I principali doveri del medico odierno sono contemplati nel “Giuramento di Ippocrate”, bellissimo, universale e profetico testo scritto da Ippocrate, padre della Medicina.
Che cos’è la Deontologia Medica? Che cosa dice lo scritto Ippocratico?
Per Deontologia Medica si intende l’insieme delle norme e dei doveri professionali che il medico, nell’esercizio della sua arte salutare , ha verso il malato (la cui vita è nelle sue mani, e deve essere considerata come un pegno sacro da tutelare con tutte le risorse della sua scienza); verso le di lui credenze religiose (che vanno sempre rispettate, qualunque siano: se la morte è imminente, ne avviserà con tatto i famigliari, perché al moribondo credente non manchi l’estremo conforto religioso nell’ora del trapasso; verso i suoi famigliari (che vanno sempre tenuti al corrente della verità, anche se spiacevole); verso i colleghi (nei confronti dei quali il medico dovrà sempre usare quel contegno e quei riguardi che egli desidera per sé; il giovane medico deve usare deferenza verso l’anziano collega e questi mostrar benevolenza verso il giovane inesperto alle prime armi; mai concorrenza sleale e denigrazione nei riguardi di qualsiasi collega); verso le autorità e gli enti da cui il medico professionalmente dipende, e le leggi che ne disciplinano la professione; nei riguardi del segreto professionale (al cui scrupoloso rispetto il medico è in ogni caso tenuto, quasi come il sacerdote nei confronti del segreto della confessione).
A questa somma di doveri professionali deve far riscontro, ovviamente, una somma di diritti che al medico competono per ciò che riguarda il prestigio ed il decoro della sua professione, gli onorari, i consulti ecc.
Quanto sopra detto si ritrova nell’antico-moderno testo ippocratico che qui sotto riportiamo:
“Giuro per Apollo medico, per Igéa, per Panacéa e per tutti gli déi e le dee, prendendoli a testimoni, che manterrò, con tutto il mio potere e secondo tutte le mie cognizioni, questo giuramento così com’è scritto. Terrò in conto di padre colui che mi ha insegnato la Medicina; lo aiuterò a vivere, gli darò tutto ciò ci cui potrà aver bisogno, e considererò i suoi figlioli come miei fratelli: Se vogliono apprendere questa professione, la insegnerò senza compenso di denaro né obbligazione scritta; farò conoscere i suoi principi^, darò estese spiegazioni, comunicherò in generale tutta la dottrina come ai miei figli.
Ordinerò ai malati il regime conveniente secondo i miei lumi ed il mio sapere e li difenderò contro ogni cosa ingiusta e nociva. Non consiglierò mai a nessuno di ricorrere l veleno e lo rifiuterò a coloro che me lo domanderanno. Non darò a nessuna donna dei rimedi per farla partorire prima del termine. Conserverò la mia vita pura e santa come la mia arte. Quando entrerò in una casa, sarà sempre per assistere dei malati e mi manterrò puro da ogni ingiustizia e da ogni concupiscenza verso gli uomini, i fanciulli e le donne, schiavi o liberi che siano. Tutto ciò che vedrò e sentirò nei miei rapporti con gli uomini al di fuori e nelle funzioni del mio ministero, e che non dovrà essere riferito, lo terrò segreto considerandolo come cosa sacra. Possa così io vivere a lungo, riuscire nella mia arte e divenire celebre in tutti i secoli come terrò fede a questo giuramento senza violarne un solo articolo; se dovessi mancarvi e divenire spergiuro, che mi capiti il contrario”.
GIURAMENTO PROFESSIONALE
Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:
● di promuovere la salvaguardia della salute, del benessere e dei diritti degli individui e delle popolazioni come mio primo impegno professionale;
● di praticare la medicina intesa come insieme di scienze applicate che si fondano sui risultati della ricerca basata sul metodo sperimentale e sull’osservazione sistematica e pianificata;
● di esercitare la medicina in autonomia di giudizio senza accettare nessuna interferenza o indebito condizionamento;
● di perseguire con la persona assistita una relazione di cura fondata sulla fiducia e sul rispetto dei valori e dei diritti di ciascuno e su un’informazione preliminare alla raccolta del consenso comprensibile e completa;
● di informare la mia condotta ai principi di solidarietà e giustizia al fine di garantire il rispetto dei diritti civili circa l’autonomia della persona;
● di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
● di adeguare la conoscenza scientifica, le applicazioni tecnologiche e le mie abilità tecniche alle specifiche caratteristiche del singolo individuo nel rispetto delle sue preferenze e delle sue sensibilità;
● di non far mai prevalere l’interesse della scienza sulla salvaguardia della salute, del benessere e dei diritti dei soggetti coinvolti nella ricerca biomedica;
●di garantire indipendenza nella progettazione, conduzione, analisi e interpretazione dei risultati degli studi clinici e di impegnarmi a rendere sempre pubblici i risultati completi delle ricerche, qualunque ne sia l’esito;
● di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte;
●di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati senza mai abbandonare di affidare la mia reputazione professionale alle mie competenze e al rispetto delle regole deontologiche e di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
●ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto delle persone coinvolte;
● di prestare soccorso nei casi d’urgenza e di mettermi a disposizione dell’Autorità competente, in caso di pubblica calamità;
●di rispettare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che osservo o che ho osservato, inteso o intuito nella mia professione o in ragione del mio stato o ufficio;
● di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della professione.
Tra il Giuramento di Ippocrate (Coo 460 a.C. – Larissa 377 a.C.), e quello del Codice Deontologico emanato, e periodicamente rivisto, dalla FNOMCEO (Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi), la sostanziale differenza sono i 2500 anni che li separano.
Dr Teodosio De Bonis
Specialista in Anestesiologia e Rianimazione
Direttore Scientifico Sanitario della Daphne Lab