IL CIBO IDRO-CARBONICO DELLA VITA

IL  CIBO  IDRO-CARBONICO  DELLA  VITA  

 

 

La buona compagnia delle tesine

 

Caro Valdo, sono Patrizia, la collega di Fabio, al quale hai mandato tutte quelle informazioni sul latte.

Non ci conosciamo ancora, ma conosci mio marito Antonio, al quale mandi sempre le mail che io leggo da mesi e aspetto con curiosità e impazienza.

Quando non ci sei, sento che mi manca qualcosa di importante.

Le tue tesine mi sono ormai di compagnia e di conforto.

 

I testi di Tilden, Shelton ed Ehret messi frettolosamente in disparte

 

Vorrei con queste righe ringraziarti per essere così disponibile ed esauriente verso gli altri.

I tuoi scritti sono pieni di interesse e di entusiasmo.

Da anni possiedo libri di Shelton e Tilden.

Li ho letti e riletti.

In passato ho pure praticato alcuni digiuni, traendone dei benefici.

Ma poi ho fatto l’errore di tornare all’alimentazione solita, perdendo tutti i vantaggi ricevuti, e ho finito per accantonare il tutto.

 

Un risveglio per l’igienistica

 

Fino a quando ho scoperto i tuoi articoli, che hanno ridestato in me l’interesse per l’igienistica.

Interesse che è rinato al punto di contagiare qualche collega di lavoro.

E’ ovvio che anch’io abbia qualche problema di salute, ma sto cercando di risolverlo coi tuoi preziosi consigli.

Sto pure leggendo il tuo libro Alimentazione Naturale.

Ho letto pure tutta l’opera di Arnold Ehret.

Mi sto sforzando di mettere in pratica il tutto, ma non so se riuscirò nel mio intento.

Per me è particolarmente dura limitare i carboidrati!

 

 

 

Legati al pane, alla pasta, alla pizza, ai cereali, alle patate

 

Siamo tutti legati al pane, alla pasta, alla pizza, alle patate, e non è facile privarsene.

Ora comunque non voglio tediarti coi miei problemi.

Ho voluto solo esprimerti la mia gratitudine per il tuo ottimo lavoro.

Spero di conoscerti di persona. Ciao.

Patrizia

 

Chi possiede la verità, è giusto e doveroso che la trasmetta intorno a sè

 

Carissima Patrizia, grazie per le gentilezze.

E’ davvero un peccato che i testi di Tilden e di Shelton siano rimasti a lungo inutilizzati.

Trattasi di lavori essenzialmente pratici ed operativi, non certo di romanzi.

Essere depositari delle verità e delle illuminazioni igienistiche dà a tutti noi delle responsabilità verso noi stessi e verso gli altri.

Trattasi di una ricchezza da condividere e diffondere, da consultare e divulgare, non certo di cultura morta, da depositare tra decine di libri dimenticati e trascurati.

Stesso discorso vale pure per Ehret, ovviamente.

 

Nessuno al mondo osi demonizzare i carboidrati, che sono il cibo della vita, dell’amore e dello sport, oltre che quelli della meditazione spirituale

 

La tua attuale vena missionaria fa capire che non hai bisogno di lezioni al riguardo.

Ti stai in pratica riabilitando agli occhi di Tilden, di Shelton, di Ehret, ed anche di Pitagora.

Una cosa che però non capisco bene sono le tue titubanze alimentari.

Chi ti ha mai detto che devi limitare i carboidrati?

I carboidrati sono gli idrati di carbonio, sono il nostro cibo base.

Pur esaltando il crudismo, riguardante soprattutto le verdure e i cibi in generale, in reazione anche alla mania diffusa ed irresponsabile di mettere ogni cosa in pentola e in padella, non mi sono mai sognato di demonizzare i carboidrati.

 

Indice puntato contro le proteine anti-uomo della crudeltà, e le porcherie liquide che cercano invano di facilitarne l’espulsione

 

Ho semmai puntato l’indice contro le proteine della crudeltà e della digestione impossibile, le proteine del diabete e del cancro, i cibi alto-proteici di origine animale, gli zuccheri sintetici, le bevande zuccherate e gassate, le bevande nervine ed alcoliche.

Quando mi definisco vegano tendenzialmente crudista, intendo proprio quello.

A volte sono crudista al 100%, se trovo la frutta giusta. Altrimenti il pop-corn, la patata, il mais, le castagne, le arachidi, le patate dolci e gli yam, o anche qualche buon panino integrale alle verdure, me li mangio senza pensarci due volte.

 

Non faccio problemi di fronte a un piatto caldo intelligente

 

Se mia moglie prepara del miglio o del riso integrale, o anche della pasta al dente con cime di rapa in abbondanza, o una pizzetta ai funghi e verdure, non faccio grossi problemi.

Anche perché mi sono caricato precedentemente di sufficiente acqua biologica strutturata (succo zuccherino  di arance o kiwi o uva o cachi o meloni), e perché anticipo sempre tali eventuali pietanze con un piatto di verdure crude, capaci di esorcizzare il micidiale fenomeno della leucocitosi.

 

Lascio ai mascalzoni delle diete sballate l’onere di fare ragionamenti e calcoli demenziali

 

Lascio ai mascalzoni americani delle diete low-carb (basso-carboidrato) l’irresponsabile compito di demonizzare i carboidrati a vantaggio delle proteine.

Lascio ai vari Atkins (capofila delle diete low-carb), Sears (Zona), Agatson (South Beach), D’Adamo (Gruppi Sanguigni), e ai diversi altri autori di corbellerie dietologiche, questo tipo di ragionamenti demenziali. Questo problema l’ho già affrontato.

Se vai a leggere le mie tesine L’elogio del carboidrato naturale, del 12 agosto 09, e anche Il Pomo, il cibo bidone e il doping di domani, del 5 gennaio 2010, trovi gli stessi temi.

Siamo macchine che vanno avanti a carboidrato, non certo ad alcol, caffeina e cadaverina.

 

E’ basilare una distinzione che le università vetuste e i tomi incompetenti non fanno

 

I carboidrati si chiamano anche glucidi e comprendono i monosaccaridi o zuccheri, idrosolubili e dolci, (e di forma cristallina se sintetizzati), e i polisaccaridi, insapori, insolubili, amorfi (amidi, fecole, destrine, cellulosa).

E’ basilare però fare una distinzione che nessun dizionario al mondo fa, perché nella scienza ufficiale, tolemaica, vetusta e obsoleta più ancora della fisica pre-einsteiniana, la parola food-enzyme non è ancora stata recepita e metabolizzata.

E’ basilare cioè distinguere i carboidrati vivi da quelli morti, da quelli cotti e stracotti, carichi di calorie e depauperati totalmente dei rispettivi valori naturali di origine (enzimi, vitamine, minerali e ormoni).

 

Atenei ed editori, giornali e canali televisivi, comprati con moneta sonante

 

L’ho scritto e ribadito più volte che gli enzimi dei cibi naturali sono estremamente scomodi e spiazzano tutte le industrie alimentari del creato.

Ed è per questo che non hanno ancora trovato cittadinanza sui testi delle scuole e delle università, dove si parla di scemenze tipo Aids e Papilloma Virus, ma mai di enzimi, di vitamine naturali e di minerali organicati. Dove si parla sempre di malattie e mai di salute.

Devi capire che la Pfizer ha un giro d’affari annuo da 250 miliardi di dollari, e che Glaxo e Bayer non sono da meno. Vuoi che non comprino atenei ed editori librari e antenne televisive?

Politica, storia, scienza sono tutte materie svuotate e colonizzate.

 

Massimizzare i carboidrati naturali, e la quaterna cruda enzima-vitamina-minerale-ormone

 

Dirti di limitare i carboidrati significherebbe condannarti alla fame, alla penuria, all’anoressia.

Il mio invito, per te e per tutti, è precisamente nel senso opposto.

Massimizzare i carboidrati usando il buon sale organicato che teniamo in zucca (il sale-sodio-magnesio del sedano, intendo, e non certo quello dei velenosi sali da cucina prodotti dal monopolio di stato assieme ai tabacchi).

Massimizzare i carboidrati naturali dunque, i preziosi monosaccaridi del succo zuccherino che sta nella frutta, ed anche gli amidi preziosi di facile disponibilità che stanno nelle patate e in tutti i tuberi (optando per cotture minime e conservative), visto che i danni della cottura, se di cottura limitata e intelligente si tratta, sono minimi e tollerabili.

I valori delle onde radianti Angstrom

 

L’ossidazione cellulare, che è poi l’alimentazione che ci sorregge, avviene in contemporanea col crearsi di una minuscola corrente equivalente a un 50-milionesimo di Volt, internamente a ogni singola cellula vivente.

L’elettricità e la vitalità, l’efficienza e la durata del sistema cellulare, derivano proprio dalla magnetizzazione naturale dei cibi che assumiamo.

I valori delle onde radianti vanno dai massimi livelli ottimali dell’infrarosso (7600-9000 Angstrom), del rosso (6200-7600), dell’arancio (5900-6200), del giallo (5800-5900), del verde (5200-5800), del blu (4500-5200), del violetto (3900-4500), dell’ultravioletto (3000-3900), dei raggi X (600-3000).

 

Per arrivare a queste verità ci sono voluti fior di matematici, di fisici e di biochimici

 

Anders Jonas Angstrom (1814-1874), inventore svedese dello spettroscopio, scoprì il metodo per misurare la conduttività termale, dimostrando che essa è proporzionale alla conduttività elettrica.

Dal principio di risonanza di Eulero, la teoria di Angstrom dedusse che un gas incandescente emette raggi e scintille della stessa  rifrangibilità o risonanza di quelli che può assorbire.

Leonhard Euler o Eulero (1707-1783) fisico e matematico tra i più famosi del 18° secolo, assieme al torinese Giuseppe Luigi Lagrangia (1736-1813) ribattezzato Lagrange dai francesi.

 

L’ingegner Simoneton e la qualità radiante degli alimenti

 

L’ingegner Simoneton, con le sue importanti ricerche ventennali sulle qualità elettro-radianti e vibrazionali dei cibi, ci ha insegnato cose di basilare importanza.

Armatosi di contatore Geiger, di camera ionizzante di Wilson e di biometro di Bovis, graduato in Angstrom (unità di misura di lunghezza d’onda), ha condotto con pazienza i suoi esperimenti sui cibi.

Grazie a tali strumentazioni, è riuscito a stabilire dei valori qualitativi relativi alle cose che giornalmente introduciamo nel nostro malmenato e disastrasto sistema gastrointestinale:

 

  • Alimenti ottimi, a quelli superiori a 6500 A (frutta e ortaggi crudi).
  • Alimenti accettabili, a quelli compresi tra 3000 e 6500 A (verdure scottate, olio extra-crudo, pani integrali, pasta integrale, cereali non stracotti, latticini crudi, vini non pastorizzati (Simoneton è francese, sponsorizzato dalle cantine Beaujolet).
  • Alimenti junk o spazzatura, a quelli inferiori a 3000 A (marmellate, nutelle, cibi cotti, the, caffè, cioccolato, e, nella parte bassa della scala junk carne-pesce-latticini-uova).
  • Alimenti morti, a quelli privi di vibrazioni strumentali (liquori, alcolici, merendine, conserve, dolciumi, bevande gassate e zuccherate, cole).

 

Provare per credere

 

Da rilevare che patate, zucche, castagne, pannocchie, arachidi, sempreché cotte in modo conservativo, rivelano alti valori, superiori a 6000, per cui gli amidi naturali, cotti con intelligenza, non sono affatto da scartare nell’alimentazione umana. Vietato abusarne e vietato renderli prevalenti sulla frutta e la verdura cruda? Certo che sì. Non è solo un discorso strumentale.

Provare per credere. Una patata cotta con la buccia o nella carta stagnola (o anche affettata in pezzi non sottili e cotta in padella per una decina di minuti), una patata americana cotta con le buccia sulle braci, una pannocchia cotta all’interno del suo cartoccio, una castagna caldarrosta e dunque non privata del suo guscio, sono tutti alimenti non solo gradevoli, ma anche digeribili senza troppi effetti collaterali.

Una battuta sbagliata, ma di grande valore dialettico

 

Di queste cose parlai nella conferenza di Roma del 24 settembre 2009 a Roma, dal titolo Cibi che ammalano, cibi che guariscono, a cui non feci seguire la solita tesina, per banale mancanza di tempo, nonostante la richiesta in tal senso da parte di Franco Libero Manco e di alcuni ascoltatori.

Prometto di pubblicare tale documento entro fine marzo, perché troppo importante.

La tua battuta E’ duro eliminare i carboidrati, mi ha davvero solleticato.

Ti ringrazio per averla inserita nel tuo messaggio.

Una specie di morso della tarantola.

Vedi quanto importante è misurarsi, parlarsi, scriversi e scambiare le proprie opinioni?

 

La perfezione assoluta rimane il crudismo, ma non siamo a Tahiti o a Bora Bora

 

Nel citato incontro di Roma, parlai delle differenze qualitative tra alimentazione cruda e indispensabile (cibi di prima fascia), alimentazione cotta o integrazione di seconda fascia (che include appunto gli amidi naturali) e l’alimentazione cotta-lavorata di terza fascia, da limitare con rigore ma non escludere (pane integrale, pasta e pizza in versione vegana o almeno vegetariana).

Ma qualche concessione innocente, sensata e intelligente ce la dobbiamo fare, altrimenti diventa davvero difficile sopravvivere.

La perfezione assoluta è il crudismo centopercento, non ci piove.

Ma allora ci serve il sole, il movimento, la noce di cocco, la papaia, il durian, il rambutan, il succo crudo di canna, il mango, l’uva dalla vigna, più la divina ispirazione, il rilassamento e la poesia.

E magari una bella tahitiana appresso, che ci faccia la danza delle natiche e del ventre.

 

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo