IL VOLTASTOMACO E LA MOLTIPLICAZIONE VIRALE

IL  VOLTASTOMACO  E  LA  MOLTIPLICAZIONE  VIRALE

 

 

Le radici dell’incredulità

 

Ho licenziato nelle scorse settimane diversi articoli riguardanti la peste suina-aviaria diventata umana, ritrasmessa cioè ai malcapitati maiali e ai malcapitati umani, e la gente mi sta leggendo, anche se spesso con sconcerto ed incredulità.

Sente che dico il vero e spesso simpatizza e tifa, ma teme sempre che mi sbagli in qualcosa, che mi sfugga qualche dettaglio tecnico.

Teme insomma in qualche clamorosa svista.

Ma chi si crede mai quello, per mettersi a criticare a ruota libera i cervelloni mondiali della biologia?

Dopotutto quali titoli e quali referenze possiede mai in campo virologico per smontare e sbrindellare le teorie di fior di scienziati e di fior di infettivologi, di premi Nobel freschi di gloria come Luc Montagnier?

 

I virus dallo sguardo truce e dai denti di squalo

 

La gente, per quanto intelligente e concreta, prima ancora che vedere e soppesare quanto dici, è portata a valutare chi sei e quale titolo hai, come se un titolo accademico in una determinata specialità fosse la garanzia che sei nel giusto al centopercento, e che nessuno ti può confutare.

Ma non mi sento affatto di criticare e demonizzare gli increduli. Li comprendo e li giustifico.

A volte sono io stesso a pormi la stessa domanda.

Apri le pagine dei quotidiani e vedi foto degli orribili mostriciattoli spinosi ricostruite al computer con tanto di vivaci colori e di didascalie da brivido.

Manca solo che ci disegnino sopra uno o due occhi dallo sguardo truce e delle fauci dai denti di squalo.

Già fare un ingrandimento e moltiplicare per miliardi di volte la dimensione di un granello di polvere, facendolo apparire come un minaccioso riccio di mare, carico di chissà quali aculei, di chissà quanti veleni e di chissà quali misteriosi propositi distruttivi, è un’operazione discutibile e irreale.

Se poi gli diamo persino i colori dell’arcobaleno, mentre nella realtà l’unica colorazione reale dei virus è il grigio, creiamo ancor più subbuglio e suspense.

 

 

 

Un numero spaventoso di appestati (100 mila) e di morti (500), quasi che l’ammalarsi e il morire fossero una cosa nuova e mai successa prima.

 

Ormai il terrore non si limita alle descrizioni e alle direttive, al tambureggiante notiziario della peste, alla lugubre contabilità delle persone infettate e della gente morta.

Da aprile a metà luglio 100 mila persone colpite e quasi 500 morti. Cose spaventose!

Soprattutto se si pensa che l’anno prima, senza nessuna peste in atto, sempre da aprile a metà luglio, la gente influenzata era il doppio e i morti erano il triplo, ma nessuno si era curato di contarli, di etichettarli, di catalogarli e di attribuirli ad alcun mostro a 3, 4 o 5 teste.

Il bello è che la maggioranza dei colpiti, e soprattutto dei morti, ha evidenziato situazioni fisiche particolarmente dissestate, con problemi di diabete, ipertensione, obesità, ed altre malattie associate, per cui è lecito pensare che si sarebbero ammalati in ogni caso e sarebbero morti in ogni caso, peste o non peste.

 

Un rispetto religioso per i Dei dello schifo

 

A leggere le comunicazioni dei monatti, va a finire quasi che ci credi.

Trovano ospitalità su tutti i quotidiani del mondo, dal primo all’ultimo, sulle riviste più autorevoli e qualificate, senza che nessuno mai osi insinuare il più piccolo dubbio.

Come si fa a contestare un qualsiasi scienziato dell’estremamente piccolo?

Si potrà contestare Margherita Hack, che opera nel grande degli spazi stellari, e dire che le sue teorie sui buchi neri non sono convincenti e paiono più speculazioni filosofiche che affermazioni scientifiche degne di credito.

Ma sui virus no. Quello che dicono i monatti non sono mai scemenze, non sono vangeletti apocrifi, ma autentica bibbia ufficiale, partorita da Mosè e incisa nelle tavole dei dieci comandamenti.

Basta guardare i loro visi, tesi e spaventati, e le loro aureole santificanti sopra la testa.

Sono i nuovi Dei dello schifo e del voltastomaco, i nuovi sacerdoti del terrore.

Non si servono degli spaventapasseri infernali, passati da tempo di moda, ma dei mostriciattoli derivati dalle carte Pokemon o da quelle Yu-Gi-Oh, partorite dalla fervida fantasia giapponese.

 

La voce australiana del produttore-monatto Petrovksy

 

Il vaccino contro la  “swine flu” serve e rapidamente, non tanto per impedire l’insorgenza dei sintomi, ma per salvare vite umane.

Se un vaccino evita a chi è contagiato di finire in ospedale o, peggio, di contrarre un’infezione secondaria letale, io lo ritengo efficace al 100 per cento.

So che non è ciò che pensa la gente, ma è quello che penso io e anche, credo, ogni medico.

A parlare è Nikolai Petrovsky, 50 anni, capo della Diabetes and Endocrinology Unit al Flinders Medical Centre di Adelaide, uno dei tanti avanposti della corsa allo sviluppo di un vaccino contro il protagonista della prima pandemia del XXI secolo, il virus H1N1, come scrive Stefano Gulmanelli su Il Sole 24 Ore del 30 /7.

 

La supertecnologica unione tra Protein Sciences e Vaxine, e i primi test mondiali sul vaccino, col beneplacito e il finanziamento del NIH (National Institute of Health) americano

 

Di fronte al Flinders si trova infatti la sede della Vaxine, piccola società con 10 dipendenti di cui Petrovsky è direttore e che lunedì scorso ha dato l’annuncio dell’inizio in prima mondiale dei trial clinici sull’uomo di quella che potrebbe diventare l’arma di protezione di massa contro la peste suina.

Ma nessuno si faccia trarre in inganno. La Vaxine, per pur piccola che sia, opera in sinergia con la Protein Sciences statunitense, che pare avere l’esclusiva di un vaccino sintetico vincente, basato su una proteina ricombinante del virus che si lega alla cellula, creando la porta di accesso al contagio.

La pensano così pure al NIH, l’agenzia federale medico-sanitaria americana che finanzia da anni la stessa Vaxine.

 

Pure la CSL di Melbourne in corsa per il primato.

Gli australiani hanno annusato l’importanza del business virale.

 

Subito a ruota, 24 ore dopo l’annuncio di Petrovsky, è partita la comunicazione della CSL di Melbourne, colosso con 10 mila dipendenti in 27 paesi, annunciante l’avvio dei test sull’uomo di un altro possibile vaccino anti-H1N1.

Siamo piccoli, ma più efficienti della CSL, commenta Petrovsky.

Il nostro metodo è più sicuro in quanto puro. Non si trascina dietro le sostanze tossiche del virus, tipo il Rna, come succede nei vaccini tradizionali.

Usiamo poi un coadiuvante (AdVax), una specie di molecola di zucchero, che funge da booster dell’effetto-stimolazione del sistema immunitario. E con questa riusciamo a mobilitare non solo gli anticorpi ma anche le cellule T, la parte più intelligente del sistema immunitario, quella che riesce a riconoscere l’assalitore anche se il virus varia e si mette pure lui una maschera.

 

In realtà voi fate esattamente l’opposto. Anziché mobilitare il sistema immunitario lo mandate fuori combattimento

 

Finalmente qualcuno che parla chiaro. Non si tratta di nulla di trascendentale.

Detto in parole povere, i monatti hanno inventato una colla che riesce finalmente a tenere la povera e mortuaria polvere virale attaccata in modo precario alla cellula, facendo in modo che il vaccino riesca ad infettare, cioè ad attecchire sul soggetto, a preparare il vaccinato al virus in questione, dimodoché poi potrà ritenersi immune al virus vero e non svilupperà più i sintomi della peste (febbre e tosse e diarrea).

In quel modo, essi stimolano il sistema immunitario, il quale mobilita anticorpi e cellule T respingendo il virus e salvando il soggetto da ogni infezione.

La realtà caro Petrovsky è tutta diversa e te la racconto io.

Voi fate esattamente l’opposto di quanto hai detto.

Voi non stimolate il sistema immunitario, ma gli date piuttosto una forte botta farmacologica o vaccinatoria in testa, mediante il fatto drammatico dell’inoculazione, e lo mandate fuori combattimento, per cui esso rimane disattivato e poco reattivo per diverso tempo, come un pugile suonato dal KO, e lo tramortite di nuovo col secondo richiamo vaccinatorio, per evitare che si risvegli troppo presto e innesti la sua agognata crisi detossificante (malattia influenzale fortemente pretesa e sollecitata dal corpo intasato).

 

I monatti dichiarano vittoria, perché il soggetto, immunizzato con successo, non si ammala di flu. In realtà non si ammala perché il vaccino ha compromesso la sua sana e normale reattività.

 

Per tutto questo tempo di disattivazione il sistema immunitario, indebolito e stordito al pari del suo padrone, non reagisce, è impossibilitato a fare il suo lavoro istituzionale, e dunque il soggetto apparentemente non si ammala.

Apparentemente, perché il flusso virale interno continua e l’accumulazione virale aumenta, non potendo un corpo indebolito espellere alla perfezione le proprie immondizie.

Più che non ammalarsi, il corpo non sta funzionando al meglio, e la sua spia rossa resta in tale periodo disattivata. I monatti diranno che non si ammala perché è stato immunizzato dal loro vaccino.

La realtà è invece che in quel corpo è stato messa fuori uso la massima e sana reattività del sistema immunitario.

 

Un disaccordo totale su tutti i fronti tra medicina monatta e salutismo naturale

 

Per la medicina monatta la malattia è un processo negativo, una nemica da spazzare via.

Per la scienza igienistica, al contrario, la malattia è strumento indispensabile di salute, è la strada maestra che riporta all’equilibrio.

E’ il metodo più intelligente di detossificazione, di espulsione tossine.

Ideologie sbagliate portano a interventi sbagliati, ed anche a valutazioni sbagliate sui risultati ottenuti da quegli stessi interventi. Quindi si comprende benissimo come il disaccordo tra igienismo naturale e medicina monatta sia totale su tutti i fronti.

 

Da una parte la verità e la ragione, dall’altra il torto marcio, senza situazioni intermedie

 

Non è dunque un discorso di mancanza di titoli, o di dilettantismo igienistico contro professionismo virologico, ma solo un problema di trasparenza scientifica.

E’ bene ricordare che qui da una parte stanno la verità e la ragione e dall’altra il torto marcio e l’imbroglio, indipendentemente dalle lauree, dai Nobel o dai titoli veri o di latta delle parti in causa.

E’ bene ricordarsi che le teorie più importanti in ramo scientifico sono spesso arrivate da gente che non c’entrava con quell’argomento, e che non aveva titoli particolari in quel settore.

Riconosco che i miei titoli accademici toccano settori diversi quali economia, filosofia e naturopatia.

Ma, siccome sono molto appassionato alla natura, alla creazione, ai microbi, alla salute, all’alimentazione, e a tutto quanto pensa e fa la medicina, pescando nelle scienze chimiche e biologiche di supporto, sto cercando di venire a capo di un problema che riguarda tutti noi, anziani, adulti, bambini, nascituri, appena-concepiti e bimbi in via di concepimento.

Riguarda ovviamente anche i figli e i nipoti innocenti degli avvelenatori e dei vaccinatori.

 

Scopo centrale di queste tesine sulla peste

 

Il problema che mi pongo è semplicemente quello di dimostrare al mondo che:

 

  • A) I batteri non causano le malattie, ma solo le accompagnano, amichevolmente e preziosamente, al fine di consumare l’eccesso di tossine e di detrici cellulari (virus) accumulati nel nostro organismo, moltiplicandosi in vista del grosso banchetto iniziale, e diradandosi non appena il cibo a loro disposizione comincia a scarseggiare.
  • B) I virus non sono vivi e non si moltiplicano, ma si accumulano, e non danno per niente luogo a peste, contagio, epidemie.

 

Finita una peste, ne viene presentata un’altra, ormai a getto continuo, perché i soldi scarseggiano e l’appetito insaziabile del mostro sanitario mondiale aumenta in proporzione.

 

Gira e rigira torniamo ai soliti argomenti. E ci torniamo a ragion veduta.

Finita una peste, ce ne viene presentata un’altra.

Inventato un AIDS, ne preparano già altri 5, con modalità sempre sempre nuove, per evitare che qualcuno prenda le contromisure e scopra i loro altarini.

Quello del PV o Papilloma Virus è solo un esempio.

La cagnara che hanno fatto in ogni angolo del pianeta è oscena, e fa capire meglio di ogni altra cosa a quale punto sia arrivata la demenza, la violenza e la pericolosità sociale di questa gentaglia.

Sono entrati in ogni casa e hanno appestato psicologicamente ogni bambina e ogni donna, ogni figlia e ogni madre, creando falsi allarmi e false paure, terrorizzando famiglie intere, col supporto irresponsabile e corrotto di tutte le istituzioni pubbliche, di ministri e premier, di giornali e televisioni.

Questo si chiama globalizzazione indecente, in mano ai satana della pestilenza e della unzione.

Se l’umanità intera non si rimbocca le maniche e non si coalizza in qualche modo per fermare questi pazzi masnadieri, corre il concreto rischio di esserne travolta.

 

La demonizzazione delle fisiologiche ed innocenti verruche, contrabbandate per nuovo AIDS femminile

 

Il CDC, la FDA, il gruppo Rockefeller e gli scagnozzi di Big Pharma, hanno capito che non era il caso di inventare ex-novo un altro Aids, cercando il supporto di due nuovi Montagnier e Gallo, come fatto con la farsa-madre dell’AIDS/HIV, con quel business da diverse migliaia di miliardi di Euro che non ha ancora esaurito del tutto la sua valenza speculativa.

E così hanno deciso di prendere delle innocenti, fisiologiche ed ubiquitarie imperfezioni della cute, quali le verruche, e di trasformarle nel nuovo AIDS che riguarda esclusivamente la donna.

 

Pars condicio tra maschi e femmine. Alla CDC non si fanno discriminazioni.

 

Anche per una questione di democrazia e di pars condicio.

L’AIDS colpisce all’80 percento i maschi, e questo già basta in termini scientifici a derubricare l’AIDS dalle malattie contagiose, caratterizzate sempre da equa distribuzione 50-50 tra maschi e femmine, come ricordato dai Postulati di Koch.

Questo già basta a far cadere una ad una tutte le carte false e fasulle costruite intorno all’AIDS.

Ma la scienza e la trasparenza non abitano dalle parti dei virologi-infettologi, e tantomeno dalle parti della Casa Bianca e dei politici degli stati vassalli, ed ancor meno nell’ambiente sanitario-untore.

Pertanto la farsa si trascina all’infinito e continua a perseguitare il mondo yang, il mondo dei maschi.

Serve dunque controbilanciare, hanno pensato alla CDC.

Sia mai detto che noi facciamo delle discriminazion tra i sessi. Un barlume di moralità lo preserviamo tuttora. Abbiamo imparato a metterla nel sedere a destra e a manca, in piena impunità.

Continueremo dunque a farlo sia coi maschi che con le femmine.

 

Un regalo col fiocco alle care femminucce del mondo intero

 

Ed eccovi servito care femminucce, su un piatto d’argento, il Papilloma Virus, nuovo tormentone delle anime ying, del sesso debole di un tempo diventato oggi forte e dominante.

Nuovo AIDS femminile del terzo millennio.

Per ora non se ne parla troppo, sovrastato com’è dalla peste suina, ma tornerà in auge prepotentemente col mese di gennaio, dopo l’intenso periodo vaccinatorio che va da ottobre a dicembre.

Aids femminile che promette ancora meglio del primo, grazie alla sua decina di variazioni sul tema.

Qui poi nessuno ci fermerà con la scusa che manca il virus e non si può inventare un vaccino.

Qui stiamo già preparando decine e decine di vaccini diversi presso la nostra Regina delle Inoculazioni Azzardate, Glaxo-Smith-Kline, e le vaccinazioni, rese obbligatorie dai nostri amici ministri europei, africani e cinesi, si potranno fare non su basi annuali, ma mensili e settimanali, a partire dall’adolescenza, e magari chissà persino dall’infanzia.

Un voltastomaco di carattere scientifico e di carattere morale

 

Il voltastomaco nei riguardi di codeste canaglie è, innanzitutto, un voltastomaco di carattere scientifico, perché i briganti in cravatta stanno prendendo letteralmente per il culo l’intero scibile umano, senza che un singolo professore, un singolo rettore, un singolo Obama, un singolo ministro, un singolo sottosegretario, un singolo papa, abbiano la forza e la dignità di alzare un dito e fare una minima obiezione.

Poi è un voltastomaco morale, perché terrorizzare le persone, le donne, le bambine, le madri e le figlie, per malattie inesistenti o per imperfezioni irrilevanti e comunque comunissime ed innocenti, è quanto di più farabutto, crudele, irresponsabile si possa immaginare.

 

Spiegatemi in modo semplice, chiaro, comprensibile e logico, senza alcun abra-cadabra,

la moltiplicazione dei virus

 

Ma veniamo al punto chiave della moltiplicazione virale.

Chiedo ai virologi del mondo intero, non alle mezze scamorze come me, e nemmeno ai professorucoli di biologia dei licei (in tono ovviamente scherzoso), ma ai ricercatori più qualificati, ai Nobel della Chimica e della Biologia molecolare e cellulare, di dimostrarmi in modo chiaro e convincente, in una paginetta formato A4, o anche in 10 pagine, la loro plurimenzionata  moltiplicazione dei virus.

A nome virtuale della scienza salutistica, sto giocando a carte scoperte, e ho già spiegato che l’uomo è un assieme vivente di cellule e pertanto un produttore continuo di virus, un’autentica fabbrica di polvere organica virale, e che la sua polvere nulla ha di negativo e di imbarazzante, e tantomeno di pericoloso e contagiante.

Nulla di speciale. Un discorso ovvio, chiaro e comprensibile, derivato dalla conoscenza scientifica libera e non al soldo dei produttori di schifo e di paura.

Vi sfido pubblicamente a smentire quanto dico e a proporre una tesi alternativa chiara e leggibile, in grado si smentire le mie tesine e di giustificare i vostri misfatti.

Non chiedo grandi formule, ma un discorso comprensibile e logico di poche righe che spieghi il vostro demenziale assunto ideologico secondo il quale i virus si moltiplicano.

 

Non mi fanno ribrezzo i virus, la vita, la donna, i genitori, gli Dei

 

Se dobbiamo vergognarci dei virus, dobbiamo pure vergognarci della vita e di chi ci ha messi al mondo, dei nostri genitori e dei nostri Dei.

Già questo è una cosa assurda ed antiscientifica, per cui nessuna delle vostre formule sarà capace di scalfire le mie convinzioni.

Non mi fa paura né ripugnanza la vita, il contatto umano ed eventualmente intimo e condiviso con l’altro sesso, senza barriere e senza plastiche, senza mascherine e senza scafandri.

Chi invece mi preoccupa e mi fa ribrezzo siete solo voi, banda di truffatori e di ladri seriali, dediti al peggiore furto mai concepito, che è quello della serenità e della voglia di vivere delle genti.

 

Dove stanno i percorsi, le azioni, i cimiteri, la vita eterna e la ragione di essere dei virus

 

Mi dimostrino dunque questi biologi venduti, scritto nero su bianco, i percorsi dei virus secondo il loro schema. Cosa sono, da dove arrivano, cosa fanno e dove vanno. Mi dimostrino come fanno a morire, a resuscitare, a moltiplicarsi, a vivere in eterno. Mi spieghino la loro funzione, e la loro ragione di essere.

Ma lo devono fare in modo chiaro, razionale, comprensibile.

La moltiplicazione può derivare soltanto dalla genetica naturale.

Un cortese invito alla rifrequentazione della classe seconda elementare.

 

Qualsiasi studioso di genetica sa che per moltiplicarsi servono organi sessuali, sperma e uovo di incubazione, oppure altri sistemi di suddivisione cellulare.

Ma la qualità più importante per la moltiplicazione è la vitalità.

Se uno non è vivo, non può moltiplicarsi, né fare alcunché, e tanto meno tutte le operazioni che voi state attribuendo e cucendo addosso alla polvere virale, ai virioni, ai trasferroni e ai trasposoni.

Non sarà forse il caso di rimandarvi sui banchi di scuola, magari a quelli della seconda elementare, a ristudiare il significato delle quattro operazioni, e, già che ci siamo, la differenziazione terminologica tra bianco e nero, tra acido e alcalino, tra caldo e freddo, tra vivo e morto?

 

Fate presto. Devo decidere se riprendere in mano Paperino e Pecos Bill, o se vale la pena di credere ancora alla scienza delle università

 

Siete tutti d’accordo sul fatto che i virus, a differenza dei batteri, sono microrganismi morti, frammenti disintegrati di Dna, ceneri organiche e niente di più.

Mi fate allora capire una buona volta la semplice formula di sviluppo, secondo voi moltiplicativo, di tali virus?

Mi fate capire perché dichiarate qualcuno morto e poi fate inspiegabilmente marcia indietro, spiccando un volo fantastico verso il virus attivo, il virus latente, il virus facchino, il lentivirus, il virus aggressivo, il virus insidioso, il virus mutante, il virus vestito, il virus in mutande, il virus sornione, il virus killer?

Fatelo subito, perché devo decidere se tornare a leggere Paperino e Pecos Bill, come ai bei tempi, o se devo credere ancora alla scienza delle università, se è il caso di bazzicare ulteriormente su temi razionali che abbiano i requisiti minimi della sensatezza e della  accettabilità.

 

I virus esistono in mille forme e si presentano nelle influenze, nelle malattie virali

 

Eppure i virus, ci sono, ed anche i sottovirus, e magari pure i sotto-sotto-virus che identificherete col prossimo microscopio post-elettronico.

Oltre che esistere, questi virus riempiono ed intasano i condotti e le secrezioni umane, soprattutto in occasione delle influenze cosiddette virali, direte voi.

Vi rispondo dicendo che tutti i viventi sono sottoposti alle precise regole del ricambio, del metabolismo cellulare, dell’anabolismo (costruzione) e del catabolismo (disgregazione).

Hanno mille forme diverse, e ne vengono fuori sempre di nuovi, obietterete.

Questo non significa che siano vivi. Tanti cadaverini, tanti detriti cellulari, tanti ex-mattoni caratterizzati da mille forme diverse perché nel nostro organismo albergano semplicemente migliaia di diverse cellule.

Aggiungo che state rifacendo letteralmente il medesimo errore del primo Pasteur coi batteri, e che rilevare la presenza di un certo gonococco, in una determinata malattia, non significa affatto che sia

stato esso a causarla.

 

In laboratorio, sono sempre le cellule a produrre fisiologicamente dei virus, e non sono mai i virus a moltiplicarsi

 

Mi direte che, lasciati da soli, i virus restano morti e sepolti, e che non si sviluppano, perché avete provato troppe volte a farlo in laboratorio, senza alcun esito, ma che invece, in presenza di materiale cellulare vivo, essi prolificano.

Ed è proprio qui che vi fermo e blocco la vostra improprietà.

E’ qui che cadete banalmente nell’errore di vedere una cosa e di capirne un’altra, non a caso un’altra più comoda e conveniente agli interessi di chi vi sponsorizza.

Vi accuso di rifiutare la logica e di praticare il vudu.

La prolificazione dei virus in presenza di materiale cellulare non esiste per azione dei virus, che continuano, se permettete, a restare morti e defunti, ma per merito delle cellule stesse che si disintegrano e producono in tale fase disgregativa altri frammenti virali, altri virus in abbondanza.

 

Nell’uomo si assiste ad accumulazione e sommatoria di virus, mai a moltiplicazione

 

Quando dal laboratorio di ricerca passiamo al laboratorio vivente che è l’uomo, sappiamo che ogni minuto che passa arriva una nuova ondata di cellule esaurite, ovvero di detriti cellulari disintegrati, di virus multiformi di colore rigorosamente grigio come la morte, in un processo incalzante e continuativo che richiede funzionalità dell’organismo ai massimi livelli, senza soste e senza sballi.

Se tale operazione viene ostacolata, interrotta, compromessa  da arrabbiature, paura e panico, indigestioni ed avvelenamenti, putrefazioni e fermentazioni nel tubo gastrointestinale, processi di leucocitosi nel sangue, ecco che quel corpo si intasa della propria carica virale e i suoi virus si accumulano in grandi quantità fino a metterlo in ginocchio, fino ad intasarlo ed ammalarlo.

Ma, di nuovo, non si tratta affatto di moltiplicazione, bensì di sommatoria.

Polvere nuova che si somma alla polvere precedente, polvere che lo spazzino metabolico dell’organismo (alle dipendenze del sistema immunitario) non è riuscito ad eliminare come doveva.

 

Con l’energia fiappa non si riesce mai a tenere il corpo pulito e sano

 

L’operazione di smaltimento dei propri rifiuti virali è un processo che pretende salute, che richiede energia nervina interna ottimale, e non l’energia fiappa ed incespicante di chi fuma, di chi prende farmaci e vaccini, di chi ricorre a vitamine sintetiche e a integratori minerali, di chi mangia carne e latticini, di chi si riempie di dolciumi e cole, di vino e di caffè.

Ed è proprio in quei casi che il sistema va in tilt, che il corpo si blocca per auto-avvelenamento (sommatoria virus interni) e per l’aggiunta dei virus esterni derivati dalle carni delle povere bestiole, nelle quali sono rimasti intrappolati a metà strada i loro rispettivi detriti cellulari (divenuti virus esterni per l’uomo-cannibale).

 

I troppi virus da smaltire, e il sistema immunitario reso debole ed asfittico dai tanti abusi, mandano la macchina umana in tilt

 

Chiaramente, sia per i virus interni che per quelli esterni, l’uomo è dotato di adeguate contromisure.

Le sue difese immunitarie possono contare su cellule T, su linfociti e leucociti, e su altri strumenti ancora.

Ma se l’uomo ha un basso livello di vitalità causato dalle sue solite cavolate comportamentali, si forma non solo un sovraccarico di ceneri-polveri-detriti-virus che lo intasano e lo ammalano, ma nel contempo si verifica una latitanza di azione difensiva e riparatoria da parte del sistema immunitario, reso debole ed asfittico dai troppi impropri interventi impostigli senza sosta dal suo improvvido proprietario, per cui l’intera macchina umana va in tilt.

 

Una malattia che viene da dentro e un recupero che si attua soltanto ripristinando le funzioni normali dell’organismo, mediante un adeguato riposo

 

Questa non è una malattia di qualità, qualcosa di nuovo, di strano, di alieno ed inaspettato, ma una malattia di quantità, da intasamento di materiale interno.

Non si presta dunque a un discorso di preparazione al virus, la quale è già notevole.

Il sintomo della febbre è dovuto alla logica infiammazione interna, causata dagli errori nutritivi e di comportamento.

Il sintomo della tosse è dovuto al tentativo di espellere il muco difensivo che il corpo ha prodotto per contrastare il veleno virale, cioè la polvere organica acidificante.

Il sintomo della dissenteria è dovuto al fatto che il normale ritmo nutrizionale è saltato, e che magari il soggetto ha fatto uso di qualche farmaco, acidificandosi ulteriormente.

Pensare di risolvere tali problemi inoculando dei vaccini è una pretesa assurda e ridicola.

L’unico modo per recuperare la salute è quello di liberarsi al più presto dall’intasamento e dal muco, ripristinando la funzionalità dell’organismo, la circolazione sanguigna, la temperatura e il normale battito cardiaco.

 

L’unica panacea, l’unico vero modo di ripristinare la salute senza strascichi, è il digiuno

 

Tutti i sintomi appena descritti se ne devono andare al più presto, e l’unico modo principe e privo di effetti collaterali è quello del riposo fisiologico, ovvero il digiuno assoluto con acqua distillata o comunque ultraleggera e priva di minerali, onde espellere al meglio le tossine.

La vaccinazione invece non fa altro che dare una botta tremenda all’organismo, rendendolo meno reattivo e vitale, per cui è ovvio e comprensibile che la febbre e i sintomi collegati si attutiscano e scompaiano.

Scompaiono non perché la salute è stata recuperata, ma solo perché abbiamo tramortito il nostro organismo e le sue forze reattive, lasciando però la situazione interna sempre intasata, col corpo pronto a riammalarsi alla prima occasione, in modo ancora più grave di prima.

 

Niente mai si guadagna a tramortire e by-passare il sistema immunitario

 

Quando il corpo viene tramortito e by-passato da fattori estranei (es. il vaccino), il sistema immunitario tende a rispettare il nuovo livello di scarsa vitalità e di quasi-convalescenza coatta dell’organismo vaccinato, rispettando per qualche tempo la sua situazione delicata di scarsa reattività, dandogli tregua a livello sintomatico, e ricaricando nel contempo le sue batterie svuotate dal colpo tremendo ricevuto con l’atto vaccinatorio.

In altre parole, non c’è stata nessuna sconfitta della malattia intasante e nessuna fine delle ostilità, ma solo un armistizio forzato, una temporanea sospensione e messa fuori-combattimento dell’apparato immunitario e della crisi positiva che esso stava instaurando con pazienza e intelligenza infinita nel nostro corpo.

 

La fase sonnecchiante e di ricarica del sistema immunitario

 

Il sistema immunitario, in questa tregua all’insegna della bassa vitalità-reattività, non ha altra scelta che quella di mantenersi operativo ai minimi termini, come un motore operante a basso regime e in folle,  privo di spunto energetico per poter ingranare una marcia.

Così esso sfrutta l’occasione per ricaricarsi a molla,  per affilare le armi, e scattare con rinnovata grinta verso il suo compito pulitivo istituzionale mediante le sue cellule T e i suoi anticorpi.

 

La scomparsa dei sintomi e della febbre non ha alcun significato concreto.

La vaccinazione significa imbrogliare.

 

Passata qualche settimana o qualche mese, e ciò dipende dalla forza enzimatica interna dell’individuo, visto che ognuno ha il suo tempo di ricarica e di ripristino-energie, arriva dunque la nuova crisi, la nuova caduta influenzale, la quale, se verrà di nuovo interrotta e massacrata mediante farmaci o vaccini, tenderà inevitabilmente a peggiorare ulteriormente e a diventare cronica, perché quando si va contro la natura si viene regolarmente puniti.

La scomparsa della febbre e dei sintomi, di per sé, non ha dunque alcun significato dal punto di vista eziologico.

Essa vale solo se ottenuta  mediante effettiva eliminazione delle immondizie interne.

La vaccinazione significa solo imbrogliare il corpo, imbrogliare il sistema immunitario, imbrogliare la natura, imbrogliare il corpo, imbrogliare lo spirito.

 

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Rma  (Associazione Vegetariana Animalista) 

                         – Direzione Tecnica aabin-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)