LETTERA
Il mio nuovo carrello-spesa da quando sono diventato vegano
Buongiorno Valdo, sono Aldo da Firenze e volevo chiederti un parere sulla mia spesa quotidiana da quando sono diventato vegetariano.
Oltre alla frutta e verdura che compro, e ai cereali tipo miglio, grano saraceno e segale, prettamente biologici, mi rifornisco anche di altre cose.
Ad esempio il caffè d’orzo biologico che ha preso il posto del caffè.
E’ stata dura levarmelo, se pensi che ne prendevo 5 tazzine al giorno!
Qualche prodotto speciale
Al posto dello zucchero bianco uso lo sciroppo di acero o il succo di agave, sempre biologici, ed in più compro anche la melassa, dolcificante naturale grezzo, che non ho ancora usato.
Qual è il tuo giudizio? Va tutto bene o c’è qualcosa da cambiare?
In particolare volevo conferma che gli ultimi 4 prodotti citati vanno bene oppure no. Grazie.
Aldo, da Firenze
RISPOSTA
Ci sono molti miglioramenti, ma si può fare ancora di più
Ciao Aldo, ci sono sicuramente dei miglioramenti e dei passi avanti, anche se si può fare di più.
Il caffè d’orzo è senza dubbio alcuno meglio del caffè, in termini di salute.
Ma non è quella la strada definitiva.
Sciroppo d’acero, succo di agave e melassa sono di sicuro molto migliori degli zuccheri industriali, del saccarosio e dell’aspartame, ma non è quella la strada.
La melassa ad esempio è stata sottoposta ad alte temperature.
Tisane e dolcificanti tolgono spazio all’acqua biologica della frutta, e in questo senso devo giudicare.
Biologico va bene, ma non a scapito della quantità
Nulla da eccepire sul biologico.
Mi sogno un mondo fatto di negozi dove non sia più necessario scrivere la parola bio, dove tutti i negozi saranno bio e non serviranno specificazioni di sorta.
Ma non vorrei che, con la scusa del bio, qualcuno proceda oggi a comprarsi la frutta cara col bilancino.
Cerchiamo il bio e il naturale, ma facciamolo a suon di cassette, tenendoci regolarmente in casa 5 meloni, due cassette di uva, una di fichi, una di arance, una di pompelmi, una di mele e così via.
Meglio una cassetta di uva normale, che un grappolo di uva biologica, tanto per intenderci.
Odio l’idea che il termine biologico diventi una discriminante tra chi può permetterselo e chi no.
La frutta che marcisce a terra e sugli alberi, e i negozi che sfornano gelati e merendine
Vedo intorno a me delle cose paradossali, incredibili, diseducative.
Ottimi alberi di mele, di fichi, di susine, con la frutta a terra che va marcia, mentre i ragazzi si ingozzano di gelati, hamburger, chewing-gum, merendine, nutelle e cole.
E parlo di alberi biologici al naturale.
Queste cose sono gravissime e succedono sotto i nostri occhi in continuazione.
Viviamo in un pianeta profondamente anti-naturale e anti-fruttariano, questa è l’amara constatazione.
Una diseducazione imperante ed irreligiosa
Non è questione dunque di fame nel mondo, ma di ignoranza e di mancanza di rispetto per il pane del cielo, per il vero cibo assegnatoci dal Creatore, per l’unico cibo al mondo capace di catturare la luce e il calore del sole.
La mela più inquinata, tanto per intenderci, è sempre più naturale e salubre di qualsiasi alimento carneo, latteo, cotto o sintetico, questo è il messaggio che mi preme trasmettere.
Il carrello spesa ideale ed essenziale
Per restare in tema di carrello spesa essenziale, vanno bene tutti i cereali, le patate e le patate dolci (verificando che non siano state irradiate, per cui devono germogliare se le metti in un bicchiere d’acqua al sole), la pagnotta di pane nero ai diversi cereali, i cruschetti, i cavolini di Bruxelles, tutte le verdure non da taglio per chi non ha il suo orticello, le carote, i sedani, i fichi d’India, le carrube, le banane, l’avocado, i semini di girasole e di lino, i fiocchi di avena, il latte di cereali, i datteri e i fichi secchi, le olive senza sale di troppo, le creme di olive e di carciofi, i pomodori secchi, gli oli extravergini di oliva spremuti a freddo, gli oli di semi spremuti a freddo, le mandorle e i pinoli.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo