FATTI DI CARNE DOBBIAMO MANGIAR CARNE

LETTERA

UN DOCENTE DI SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE CHE MUORE DI CANCRO ALL’INTESTINO FA PENSARE

Mio caro Maestro, ben tornato. Mi sei mancato molto. Senza le tue tesine, mentre eri “abroad”, mi sono riletto quelle vecchie. Spero che ti sia anche divertito nel tuo giro.

Bellissima la tua tesina “Salto di qualità o caduta nelle sabbie mobili dei macelli”.

Valdo, hai sentito che il prof Carlo Cannella è morto a febbraio.

Che strano, un titolare di cattedra universitaria, preposto all’insegnamento della scienza dell’alimentazione, che muore di tumore all’intestino.

INSEGNAMENTI CHE CONTINUANO A FARE DANNI

Negli asili nido e in tutti gli ospedali italiani, mangiano i cibi spazzatura che lui ha prescritto.

Nonostante i ripetuti richiami del prof Veronesi sulla necessità di puntare al vegetarianismo per evitare i tumori, la gente continua a trastullarsi pericolosamente coi cadaveri in bocca.

Il Nuovo Ordine Mondiale vuole davvero la morte di oltre il 50% della popolazione mondiale, e i fetenti medici del mondo intero lo appoggiano. Neanche fossero del tutto ciechi e rincoglioniti.

SEMPRE ALLA RICERCA DI UNA CLINICA DELLA SALUTE IN INDONESIA

In una trasmissione di Superquark di giovedì 22 luglio 2010, Cannella disse letteralmente che “dobbiamo mangiare carne perché siamo fatti di carne”.

Più ignoranza di così non si può.

Lui era convinto di quello che diceva, altrimenti non sarebbe morto di cancro.

Purtroppo non sono ancora riuscito a trovare qualcuno disposto ad investire denaro per aprire una clinica della salute a Bali o dintorni, ma non mollo.

Continuerò nella mia caparbietà a parlarne fino a quando non la trovo. Cari saluti

Giuliano Manzali da Jakarta-Indonesia

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RISPOSTA

L’IBECILLITA’ DEGLI ANIMALI VEGANI SECONDO CANNELLA

Ciao Giuliano, “Siamo fatti di carne e quindi dobbiamo mangiare carne”, sosteneva in televisione il prof Cannella col carisma dei suoi titoli.

“Quanto imbecilli devono essere gli elefanti, i rinoceronti, i bufali, le zebre, le antilopi, i cinghiali, gli stambecchi, e tutti gli altri vegani del pianeta”, deve aver pensato la sua buonanima, senza considerare che anche tali animali sono dotati di carne e tuttavia non la mangiano.

Bastava inoltre che riflettesse su un fatto semplice, evidente e scientifico che salta agli occhi di tutti, ovvero che carne non fa carne, latte non fa latte e proteina non fa proteina.

NON GIUDICHIAMO L’UOMO MA IL SUO RETAGGIO CULTURALE

Probabilmente, in vita sua non ebbe mai modo e tempo di osservare attentamente una mucca brucante erba, di coglierne la sua pacifica eleganza, la sua infinita saggezza e di ragionarci sopra.

Potrà pure essere stato una bravissima persona. Non è compito nostro giudicare l’uomo recentemente scomparso, ma il suo operato e il suo lascito culturale sì. Soprattutto se il suo retaggio rimane e produce determinate conseguenze. Riposi in pace l’anima sua ma, come insegnante di alto livello, avrebbe potuto e dovuto fare molto meglio. Avrebbe potuto anche procurare meno guasti intorno a sé, intendiamo.

DALLE UNIVERSITA’ E’ LECITO ATTENDERSI SCIENZA E NON SPOT PUBBLICITARI

La penseranno in modo diametralmente opposto i grandi consorzi del latte e del formaggio, le grandi macellerie, i fautori della B12, i partigiani delle diete acidificanti, diabetizzanti ed obesizzanti, tipo la Mediterranea e la Ortomolecolare.

Ognuno ha i suoi punti di riferimento e i suoi eroi. Essere però tra i portabandiera di quel tipo di industrie obsolete, sbagliate, profondamente mal concepite e in antitesi con l’ambientalismo, l’ecologia, il benessere dell’uomo e degli animali, non è certo il massimo per un docente universitario da cui è lecito attendersi come minimo posizioni neutrali, trasparenti e scientifiche.

OGNUNO VIVA E MUOIA QUANTO GLI PARE E PIACE

Il fatto che uno venga a mancare controvoglia e prima del tempo non è ininfluente e secondario, ma ha sempre importanza relativa. Se muore un vegetariano ci sono le battute dei carnivori e viceversa.

Queste sono, in tutta franchezza, banalità e piccolezze umane.

Che i vegani campino 15 anni in media più degli onnivori, non lo diciamo noi ma le statistiche mondiali. Non auspichiamo né auguriamo tuttavia morti precoci o malattie imbarazzanti a nessuno. Ognuno viva e muoia in libertà, quanto gli pare e piace. La vita poi deve essere valutata soprattutto in termini di qualità e di coerenza, più che col pallottoliere.

NESSUNA SPECULAZIONE E NESSUNO SCIACALLAGGIO

Nulla di più antipatico ed inopportuno dello speculare su qualcuno che sta sepolto ed in decomposizione.

Ma quanti animali in più sono finiti in decomposizione negli intestini umani per colpa sua? Non migliaia ma milioni. Creature gentili e innocenti che tutto meritavano fuorché di essere maltrattate in vita e di finire disgraziatamente sul patibolo.

Nessuno venga dunque ad accusarci di fare dello sciacallaggio post-mortem.

L’HO CRITICATO DA VIVO E NON ME NE PENTO AFFATTO

Una persona deceduta merita sicuramente rispetto.

Ogni valutazione che si fa ha il grave difetto di non essere contestabile dall’interessato.

Personalmente l’ho criticato in modo duro quando era vivo e vegeto, e ne fanno testimonianza le tesine “L’uomo della Gioconda”, del 25/4/09 e “Can-can Leonardo-Veronesi”, del 30/4/09, che ripropongo al pubblico per l’occasione.

LA SAPIENZA FAREBBE BENE A CAMBIARE NOME

Una domanda però mi frulla in testa.

Come si fa a promuovere le corbellerie dell’Agroalimentare Italiano dalla cattedra universitaria di un ateneo nazionale?  D’accordo che viene chiamato pomposamente “La Sapienza”, d’accordo che è tristemente famoso per essere stato il punto-chiave della farsa Aids in Italia, grazie a un Franco Aiuti in costante ed imbarazzante collisione con la Berkeley University e col grande Peter Duesberg, ma si tratta pur sempre di una primaria università della Città Eterna.

LA VERGOGNA DEI CIBI SPAZZATURA NEGLI ASILI NIDO E NEGLI OSPEDALI

Non sto a fare ipotesi ed illazioni sul come e sul perché sia deceduto Carlo Cannella.

Dopotutto ai viventi è riservata la sorte di morire, e possibilmente di rigenerarsi.

Il fatto però che negli asili nido e in tutti gli ospedali d’Italia si mangino tuttora i cibi alto-proteici e i cibi spazzatura da lui promossi e prescritti, fa capire il perché ne parliamo tuttora.

Valdo Vaccaro