IL DITO SULLA PIAGA DEL CONTAGIO E DELL’AIDS

IL  DITO  SULLA  PIAGA  DEL  CONTAGIO  E  DELL’AIDS

 

 

 

I lati infantili dell’essere umano

 

Per quanto adulto e sviluppato possa essere un uomo, egli resta sempre bambino e infantile quando lo metti di fronte ai suoi errori più intimi ed imbarazzanti, quando gli vai a scoprire alcune debolezze, o quando vai a fargli vacillare le sue antiche convinzioni o le sue ataviche certezze basate spesso, nota bene, su fondamenta di  pastafrolla.

La cosa più difficile al mondo per chi ha sbagliato, e soprattutto per chi è caduto più volte nel medesimo errore, è fare autocritica, ammettere di essere ingenuamente caduto in una trappola, riconoscere che certi suoi schemi mentali erano sbilenchi.

Una cosa è ragionare a freddo sulle cose e sulle idee che non ci riguardano troppo da vicino, un’altra cosa è invece mettere il dito sulla piaga dei nostri concetti.

A quel punto scatta inevitabile il meccanismo tutto psicologico della rimozione, della difesa a oltranza.

A uno che è stato sodomizzato, per usare il termine caro a Giorgio Gaber, non gli devi mai dire  Guarda che te l’hanno messa nel didietro.

Meglio sarà usare ogni diplomazia possibile, o magari buttarla sul ridere, sulla barzelletta.

 

Reazioni difensive vivaci e a volte furibonde

 

Quanto sopra vale in linea generale, ma diventa particolarmente evidente quando si parla di scelte che ci toccano da vicino tutti i santi giorni, come quelle concernenti il cibo e le cure mediche.

Nessuno meglio di noi vegani sa ad esempio quanto sia complesso e difficile convincere un umano carnivoro che ha torto, e che la carne gli fa davvero male a 360 gradi.

E nessuno meglio di noi vegani sa quanto è complesso e difficile convincere un latte-ovo-vegetariano che le proteine animali della sua dieta, consumate a pretesa copertura della rinuncia carnea, gli fanno altrettanto male della carne stessa.

Dove però la reazione difensiva è più vivace, e spesso addirittura furibonda, è nel settore della medicalizzazione, dei farmaci, dei vaccini, degli antibiotici, degli integratori.

Qui i dibattiti tendono assai spesso a trasformarsi in aggressioni verbali.

 

 

 

 

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I medicalizzati sono più fanatici degli stessi medici nel pretendere il farmaco

 

Spesso diciamo che uno dei più grossi guai delle nostre società avanzate è quello dell’eccessivo tasso di medicalizzazione, per cui non è solo una questione di spinte mediche a fare cose sbagliate, ad accettare operazioni non necessarie, a seguire diete sballate, a consumare farmaci droganti, ad assumere stampelle chimiche che vanno dalle vitamine, ai minerali e ai coenzimi Q10 in pasticche.

La gente medicalizzata è più imprudente e più fanatica degli stessi terapeuti di regime, al punto che se trova qualche sanitario più onesto e prudente, più trasparente e responsabile della media, qualche medico restìo a prescrivere determinate cure, lo qualifica subito come incerto, abulico, scadente, incompetente, e tende in questi casi a sbarazzarsi di lui e cercare qualcuno più bravo.

Esistono infatti centinaia di testimonianze di medici che si vedono spinti a prescrivere il farmaco da parte del paziente, anche quando essi non vorrebbero farlo.

Non dare il farmaco significa non curare, significa incorrere nel peccato tipico degli igienisti-naturali, i quali propendono quasi sempre per la cura della non-cura.

 

La deificazione del medico e della medicina è ingiustificata, oltre che essere arma a doppio taglio

 

La fede nella medicina e nei medici raggiunge a volte livelli incredibili.

Se la medicina può vantarsi di avere raggiunto davvero in pieno uno dei suoi massimi obiettivi, quello cioè di deificare se stessa agli occhi del mondo, essa lo ha davvero centrato in pieno, poco importa se gli altri obiettivi, assai più basilari, importanti, seri, sono franati miseramente.

Esiste in molti la convinzione che non esistano delle alternative valide alle cure mediche.

Più una persona è coinvolta in precedenti cure, e più nuove cure pretende, e più è aggressiva nel difendere le cure medesime.

Il medico è dio in terra, e le aspettative che la gente si fa sono enormi, per cui se la cura fallisce egli cade dall’altare nella polvere, a conferma che la deificazione è un’arma a doppio taglio.

Quando poi il paziente muore nonostante i vari accanimenti terapeutici, ci pensano i parenti, nelle inserzioni mortuarie, a tessere sperticate lodi ai medici che  hanno fatto l’impossibile per salvare il loro caro.

Chiaro che non tutti sono così, e che esistono le eccezioni.

Gente che ha perso la salute, e che è cosciente della propria situazione critica, ma che non riesce a tirarsi fuori dai guai, dalle cure, dalla dipendenza farmacologica.

Gente in grado di fare una spietata analisi della propria situazione e delle proprie gaffe, e che riconosce di aver sbagliato quasi tutto nella vita, proponendosi magari di comportarsi in modo assai diverso nella prossima eventuale reincarnazione.

 

Le scintille che sprizzano a proposito delle vaccinazioni

 

Quando poi si va a toccare l’argomento vaccinazioni, le scintille sprizzano in modo ancor più fragoroso.

Anche perché, grazie a decenni di diseducazione sanitaria sull’argomento, grazie a interpretazioni scorrette di dati già sufficientemente manipolati, si è creato un mito intorno a questa pratica assurda adottata dalla medicina filo-pasteuriana dei nostri tempi.

Prevenire omeopaticamente le malattie microbiche o virali abituando il corpo a forme di malattia identiche ma attenuate (causate dal medesimo batterio o dal medesimo virus, opportunamente indeboliti), è diventato uno dei dogmi basilari della medicina preventiva attuale.

 

 

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Fior di medici e di scienziati si sono pronunciati contro questa pratica assurda ed antiscientifica, per i rischi e i danni certi che essa presenta nell’immediato, ma anche per quelli inquietanti e sconvolgenti, non ancora soppesati del tutto, che la vaccinazione comporta nel lungo periodo.

Come ha detto il grande pediatra americano Robert Mendelsohn, esistono grossi sospetti che malattie tipo l’Alzheimer, o tipo la sindome di morte infantile improvvisa, abbiano degli addentellati con le vaccinazioni di massa fatte in precedenza.

 

Vaccinare non significa prevenire bensì pre-avvelenare e diseducare la gioventù

 

Ma le motivazioni non si fermano a quello.

La pratica delle vaccinazioni è quanto di peggio la medicina potesse scegliere per squalificare se stessa come educatrice sanitaria della popolazione mondiale.

Praticare le vaccinazioni significa infatti insegnare ai ragazzi e ai genitori, alla gente e alle scuole, che le malattie sono generate da microbi e batteri, da funghi e da virus, ovvero da entità nemiche esterne trasmesseci da altri, tutte in lotta ed insanabile conflitto col nostro organismo.

Tutto ciò è gravissimo.

Questa è la peggiore diseducazione sanitaria che si possa dare al pubblico.

Questo significa stravolgere la realtà delle cose e mantenere il livello di conoscenza all’era delle streghe a cavallo della scopa.

 

Oggi chiamano l’Aids col nuovo nome Hiv/Aids, scordando che, in matematica 0+0 fa sempre zero

 

Il bello è che non solo Antoine Béchamp (il più danneggiato dall’impostore Louis Pasteur), non solo la Florence Nightingale (quella delle malattie che non sono classificabili come cani e gatti, ma come fenomeni naturali di reazione alla scarsa pulizia interna del nostro organismo), non solo Robert Koch, ma persino lo stesso Pasteur, in un tentativo di estrema riabilitazione morale sul letto di morte, riconobbe che  Il terreno è tutto ed il microbo è niente.

Ma la carovana mercantile delle vaccinazioni era già partita, e le grosse imprese farmaceutiche di un tempo avevano già giocato per bene le loro carte, per cui era impossibile fermare la marea, lo tsunami del vaccino, dell’antimicrobico, dell’antivirale.

Così il pianeta Terra è diventato, da un secolo a questa parte, colonia di un regime di dittatori chiamati  vaccinatori ad oltranza, pronti a voler trasformare ogni malattia da malattia tossicologica (intossicazione da cibo, da veleni, da farmaci, da sentimenti negativi) in malattia batterico-virale e trasmissibile per contagio.

Con lo scorbuto, la pellagra e il beri-beri, il giochino gli è riuscito, e queste malattie di massa, per decenni e secoli sono state considerate malattie terrificanti e contagiose, pur mancando dei vaccini-antidoti.

La stessa cosa successe con lo Smon giapponese, fino a quando non si scoprì che tutto dipendeva dai veleni del Clioqinol targati Ciba Geigy, che i malati assumevano da tempo sballando il loro sistema escretorio.

La stessa cosa sta succedendo oggi con la malattia più falsa e posticcia del mondo, chiamata Aids, e corretta ultimamente in Hiv/Aids, quasi che Hiv/Aids valesse di più di Aids soltanto, scordando che in matematica 0 + 0 fa sempre zero.

 

La medicina di oggi fa notevoli passi indietro rispetto a quella degli stregoni e degli sciamani

 

Insegnare alla gente che le malattie sono causate da batteri e virus, e non invece dai propri balordi comportamenti e dalle proprie ancor più balorde diete, significa metterla fuori strada.

 

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Vuol dire insegnare alla gente a mantenere inalterati i suoi modi manicomiali di nutrirsi, scaricando sui microbi onnipresenti, e tutto sommato innocenti, ogni colpa ed ogni responsabilità.

A quel punto, la medicina di oggi fa dei passi indietro rispetto alle pratiche degli stregoni e degli sciamani.

A quel punto, la medicina moderna arretra di diversi secoli rispetto ai sacerdoti-medici che attribuivano le malattie agli spiriti maligni, ricorrendo a riti magici e scongiuri.

Un buon esorcista, ma anche un buon ipnotizzatore, che ti convincano di averti tolto dalle grinfie del demonio, dagli influssi e dalle possessioni, dalle fatture di streghe e fattucchiere, ti producono una liberazione-placebo importantissima dal punto di vista psichico, alla sola condizione di crederci.

E tutto avviene, il più delle volte, senza l’aiuto di alcun farmaco.

Un  buon medico invece, che pretenda di curarti e guarirti a suon di farmaci, le volte che ci riesce davvero lo fa non grazie ai farmaci ma nonostante i farmaci, i quali possono solo ritardare i tempi di recupero dettati dai meccanismi automatici di auto-guarigione del paziente.

Promuovere le pratiche vaccinatorie ed immunologiche vuol dire insegnare alla gente a temere il mondo, a sospettare il prossimo, a vedere il nemico in ogni dove.

Vuol dire insegnare alla massa che i lazzaretti e la peste, gli untori e i monatti di manzoniana memoria, sono sempre lì dietro l’angolo ad aspettarci, indipendentemente da quello che facciamo.

 

La visita di papa Ratzinger in Africa e la polemica sul flagello biblico

 

Mentre scrivo queste note, papa Ratzinger sta visitando l’Africa, e non poteva non esplodere l’ennesima polemica sul no del pontefice al profilattico.

Pare che siano passati i tempi dell’Arcivescovo Marcinkus, quando ci si guardava bene dal fare certe affermazioni, in quanto la leader del settore, la celebre Hatù di Bologna, apparteneva al Gruppo Maccaferri e quindi al Vaticano.

Si può dire no alla plastica perché fare del sesso senza è assai più interessante, piacevole ed eccitante.

O anche perché, come è da intendersi chiaramente nel caso del papa, il preservativo non si deve usare mai, visto che il sesso è peccato sia senza che con, e il profilattico diventa un mezzo e un simbolo del sesso, e si trasforma in un incentivo a farlo di frequente e con maggiore disinvoltura.

Accanto a queste polemiche sul banale oggetto di plastica, che sta nei distributori automatici delle toelette di mezzo mondo, e che viene ormai dato in regalo come il sapone e il dentifricio negli hotel di lusso, c’è la polemica ancor più corposa dell’Aids.

Maria Antonietta Calabrò, autrice dell’articolo: Berlusconi: L’Aids? Ratzinger è coerente, apparso sul Corriere della Sera del 20/3, cita tra l’altro  oltre 30 milioni di esseri umani morti di Aids dal 1982 a oggi, una delle tante cifre ufficiali che si sparano alla rinfusa, senza capo e senza coda, a proposito dell’Aids.

Quella cifra non è comunque la peggiore.

Altri parlano di 40 milioni solo in Africa, proponendo crociate internazionali contro questo flagello biblico.

Altri etichettano i neri, e soprattutto le prostitute nere come trasmettitrici di Aids (ovvero, nota bene, di una malattia inventata che non esiste nella realtà). Questa è forse la peggiore forma di razzismo dei nostri giorni.

 

Le opinioni dei nostri politici su profilattici e Aids, mentre alla Hatù sono preoccupati per le nuove tendenze del Vaticano

 

Dicono pure la loro lo stesso Silvio Berlusconi (L’Aids? Ratzinger è coerente), anche se uno come il premier non può essere così retrogrado da non conoscere tutto il castello di falsità e di ipocrisia che si nasconde dietro la sigla Aids.

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Ma ve lo immaginate un premier che dica come probabilmente la pensa davvero: Italiani, l’Aids è tutta una balla. Fate l’amore senza stupri e senza violenze, con chi vi piace e come vi piace, meglio senza preservativo che così riesce anche meglio.

Verrebbe scomunicato dal Vaticano, tormentato dalla famiglia, sbranato dai media, lapidato dall’opposizione, ricoverato in una clinica per malati mentali.

Accanto alla foto di Berlusconi, l’articolo porta pure per  pars condicio quella di Dario Franceschini, che non vuole essere da meno nell’esprimere il parere contrario: Il profilattico è indispensabile ed è da diffondere, per combattere l’Aids.

Non sarà per caso che la Hatù bolognese sia stata assorbita da qualche cooperativa rossa?

Umberto Bossi se l’è cavata con una battuta da eroe dimesso, tipica di uno che si è scordato dei vecchi tempi in cui sfidava il mondo grazie al fatto di  averlo duro come l’acciaio temprato.

Se tutti facessero come me, che mi tengo buona la moglie che ho a casa, l’Aids non si diffonderebbe, ha sentenziato il boss della Padania, in versione casalinga e chiesaiola.

 

La corte di Dortmund ha inflitto 8 mesi di carcere allo stato Federale e al Ministero della Sanità per diffusione di menzogne e di notizie false sull’Aids.

Un esempio di serietà scientifica e legale dalla vicina Germania.

 

Ma, a parte i casi citati, si leggono tutti i giorni, sui vari giornali del mondo, affermazioni sicure, e prive di indecisioni, da parte di capi di stato, di attori, di gente comune, di taxisti e di massaie.

Tutti bene informati.

Tutti specialisti in Aids, ovvero di qualcosa che  conoscono bene, ma che non esiste.

Tutti dunque specialisti del niente.

Parlare di ignoranza e di irresponsabilità è dire poco.

L’analfabetismo microbiologico al potere, dà maggiormente l’idea di quanto sta accadendo.

Ma perché non si vergognano? Perché non vanno tutti a nascondersi?

La corte di Dortmund, il 15/1/2001 ha emesso una condanna simbolica di 8 mesi di carcere contro le Autorità Sanitarie Federali Tedesche e contro il Parlamento della Repubblica Federale Tedesca, per avere diffuso informazioni e foto false, relative all’isolamento del virus HIV, e per aver assecondato tali menzogne, nonostante fosse a conoscenza dal 1994 che il virus HIV non è mai stato isolato da nessuno, per cui non esiste.

A quanti mesi dovremmo condannare i nostri leader? A quanti anni di lavori forzati dovremmo condannare i baroni di certe specifiche università italiane, che hanno saputo solo fare da ripetitori analfabeti di menzogne arrivate da oltreoceano, disinformando la gente per 30 anni e togliendole la voglia di stringersi la mano o di scambiarsi un bacio per timore dell’Aids?

 

Le ultime dichiarazioni del prof Peter Duesberg: Nessuno al mondo corre rischio di contrarre Aids o malattie simil-Aids per via sessuale

 

Il maggiore specialista della situazione resta ovviamente il prof Peter Duesberg.

Intervistato ultimamente da un giornalista che gli ha fatto presente come le sue posizioni siano un incentivo al sesso libero ed alla depravazione, il professore di Berkeley ha risposto con le seguenti testuali parole:

Io sono uno scienziato operante nel settore della microbiologia, non un sessuologo o un sociologo.

Ho dichiarato fin dall’inizio della farsa Aids, e lo confermo oggi con ferma determinazione, che l’Aids non esiste e che non esiste pure l’HIV, mentre c’è un grappolo di diverse malattie esautoranti e non definibili singolarmente, tutte derivanti da crisi immunitarie indotte da mal-comportamenti e mal-nutrizioni.

 

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Nessuna di esse è trasmissibile per contagio sessuale.

Meno ancora trasmissibile per via sessuale, o per qualsiasi altra via, l’Aids o l’HIV, due fantasmi poi che esistono soltanto nella fervida immaginazione del CDC  (Central Disease Control), o in quella ancor più fervida del Nobel Luc Montagnier e di Robert Gallo.

Io mi interesso di scienza. Fin quando vivo da scienziato, e fin quando non cambierò mestiere, sono legato a questa precisa responsabilità.

Confermo e sottoscrivo che nessuno al mondo corre rischio di Aids e di HIV per via sessuale.

 

Cosa ne pensano altri importanti scienziati sull’Hiv e sull’Aids

 

Se qualcuno pensasse che Duesberg è una campana particolare e di parte, portiamo qui di seguito alcune importanti dichiarazioni di altri scienziati:

  • 1) Walter Gilbert (premio Nobel per la chimica 1980, professore di biologia molecolare ad Harvard):

      Nessuno ha dimostrato ancora che l’Aids esista e sia causato da un virus HIV.

  • 2) Dr Joseph Sonnebend, microbiologo:

Non esiste alcun agente eziologico specifico dell’Aids, questa è la pura verità.

  • 3) Dr Albert Sabin (scopritore del vaccino antipolio):

Non c’è alcuna prova dell’esistenza di un agente di contagio nell’Aids.

  • 4) Dr Richard Beltz (inventore dell’AZT, azidotimina):

I miei studi hanno dimostrato che l’AZT era cancerogeno in ogni dosaggio, e che era troppo tossico anche per usi di breve periodo.

5)   Dr Rachel Baggaley, British Health advisor:

      Nessuno in Zambia, ma anche nel resto dell’Africa, muore mai di Aids. Da queste parti si muore di

      malnutrizione, di sete, di stenti, di malaria, di febbre, di tubercolosi (che i medici sono costretti per

      burocrazia a classificare come malattie da insufficienza immunitaria, cioè da sindrome Hiv/Aids, il che è

      una truffa statistica e mediatica).

  • 6) Prof Kary Mullis (premio Nobel per la chimica 1993):

L’Aids in Africa è una farsa nella farsa. Si sono conteggiati milioni di sieropositivi senza volersi accorgere che gli anticorpi della malaria (anticorpi che tutti hanno in Africa), si mostrano nei test come positivi all’HIV.

  • 7) Dr John Lauritsen (scrittore del testo La farsa dell’Aids):

L’Aids non è nuovo né unico, ma è stato inventato come parola-ombrello per coprire un complesso di malattie, alcune delle quali erano già state descritte dalla medicina nel 1539.

  • 8) Dr Ellinor Burkett:

L’industria dell’Aids comprende presidenti, governanti, politici, ricercatori, leader di comunità gay, burocrati delle assicurazioni sanitarie e funerarie. L’Aids non è affatto una malattia: è piuttosto un programma di governo.

  • 9) Dr Charles Geshekter (professore di storia alla University of California):

Il test HIV è stato del tutto inutile in Africa, ove i geni responsabili della tubercolosi, della malaria e della lebbra sono così diffusi che hanno contribuito a dare oltre il 70% di falsi sieropositivi, in persone i cui sistemi immunitari sono compromessi per ragioni che nulla hanno a che fare col cosidetto Aids.

  • 10) Dr Elliot Fox (fondatore Associazione per il riesame dell’Aids):

L’Aids, la Waterloo delle industrie farmaceutiche, è stato descritto come derivante da un virus che nemmeno esiste.

 

 

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  • 11) Dr John Rappaport (commentatore, giornalista, autore di Aids Inc):

Un sacco di gente è cosciente ormai che l’HIV è una burla di Carnevale e che però l’Azt, che deriva da quella burla, uccide sistematicamente la gente.

  • 12) Dr David Rasnick (membro della commissione presidenziale del Sud Africa):

Se si smettesse solo di usare il test HIV (test di validità scientifica uguale a zero), l’epidemia africana Aids scomparirebbe per incanto, lasciando in brache di tela la troppa gente che ci pappa sopra.

 

Ovviamente ci sono pure le campane a favore dell’Aids

 

La multinazionale inglese GlaxoSmithKline, produttrice del più micidiale veleno mai apparso sulla faccia della terra (vedi quanto dichiarato al precedente punto 4 dal suo formulatore chimico dr Richard Beltz), tifa a favore dell’Aids, e se ne frega se la malattia sia vera o falsa.

Essendosi specializzata in farmaci antiretrovirali, non ne vuol sentire nemmeno parlare che è tutto un bluff e che persino i retrovirus sono un errore di percorso della virologia.

Alla GSK è importante che continuino ad arrivare tanti ordini e tanti bei soldini.

Non è d’accordo chiaramente Bill Clinton, il nonzolo principe delle elemosine miliardarie che stanno facendo vacillare l’America, trattandosi di uno scandalo finanziario-politico molto più grave e dirompente del caso Bernard Madoff.

Madoff è andato in crisi quando alcuni clienti hanno cominciato a chiedergli indietro i loro soldi.

Cosa dirà Bill Clinton ai suoi benefattori miliardari? Gli dirà  Grazie me li sono mangiati?

Come risponderà alle ovvie richieste di favori politici e fiscali? Risponderà picche? O dirà magari:  Sorry, ma Obama non me lo concede!

Come se la caverà quando gli rinfacceranno che ha elemosinato miliardi per una malattia che non esiste?

Gli farà una sonora pernacchia, al canto di  Vi ho fregati, trallalero-trallalà?

 

Se questa conveniente e supercomoda buffonata finisce, sono guai per tutti, firmato CIA

 

La Casa Bianca targata Clinton aveva già dichiarato nel maggio 2000 che l’Aids era una  minaccia per la sicurezza nazionale, e aveva dato mandato alla CIA di gestire ufficialmente la faccenda.

Ma ai servizi segreti americani domina oggi l’imbarazzo e lo sconforto.

La grave minaccia non è l’aumento dei casi Aids, visto che, nelle pur fantasiose statistiche ufficiali, si è verificato un calo dei casi Aids di un 30% all’anno.

Il problema reale e scabroso che la CIA sta affrontando in questi giorni è l’esatto contrario,

Si teme che l’Aids scompaia dalla circolazione. Quella sì che sarebbe la vera peste.

Sono infatti talmente imponenti gli interessi economici-burocratici-politici legati al virus HIV, che la sua scomparsa dalla scena potrebbe lasciare una scia infinita di orfani e di nostalgici di un Eldorado che non esisterebbe più:

–   100 mila ricercatori medici, soprattutto americani, hanno carriere e stipendi legati al virus HIV

  • – 93 miliardi di Us$ sono stati stanziati nei soli Stati Uniti per le ricerche sull’Aids
  • – 1000 e oltre associazioni raccolgono miliardi di €/anno per aiutare i malati di Aids
    – Decine di miliardi di €/anno rimpinguano i bilanci delle multinazionali del farmaco (GlaxoSmithKline)
  • – Agenti come USAID, UNAIDS e WHO, ricevono stanziamenti annuali di miliardi di € per combattere

      l’Aids

–    L’ONU ha appena chiesto uno stanziamento di ulteriori 10 miliardi di € per affrontare l’emergenza Aids

 

 

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Le teorie vaccinatorie alla base del fallimento ideologico dell’arte medica contemporanea

 

Tornando ai passi indietro fatti dalla medicina, il fallimento ideologico dell’arte medica contemporanea è dovuto soprattutto alle teorie vaccinatorie, prima ancora che a tutto il resto.

Agganciarsi a Pasteur, ha significato staccarsi dalle teorie sacerdotali del Medioevo, per le quali la malattia arrivava come punizione divina o come sberleffo causato da diavoli e spiriti maligni.

Ma tale stacco, come avevamo detto, anziché comportare un progresso ha causato una rovinosa caduta all’indietro.

Il concetto medioevale di malattia, come castigo e punizione, era alla fine più consono ed appropriato alla realtà, rispetto al concetto pasteuriano, nel senso che almeno induceva la gente a comportarsi meglio.

Il Dio che premiava il buono con la salute o castigava l’empio con la malattia, era un modo come un altro per responsabilizzare le persone, per motivarle, per portarle ad essere più virtuose, più sagge, più attente alle proprie scelte nutrizionali e comportamentali.

Le malattie inducevano dunque al timor di Dio, che non era il massimo, ma che rendeva almeno gli umani più umili e prudenti.

 

La teoria microbica è il rifugio delle menti deboli ed incompetenti della medicina

 

Con il germismo e il viralismo, assistiamo invece alla de-responsabilizzazione più o meno totale dell’individuo e della massa.

La malattia è in questo ambito un’entità esterna che può colpire chiunque, a caso, in qualunque momento, per cui diventa essenziale il non-contatto con l’agente del nemico, si chiami esso germe, batterio, virus.

Verso questo tipo di medicina retrograda, antiscientifica e bislacca, suonano ancora più forti e ammonitrici le parole della Florence Nightingale la quale, 17 anni in anticipo sulla teoria pasteuriana, diceva profeticamente che presuntuosi medici le avevano insegnato a temere la scarlattina, e le altre malattie cosiddette contagiose, come se le malattie fossero delle categorie tipo cani e gatti, e non invece reazioni positive e logiche del corpo alla sporcizia interna, a specifici errori dietetici e comportamentali.

In effetti, concludeva la grande nurse-dottoressa inglese, la teoria microbica non è altro che il rifugio delle menti incompetenti e deboli della medicina moderna.

Parole che dovrebbero fare non arrossire ma persino impallidire la becera medicina vaccinatoria del terzo millennio.

La baraonda sull’Aids e l’HIV non è qualcosa che appartiene all’epoca di Marco Caco.

La stiamo sperimentando e subendo sulla nostra pelle giorno dopo giorno.

 

Il mondo sta morendo non di Aids ma di ignoranza, e di autentica dabbenaggine

 

Il mondo non è ammalato di Aids, ma bensì di terrorismo psicologico e di scemenza Aids.

Il mondo sta svilendo e morendo di ignoranza, non di Aids.

Si può mai morire di nulla, di una cosa inventata e che non esiste affatto?

A Luc Montagnier hanno dato il Nobel per la medicina 2008, non per le sue ricerche sull’Aids, ma per le sue ricerche sul come imbrogliare il mondo col trucco Aids.

Bill Gates e la sua compagna di lussuoso viaggio Melinda Gates (la cui Bill&Melinda Gates Foundation ammontava a 35,1 miliardi di US$ nell’ottobre 2008) stanno dedicando le ricchezze accumulate con la Microsoft alla lotta non contro le malattie, ma a favore della buffonata terroristica Aids.

 

 

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Bill Clinton sta ricevendo elemosine miliardarie nella sua William Clinton Foundation, che sono oboli di VIP arricchiti che si disfano di risorse accumulate alle spalle della povera gente, per riempire il salvadanaio del più venale e disinvolto mercenario dei tempi moderni.

La Hilary Clinton, scomoda segretaria di stato americana nel team del presidente Obama, continua ad essere pedina fondamentale della farsa Aids.

Non siamo nel Medioevo. Siamo nell’Anno del Signore 2009.

 

Una pepata e bella poesia di John Lennon dedicata a Paolo Vanoli e a me medesimo

 

L’ammirevole medico e dottore naturalista Paolo Vanoli, che sta coraggiosamente ospitando il mio scritto  Tutto risale a Pasteur e Bèchamp, si è visto postare dei commenti indecenti, tipo quello di un certo Giovanni C. il quale, come non bastassero già i suoi commenti al vetriolo, ha scomodato quattro versi di John Lennon:

 

    WORKING CLASS HERO                                                     EROE DELLA CLASSE OPERAIA

Keep you doped with religion and sex and TV,                 Mantieniti drogato di religione e sesso e TV

And you think you are so clever and classless and free,    E continua a credere di essere così intelligente ed  

                                                                                            emancipato e libero,

But you’re still fucking peasants as far as I can see,          Mentre sei tuttora spregevole contadino per quello

                                                                                            che vedo,

A working class hero is something to be,                           Un eroe della classe operaia non è ancora nato,

A working class hero is something to be.                           Un eroe della classe operaia non è ancora nato.

 

Chiaramente, la bella poesia di Lennon è dedicata al dr Paolo Vanoli, e pure a me che ho scritto quell’articolo.

Sarebbe interessante sapere a chi la dedicò realmente il maggiore dei Beatles, quando la scrisse.

 

Mia risposta al lettore Giovanni C.

 

Chiaro che non rispondo a Lennon ma al lettore che ha fatto ricorso ai versi di Lennon.

Dedicata a me, credo che faccia solo sorridere.

Mio padre non era medico e non era nemmeno di sangue reale.

Dopo aver servito per 5 anni l’Italia come militare sul fronte orientale, spese una vita a fare analisi di peso e qualità, a quantificare stampi, putrelle e laminati alle Officine Bertoli, acciaieria storica alle porte di Udine.

Pertanto, l’appartenenza alla classe operaia è un fatto accertato.

Ma mi sento onorato e nobilitato di essere figlio di mio padre, anche se non era un Savoia.

Drogato di religione, non credo. E meno ancora di televisione, limitandomi ai telegiornali e a qualche evento sportivo.

Il sesso sì, non mi lascia indifferente. Sono sempre stato ragionevolmente attratto dalle grazie femminili.

Provenienza contadina? Sì, e non mi vergogno di provenire dalle campagne del Friuli, anche se ormai il territorio di Tavagnacco e i dintorni a nord di Udine sono ormai diventati città e cemento al pari di Cinisello Balsamo e di Cernusco sul Naviglio.

Eroe? Non mi ritengo tale, e non penso nemmeno che ci si debba porre il problema di essere degli eroi oppure, alternativamente, dei mediocri.

Ci sono infiniti livelli intermedi in grado di soddisfare le nostre ambizioni e le nostre esigenze.

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La frase conclusiva, per cui dalla classe operaia non può nascere un eroe, può fare un certo effetto, ma è intrisa di nero pessimismo, visto che la maggior parte dei geni del passato ed anche quelli del nostro tempo, pare sia proprio nata in prevalenza dalla classe operaia.

Le origini umili aiutano spesso la gente a svilupparsi meglio.

La miseria può essere brutta e scomoda, ma resta pur sempre una grande scuola, almeno per chi riesce a saltarne fuori.

 

L’identikit psicologico e comportamentale di un lettore dai toni piuttosto bavosi

 

Non tutti possono provenire dalle classi della nobiltà e dell’aristocrazia come Giovanni C. che prende la mia frase d’apertura  (Ognuno ha la medicina e le cure che si merita), per dire ironicamente che  la condivide, e che le altre 1099 righe inutili dell’articolo (che bravo a contarle una per una), lo inducono ad esprimersi con un  Tu continua a bere piscio, che io mi vaccino e in caso di necessità mi prendo gli antibiotici e il resto della medicina allopatica, che la dice lunga sulla sua personalità.

Chiaramente non conosco personalmente Giovanni C., e non sono in grado di giudicarlo se non da queste sue righe, dalla poesia che ha allegato, e soprattutto dai toni che usa.

Posso tentare comunque un identikit.

Cinquanta-sessanta di età, per la sua Beatlesmania.

Più medicalizzato che medico, perché tutti sanno che i medici raramente si vaccinano ed ancor meno fanno vaccinare i propri figli.

Quanto al carattere e agli stili di vita, è sicuramente un forte consumatore di carne e di latticini, e lo deduco dalla sua reazione non certo serena, ma esagerata e quasi bavosa.

Quasi che gli si avesse soffiato una fidanzata, o gli si avesse insozzato la camicia di seta e relativi polsini di platino con un uovo marcio.

E’ consumatore di carne anche per la sua tendenza ai farmaci, tipica dei carnivori.

Pertanto è classico consumatore di deiezioni animali. E’ risaputo che in tutte le carni c’è una percentuale di urine che fanno compagnia all’ammoniaca, agli indoli, agli scatoli, ai mille altri veleni, e alla terribile cadaverina.

E’ anche consumatore di latticini, per cui almeno i canonici 2,5 mg/kg fissati dalla FDA, se li assorbe di sicuro, prendendosi in bocca un’ulteriore scarica di urina.

 

Noi vegani stiamo attenti al  Cos’è e al  Da dove proviene, più che al sapore chimico

 

Non è nel mio stile scagliarmi contro chi esprime parere contrario in modo sensato e civile.

Anzi, ritengo che la critica abbia una funzione creativa importantissima.

Se Giovanni C. avesse detto che non è d’accordo con l’articolo per i motivi A, B e C, e che crede nelle cure mediche, lo avrei rispettato e ringraziato, o avrei al massimo analizzato e commentato serenamente le sue obiezioni.

C’è al mondo gente che ha perso il senso e il gusto delle cose.

Gente per la quale non ci sono differenze sostanziali tra il bello e il brutto, tra il buono e il cattivo, tra il gradevole e l’aspro, tra la critica più dura e la sciocca ed offensiva maleducazione, tra il profumo di un ciclamino o di una violetta e il disgustoso olezzo della cadaverina.

Gente per la quale bere un succo d’arancia o bere un misto di sangue ed urina (magari addolciti con dello zucchero) è la stessa identica cosa.

Gente per la quale mettere tra i denti una noce o una castagna, oppure gli ossicini di un cadavere di gallina o di pesce non fa alcuna differenza.

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Noi vegani siamo al contrario attentissimi a questi dettagli.

Tant’è vero che diamo assoluta prevalenza al  Cosa è, e al Da dove proviene, in ogni cibo che portiamo alla bocca, mettendo in secondo piano il sapore.

Che un consumatore di carne e latticini, regolare assorbitore di deiezioni e di cadaverine animali, venga a dare del bevitore-di-urina a un vegano fa davvero intenerire.

 

Risposta al lettore Maltese sulle vaccinazioni

 

Un secondo lettore, critico per il medesimo articolo, è il signor Maltese.

Io mi vaccino e in caso di necessità mi prendo l’antibiotico e il resto di quanto offre la medicina allopatica.

Nel 60 ci furono 6000 casi di polio e, con le vaccinazioni, l’epidemia si azzerò.

Purtroppo, in media ogni 4 anni, un bambino resta paralizzato a causa del vaccino. Pace all’anima di quel bambino.

E’ evidente che 8000 bambini l’anno contro uno ogni 4 anni indicano che il vantaggio è netto.

Se invece uno fa il vaccino perché così dice la TV, oppure contro la meningite perché rischieresti di rimanerci secco (mentre il rischio di ammalarsi è uguale a zero), sono d’accordo che quello è un pirla.

In questo caso, Maltese prende per buoni alcuni dati che per noi non sono affatto realistici.

Primo, la polio non è scomparsa per merito delle vaccinazioni (pregasi confrontare i dati ufficiali delle USL, coi dati della Lega Antivaccinazioni) e, secondo, il morto ogni 4 anni non solo è certezza, ma ci sono molti altri bimbi gravemente danneggiati dai vaccini, e mai conteggiati nelle statistiche.

Terzo, non ha senso, matematicamente parlando, fare confronto tra un caso di morte accertata e la cifra di 8000, intesa come 8000 casi di morte schivata o di polio schivata (chi ti ha mai detto che quegli 8000 bimbi, senza alcuna vaccinazione, si sarebbero ammalati?).

In Filippine, paese più vaccinato al mondo, esistono persino le precise controprove della regione meridionale di Mindanao, dove c’è stato un livello alto di disobbedienza al vaccino, con la conseguenza che i casi di polio tra i vaccinati di Luzon e Manila sono stati molto più elevati che tra quelli dei non vaccinati del Sud.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)