Il dannatissimo e odiato zucchero nella descrizione di una zucchero-dipendente
Caro Valdo, ti avevo già scritto sul post dove parli dello zucchero, del dannatissimo zucchero (tesina Zucchero-saccarosio, dolce droga assassina).
Io sono una tossica di zucchero, una drogata.
Ero riuscita, dopo un lungo travaglio, ad uscirne fuori.
Molto aveva fatto il libro-terapia di Dufty Sugar Blues ma, in un momento difficile, ho ripreso le abbuffate di pizza e dolci.
Il mio assillo è solo questo.
Nessun problema con le proteine. Ma come liberarmi dai carboidrati?
Le proteine non sono mai state un problema per me. Le ho eliminate tutte senza mai aver voglia di mangiarne.
Come fare invece a liberarmi dai carboidrati?
Ero riuscita a fare quasi un anno di sola frutta e verdura.
Pensavo di essere guarita, mentre invece non lo ero affatto.
E non riesco nemmeno a spiegarmi come ciò sia potuto succedere.
Ma non voglio pensare al passato.
Mi interessa solo di uscirne fuori.
Richiesta di maggiori fonti bibliografiche
C’è un altro libro che consigli sull’argomento zucchero? Mi segnali qualche titolo, soprattutto se in italiano?
Scusa dello sfogo.
Sono per te una perfetta sconosciuta, ma ti seguo da tanto.
Ora ho trovato la forza di chiederti una mano.
Aspetto con gioia una tua risposta. Ottima serata e a presto.
Mireha, da Genova.
Zucchero troppo politicizzato per trovare libri davvero onesti e trasparenti
Scusami Mireha per il ritardo, dovuto solo alla mia scarsa attitudine a leggere e rispondere su Facebook. Avevo tentato di risponderti per altre vie ma non ci sono riuscito.
Ora, rientrato dall’Asia, riprendo il tuo messaggio.
Mi chiedi di segnalarti dei libri aggiornati sull’argomento zucchero.
Ce ne saranno probabilmente centinaia. Ma non mi sento di citarne uno che mi abbia fatto grossa impressione. Troppe volte si trovano testi che alternano alcune verità a troppe bugie e lacune, condizionati come sono dalla voglia di non disturbare determinate industrie e determinati interessi.
Lo zucchero entra in mille prodotti, in mille bevande, ed è pertanto da considerarsi come sostanza estremamente politicizzata, alla pari, se vogliamo, del latte, del caffè e della carne.
Una dovuta eccezione per l’americano Robert Pritikin
Faccio eccezione per un testo fantastico, scritto dal dr Robert Pritikin, figlio del celebre dietologo Nathan Pritikin (avversario storico di Robert Atkins), dal titolo The Pritikin Weigh Loss Breaktrough, della Signet Book. Purtroppo non mi risulta che sia stato pubblicato in lingua italiana.
Non è un caso che Robert Pritikin diriga oggi uno dei centri di benessere più avanzati e più efficienti al mondo, basato sulle due cliniche di Santa Monica in California e di Miami Beach in Florida, con un record di 70 mila persone affette da claudicazione agli arti, da aterosclerosi, diabete, obesità e sovrappeso, rivoltesi con successo al Pritikin Longevity Center negli ultimi 25 anni.
In ogni caso, se rileggi i miei diversi articoli sullo zucchero, ed anche il mio testo Alimentazione Naturale che già possiedi, dovresti farti già un’opinione solida sull’argomento, ed essere in grado di risolvere al meglio i tuoi problemini dietologici.
Nel caso di dubbi o di approfondimenti, considerami pure a tua disposizione.
Non bisogna affatto demonizzare i carboidrati
In sintesi, vorrei dirti che non puoi demonizzare i carboidrati tout-court, visto che essi rappresentano la base dell’alimentazione umana.
Il tuo problema non è affatto quello di liberarti dai carboidrati, bensì quello di scartare dalla tua dieta i carboidrati morti, decotti, concentrati industrialmente.
Non devi farti influenzare dalla moda imperante dei dietologi americani, tutta basata sulle cosiddette low-carb diets (diete a bassi carboidrati).
I cibi più difficili da abbandonare sono nell’ordine il grasso e lo zucchero
Ti ricordo inoltre una cosa importante, cioè che i cibi più difficili da abbandonare sono nell’ordine il grasso e lo zucchero.
Il grasso in eccesso è di gran lunga la sostanza più pericolosa in circolazione.
L’intossicazione da grasso viene chiamata da Nathan Pritikin lipotoxemia.
L’essere umano è portato istintivamente a mangiare cibo grasso, visto tale sostanza ha per caratteristica quella di contenere più calorie di qualsiasi altro alimento.
Questa tendenza umana, non naturale ma derivata da situazioni fittizie di fame accumulata, si chiama grassofilia, e porta la gente verso l’hamburger e l’affettato (nel caso dei filo-carnivori), oppure verso il cioccolato, il latticino, il prodotto da forno (nel caso dei filo-vegetariani).
Liberarsi dei carboidrati, senza proteine o con proteine, è sempre clamorosamente sbagliato
Liberarsi dei carboidrati, senza prendere cibi proteici, come pretenderesti di fare, significa deperire e crepare velocemente.
Liberarsi dai carboidrati e puntare sulle proteine, come pretendono i vari Robert Atkins (scomparso nel 2004), Barry Sears (dieta zona), Peter D’Adamo (dieta gruppi sanguigni), Arthur Agatson (South Beach diet), Alberico Lemme (dieta low-carb e stimolante, a integratori e caffeina), significa liberarsi dal grasso (che è carico di veleni ivi depositati) e ritrovarsi presto in temporaneo peso forma, ma stracarichi delle tossine che stavano nell’adipe, nonché delle tossine stimolanti degli integratori.
In pratica, con tali barbari sistemi, se ne va il grasso e ti rimane un sangue super-avvelenato.
La spaventosa concentrazione di residui velenosi, orfani del grasso che li conteneva e li rendeva temporaneamente e relativamente inoffensivi, costringe il dimagrito a immani sofferenze, e lo porta a bere in continuazione e a ricorrere alle stampelle chimico-farmaceutiche degli integratori e degli zuccheri, con un inevitabile ripristino dell’adipe perduto.
Liberarsi dai carboidrati, integrando intensamente con vitamine e minerali sintetici che non sono affatto cibo-integranti ma soltanto farmaco-veleni stimolanti, è masochistico
Limitare i carboidrati ed approvare più frutta, integrando però intensamente con vitamine e minerali di sintesi, come fa la dieta del dr Ray Strand, significa non poter mai più liberarsi in vita dalla dipendenza dai farmaci, poiché gli integratori sono a tutti i livelli dei farmaco-veleni stimolanti e non cibo-integranti.
Come interrompi l’assunzione degli integratori, i problemi fisici che avevi riaffiorano in modo prepotente, e c’è piuttosto la necessità di aumentare progressivamente le dosi, come succede con tutte le droghe.
Via il grasso, ma con intelligenza
Grasso dunque intoccabile?
No, è più che giusto puntare al dimagrimento e al raggiungimento del peso-forma, ma occorre farlo con scienza e intelligenza, non con le soluzioni folli e delinquenziali della dietologia da strapazzo.
In teoria, se uno sbaglia per 10 anni, e accumula dei problemi, servirebbero 10 anni per riaggiustarsi.
Qualsiasi cura e qualsiasi pozione che punti a far perdere del peso mediante scorciatoie, senza provvedere all’indispensabile smaltimento tossine, merita di essere bocciata in tronco.
L’unico sistema è il digiuno totale seguito da una dieta tendenzialmente crudista e vegana
L’unico sistema drastico, efficace, ma richiedente un netto cambio di cultura e di mentalità, è il totale riposo fisiologico detto anche digiuno (meglio se assistito, nei casi più gravi), seguito assolutamente da una dieta tendenzialmente vegana e crudista, ovvero da una dieta confacente al disegno organico e biochimico della specie umana, che è un disegno fruttariano.
La gente continua ad ignorare e a snobbare un concetto fondamentale, e cioè che la macchina umana è dotata di un motore che funziona a carboidrati naturali, a zuccheri naturali, ricavabili in primo luogo dalla frutta naturale (cibo elettivo per l’umanità), che è cibo a rapida combustione, in secondo luogo da amidi naturali (zuccheri naturali a media combustione), e in terzo luogo da un minimo di proteine naturali di origine vegetale (semi, cereali, noci e legumi, tutti cibi a lunga combustione).
Chiaro poi che le proteine animali sono tutte da scartare, trattandosi di non-cibi a lunghissima e difettosissima combustione, in rapporto alle note particolarità del corpo umano.
Via il grasso a rischio zero e via la malattia a rischio zero.
Il digiuno terapeutico che la medicina e la farmacologia vedono come il fumo negli occhi.
Questo sistema del digiuno assoluto (zero cibo, zero pasticche, zero farmaci, zero bevande per 2-3-5 o più giorni a seconda dei casi), con l’obbligo del riposo assoluto e di bere acqua leggerissima o distillata a volontà, può anche essere definito come un programma Via il grasso a rischio zero, che è stato poi il titolo di una mia recente tesina.
Non a caso, esso significa contemporaneamente Via la malattia a rischio zero, visto che non si ricorre ai farmaci, né al bisturi, né agli avvelenamenti, né tantomeno ai vaccini, ma soltanto alla tavola chirurgica operativa di madre natura, per cui, affamando il corpo, si assiste alla cannibalizzazione dei grassi in eccesso ed anche di tutte le eventuali escrescenze di tipo tumorale o para-tumorale ivi esistenti, nonché, dato importante, all’espulsione accelerata di tutte le tossine e di tutti i veleni accumulatisi nell’organismo, incluse le caffeine e gli acidi urici, incluse tutte le droghe e i residui farmacologici assunti anche 20 e più anni prima.
Un processo di purificazione globale guidato e diretto da un indisturbato sistema immunitario.
Il ruolo preciso dell’assistente digiunista.
Il processo di purificazione è globale.
La direzione dei lavori viene affidata in toto al sistema immunitario.
E’ lui, e nessun altro, che conduce la danza, utilizzando la forte energia a disposizione del corpo lasciato a perfetto riposo, e servendosi pure della potente azione solvente dell’acqua distillata.
L’assistente, o il medico digiunista, o il terapeuta specializzato in digiuni, assume la figura di puro consolatore psicologico.
Non può darti davvero nulla, all’infuori di trasmetterti calma, fiducia, serenità, descrivendoti per filo e per segno cosa sta accadendo al tuo corpo, spiegandoti il perché di certi dolori e mali di testa brevi ma a volte intensi, elencandoti gli effetti droganti di ritorno che i veleni più potenti (tipo caffeine, morfine, nicotine) stanno causando al tuo organismo in pena, e decidendo, in base alla sua esperienza, quando è venuto il momento di smettere la cura, e di avviare il nuovo regime dietetico a vita.
Nei digiuni lunghi e radicali è meglio essere assistiti in modo conveniente
Una persona che facesse un lungo digiuno non assistita, e che fosse priva delle conoscenze tecniche e della fiducia assoluta in quanto sta facendo, potrebbe impressionarsi e reagire male ai primi sintomi di dolore, spaventandosi, volendo interrompere il digiuno, o magari cercando di prendere qualche farmaco che, in tali circostanze (di organismo reso ultrasensibile) sarebbe oltremodo deleterio e magari mortale.
Da qui la necessità di farsi assistire da un terapeuta esperto e competente.
Curare la zucchero-dipendenza (da dolcificanti industriali) con lo zucchero naturale
Tornando al tuo caso, cara Mireha, ti inviterei a curare la tua zucchero-dipendenza proprio con lo zucchero, in una specie di gioco zucchero-scaccia-zucchero.
Ma deve essere lo zucchero naturale della frutta a scacciare tutte le forme innaturali che hanno condizionato i tuoi errori precedenti.
Ricorri pure ad abbondanti insalate crude, ed in particolare ai tuberi ed alle radici.
Al topinambur innanzitutto, pianta regina dell’insulina vegetale e della sua cugina inulina, ormoni naturali che si trovano un po’ dovunque nelle verdure rigorosamente crude, e che servono a riequilibrare eventuali eccessi di zucchero, sia nelle persone normali che in quelle diabetiche, che sono sempre persone normali ma finite fuori norma.
L’importanza prioritaria di possedere un sangue fluido e alcalino
Il pancreas dei diabetici in genere funziona alla perfezione o quasi, e secerne in genere la sua brava quota di insulina, a differenza di quanto gli dicono i medici. Il problema sta piuttosto nel sangue denso, adiposo, scarsamente fluido, scarsamente alcalino, scarsamente ossigenato, tipico dei mangiatori di carni e formaggi, di proteine animali e di di cibi cotti, affetti da costante e patologico stato di acidificazione.
Sangue che non permette all’insulina di viaggiare rapidamente nei punti caldi della crisi, a fare da tampone di emergenza nei picchi glicemici.
L’elogio del durian e dello zucchero naturale
Ristudiati pure la mia tesina La maternità, il durian e l’acqua minerale, dove parlo del durian col mio caro amico dr Bruno Giovannetti, un medico super-bravo davvero, ma pure lui condizionato
-piccolissimo neo, ed entro i limiti di questo argomento- da errati pregiudizi circa lo zucchero naturale del durian, un frutto che lui ha a portata di mano, stando mesi e mesi in Thailandia, ma che non sa ancora utilizzare.
Probabilmente, quando torna in Italia, si guarderà bene dal farsi qualche bella scorpacciata di fichi, scordando il fatto che il fico è sorgente numero uno di salute e di alcalinizzazione del sangue umano, e che ci assiste in modo amorevole per 2 soli mesi all’anno.
Non farti impressionare dal titolo goliardico, e leggiti Il dramma del fico e della fica
Il bello è che Giovannetti è stato il primo a complimentarsi con me per la tesina Il dramma del fico e della fica, che ti invito caldamente a leggere.
Se non ce l’hai, richiedimela e te la mando.
Oppure la puoi trovare su www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/492, sfogliando le varie pagine.
E’ probabile che le sue positive attenzioni si riferissero più al termine femminile, che a quello maschile del fico.
Anche perché siamo di fronte non solo a un grande professionista, ma anche a un personaggio simpatico e mattacchione.
Hai sbagliato nell’affamare il tuo corpo, privandolo arbitrariamente delle calorie che reclamava
Un’ultima raccomandazione mi sento di fartela.
L’errore più evidente che ha caratterizzato i tuoi esperimenti, è stato sicuramente quelle di affamare il tuo corpo.
Non bisogna mai farlo, all’infuori di una eventuale cura digiunistica d’emergenza, con tutti gli annessi e connessi del riposo assoluto e dell’acqua distillata.
La fame è cattiva consigliera, e porta al crollo totale.
La gente continua a fare questi gravi errori, scordandosi che è sbagliato stare a stomaco vuoto per ore, e scatenarsi poi in modo indegno e cagnesco a pranzo e cena.
La fame è cattiva consigliera per tutti.
Dal 5 per day di Cambridge al 12 per day dell’uomo del paleolitico.
La fame porta direttamente alla trappola del cibo sostanzioso e proteico, del cibo grasso e zuccherato e salato.
Ricordati che in natura, mangiando conformemente al nostro disegno, tendiamo ad alimentarci in continuazione, cosa da non farsi assolutamente se si tratta di pasticcini, pani, biscotti, caramelle, hamburger e latticini, ma perfettamente accettabile invece se lo facciamo con cibi al naturale.
Non è affatto sbagliato scimmiottare, quando si può, l’uomo del paleolitico il quale si rimpinzava di bacche, germogli e frutti, non con l’ormai canonico e modesto just fruits five times a day di Cambridge, ma addirittura 12 volte al giorno.
La messa in pratica dei concetti giusti è sempre indispensabile
In questi giorni, lavoro spesso in giardino e nell’orto di casa, zappando, rimpiantando radicchi autunnali e raccogliendo patate.
Siccome i miei susini e i miei peschi sono carichi di frutta, i miei fichi cominciano a regalarmi i loro magnifici frutti, e i grappoli d’uva stanno assumendo il bel colore blu scuro, mi rinpinzo in continuazione ed essi mi regalano pure una carica eccezionale di energia e di buonumore.
Di conseguenza, il pranzo e la cena diventano due piccole formalità più abitudinarie che indispensabili, che risolvo in mezz’ora, il tempo necessario per una lenta masticazione delle verdure crude, e per un piatto di tegoline, oppure di patate novelle, o a volte di un piatto di pasta, con più pomodoro crudo e basilico che pasta, oppure di un risotto integrale nero con porro e piselli.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)