IL PASSAGGIO DEL RUBICONE
L’incapacità umana a uscire dalla gabbia del sistema
A volte viene da riflettere se le nostre strategie di attacco al sistema ipocrita che regge il mondo-cane (ovvero il mondo-uomo, visto che il cane, se trattato bene, non è di sicuro un mostro), sono giuste o sbagliate.
Ci sbracciamo, ci diamo da fare, parliamo e scriviamo, ma continuiamo a raccogliere briciole e a contare tutto sommato poco sulla demenziale rotta di collisione del vascello umano che procede ormai privo di guida e di bussola tra mari e oceani in tempesta.
Tutti sanno, o tutti almeno sospettano, e tanti fanno solo finta di non sapere, che i vegani e gli igienisti-naturali, gli animalisti e gli ecologisti veri, hanno totalmente la verità dalla loro parte.
Non un lembo, non uno spicchio, ma l’intera gamma delle verità.
Eppure c’è un’autolesionistica testardaggine, un’irresistibile ritrosia ad operare la magica osmosi, una congenita e cronica incapacità a rimettersi in discussione e uscire dalla gabbia del sistema.
Noi estremisti tollerati dal Sistema del Male
Alla fine noi, quattro gatti isolati ed inascoltati, ci ritroviamo a sbraitare le nostre ragioni verso il cielo, guardati con curiosità o con indifferenza, con tolleranza e sopportazione, e a volte persino con sospetto e fastidio dalla popolazione normale, quella cioè che non ha alcun grillo per la testa.
C’è da chiedersi se non sia meglio chiudersi in una confraternita massonica, in una società segreta, in un club aristocratico ed esclusivo per pochi addetti.
Se non sia meglio cioè diventare esattamente quello che il sistema si auspica e pretende da noi.
Esso non ci può reprimere ed annientare col pugno di ferro come vorrebbe, perché siamo pur sempre in regime di apparente democrazia.
Il sistema ci dà gentilmente e generosamente diritto ad esistere e ad avere le nostre idee, fino a quando esse restano argomento teorico, virtuale, utopistico, idealistico.
Fin quando esse, in altre parole, non diventano argomento politico, incisivo, all’ordine del giorno.
Fin quando esse non vanno ad incidere sui fatti e sulle scelte concrete.
Fin quando esse non vanno a smuovere lo status-quo e a penetrare nelle leggi e nei regolamenti, e soprattutto nelle abitudini e nelle consuetudini più inveterate della massa.
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Drogarsi, uccidere, sopraffare, dichiarare il falso, sono fuori legge, per fortuna
Drogarsi è pratica esecrabile, ed è fuori legge, per fortuna.
Ma drogarsi fumando le sigarette del Monopolio di Stato, drogarsi col caffè e le cole, o meglio ancora con l’alcool, divenuta bevanda nazionale doc promossa dal Ministero del Commercio Estero, drogarsi con le diete alto-animal-proteiche raccomandate dai Ministeri delle Politiche Agricole e dai Ministeri della Salute, sono tutti comportamenti rispettati, assecondati e tutelati dalla legge.
Uccidere e trattare con sadismo e crudeltà mentale altre persone ed altri esseri è fuori legge, per fortuna.
Ma uccidere chi è debole, chi è solo e sperduto, chi non parla il nostro tipo di lingua precisa e articolata.
Maramaldeggiare ed accoltellare chi si presenta al mondo privo di tuta antiproiettile e di rete anti-pugnale.
Uccidere chi non ha alcun modo di proteggersi e nessun difensore del foro disposto ad opporsi alla sua feroce eliminazione fisica e morale. Tutto questo è in perfetta regola e legalità.
Non si tratta di uccisione, di crudeltà efferata, di crimine orribile e disgustoso, ma di titolo di merito, di attività socialmente utile, di arte sopraffina.
La fandonia, la falsità, l’ipocrisia, l’omertà, sono tutte biasimevoli e fuori legge, per fortuna.
Ma, se provengono dai capi di stato, dai capi di governo, dai ministri e dai parlamentari, dai papi e dai preti, dai baroni di scuole diseducanti, da televisioni colonizzate, da giornali soggiogati, da istituti sanitari irreggimentati, esse sono espressioni di virtù e saggezza, di equilibrio e diplomazia, di responsabilità e senso dello stato.
Il risultato di queste contraddizioni e di queste incoerenze è sotto gli occhi di tutti
Così, alla fine, i Nobel vengono vinti dalle Montalcini (con scorno e disonore per l’Italia intera) e dai Montagnier (con scorno e disonore per la Francia intera).
Così, alla fine, al trono mondiale che conta, dove si tirano le fila del teatrino mondiale, restano inamovibili i Clinton e i Soros, mentre alcuni pezzi obsoleti da 90, come Bernard Madoff e Dick Fuld, vengono disarticolati, demonizzati e scartati, dalle stesse persone ed istituzioni che li avevano tenuti fino a ieri sul palmo della mano.
Così, alla fine, il maggiore oppositore storico, il gigante comunista cinese, è diventato per necessità di bilancio e di sopravvivenza il maggiore supporter dell’America soros-clintoniana, grazie ai trilioni di dollari
del suo pacchetto valutario governativo.
L’individuazione dell’Impero del Male
Noi pretesi estremisti, noi puristi, noi animalisti, noi maledetti vegani, noi anticorpi di un organismo mondiale ammalato che non intende guarire, abbiamo individuato da tempo la testa del dragone, abbiamo circoscritto il maligno, chiamandolo l’Impero del Male.
Ci abbiamo messo dentro gli enti più corrotti, le fabbriche più inquinanti, le attività più venali e scellerate.
In prima linea l’America dei giganti, con le sue Cole, le sue Pfizer, le sue Philip Morris (la quale non fa solo sigarette come molti pensano, ma assorbe aziende tipo la Kraft Food, la Caffè Splendid, la Hag, la Toblerone, la Simmenthal, la Nabisco, ecc), le sue McDonald’s-Wendy-KFC-BurgerKing, le sue Basin’s Robbins e le sue mastodontiche macellerie.
Ma anche i giganti europei tipo la Dutch Lady, la Danone, la Nestlé (padrona di Motta ed Alemagna, di Perugina e Buitoni, di Maggi e Formaggino Mio), e la Unilever (seconda solo alla Nestlé, operante in 100 paesi con 180 mila dipendenti e 40 milioni di € di fatturato, e che ha appena ceduto la Kraft Food e la Simmenthal alla Philip Morris per 12,9 miliardi di Us$).
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L’individuazione dei dragoni di casa nostra
Ma non abbiamo trascurato l’inclusione dei cosiddetti piccoli, quella dei dragoni di casa nostra, si chiamino essi gruppo Cremonini (principale produttore italiano di carne bovina, quello che fornisce la
McDonald’s), Parmalat, Consorzi Regionali del Formaggio Grana e non grana, Prosciuttifici X o Y di Parma o di SanDaniele, Produttori di Sostanze Alcoliche e Nervine Doc e non-doc, ovvero di droghe contrabbandate per liquidi nobili, magnifici ed indispensabili.
Sappiamo benissimo quanto i vini, le birre e le grappe, siano oggi indispensabili, per ubriacare e rendere meno cimiteriali e rivoltanti le salme e i cadaveri ingeriti, per trasformare il canale gastrointestinale umano da appestata-putrefacente-sordida tomba, in un apparato a fermentazione e putrefazione mista, ancor più micidiale per la salute, e non per questo meno tombale e mortuario di quello delle iene e degli sciacalli.
Ma siamo poi sicuri che quello sia davvero l’Impero del Male?
Quello che abbiamo or ora delineato, è davvero l’Impero del Male?
E’ davvero lui l’Orribile Mostro e il Dragone Sputafuoco dalle cento code?
O non è forse l’apparato ideale, ad uso, consumo e comodato di una popolazione che lo accetta disinvoltamente, lo adora e lo difende a spada tratta, gli accende candeline e ceri, gli fa ossequiosi e religiosi inchini?
Non è che l’Impero del Male sia, alla fine, il Dio Fasullo di un’era contemporanea che sta diventando sempre più Valle di Lacrime per l’intera umanità?
Chi non crede in niente, non vede infatti alcuna differenza tra la nostra landa incontaminata e la terra intrisa di sangue e di disgrazie al di là del fiume.
Noi saremmo degli illusi e dei perfezionisti, dei vanitosi che amano specchiarsi nello stagno della purezza e credersi magari un nuovo popolo eletto dalla Natura.
Ma nella nostra mente, nella nostra casa, nel nostro territorio, c’è posto per prati fioriti e multicolori, per violette bianche, per ciclamini, primule e margherite.
Non certo per stalle, caseifici e macelli.
C’è gente che non vuole varcare il Rubicone
Noi igienisti e noi vegani non pretendiamo affatto di essere persone speciali e diverse.
Abbiamo solo deciso con maggiore determinazione degli altri di dare ascolto alla nostra anima ed alla nostra sensibilità, nonché all’impostazione logica e scientifica della mente umana universale, quella che riflette il succo del magnifico lascito intellettuale e spirituale dei nostri predecessori di valore.
Noi abbiamo dopotutto varcato il Rubicone della mediocrità e del caos mentale, della crudeltà e dell’indifferenza, delle malattie psico-somatiche e spirituali.
Anzi, abbiamo superato i Rubiconi, perché quello che era un modesto fiumiciattolo del tempo dei Cesari, è diventato un vorticoso Rio delle Amazzoni, con tante diramazioni da superare per passare davvero dall’altra parte.
Noi, le nostre scelte vitali e definitive le abbiamo fatte senza indugi e senza rimpianti, e siamo stati ampiamente premiati.
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La difesa della propria nicchia e del proprio filone
Ma gli stati e i governi collusi profondamente col male, i politicanti corrotti e i loro portaborse, i baroni e i presidi delle scuole che non insegnano, le televisioni e i giornalisti che disinformano, i produttori e i consumatori delle medesime sconcezze, chiunque ha un panino al salame o alla mortadella da difendere, un posto di lavoro da tenere ben stretto, una bancarella sul corso, uno sponsor da assecondare, uno spaccio di salsiccia e prosciutto, una nicchia di interesse particolaristico da difendere, un filone segreto da sfruttare per qualche anno o mese ancora, si guardano bene dal fare il salto del guado, e rimangono radicati nella terra dei dragoni, in grande affinità ideologica ed operativa con l’apparato dei dragoni.
Non sono insomma disposti a rimettersi in discussione e a bagnarsi i calzoni per approdare sull’altra sponda.
La coalizione tra Imperatori del Male e Sudditi del Male
Non è che il proseguimento della cattiveria, della crudeltà, del drammatico e montante ammalamento generale derivi proprio da questa coalizione quasi-perfetta tra gli imperatori del male e i sudditi del male?
I lunghi coltelli continuano implacabili ad affondare nei colli e nei ventri di vittime innocenti che nella loro storia millenaria non hanno mai capito e concepito la cattiveria infinita che si nasconde in un coltello, al punto di non sapere nemmeno cosa esso sia.
Poveri animali che associano la cattiveria al ruggito della belva e alla furia di una dentatura impietosa che si scaglia contro di te per sbrindellarti e sbranarti, per rubarti il sangue e l’esistenza.
Poveri animali che mai potrebbero sospettare che quelle belve che li preoccupano tanto, quei lupi e quegli sciacalli, quelle bestie feroci e quelle iene, nulla sono a confronto dei bipedi che gli camminano intorno con fare apparentemente pacifico ed amichevole.
Poveri animali che si consolano del fatto che dalle creative mani umane non spuntano artigli mortali, e che dalle piccole bocche umane non giungono ruggiti ma parole suadenti e canzoni, non appaiono canini micidiali e fauci minacciose.
Le apparenze pacifiche che traggono in inganno
Essi non sanno di stare fianco a fianco con la più sanguinaria e la più spietata belva del pianeta.
Quella che ha assassinato i loro avi e i loro nonni, i loro padri e le loro madri.
Quella che si accinge ad ammazzare loro stessi e le loro creature.
Essi pensano di trovarsi prigionieri da quelle parti per qualche tiro mancino del destino, e che quegli uomini che si danno da fare intorno alle stalle ed ai porcili siano degli amici inteneriti dalla loro povera condizione, al punto da venire a dargli tutti i giorni generosamente del cibo da mangiare.
Non sanno di essere vittime designate dell’orco più brutale.
Di un essere che sta facendo uso della sua intelligenza non per aiutarli e rendergli la vita più sopportabile, bensì per ingrassarli oggi e sterminarli domani, in modo diabolico e pianificato.
Se solo gli stessero più accanto e lo annusassero meglio, si accorgerebbero che da quel corpo apparentemente innocente e pacifico, da sotto quegli stracci indossati per ripararsi o per nascondere le sue pudiche nudità, si diffonde nell’aria un sottile e sinistro profumo di morte e di cadaverina.
Si accorgerebbero che quel bipede apparentemente onesto, gioviale e civilizzato, ha da tempo rinunciato a fare il raccoglitore di ciliegie e di mele, di fragole e di bacche, di fichi e di cachi, di verdure e radici, per diventare un manovratore di coltelli, un distributore di sofferenza, un bevitore di sangue dei viventi, un serial killer al soldo di una comunità di cannibali.
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Lo sterminio in serie in nome e per conto di una popolazione assetata del latte e del sangue altrui
Quegli uomini che gli stanno addosso con fare amichevole e responsabile sono alla fine i loro veri aguzzini e i loro boia esecutori, o quelli che li trascineranno sul camion del macellaio, per demandare ad altra mano armata di coltello lo scuoiamento finale.
Gli autori del crimine-continuo, lo fanno fischiando e cantando, in piena disinvoltura, come fosse una banale formalità.
Svolgono anzi una preziosa ed onorabile funzione sociale.
Sono anzi loro i veri eroi, quelli che, essendo divenuti rozzi, insensibili e di bocca buona, accettano di fare i direttori e i secondini delle celle e dei lager, i manager dei luoghi di sterminio in serie, in nome e per conto di una popolazione assetata del latte altrui, affamata della prole altrui e delle salme altrui.
Anzi, chi affonda davvero il pugnale, chi strazia e seziona impietosamente, chi fa scorrere il coltello nel tessuto ancora pregno di sangue e di urine, non sono i macellai, ma la gente che va ai fast food, o in qualsiasi ristorante o spaccio, o in qualsiasi negozio o supermercato, ordinando la fettina, il prosciutto, il pollo, il pesce, il latte e il formaggio.
L’umanità caduta nella fogna. I Nobel ai mediocri e ai falsi, l’esilio ai grandi e ai trasparenti
Non è che questo intenda essere un alzare bandiera bianca.
Si tratta solo di mettere meglio a fuoco l’inghippo mondiale, la fogna e la trappola mortale in cui è caduta l’intera umanità.
Infinita la cattiveria insita nel carnivorismo di massa, infinite le difficoltà insite nel saltarne fuori.
Il Sistema del Male ha nel frattempo sviluppato il suo equipaggiamento di autodifesa, il suo apparato immunitario.
Riesce a controllare, a confinare, a contrastare, a rintuzzare, ad emarginare, a rendere inoffensivo qualsiasi scienziato vivente che osi produrre scienza scomoda.
I migliori palcoscenici, i soldini e la ribalta, agli asserviti e ai portaborse, lo sfratto e la miseria ai critici e ai non allineati.
I premi Nobel ai mediocri e ai falsi, la messa al bando e l’esilio ai grandi e ai trasparenti.
I grandi sono ormai morti, non danno eccessivo fastidio, non arrecano troppi danni
Se i grandi appartengono al passato, danno fastidio fino a un certo punto.
A parte Pitagora, che per fortuna ci ha pensato la chiesa cattolica a distruggerne ogni sua traccia.
A parte forse Dante e Leonardo, Rousseau e Voltaire, Tolstoj ed Einstein, che hanno insegnato perentoriamente che gli animali sono intoccabili fratelli dell’uomo, in perfetta linea con sbilenchi capi di stato come il Mahatma Gandhi, o col capo degli Indiani d’America Chiefe Seattle.
Ma quelli erano altri tempi.
Quelle erano epoche in cui l’intelletto e l’anima prevalevano sull’ubriacatura e lo sballo, sul rutto e la scoreggia.
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Viviamo in tempi tosti, non siamo dei romantici o delle femminucce
Oggi non è più il tempo dei romantici e delle femminucce.
Oggi i Fioretti di San Francesco ci fanno sbellicare dalle risate.
Gli animali?
Non sono esseri viventi. Sono cose inanimate.
Come diceva giustamente il commerciante americano Henry Pace, vendere una mucca e un maiale, o vendere un figorifero, è la stessa medesima cosa.
Oggi siamo uomini veri, duri e tosti come l’acciaio, intelligenti e tecnologici come i tritacarne.
Mettere sotto i denti un Big Mac della McDonalds o un panino con le noci, il radicchio e la crema di olive è la medesima cosa. La fetta di prosciutto soddisfa più del fico e del melograno
Capaci di passare dalla galleria d’arte e dalla Gioconda di Leonardo, alla bistecca al sangue del primo ristorante che si trova sulla via.
La crudeltà e l’insensibilità sono titoli di merito e non indici di meschinità.
Oggi siamo a prova di droga e a prova di bomba.
Il cancro è marchio di battaglia, segno di distinzione.
La malattia e la vita corta sono simboli di maturità e di scelte oculate, e non indici di intelligenza degenerata e di autentica pazzia.
Valdo Vaccaro – Direzione AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)