L’importanza di conoscere compatibilità ed avversioni tra un cibo e l’altro.
Un che fare indirizzato non solo ai vegani ma alla gente in generale.
Ciao V, Torno su un argomento che mi interessa particolarmente e che ti avevo già proposto mentre stavi in Malaysia, ed è quello delle combinazioni alimentari.
Gradirei da parte tua un intervento sul come fare, sul know-how pratico relativo a quali cibi si possono assumere assieme e quali no, quali consumare prima e quali dopo.
Vorrei che tu parlassi di questo rivolgendoti non solo ai vegani e ai quasi vegani, ma in particolare ai neofiti che si stanno avvicinando timidamente alla materia, ed anche ai poveri disgraziati che si ritrovano tuttora, nell’era dell’Acquario, della sensibilità e dell’armonia col creato, a dipendere dalla carne, dal pesce, dalle uova e dal formaggio, e che vorrebbero cambiare qualcosa, ma non sanno nemmeno da dove cominciare.
Ti chiedo dunque un come fare dal minimo verso il massimo, nella giusta comprensione progressiva, sottolineando sempre i tuoi irrinunciabili principi del crudo e del basso proteico.
Alcune dritte concrete da indirizzare ad amici e parenti, a sani e malati
Ti chiedo questo anche per colmare quelle piccole contraddizioni che esistono trai vari autori, come ad esempio tra Shelton e Costacurta, Mosseri ed Hay. Serve una mediazione aggiornata.
Insomma ti chiedo di aiutarci a trovare il buon senso pratico per noi stessi e per gli altri.
Dacci delle dritte che noi possiamo poi divulgare e trasmettere ad amici e parenti, sani e malati.
Quali le priorità? Quali le combinazioni più importanti da rispettare? Quali gli errori comuni da evitare?
Siamo in attesa del tuo secondo libro
Il tuo libro Alimentazione Naturale sta girando a gonfie vele a Torino e dintorni, e sono felice di aver fatto la mia parte in questo. Stanno nascendo dibattiti ed entusiasmi
A quando il prossimo libro?
Ti ringrazio e ti saluto. Dionisio da Torino.
Richieste non banali da un campione di divulgazione
Carissimo Dionisio,
Tu da solo stai moltiplicando per 200 la divulgazione dei miei articoli, ed è più che giusto risponderti con prontezza. Ti ho fatto attendere e me ne scuso.
Ma la faccenda delle epidemie mi sta dando un bel da fare.
In realtà, le tue richieste non sono per niente banali, anche perché nascono da esigenze operative in ambito natural-terapeutico.
La posizione ufficiale dei medici è che non esistono problemi di combinazione ma solo di quantità
Andiamo per ordine.
Già l’argomento in sé è oggetto di polemica tra il salutismo sheltoniano della ANHS (American Natural Hygiene Society) e l’Ordine Medico
Per i medici, il problema semplicemente non esiste.
Basta mangiare poco e di tutto, come dice la loro nota e tipica formula, e le cose si aggiustano da sole.
Se poi ci aggiungiamo due bicchieri di vino, chiudendo il tutto con un amaro digestivo, un caffè e una sigaretta, completiamo il quadretto alla perfezione.
Per i salutisti naturali le corrette combinazioni sono un fattore essenziale
Per gli igienisti invece, occorre fare molta attenzione, in quanto il nostro apparato gastrointestinale ha le sue precise esigenze, e la nutrizione deve sempre avvenire nel modo più rapido, economico ed efficiente possibile, senza rappresentare un dramma digestivo e un costo energetico esagerato, e spesso superiore addirittura all’apporto calorico dei cibi stessi.
La necessità di considerare le priorità, le mescole, le precedenze, nasce dal fatto che l’uomo contemporaneo non riesce a rispettare le leggi della propria alimentazione, e che spesso non le conosce nemmeno.
Quali sono dunque le regole precise e severe delle combinazioni dei cibi naturali?
- 1) I vegetali, sia quelli a foglia (lattughe e cicorie, cavoli e valeriane) che quelli a frutto (peperoni, zucchini, melanzane) e a radice (asparagi, patate, carote, rape, topinambur), da assumersi preferibilmente allo stato naturale (o con cotture brevi e molto conservative, meglio se al vapore), si combinano bene con tutti gli altri cibi, e vanno assunti, nell’ambito di un pasto misto, per primi, essendo essi dotati di rapida digeribilità.
In altri termini, tutte le verdure crude si devono prendere a pranzo e a cena all’inizio del pasto,
sotto-forma di antipasto consistente e centrale, non come cibo di contorno.
- 2) La frutta fresca e al naturale ha tempi di digestione addirittura super-rapidi (in genere inferiori alla mezz’ora se assunta secondo norma, ovvero a stomaco vuoto, con l’eccezione della banana, dell’avocado e della frutta secca tipo noci e mandorle).
Pertanto essa va sempre consumata rigorosamente da sola e lontano dai pasti impegnativi (vedi cibi cotti), e soprattutto lontanissimo dai pasti carnei.
Il mio sincero consiglio per chi si ciba di carne e di proteine animali è di evitare totalmente la frutta nel giorno in cui ha consumato le sue corbellerie, limitandosi al massimo alla mela, alla papaia e all’ananas i quali, grazie ai loro enzimi antifermentanti, non vanno in bollitura rapidamente come il resto degli altri frutti, ed evitano così il pericolosissimo fenomeno della putrefazione proteica associato alla fermentazione alcolica degli zuccheri.
Per loro, la soluzione ideale, quella del meno-peggio (e sempre transitoria, perché la carne fa sempre male in tutti i modi e in tutte le combinazioni) sarebbe quella di un giorno verdure crude e carne, e il giorno dopo frutta a volontà.
In linea generale, l’ideale resta quello di seguire i consigli dell’esperimento-principe della nutrizione, quello di Cambridge2000, il quale predica per tutti un minimo di 5 pasti sazianti di sola frutta al giorno, da piazzarsi a colazione, a mattina avanzata e sul mezzogiorno, e poi verso le 16 e le 18, in coerenza col fatto che la frutta è il nostro vero cibo di elezione.
Lo scopo di Cambridge è quello di rendere la vita umana totalmente libera dall’assillo cancerogeno e cardiologico, ovvero dalle due malattie top-killer.
Chiaro che l’adozione del just fruits five times per day rende il pranzo e la cena assai meno importanti di quanto essi fossero in passato.
Se uno si sazia con la frutta cinque volte al giorno, non cova più dentro di sé grossi appetiti, e non alberga in particolare voglia di carne e sete di sangue e di urina animale, e nemmeno sete di vino e birra, di the e caffè, di alcolici e bevande gassate.
Non dobbiamo scordare che l’uomo del paleolitico faceva ancora meglio di quello di Cambridge, applicando egli la regola del 12 per day, equivalente a una mangiata di pomi e bacche in ogni ora del giorno, da mattina a sera, senza alcun intervallo speciale per pranzo e cena.
Volendo essere ancora più pignoli, facciamo qui di seguito delle importanti distinzioni tra frutta e frutta.
2a) Meloni (tutti i tipi di meloni e angurie).
Trattasi di una categoria speciale, ottima e salutare sotto ogni punto di vista, soprattutto per l’abbondante acqua biologica che ci sa offrire.
Occorre però consumarla rigorosamente da sola e a stomaco rigorosamente vuoto, non mescolandola nemmeno ad altri frutti, a causa dei suoi zuccheri particolarmente fermentanti, scegliendo sempre frutti sani e maturati al sole.
2b) Frutta dolce e frutta dolce seccata (banane, cachi, uvetta, datteri, albicocche e prugne secche, mele e cachi secchi, carrube).
Si combina bene col sedano, le lattughe e le cicorie. E’ accettabile coi frutti sub-acidi ma non con quelli acidi.
2c) Frutta sub-acida (pere, mele, uva, fichi, fichi d’India).
Può essere mescolata con frutti acidi e con frutti dolci, ma non con entrambi contemporaneamente.
2d) Frutta acida (agrumi, frutti di bosco, melograni, mele cotogne, kiwi, ciliegie, fragole, ananas, pomidoro).
Si combina senza problemi con la frutta sub-acida, ma non con la frutta dolce.
Va bene col sedano, le lattughe e le cicorie.
2e) Ricordarsi poi che c’è pure l’importante distinzione (già sopra accennata) tra frutta contenente enzimi fermentanti (quasi tutta la frutta è così) e frutta contenente enzimi anti-fermentanti, tipo mele, papaia, ananas, che si possono consumare prima, durante e a fine pasto, persino nei pasti non vegani, senza causare drammatici sconquassi fermentativi.
- 3) Gli amidi vegetali (carote, zucche, carciofi, patate, pannocchie fresche, papaie, noci di cocco),
si combinano bene con le insalate verdi (ma non con i pomidoro).
Evitare rigorosamente mescole tra proteine vegetali/animali e amidi.
- 4) Le proteine vegetali (olive, germogli, nocciole, mandorle, noci, noci brasiliane, pistacchi, piselli, fagioli, soya, arachidi, lenticchie, fave, semi girasole, semi zucca, semi sesamo, cereali) si combinano bene con tutti i vegetali.
Evitare mescole con frutti dolci e con amidi vegetali/animali.
Gli schemi combinatori sono il prodotto di lunghe ricerche in ambito igienistico
Questi schemi sono la sintesi di 200 anni di esperienze igienistiche da parte di centinaia di studiosi e non semplicemente idee di un autore soltanto, si chiami esso John Tilden o Herbert Shelton o Arnold Ehret o Albert Mosseri.
Nel mio piccolo, si tratta anche delle mie sperimentazioni personali ed originarie, visto che ero arrivato alle medesime conclusioni ancor prima di conoscere l’igienismo naturale.
Il corpo umano resta basilarmente il medesimo per tutti
Le direttive combinatorie sopra indicate sono disegnate essenzialmente per i vegani.
Che fare dunque coi non-vegani, coi mangiatori di imbarazzante cadaverina, con gli ammalati, con la gente in cura farmacologica, con le donne incinte e con gli atleti in odore di record?
Diciamo pure che il corpo umano è sempre quello, indipendentemente dai suoi comportamenti e dalle sue situazioni contingenti.
Il suo sangue è sempre alcalino (e mai acido come negli animali carnivori), la sua disponibilità di acido cloridrico nei succhi gastrici, per la demolizione delle proteine e la trasformazione delle stesse in comodi e pronti-per-l’uso aminoacidi, è sempre bassissima (dieci volte circa inferiore a quella dei carnivori), la sua presenza di enzimi urikasi antiurici è sempre nulla (al contrario dei carnivori).
Un organismo smaccatamente fruttariano
Qualunque cibo l’uomo stia assumendo per abitudine, convinzione, imitazione, gusti personali, il suo corpo e il suo apparato gastrointestinale non cambiano.
L’uomo ri ritrova sempre con un corpo smaccatamente vegano-fruttariano, ansioso di ricevere in sovrabbondanza il suo cibo di elezione che è la frutta fresca.
La donna poi, che sta sviluppando al suo interno un feto, non diventa affatto, tutto d’un tratto, una marziana.
La terrina di verdure crude è d’obbligo
Pertanto il discorso vale per ognuno di noi, vegano e non.
La terrina di verdure crude all’inizio dei pasti principali è regola universale.
Evitare le mescole micidiali tra pasta e ragù, prediligendo pasta e pomidoro crudo o pasta e pummarola, o pasta olio-aglio-peperoncino, o pasta al pesto genovese, è anch’esso un discorso che vale per tutti.
Evitare che nella pizza si aggiungano ingredienti proteici, precotti, conservati, prediligendo verdure fresche, è un principio che vale oro.
L’adozione di Cambridge da parte di un carnivoro richiede un digiuno
Stare alla larga dai panini con carne e affettati, preferendo sempre il pane integrale alle verdure e al massimo qualche noce o dell’avocado o delle olive, o al limite una fetta sottile di formaggio crudo di malga, per i non-vegani, è un consiglio fraterno, più che da amico.
Non posso pretendere che il carnivoro adotti Cambridge2000 da subito e senza adeguati accorgimenti.
Gli potrebbe causare qualche inconveniente. E’ indispensabile prima un breve periodo purificante, ovvero un digiuno preventivo di almeno un paio di giorni.
Tutti indistintamente vegani e fruttariani di mattina
Una cosa fondamentale per i non-vegetariani è di diventare rigorosamente vegetariani tutti i giorni, almeno dalle 7 del mattino alle 13, ovvero nel periodo della giornata più adatto alla frutta, corrispondente poi al ciclo giornaliero della eliminazione corporale, che va dalle 4 am alle 12, e che dalle 12 alle 8 pm diventa ciclo appropriativo (ciclo del consumo più consistente), per concludersi col ciclo assimilativo, dalle 8 pm alle 4 am del giorno dopo (periodo in cui è vitato assumere cibo.
Anche nei vari stati di malattia è fondamentale il discorso della purificazione preventiva mediante un breve digiuno ad acqua distillata o ad acqua e limone.
Contano assai di più i principi generali che i dettagli
Non vorrei però che la gente si impressionasse e si confondesse con tanti schemi e tanti paletti.
I dettagli e le differenze tra i suggerimenti particolari di un autore e quelli di un altro potrebbero non essere significativi.
Quello che conta sono i principi generali più che i dettagli.
Il problema delle combinazioni in origine non esisteva nemmeno, visto che l’uomo era mosso dalle semplici segnalazioni naturali della fame e della sazietà, non esistendo diverse nuove categorie di sostanze promosse ingiustamente al rango di cibi.
Credo che le mie tesine sulle diete rendano meglio l’idea, rispetto agli schemi combinatori
Se l’uomo mangiasse in modo virtuoso, rispettando la conformazione del suo sistema gastrointestinale, non devierebbe in continuazione dalle regole, e, in quel caso, non servirebbe alcuna bussola orientativa.
Visto che la virtuosità è assai rara, diventa necessario trovare dei sistemi di compromesso, capaci di ridurre al minimo i guasti e gli inconvenienti causati dal cibo mescolato.
Sono convinto, in ogni caso, che le mie tesine dietologiche (ce ne sono una trentina circa) servano molto di più degli schemi sopra indicati, in quanto rappresentano la traduzione dalla teoria alla pratica concreta e quotidiana.
Non ho difficoltà ad inviarle a chi me le chiedesse espressamente.
Priorità assoluta ai cibi vivi, freschi, integri
Direi che un’idea fondamentale, per tutti, è di dare sempre priorità a cibi dotati di alto valore digestivo-assimilativo, a cibi naturali e carichi dei loro enzimi auto-digerenti, e dunque a cibi non cotti, non lavorati, non concentrati e dunque freschi ed integri della loro naturale acqua biologica.
L’altro punto riguarda la necessità di consumare prima i cibi a più radida digeribilità e, a fine pasto, quelli a lenta digeribilità, che sono le proteine, ovvero le mandorle-noci-pinoli-pistacchi per i vegani e le carni-pesce-formaggi-uova per i carnivori (almeno fino a quando non si decidono a cambiare idea).
I problemi di dipendenza di cui soffrono i carnivori
Gli amici carnivori, senza nemmeno accorgersene, sono tartassati da diversi problemi che rendono il loro tentativo, di passaggio a una dieta sana, assai problematico.
Occorre dirglielo con chiarezza, occorre mettere impietosamente il dito sulla piaga e non trincerarsi dietro frasi diplomatiche ed accomodanti.
Il carnivoro è legato alla carne nello stesso modo in cui il dolcificato è legato al saccarosio, all’aspartame, ai gelati e alle bibite gassate. Nello stesso modo in cui il caffeinomane è legato al caffè e alla Coca-Cola, o il fumatore è legato alla sigaretta, o l’alcolizzato al vino e alla birra.
Carnivoro drogato? Purtroppo sì.
E’ ampiamente accertata la caratteristica drogante e dopante della carne
Che la carne, al pari delle altre proteine animali, tutte acidificanti-ossidanti-uricemizzanti-putrefacenti, abbia pure effetti dopanti per il corpo umano, non è un’opinione di parte, ma un fatto scientificamente accertato.
So benissimo che questo discorso stizzisce, disturba ed offende, e viene pertanto recepito con difficoltà.
Mi diranno che siamo noi vegani ad essere dei drogati.
A questo mondo si può dire tutto e il contrario di tutto.
Ma la vera differenza la fa chi porta le sue verità accompagnate da prove scientifiche.
La dimostrazione schiacciante che le carni e le proteine animali hanno effetto eccitante-drogante-dopante le offrono esperimenti precisi e incontestabili, che hanno fruttato pure dei premi Nobel, quando i Nobel erano una cosa seria.
Gli esperimenti di Kautchakoff dimostrati al 1° Congresso Mondiale di Microbiologia di Parigi, nel 1930
Il medico russo dr Kautchakoff condusse i suoi bravi esperimenti, presentandoli al 1° Congresso Mondiale di Microbiologia a Parigi nel 1930.
Egli presentò, non tramite chiacchiere ma con cifre precise alla mano, che le scoperte del 1928 del prof James Sumner, della Cornwell University, erano vere.
Egli provò in particolare, con tanto di provette di sangue, prelevate prima e dopo il pranzo a un gruppo di mangiatori di carne, che i loro leucociti passavano dalle normali 6000 unità per dlc di sangue nel pre-pasto a 18000 unità nel dopo-pasto, mentre la conta nel gruppo latte-ovo-vegetariano indicava un raddoppio dei leucociti da 6000 a 12000, e quella relativa ai vegani-crudisti segnava 6000 leucociti prima e 6000 leucociti dopo il pranzo vegano.
La leucocitosi e la nutrizione enzimatica
Gli alimenti vivi e allo stato naturale sono carichi di sostanze impercettibili chiamate enzimi, che facilitano enormemente la digestione e non fanno scattare il perverso meccanismo automatico della leucocitosi (leucocitosi che era considerata dai medici, fino al 1930, fenomeno fisiologico e normale).
Gli effetti della carne, su un corpo umano non disegnato per niente ad accoglierla, sono dunque effetti avvelenanti, stimolanti e droganti, che si manifestano con febbre gastrointestinale, vampate di calore al viso, battito cardiaco intensificato, sensazione di forza e di potenza (tipica di ogni cibo eccitante), invecchiamento precoce.
Il lavoro di Sumner, e quello di Kautchakoff, venne ripreso e completato più tardi da Edward Howell, padre della nutrizione enzimatica.
Come liberarsi dalla dipendenza carnea
Per saltarne fuori, i carnivori devono:
- A) Liberarsi biochimicamente della dipendenza carnea, prendendo nota che il distacco non è privo di aspetti negativi. Si tratterà infatti di soffrire inizialmente, e di superare la crisi di astinenza.
Il metodo migliore resta quello di sottoporsi a un digiuno preventivo e ripartire poi con la nuova
dieta purificata.
- B) Liberarsi della dipendenza mentale e psicologica. E qui serve secondo me una terapia d’urto.
La visita prolungata a un macello per un paio d’ore è d’obbligo.
- C) Liberarsi della dipendenza culturale, documentandosi liberamente sui danni che la carne produce
alla salute umana, agli animali e all’ambiente.
Per i malati occorre distinguere caso per caso.
Liberarsi dai farmaci al più presto possibile è indispensabile, anche se occorre considerare il fattore gradualità nello staccarsi dalla dipendenza farmacologica.
Consigli sintetici per evitare gli errori più comuni nelle combinazioni alimentari
- – Mai proteine e amidi assieme
- – Mai latte e caffè assieme
- – Mai panini con carni, panini con pesce, panini con affettati
- – Mai patate e carne
- – Mai cereali e latte
- – Mai cercare di mandar giù i cibi con delle bevande
La saggezza alimentare scaturisce da una valida e coerente impostazione di vita
Quanto alla saggezza alimentare, essa arriva allorquando una persona si è data un’impostazione generale valida e coerente dal punto di vista dei principi nutrizionali e degli stili di vita.
Se un fumatore viene a chiedermi un sistema per stare sani, mi guardo bene dal dargli consiglio.
Non certo per pregiudizio o razzismo, visto che il fumatore è un vero disgraziato che ha bisogno d’aiuto, ma per logica.
Che serve studiare per lui le migliori combinazioni alimentari? Che serve conoscere i valori di questo e di quello? Che serve parlare di enzimi e di Omega-3, quando col fumo ti vai poi a rovinare il cibo umano numero uno che è l’aria?
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igine Naturale)