EGO IPERTROFICO, SUPPONENZE E CAMBRIDGE 2000

LETTERA 

 

Sono anticonformista nei riguardi della medicina, e dunque non mi hai capito

 

Caro Valdo, prima cosa ti ringrazio molto per la risposta rapida e super esaustiva, non è davvero da tutti!

Adesso cercherò di essere più stringato, per non sovraccaricarti di lavoro.

Dalla tua risposta vedo con rammarico che non hai compreso con che tipo di persona stai comunicando, e forse sono stato io a esprimermi male o in modo confuso.

Sono una persona che ha sempre cercato di sperare gli schemi imposti. In particolare da quando sono entrato nel mondo della medicina, pagando spesso sulla mia pelle questo atteggiamento anticonformista.

Non ho nessuna reverenza verso la medicina ufficiale e piuttosto la critico aspramente, altrimenti non mi sarei trovato a leggere il tuo sito e a porti tutte quelle domande.

Sono critico a 360 gradi nei riguardi di tutti, e quindi anche verso di te

Infatti non esalto la mesalazina, e voglio anzi tendere a sospenderla il prima possibile, nella consapevolezza che un farmaco antinfiammatorio riduce il sintomo ma non cura la malattia (dalla quale non penso assolutamente di essere guarito)!

L’atteggiamento critico lo riverso su tutti, quindi pure su di te.

Non sto con te e non sto con la Baroni, ma sto dalla mia parte, piena di insicurezze.

Neanche un dio (se esistesse) potrebbe parlare di certezze in modo assoluto.

Mi chiedi da che parte sto tra te e la Baroni.

Ti rispondo che sto dalla mia parte, ovvero da una parte piena di insicurezze.

Una parte che mi spinge ad andare in profondità e cercare un’obiettività nella consapevolezza di non poter trovare una verità assoluta.

Qui infatti non la pensiamo allo stesso modo.

Tu parli di certezze in modo assoluto e io penso che neanche un dio potrebbe farlo (se esistesse).

Ti ho letto molto di più di quanto pensi

Comunque avevo letto tutti e tre gli articoli sulla retto colite, più molti altri (tra cui quelli della dermatite e della B12), e ho dedicato più tempo a te che alla Baroni, più a te che ai riscontri scientifici e alla medicina ufficiale.

Ciò non toglie che io abbia dubbi per tutti.

Non è detto che essere indipendenti significhi esserlo veramente

Ti faccio un esempio per assurdo.

Pure tu potresti avere i tuoi piccoli interessi, se non pecuniari, psicologici.

Potresti essere motivato ad alimentare un ego ipertrofico con tutte queste certezze e questa supposta superiorità nutrita dall’aumento delle persone che seguono (non dico che lo penso ma non è una possibilità da scartare, perché nessuno è consapevole di niente e nessuno conosce le conseguenze e le motivazioni inconscie del suo agire).

Somministratore utopistico e qualunquista è farina del mio sacco e la riconfermo

Somministratore utopistico e qualunquista l’ho pensato io, e lo riconfermo in modo accentuato dopo la tua mail.

Questo perché, nonostante tutti i tuoi discorsi naturalistici mi trovino pienamente d’accordo, credo comunque che debbano essere applicati nel contesto della realtà di ciascun individuo iscritto nella storia dell’evoluzione e della cultura umana.

Dici tu stesso che la genetica è determinata dalle scelte che sono state fatte da chi è venuto prima di noi.

Quindi siamo in un punto dato della storia.

Questo può compromettere l’applicabilità anche del metodo più nobile.

Proponi scelte elitarie, costosissime e inadatte all’operaio in cassa integrazione

Proponi scelte elitarie che un operaio in cassa integrazione non potrà mai permettersi.

La frutta buona è costosissima di questi tempi. Il cambiamento dello stile di vita è una scelta faticosissima che richiede una predisposizione psicofisica e materiale non da tutti.

E’ giustissimo comunque promulgarla, ma non come scienza assoluta.

Invece la tua radicalizzazione non la mette alla portata del maggior numero di persone.

Non si può semplificare tutto

Non puoi dare per scontato che chi ti legge capisca tutto e ne faccia buon uso.

Questo è un errore macroscopico.

Per esempio, con me non hai capito assolutamente che persona hai di fronte, almeno nel mio caso.

Le tue tesine su virus e batteri toccano solo una parte del problema.

E’ un discorso lungo.

Neanche io mi fido ciecamente di ciò che c’è scritto sui libri, ma la vita è una complessità infinita e non si può semplificare tutto.

Ciò che detesto nei medici è la loro supponenza e la loro sicurezza, e tu mi stai dimostrando di non essere molto diverso da loro

La complessità non la leggo sui libri di medicina, ma nella vita di tutti i giorni, guardando le persone e le loro iterazioni, o anche solo, a livello microscopico, pensando alla singola cellula che ha in sé un universo con potenzialità infinite (vedi cellule staminali).

Ciò che detesto maggiormente nei medici è la loro estrema supponenza e sicurezza.

Purtroppo, dal nostro scambio, non posso dire che tu sia diverso da loro in questa caratteristica.

Spero che nel futuro mi farai cambiare idea!

Ultima cosa (te lo richiedo): non hai un documento su queste ricerche di Cambridge 2000?

Mi interesserebbe molto!

Comunque ti stimo e penso che tu stia facendo un lavoro nobile

Per concludere, ti ringrazio molto dei tuoi consigli che cercherò di applicare nei limiti delle mie possibilità.

Comunque ti stimo e penso che tu stia facendo un lavoro sicuramente nobile nei contenuti.

Il modo però in cui lo fai, e le certezze che esprimi possono essere molto pericolose.

Io cercherò come sempre di prendere il meglio dalla tua esperienza, e spero che tu possa fare lo stesso con me. Con affetto.

Michele

RISPOSTA

 

Se non ti ho capito è perché tu non mi hai aiutato a capirti

 

Ciao Michele, ti lamenti che io non ti abbia assolutamente capito, e puoi aver anche ragione.

Ti chiedo però cosa tu abbia fatto di utile per aiutarmi a capire le tue intime convinzioni sulla medicina.

Sei stato tu a piazzarmi in testa al tuo messaggio di ieri (vedi tesina  Scienza medica, ciarlatanismo e baroneria, dell’11/7), i nomi di Rosenberg, Selhub e compagni, o no?

Sei stato tu a tirare in ballo la Baroni. O no?

Non odio nessuno, tanto meno i medici. Li critico fortemente, questo sì.

Tieni presente poi che io non detesto affatto i medici, e che ho anche degli ottimi rapporti con molti di essi! Questo non mi impedisce di contrapporre frontalmente i contenuti dell’igienismo, che sono oggettivamente in insanabile contrasto con i punti salienti della medicina moderna.

Nei miei messaggi non c’è odio per nessuno, anche se a volte mi scappa qualche parolaccia, più per motivi di colore che per intenzionalità. Non torcerei un singolo capello al peggiore nemico. Sono un pacifista.

Le cose peggiori che mi succede di dire sui medici, le prendo quasi sempre dalla bocca di altri medici, tanto per farti un esempio.

Se tu trovi linearità e coerenza nei tuoi messaggi, beato te

Io non ti ho capito, dici.

Per essere capiti occorre avere una certa linearità, una coerenza.

Ma nei tuoi messaggi, va pure a rivederteli se non mi credi, parti sempre con complimenti ed elogi nelle prime due righe del testo, e chiudi pure alla fine con apprezzamenti e gentilezze, mentre nella parte centrale succede di tutto, in senso critico e scarnificante intendo.

Non pretendo da te condivisioni e complimenti, mi va benissimo che tu dubiti di tutto e di tutti, ed anche che tu piazzi i tuoi strali.

Io sto per la frase Conosci te stesso, tu per Io solo so di non sapere, ma non sono necessariamente in contraddizione, stimo Socrate quasi quanto Pitagora

Ora sono io a fare la stessa domanda a te. Pensi forse di avermi capito?

Non mi risulta.

Hai intitolato questa mail con Io solo so di non sapere, una frase di Socrate, che condivido tra l’altro al 100%. Mi ritengo ignorantissimo, se proprio vuoi saperlo.

Leggo cose strane su internet sia nel bene che nel male.

Misuriamoci sugli argomenti e non sulla persona

Qualcuno che mi dipinge mona del tutto, e forse ha tutte le buone ragioni. Qualcuno che mi trasforma demenzialmente in un grande scienziato, e qualcun altro, ancor più follemente in un santo con l’aureola. Altri mi danno del fondamentalista e dell’estremista, altri ancora mi prendono per scrittore di fantascienza. Questo dignifica debordare e metterla in continuazione sul piano della persona.

Cosa che è già di per sé sbagliata.

Preferirei si parlasse degli argomenti che tratto. E’ lì che ci si deve misurare.

Ti devo dire grazie per la gentile etichetta affibbiatami?

Tu, nel giro di due giorni, stai facendo la tua bella parte disinformativa su me medesimo, dipingendomi

come somministratore utopistico e qualunquista, nonché pericoloso, che è la peggiore offesa, al limite della diffamazione, e la inserisci in una lettera che comincia con un complimento per una risposta rapida e super-esaustiva che non è da tutti, e che si conclude con la stima per un lavoro nobile nei contenuti (ma non nelle forme) e con una espressione di affetto.

Io non sono un santo e nemmeno un insensibile robot, e reagisco alle offese.

Non puoi pretendere che ti offra pure l’altra guancia.

Nemmeno Cremonini o Illy si sognerebbero di insultare un igienista in quel modo!

Se mi scrivessero un messaggio Mr Cremonini, o Mr Illy, spesso bersagli non personali ma oggettivi delle mie più graffianti tesine, stai pure certo che non si sognerebbero di insultare a quel modo.

Quando poi si usano parole così gravi, occorre circostanziare, dicendo che sei pericoloso in questo e in quello, o che sei qualunquista in quewsto e in quello, e allora sì che potrei rispondere per le rime.

Non sarà che a tratti ti piace sprizzare veleni, tanto per il gusto di farlo?

Tra le diverse migliaia di messaggi arrivatimi, detieni il record di avermi indirizzato le peggiori offese nel giro di 3 pagine.

Le critiche precise e documentate, o almeno dettagliate, le accetto e le discuto.

Ma quando si spara nel mucchio, senza elaborare, non posso fare altro che respingere il tutto al mittente.

Dove stanno mai le semplificazioni?

Continui a parlare di complessità della vita e di odio per le semplificazioni, senza mai dire dove stanno le semplificazioni.

Dì la verità, ti rompe l’idea che qualcuno sia venuto fuori con 500 e passa tesine su internet.

Deve trattarsi secondo te di un megalomane o di un pallone gonfiato dai suoi lettori.

Questa sembra essere l’idea che tu hai di me.

Nel risponderti in modo esaustivo, ancorché sbagliato sulla faccenda del tuo rapporto con la medicina, ho dimostrato di prenderti sul serio, per cui non ti dovevi per niente offendere

Un bel modo di ringraziarmi, tra l’altro, per i due giorni completi che ti ho dedicato stando al computer e rispondendo in dettaglio al tuo manifesto ideologico e alle tue complesse problematiche.

D’accordo c’era pure della polemica, derivante da quanto avevi scritto.

Sei un tipo pugnace e reattivo?

Lo sono anch’io.

Può essere benissimo che abbiamo problemi a coesistere pacificamente.

Le sento persino dal gatto

Mica pretendo di risultare simpatico a tutti.

Le sento in continuazione da mia moglie, dai miei figli e persino dal gatto, perché negli ultimi tempi sto troppo al computer e non riesco nemmeno a zappare il giardino.

Figurati se covo dentro di me smanie di grandezza.

Ma, secondo te, la gente non si rende conto delle sue miserie egoistiche inconfessate, ed io in particolare potrei, pur essendo libero da condizionamenti pecuniari, nascondere segrete voglie di alimentare un ego ipertrofico che si culla tra certezze e supponenze.

Fare soldi non è necessariamente qualcosa di negativo. Getting rich is glorious! Non è una frase di Berlusconi, ma di Deng Hsiao Ping, presidente del maggior partito comunista mondiale.

Ti dirò che, anche se riuscissi ad autofinanziarmi coi miei libri e le mie tesine, o anche se guadagnassi cifre da capogiro e andassi a fare le mie conferenze non in treno seconda classe, come faccio attualmente, ma in Ferrari o Lamborghini, non cambierebbe di una virgola il valore di quanto faccio, nel bene o nel male.

La corruzione non sta nel fare o non fare il soldo, ma nel fare il bene o il male, nel dire il vero o il falso, o nel dirli sotto la spinta di interessi non esplicitati e non chiariti al tuo pubblico.

Sarà idea ambiziosa e vanitosa, ma cerco di rappresentare un punto di orientamento

Cosa vuoi che ti dica, caro Michele, non pretendo di essere un nuovo Oracolo di Delfi.

Credo molto nell’umiltà e nel volare basso, anche se forse il mio stesso tipo di ruolo non mi permette di evidenziarlo.

Sembra quasi, a leggerti, che io sia in corsa per vincere il campionato mondiale degli sbruffoni.

Non hai ancora capito una cosa fondamentale, e cioè che il mondo di oggi è carico di ideologie e di informazioni confusionanti e disorientanti per cui c’è grandissimo bisogno di verità, di saggezza, di onestà intellettuale, di freschezza culturale, di rigore scientifico, di equilibrio e di salute.

Tutte cose che si intrecciano magnificamente con la scienza igienistica.

Non ti va il mio stile semplificativo e divulgativo? Non posso farci niente.

Non ti piace il mio stile franco e diretto.

Non ti piace il mio sforzo continuo di chiarezza e di semplicità, per cui ricevo tra l’altro approvazioni da più parti.

Questo l’ho capito, ma non posso farci niente.

Ti garantisco comunque che essere semplici e diretti non significa affatto essere semplicisti.

L’igienismo ha i suoi toni, prendere o lasciare

L’igienismo però è questo. Prendere o lasciare.

Trattasi di una scuola battagliera e pungente.

Questi sono i suoi toni tipici.

Shelton è molto più supponente e mordace di me, tanto per fare un esempio.

L’igienismo non usa condizionali ma preferisce l’indicativo o al limite l’imperativo.

Mi sento un microbo operante in un tracciato di eccellenza

I principi dell’igienismo sono molto chiari.

Si muovono lungo un percorso che definire illuminato è riduttivo.

Da Pitagora a Ippocrate, da Marco Aurelio a Galeno, da Dante a Leonardo, da Voltaire ad Ehret.

Mi sento chiaramente un microbo, ma sto in quel tracciato, non per elezione o per nomina divina, ma per semplice scelta personale.

Stai coltivando il dogma del dubbio

Fosse per te, mi cancelleresti addirittura, per non meglio specificati vizi di forma.

Sei padrone delle tue opinioni.

Sei pure padrone dei tuoi dogmi sull’insicurezza e sul dubbio, che stai coltivando con la stessa supponenza con cui io difenderei le idee igienistiche.

Tiri fuori il fattore ereditario per dire che esso inficia il credo igieni stico, mentre non inficia un bel niente.

L’igienismo è fatto di entusiasmo e positivismo, di principi e leggi della Natura

Vorresti posizioni tremule e dubbiose, timide e tremebonde?

No, l’igienismo è fatto di entusiasmo e positivismo.

E’ materia che richiede basi sicure, non supponenze o grandezze, non presunzioni e megalomanie, e ancor meno superficialità.

L’igienismo è basato su principi e leggi chiarissime della Natura, non certo su vuduismi ed esorcismi.

Ed è proprio su queste basi che ho creato questa iniziativa.

Non esistono in me ambizioni stratosferiche:

Mi ritengo ultra-appagato con quanto sta avvenendo.

Ricevo delle lettere molto belle, che mi ripagano del lavoro fatto

Lettere come quelle citate nelle tesine di ieri 11/7, tipo Il pezzo mancante del mosaico, mi rendono abbondantemente felice e realizzato.

Mi danno la sensazione di fare qualcosa di utile, che serve a qualcuno e che è capito da qualcuno.

Non mi sono mai auto-divinizzato, esprimendo sicurezze che nemmeno Dio avrebbe (se esistesse, hai aggiunto). Se ti ho davvero dato queste impressioni, e non te le sei invece create spontaneamente, non so per quali motivi, peggio per me, vedrò di riflettere e di migliorare nei miei tanti punti deboli e limitanti.

Ricevo telefonate in continuazione, forse anche troppe, a dire il vero, e ti garantisco che la gente mi esprime apprezzamenti sinceri, senza trovare quella prosopopea e quel dogmatismo che tu trovi.

A volte non capisco se fai sottile ironia e se davvero credi in quanto stai dicendo

Quanto infine al fatto che io proponga scelte elitarie e da club dei pochi ma buoni, proponendo frutta costosissima e stili di vita che nessun operaio in cassa integrazione mai potrebbe adottare, spero davvero che tu stia scherzando.

Leggiti la tesina  Tutti a cena dalla nonna, del 5/7, dove una madre di famiglia mi ringrazia per i risparmi che sta facendo.

Ti ricordo pure che vengo spesso criticato perché invito la gente a comprare cassette di frutta al mercato, e non piccoli striminziti sacchetti nelle care boutique del biologico, pur restando chiaramente a favore del bio come regola generale.

Passiamo a cose più concrete

Tante polemiche che ritengo piuttosto inutili ed improduttive, con pagine e pagine che costano care, a scriverle e a leggerle.

Passiamo a qualcosa di più serio, e che mi hai chiesto espressamente due volte, come qualche dato in più sull’esperimento epocale Cambridge 2000.

Anche qui mi sono impegnato, a dimostrazione che, nonostante le cose poco simpatiche che stai pensando su di me, so anche non serbare rancore.

Vado a pescare nei miei Quaderni di Higea

Sono andato a riprendere il mio primo libro, mai pubblicato, e che è circolato negli anni scorsi come pubblicazione ciclostilata e quasi-undergroud, dal titolo  I quaderni di Higea.

Dal capitolo V (La salute e la malattia da Ippocrate ai giorni nostri), riscrivo fedelmente quanto ci sta sull’argomento in questione.

L’importanza fondamentale della vitamina C naturale

La vitamina C nel sangue è capace di uccidere batteri e di espellere particelle virali o detriti cellulari che dir si voglia.

Le reali esigenze di vitamina C variano ampiamente in periodi di stress, infezioni, gravidanza, e in relazione all’uso di droghe tipo tabacco, alcol e simili.

L’individuo medio, assediato com’è da inquinamento dell’aria e dell’acqua, determinato da fattori tosici nuovi come i metalli pesanti tipo il piombo, e coinvolto com’è in abitudini alimentari innaturali a base di cibi super-raffinati, impoveriti, arricchiti, ma sempre devitalizzati, ha necessità di almeno 600 milligrammi al giorno di vitamina C naturale. da frutta e verdure al naturale (non cotte).

Le ricerche della dr Kay-Tee Khaw (Cambridge University, March 2001)

Ma a queste regole igienistiche basilari, che stanno entrando con estrema lentezza e difficoltà negli ambienti medici e pediatrici, vengono ad aggiungersi nuove ricerche scientifiche che non solo confermano l’essenza di quanto detto sulla vitamina C, ma che mettono sotto grave accusa le tabelle ufficiali della FDA, e che rappresentano un ribaltamento delle convinzioni più radicate, una vera rivoluzione che sarà presumibilmente durissima da digerire e da mandare giù per troppa gente.

Tant’è vero che le ricerche della dr Khaw e del suo team di nutrizionisti inglesi, sono già state bloccate e inattivate con grande tempismo dagli scaltri manipolatori di regime.

Troppo scomodi davvero i dati riscontrati a Cambridge. Nessuno ci guadagna. Niente di quella ricerca va a favore del cibo fabbricato e confezionato o della bevanda imbottigliata o messa in lattina.

Una gran bella fregatura. Non solo inglese, ma interplanetaria.

L’accantonamento della verità.

 

Una delle peggiori bugie non è quella di raccontare il falso, ma quella di non dire, ossia di sottacere una verità che si conosce.

Ma le bugie hanno spesso le gambe corte.

E la verità, per quanto snobbata ed imbavagliata, tende a filtrare e a venire a galla.

E’ anche per questo che la ricerca della dr Khaw viene qui ripetuta ed evidenziata, nel caso qualcuno per distrazione l’avesse persa di vista.

Non parliamo di un esperimento da quattro soldi

L’esperimento di Cambridge non è una ricerca da quattro soldi, da quattro gatti, da quattro mesi.

Trattasi di una ricerca seria e complessa condotta a Norfolk, nell’Inghilterra orientale, con un campione di ben 20 mila uomini e donne dai 45 ai 79 anni, testato a intervalli regolari per 4 anni continuati sui contenuti di vitamina C nel sangue.

Più vitamina C naturale e meno morti

I risultati hanno dimostrato in modo chiaro e incontrovertibile che le malattie e le morti di tutti i tipi, e in particolare quelle da disturbi cardiocircolatori e da cancro, erano e sono inversamente proporzionali ai quantitativi di vitamina C nel sangue dei soggetti testati.

Detto in soldoni, tanta vitamina C naturale nel sangue uguale meno malatti e meno morti, poca vitamina C naturale nel sangue uguale più malattie e più morti.

Massimizzare frutta e verdura cruda se vogliamo schivare cancro e cardiopatie

La conclusione di questa ricerca, condotta nota bene non da gruppi vegetariani o igienisti ma da ricercatori inglesi di ceppo medico ufficiale, è che, se vogliamo ridurre i rischi di morire anzitempo di malattie, di infarto e cancro, i due maggiori killer mondiali, dobbiamo mangiare non molta, ma moltissima più frutta e più verdura cruda di quanta consumiamo attualmente.

In aggiunta all’esercizio fisico, a una dieta salubre e leggera, a uno stop drastico-totale-immediato alle sigarette per chi fuma e alla massima moderazione negli alcolici, un incremento di frutta e verdura crude (tutte ottime fonti di vitamina C attiva) può dare un contributo decisivo al nostro benessere.

Cambridge è stato oscurato, ma il five per day è diventato simbolo mondiale di salute

La vitamina C, o acido ascorbico, è comunemente usata per rafforzare il sistema immunitario e combattere (nel linguaggio medico) raffreddori e influenze, ma è anche un antiossidante capace di distruggere le sostanze nocive del corpo. In particolare, la vitamina C naturale è capace di contrastare efficacemente i radicali liberi che portano pure al cancro.

La dr Khaw, direttrice dell’esperimento, ha elencato inoltre altre prove circa  i benefici derivanti dal mangiare frutta e verdura crude in netta prevalenza su tutto il resto.

Ha raccomandato in concreto di consumare almeno 5 pasti sazianti di sola frutta al giorno.

La vitamina C apporta benefici notevoli solo nella versione naturale (non in quella sintetica)

La dr Aisla Welch, nutrizionista inglese e assistente della dr Khaw, ha sottolineato l’importanza che la vitamina C provenga da frutta e verdura allo stato naturale.

Non solo per una questione di assimilabilità totale.

E’ accertato infatti che, a parte la vitamina C,  frutta e verdure contengono molti altri fattori protettivi tuttora sconosciuti, capaci anche di coadiuvare l’assorbimento integrale delle vitamine assunte.

L’articolo era di provenienza Reuter e fu pubblicato sul China Post di Taiwan il 3/3/01

Le ricerche di Cambridge hanno dimostrato come un aumento giornaliero di 50 mg al giorno di frutta e verdura cruda, produce già un 20% di diminuzione del rischio di morte da collasso cardiocircolatorio.

L’articolo, edito dall’agenzia Reuter di Londra, è stato pubblicato a quattro colonne sul quotidiano

The China Post di Taiwan in data 3 marzo 2001, e sul Taiwan Times il giorno dopo.

In Italia non mi rsulta che la notizia sia mai apparsa sui media, fino al 2009, quando un articolo del professor Umberto Veronesi è stato pubblicato sul Corriere della Sera.

Auguri per la rettoclite ulcerosa

Non mi resta che salutarti e non posso stavolta darti modo di replicare, dovendo dare spazio alle troppe lettere che attendono da tempo risposta.

Ci risentiremo più avanti, se ti interessa.

Chissà che la tua rettocolite ulcerosa e la tua dermatite atopica non subiscano un  brusco ridimensionamento o addirittura una totale scomparsa, grazie alle indicazioni spocchiose e sicure di un igienista che ti va spesso di traverso?

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo