Finanza mondiale ai tempi del COVID19

La più estesa, profonda, grande e forte arma che oggi esiste: è la Finanza. Una spettacolare e complessa macchina multiforme che controlla banche centrali, flussi monetari, politiche statali, equilibri bellici, decisioni locali, organizzazioni della salute mondiale, dell’alimentazione e dell’educazione globale. Questa macchina inesorabile, instancabile ed impietosa ha funzionato dalle sue prime creazioni che trovano origine nell’avidità di potere arcaicamente insito nell’essere umano stesso. Nata con lo stesso Homo Sapiens, questa avidità è mutata nel tempo in una veste raffinata e molteplice, dai mille volti e cangianti sfumature, che oggi è conosciuta come Finanza Mondiale. Non si sa chi la controlli, non ci è dato sapere neanche se questa “piovra” fantasmagorica sia veramente controllata da una oligarchia, oppure sia oggi un sistema di autocontrollo che come in un robot dei peggiori film distopici abbia preso vita e sia emersa in una sua reale autoconsapevolezza. Dall’alto o dal basso che sia essa controlla con i suoi tentacolari meccanismi invisibili ed immateriali ogni azienda, ogni decisione consumistica, ogni governatore politico e persino religioni, culture e da pochi anni anche l’ambiente. Ma, come per ogni film distopico che si rispetti, il copione è sempre uguale a sé stesso e non tarda il momento in cui un finale strappalacrime tronca il malefico intento del monologo di un cattivo in uniforme militare.

Accade nel 2020, l’anno bisestile… tutto iniziò con un piccolo ed invisibile, innocuo e microscopico virus. Grandezza pochi micron, 10 alla meno sei metri, per essere precisi. Non sappiamo se venisse dal cielo, con i pipistrelli della notte o da un esperimento di laboratorio di genetica virale o se si sia creato così, dal nulla, tramite le mutazioni genetiche di quel codice criptico di quattro aminoacidi ricombinati infinite volte spiralizzante su sé stesso. Forse un evento catastrofico ambientale come la grande deforestazione dell’Amazzonia potrebbe esserne una causa scatenante, forse la sovrappopolazione mondiale unitamente all’inquinamento o ancora il destino che gioca a dadi e nel 2020 una mano sfortunata abbia fatto saltare il banco. Sta di fatto che questo invisibile nemico del sistema, ha dapprima rallentato una piccola economia locale, poi come uno tsunami globale si è esteso a tutto il pianeta terra, devastando di morte ospedali, di terrore i popoli e fustigando le economie di ogni Paese di tutto il mondo. Il blocco dell’ingranaggio dell’implacabile macchina finanziaria ed economica è sicuramente ben più grave della pandemia in sé. Nessuno avrebbe mai osato fermare la macchina invisibile della Finanza Globale, ma tutta l’inevitabilità di questo fenomeno è crollata sulle decisioni di ogni Governo nazionale impreparato all’emergenza planetaria e l’ingranaggio finanziario-economico si è inesorabilmente fermato. Le cicatrici di questo fenomeno saranno profonde, dolorose e lunghe a guarire. Ma forse l’unico modo per fermare e resettare questo animale impazzito della Finanza era proprio l’inevitabile ricorso ad un piccolo virus. Non so se sia stato creato ad arte, in una sala di analisi di geopolitica internazionale dove si gioca a risiko sul destino del mondo con lucida strategia o se per un caso sfortunato le mutazioni genetiche di un normale virus influenzale siano volte all’inevitabile aggressività di questo oggetto invisibile o se ancora la terra stessa si sia ribellata nel tentativo di innescare la sesta estinzione di massa. Resta il fatto palese che il circuito dell’economia e della finanza è impazzito, il castello di carte è crollato su sé stesso e dietro la coltre nuvola di fumo che ha generato tirandosi giù intere nazioni, ora si sta intravedendo un disegno chiaro, una regia precisa, una strategia agghiacciante…o forse siamo noi, esseri umani a voler vedere dietro ad ogni accadimento un progetto divino apocalittico o umanamente meschino. Forse dietro tutto ciò c’è solo un caso sfortunato e tanta impreparazione dei Governi che hanno tagliato fondi alla sanità. Non erano preparati ad una emergenza di queste proporzioni e hanno mandato in confusione i cittadini affermando la sera ciò che la mattina negavano con forza. Questa emergenza sicuramente ha messo in luce tutta la nostra fragilità, noi esseri umani che abbiamo creato i computer, siamo giunti sulla Luna e ci siamo spinti oltre i confini dell’universo, noi che abbiamo dato vita all’arte, alla musica, all’intelligenza artificiale e abbiamo spinto particelle subnucleari a scontrarsi alla velocità della luce. Noi che possiamo creare Inferni e Paradisi, siamo stati giocati da un essere invisibile e trascurabile, un piccolo virus che alla velocità di pochi giorni ha fatto il giro del mondo e ha colpito i punti nevralgici del nostro fasullo potere. Questo dovrebbe farci riflettere sulla nostra umile condizione alla deriva della vita stessa. Siamo un nulla, un granello nell’universo che potrebbe sparire domani stesso e la Natura continuerebbe inesorabile il suo spietato percorso, senza di noi. È questo che rende manifesta l’Apocalisse, la sua stessa etimologia lo spiega, essa significa appunto Rivelazione, disvelamento. Ed è proprio nei momenti apocalittici che si rivela tutta la nostra intima e cagionevole gracilità. Come animali indifesi ci accorgiamo che tutta l’impalcatura di sovrastrutture sociali, mentali e politiche altro non sono che vuoti concetti, che possono crollare sotto il peso di una prossima emergenza globale.

Così in preda al terrore più nero, la gente, impazzita com’è da questa crisi incontrollabile, sta mettendo al rogo le antenne 5G. Per una vecchia peste bubbonica di un’epoca molto più antica, la gente avrebbe bruciato streghe ed alchimisti untori. Molti, troppi, credono a notizie senza senso sfogliate sui social, e pochi vedono che in verità ci sono molte concrete paure dietro una crisi planetaria: i fantasmi del totalitarismo dei ventenni più bui della nostra Europa stanno pericolosamente tornando a galla dall’inferno. Si tratta del Premier ungherese Viktor Orbán a cui sono stati concessi pieni ed ampi poteri di stravolgere Leggi e riscriverne altre in barba a tutte le etiche democratiche della vecchia alleanza europeista. Si tratta del nostro stesso Premier che tra nuovi decreti e decretini sta ingessando l’Italia in una morsa senza ritorno. Si tratta dei neodittatori che sono tati messi al potere negli ultimi anni, come preparati sulla scacchiera della politica geomondiale, per poi sferrare lo scacco matto al Re. Mi riferisco a Vladimir Putin, a Donald Trump e Boris Johnson, ma anche la Slovenia ora sta adottando la stessa linea di autoritarismo antidemocratica, lo faranno i paesi dell’asse Est europeo tra poco e seguiranno a ruota tutti gli altri, fino ad imbavagliare la stampa libera, come già si propone di mettere a freno a chiunque diffonda false notizie sui social – dietro la scusante della logica delle fake news. Così sono iniziate le più grandi conquiste dittatoriali dalla Roma Imperiale a quelle Naziste del secolo scorso, così si sta configurando questo scenario oscuro che sta sorgendo sul mondo intero oggi. Questa è la fase più pericolosa, e non c’entra un virus – sicuramente quel piccolo essere è il male minore rispetto al tramontare di ogni democratica libertà individuale. La gente, impaurita com’è, distratta, confusa e frastornata da questo evento, non si sta accorgendo che il vero pericolo dietro questa facciata pandemica è la vera apocalisse di un ritorno ad uno stato dittatoriale. Fino agli anni ’70 i potenti di ogni nazione si interrogavano su come fosse possibile conquistare un governo nazionale, attraverso un colpo di stato paramilitare o una strategia della tensione interna. Poi queste “forze” di potere si sono internazionalizzate ed il paradigma di conquista è diventato assai più ambizioso: oggi ci si chiede come è possibile conquistare in un colpo di Stato l’intero Pianeta? La risposta potrebbe essere proprio una pandemia, occasione d’oro per attuare una strategia del genere. Non sappiamo se il virus è stato un colpo di genio militare o un fortuito caso, ma non importa quale sia il fuoco di detonazione, poteva anche essere un asteroide in collisione con la terra o due nazioni in guerra con le atomiche. Si è comunque venuto a creare un terreno fertile per far attecchire le antidemocrazie planetarie. Non si tratterà certamente di un quarto Reich o di uno Stato dittatoriale manifesto, si tratterà di controllare la stampa, i social, internet, l’educazione, le informazioni tutte, le magistrature, le banche centrali, le milizie, le polizie locali, riscrivere qualche articolo di Legge ed avere pieno accesso e controllo sui dati di chiunque. Dagli anni ’80 in poi molte di queste aree sono state centralizzate: banche centrali, organizzazioni mondiali, media internazionali. Poi è venuta l’epoca di internet che ha globalizzato ancora di più le informazioni, i nostri spostamenti, le nostre scelte di consumo e i bigdata mondiali, tutto centralizzato in pochi punti di potere. Sarebbe un piano eccezionale se una oligarchia avesse la possibilità di controllare con un solo colpo di mano i principali media internazionali, i pochi gestori della rete e le banche centrali. Di per sé questo è già un piccolo ed esteso “colpo di Stati”, perché avrebbe effetto su molti Stati in contemporanea. Ora, con il coronavirus su larga scala e tutti rintanati in casa, è molto più facile aggredire le democrazie di ogni Paese, così come in Ungheria è appena avvenuto con l’attribuzione dei pieni poteri a tempo indeterminato per il Premier e l’impotenza dell’Europa a questo gesto, solo un flebile accenno della stampa di informazione a questo tragico dramma della Libertà. In questo stato di cose, sarebbe facilissimo per ogni organizzazione paramilitare prendere il potere di un Paese ora che è spoglio di ogni difesa interna ed esterna. Ed è ancor più strano che la NATO abbia posizionato 20.000 militari armati in Europa alla vigilia della pandemia. Sappiamo tutti che qualcosa sta per accadere, tutti sappiamo che qualcosa accadrà. Ma siamo stati abituati per anni a vedere cuochi in tivù, leggere pettegolezzi e fare spesa per moda. Non ci interessa più pensare, riflettere, prendere posizione e addirittura combattere per qualcosa, neanche se si trattasse delle nostre Libertà o di quelle dei nostri figli. Lo abbiamo assistito da anni sul teatro della distruzione ambientale perpetrata dai Big del potere economico. Si trattava della nostra salute, della salute del nostro pianeta e di quella delle generazioni future. Abbiamo preferito mettere la testa nella sabbia e qualcuno con un pizzico di coraggio in più al massimo è diventato vegano. Ma per cambiare il mondo ci vuole più di una scelta alimentare. Oggi, pericolosamente, sta avvenendo una Apocalisse delle Democrazie, peggiore di ogni altro secolo passato, perché sarà di proporzioni Globali, sarà indolore, tutti lo sapremo e nessuno alzerà un dito per contrastarla. Dopotutto se è vero come è vero che non teniamo più alle nostre Libertà e al futuro dei nostri figli, forse è giusto che ci meritiamo l’estinzione di massa. Abbracceremo questa nuova morbida apocalisse correndogli incontro, magari chiamandola Pandemocrazia e saremo anche contenti che qualcuno finalmente ci controlli e ci usi a suo completo piacere, lasciateci solo un po’ di soldi, qualche film stupido in tv e internet per chattare con gli amici. Poi prendetevi pure il Potere, noi non sappiamo neanche dove abita.

Dr Luigi Di Vaia
Naturopata laureato a Bruxelles
Erborista e fitoterapista
Tecnico Laboratorio Officinale