più giorni di festa e più settimane, per fare festa a più animali, e per far guadagnare più soldi agli strozzini della vergogna e della morte.

 

Non più Limericks e belle tette, ma tanta rivoltante puzza di maiale

 

Nei secoli passati, gli Irlandesi sapevano allietare il mondo coi loro Limericks, le loro sagaci e ironiche battute. Oggi non fanno più ridere nessuno. Fanno solo pena e commiserazione.

Hanno perso ogni attrattiva.

Le loro ragazze bellocce e rubiconde brillavano per verve e audacia, avevano tette prorompenti fatte apposta per quello. Insomma piacevano. Oggi attraggono assai meno.

Ce n’erano tre in un compartimento del treno Udine-Mestre, provenienti dall’Austria.

Avevano sempre un bel seno prorompente, ed anche voglia di chiacchierare.

Ma ho dovuto cambiare compartimento. Si erano imbevute invano di Chanel per mascherare la loro puzza di maiale. Era una cosa insopportabile.

 

L’orgia di violenza chiamata Natale, più sentita e più festeggiata  in Irlanda e Filippine, non a caso i paesi più Cattolici e più Macellatori dell’Europa e dell’Asia

 

Il Natale, dove si dovrebbe festeggiare il bambino Gesù, che sceglie di nascere povero e umile in una  mangiatoia di Betlemme, circondato da un bue e da un asinello, trasformato in una orgia di sadismo e di masochismo, di violenza, di stravizi, di malproteine, malvino, malspumante, maldivertimento e malbotti.

Malbotti che aggiungono ulteriore disturbo e terrore a tutti i pacifici e civili animali del mondo, che spaventano e fanno impazzire cani, gatti, fringuelli, cavalli e mucche, che feriscono, accecano e amputano gli stessi giovani attori della abitudinaria scemenza, che svuotano le casse dei comuni, che fanno tornare a casa la gente con le orecchie fischianti e l’amaro in bocca dell’inevitabile silenzio tombale del fine-festa.

Senso di vuoto che durerà e si trascinerà fino alla follia successiva chiamata Pasqua.

Una pagliacciata pazzesca, una messa in scena atroce, una canagliata planetaria. Personalmente, queste cose le ho capite e metabolizzate sin da quando acquistai la facoltà e l’arte della ragione.

Questo è uno dei motivi per cui ho scelto di boicottare ogni chiesa ed ogni luogo di culto ogni santa domenica, ed ancor più a Pasqua e Natale.

Soprattutto da quando ho capito che più un paese è cristiano e cattolico e più animali vengono trucidati in nome di un bambino che, figlio o non figlio di Dio, vero o non vero figlio di Giuseppe, rimane il simbolo della innocenza, dell’umiltà e della bontà.

 

Lascio agli altri la voglia di baciarsi senza desiderio e di incontrarsi senza interesse

 

E’ per questo che da anni festeggio da solo, in perfetta, magnifica e religiosa solitudine, spesso coi tappi alle orecchie, le feste di Natale e Capodanno e, anziché pensare al bambino Gesù, finanche troppo coccolato, penso ai veri bambini grandi e piccoli del mondo, i quali vivono questi giorni ignari del pericolo che corrono di essere prelevati e sacrificati all’altare della scemenza umana.

 

Penso così al vitellino-bambino, al porcellino-bambino, al capriolo-bambino, al cinghiale-bambino, al leprotto-bambino, e a tutti gli animaletti imprigionati o liberi, ma comunque perseguitati dalla follia omicida dei bipedi senza morale e senza principi, senza logica, senza erotismo, senza cultura e senza Dio.

Lascio agli altri la voglia di baciarsi senza desiderio, di schiavazzarsi senza attrazione, di incontrarsi senza vero interesse, di parlarsi senza avere nulla da dire, di augurarsi qualcosa per proforma o per ipocrisia.

Sarà il caso di cambiare le formule e i biglietti augurali.

Non più Buon Natale e Buona Continuazione, ma Buona Orgia e Buona Continuazione dell’Orgia.

 

Irlanda macello emergente della Comunità Europea

 

Il piccolo e tranquillo paese campagnolo di un tempo, famoso per i suoi ottimi cereali, per i pascoli e le verde radura bagnate dalla piovosità atlantica, paese culla del Cattolicesimo più acceso e fanatico (vedi lunga guerra per il predominio religioso in Irlanda del Nord), paese legato a doppia mandata con lo Stato del Vaticano, è diventato non a caso leader europeo della macellazione.

I dati parlano chiaro.

Una nazione di 4,2 milioni di abitanti è arrivata a darsi (con la benedizione di Dio e del Papa) un’industria del suino che ingrassa, macella e vende 3 milioni di suini all’anno, con una resa di 150 Euro a suino, per un totale di 113 mila t di carne di maiale, escludendo però i 500 mila maiali/anno esportati nel Regno Unito.

Ma l’industria del bovino sa fare ancora meglio, con un valore 5 volte maggiore che totalizza 2,5 miliardi di Euro.

 

L’Irlanda in Asia e nel mondo

 

Singapore soltanto ha importato 567,6 t di prodotti suini dall’Irlanda negli ultimi 3 mesi.

Gli altri paesi che importano carni da Dublino sono l’Inghilterra, la Germania, la Francia, la Russia e l’Italia.

In Asia, oltre a Singapore, c’è pure il Giappone e la Cina.

La Korea no, e infatti il suo ministro della salute ha confermato che la carne bovina irlandese è sulla lista nera in Korea a causa del morbo BSE (mucca pazza).

Infatti, ha aggiunto, ci sono stati solo nel 2008 ben 21 casi di mucca pazza denunciati in quel paese.

 

Un business macabro benedetto da Dio.

Mai una parola di tenerezza dei papi a favore degli esseri perseguitati.

 

 

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, gli Irlandesi sono diventati i più grandi, i più bravi e i più attivi accoppa-animali d’Europa, lasciando al palo persino quelli di Parma e Bologna, quelli di Sauris e San Daniele, sorprendendo persino i macellai yankee d’America, che si sono trovati da un giorno all’altro la concorrenza irlandese in diversi mercati mondiali.

Esibire il crocifisso agli ingressi di stalle e macelli porta evidentemente bene.

Ecco perché i Papi del Vaticano non spendono mai una parola a favore dei maialini e dei vitellini, nei loro messaggi di amore e di pace.

Non si può dare la benedizione ai macelli e poi essere teneri con le creature barbaramente sgozzate.

La religione richiede fede e coerenza

 

 

 

 

L’Aids delle galline crea il panico a Hongkong.

 

A Hongkong, intanto, si parla poco dei maiali e dei manzi alla diossina, visto che ci sono priorità ben più importanti e urgenti a cui pensare.

Sicuramente la carne irlandese è finita anche da queste parti.

Ma come si fa a parlare di bistecche e prosciutti alla diossina, quando gli addetti all’igiene e alla sanità sono impegnati giorno e notte ad eliminare oltre 80 mila polli, dopo che un’epidemia di aviaria (influenza dei polli, o morbo blu) è scoppiata in una fattoria-modello controllata e autorizzata, nonostante le galline fossero state tutte regolarmente vaccinate?

Negli anni scorsi si creò il panico per una manciata di animali morti, ma ora si  tratta di ben 60 volatili colpiti dal morbo, uno dopo l’altro e a ritmo costante.

Le preoccupazioni sono elevatissime. Si parlava di virus H5, ma c’era il sospetto (poi confermato) che ci fosse di mezzo pure l’H5N1, il virus che causò la morte di 250 persone nel mondo a fine 2003.

C’è ora la corsa frenetica ad eliminare accuratamente tutte le galline che si trovavano nel raggio di 3 km dal luogo infetto, nonché un problematico rintracciamento delle uova a rischio finite in vari rivoli del mercato.

Tale raggio è solo il primo passo.

I teorici della peste hanno in riserva un secondo cordone sanitario ancora più ampio.

Il bello è che altre stragi di polli vengono annunciate in Cina, in India, in Filippine e in Pakistan.

Non sarà che le galline fanno un po’ come le balene, e si lasciano morire?

Micca sbagliato. Meglio morire di esaurimento nervoso che finire con la testa tagliata.

 

La nuova caccia al virus. Tutti gli enti sanitari in allarme. Tutti i monatti allertati.

Aria di peste manzoniana. Non a caso Clinton viene insignito di laurea honoris causa.

 

Si vive insomma nel panico, non sapendo nemmeno quali pesci pigliare.

C’è pure un viavai dei soliti monatti del CDC di Atlanta, pronti a intervenire con nuove misure sanitarie negli aeroporti. Sia a Hongkong che nei dintorni.

Tutti alla caccia del virus. Chi l’ha portato come e perché.

A nessuno che venga in testa l’ipotesi più realistica e scientifica.

E cioè che il virus nasca all’interno delle stesse galline, messe a dura prova dai moderni sistemi di allevamento impiantati pure qui dagli americani, noti imperatori dello sfruttamento intensivo animale.

La loro moria interna di cellule non fa in tempo ad essere riciclata ed eliminata, e si creano intasamenti virali (detriti cellulari) che portano al blocco del sistema e del metabolismo, per cui non mangiano e non bevono e muoiono per consunzione, esattamente come succede nel caso umano dell’Aids.

Tutti a cercare in giro l’Hiv, tutti a cercare chi è portatore sano e chi è portatore malato.

Mentre non esiste prova al mondo che l’Hiv si trasmetta (se non quella diretta da madre in figlio).

Nelle galline non lo chiamano Hiv ma H5N1.

Aria di peste manzoniana.

Non a caso circolava pure per Hongkong il marito di Hilary, che è stato persino insignito di una honoris causa in Medicina, per il suo grande impegno gratuito e appassionato a favore delle vittime dell’Aids (non era ancora scoppiato lo scandalo delle elemosine miliardarie a favore della fondazione William, detto Bill Clinton), per ora valutate a 500 milioni di dollari, una vera inezia).

 

 

 

 

Dove sta il vero scandalo? Non nella diossina, non nell’aviaria e non nella melammina.

Il vero scandalo sta nella testardaggine della gente a non staccarsi dalla carne.

 

Lo scandalo, alla fin fine, non sta affatto nella diossina, e nemmeno nell’aviaria, ma piuttosto nel morbo della scemenza pubblica e privata, che continua a proliferare e a diffondersi senza che nessuno riesca a fermarlo.

E’ il morbo della proteina nobile, disseminato dal becero carnivorismo americano col supporto degli enti sanitari corrotti di quel grande e marcio paese.

Dove sta mai la logica dello scandalizzarsi? Lo scandalo, signori miei, sta nella testardaggine della gente a non staccarsi dalla carne nemmeno se la mettono al muro.

Lo scandalo sta nel non capire che non è la diossina o l’aviaria a far male e a costituire grave pericolo per tutti, ma la carne stessa in sé e per sé.

A fare del male al prossimo indifeso, a comportarsi da bifolchi e da menefreghisti, a lavarsi le mani davanti ai crimini contro polli-maiali-anatre-buoi, a brutalizzare persone piumate e persone a quattro zampe, non può portare alcun vantaggio.

 

Non c’è dicotomia e contraddizione tra salute ed etica. Esse vanno mano nella mano.

 

Come diciamo spesso non c’è dicotomia e contraddizione tra salute ed etica.

Come diciamo spesso i comportamenti farabutti non portano alla salute e, non a caso, i filo-macellatori di Atlanta appartengono alla stessa congrega che invia i sanitari alla caccia dei virus e dei morbi.

Scandalizzarsi per la diossina che ha rovinato la carne fa piuttosto sorridere.

E’ come scandalizzarsi se si trovasse della melammina nelle Marlboro (nelle quali ci sono già i peggiori veleni del globo concentrati nel microinferno di una sigaretta).

In un certo senso la diossina è un bene, come la stessa melammina è un bene per il latte.

Diossina e melammina sono il sintomo del male, i segnali che l’umanità dovrebbe saper cogliere, l’ammonimento che stiamo varcando ogni limite nel campo della chimica.

Solo che il ragionamento chimico è un ragionamento parziale e quasi insignificante e non risolve il problema. Occorre un ragionamento globale e di assieme. Le disgrazie non vengono mai da sole.

 

Non puoi mettere liquame nel tuo motore e scandalizzarti se nel liquame c’è della diossina.

Un cervello più piccolo di quello delle povere galline eliminate.

 

Uno mette in bocca un falso alimento, disgraziato ed offensivo già di per sé, e si meraviglia poi se c’è l’inquinante e il veleno in più.

Uno mette nel suo motore Ferrari del liquame dei pozzi neri e poi si scandalizza se in quel liquame, che già sta ampiamente intasando carburatore, filtri e candele al suo motore, scopre che ci sono pure tracce di diossina e di melammina.

Dove sta la logica? Dove sta il raziocinio? Dove sta la mitica intelligenza umana?

Le galline che stanno soccombendo di aviaria hanno un cervello piccolo piccolo.

Ma il cervello degli umani che le fanno morire e che poi le mangiano o non le mangiano per soli motivi biochimici e non per motivazioni anche etiche e morali, dimostra di essere più piccolo ancora.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

.                        – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

 

autore: Valdo Vaccaro

Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

 

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