LETTERA
Un quasi abbonamento al bisturi
Egregio VV, abbaiamo letto con molta attenzione l’articolo di questi giorni riguardante i miomi e i fibromi uterini. La mia compagna Daniela ha subito negli ultimi due anni diversi interventi chirurgici per l’asportazione di quei fibromi più importanti che potevano creare problemi durante una attesa prima gravidanza. Daniela ha 33 anni e nel 2006 è stata anche operata al seno sinistro (asportato per il fastidio che arrecava e mai più ricresciuto). Sul seno destro è presente un fibroadenoma le cui dimensioni sono stabili. I medici hanno però sconsigliato, in questo caso, l’intervento di asportazione.
Un continuo tiramolla tra asportazione e ricrescita
Nel febbraio 2009, con isteroscopia operativa, è stato tolto un mioma sottomucoso, e altri 7 sono rimasti intoccati. A luglio 2009 venne ritolto lo stesso mioma perché riscresciuto, e tutti gli altri fibromi in laparoscopia. Ma già ad ottobre 2009 alcuni di essi erano già ricresciuti.
A giugno 2010, in isteroscopia, è stato tolto un mioma ed il setto uterino.
Altri 5 sono presenti, ma non dovrebbero infastidire in caso di gravidanza.
I medici sostengono che la causa del continuo ricrescere di queste formazioni è un gene presente a livello familiare che dovrebbe bloccarsi con una gravidanza. Gravidanza che però non arriva!
Gli esami istologici sono risultati tutti negativi e le analisi in genere sono buone.
Una dieta che siamo disposti a perfezionare, purchè si riesca a schivare l’ossessione del bisturi
Dobbiamo segnalare che le abitudini alimentari di Daniela, se pur non rispettando ancora la dieta vegana, sono per certi versi molto simili, in quanto ha sempre fatto poco uso di carni e di latte, latticini e dolci, prediligendo cibi come la pasta e la frutta.
Evidentemente c’è da correggere ancora molto, ma non sarà un percorso difficoltoso.
Che consiglio si sente di darci per evitare un nuovo ricorso al bisturi?
La ringraziamo per quanto vorrà consigliarci.
Massimo e Daniela
RISPOSTA
Una operazione tira l’altra
Dopo questa saga continua di asportazioni con o senza ricrescita, dovreste aver capito che la strada del bisturi non risolve alcunché.
Si usa dire che una ciliegia tira l’altra.
In questo caso possiamo dire che una operazione tira l’altra e un farmaco tira l’altro.
La causante genetica è un alibi valido per tutte le salse
Il discorso della causante genetica mi convince assai poco.
Al massimo si può parlare di suscettibilità e tendenza, non certo di attribuzione di questi tumori a fantasmi familiari del passato.
Se il corpo ha prodotto queste formazioni e le ha pure continuate a riformare, significa che c’è ancora molta tossicosi interna da scaricare, che trova ricettacolo nei vari fibromi e miomi.
Il corpo umano come campo di allenamento chirurgico
Le operazioni non solo non risolvono, ma aggravano il problema, visto che non si esce dalla sala operatoria senza una serie di veleni aggiuntivi che vanno dall’anestetico all’antibiotico, dall’eparina all’antidolorifico.
Il corpo umano non può essere trasformato in un campo di allenamento al bisturi, o in strumento da sperimentazione chirurgica.
Si impone una virata a 180 gradi
Siete troppo giovani per buttarvi via in quel modo, vivendo tra sale operatorie e periodi di convalescenza.
Dedicate più tempo a studiare il corpo umano e il suo funzionamento.
Fatevi una cultura alternativa e realistica.
Scartate le 1000 schiocchezze che circolano, il famoso tutto e il contrario di tutto, selezionate le cose giuste e basilari, e percorrete la vostra strada in armonia con le vostre rinnovate convinzioni.
Meglio fare 5 operazioni o 5 digiuni?
L’unico consiglio possibile è di adottare uno stile di vita rigorosamente fruttariano-crudista, con un minimo di compromessi leggeri, e assolutamente zero proteine animali.
Meglio fare cinque operazioni o cinque digiuni?
Questa è la domanda che è giusto porsi in casi di questo tipo.
Un buon digiuno servirà anche per espellere il pesante carico velenoso dei farmaci assorbiti durante le precedenti degenze ospedaliere.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo