IN LINEA DI MINIMA CONDIVIDO

IN 

 

Un simpatico scrittore specializzato in innocenti letteracce

 

Egregio Dr Vaccaro,

Ho letto attentamente sulla tossinfezione da pesce citata nei suoi scritti e, siccome mangio sardine e sgombri in scatola due volte la settimana, mi sto seriamente preoccupando per quello che lei sostiene.

Ma poi mi sono detto: Ma lei è un medico? O, quanto meno, E’ uno studioso agguerrito di nutrizione?

Perché ho la sensazione che i suoi scritti manchino di sperimentazioni concrete, ove si escludano quelle sue personali.

Sembra che lei comunque non abbia assolutamente alcun dubbio in merito.

Io resto sempre dell’idea che la verità sta nel mezzo, pur condividendo in linea di massima i suoi punti di vista.

Posso telefonarle qualche volta, come faccio col Signor Scaffidi (non è ingegnere, lo è solo il figlio), che conosco come uomo buonissimo e ottimo igienista?

La prego di scusarmi se mi permetto di porle quesiti che potrebbero indispettirla ma, mi creda, lungi da me simile idea.

Coi migliori auguri di Buon Anno.

Paolo Antonazzo

 

Risposta a Paolo

 

Tralascio i titoli che hai, e pure il Lei,  come faccio del resto con tutti, salvo che coi direttori generali degli Enti, dove l’etichetta è d’obbligo, e ricambio gli auguri di Buon Anno. Che ti porti  Salud, Felicidad y Pesetas, nonché Chicas con tantissimas Tetas, ma anche, seriamente parlando, un po’ più di franchezza e coerenza nei messaggi che spedisci.

 

L’arte di giudicare il prossimo per il messaggio che porta, prima ancora che per i  suoi titoli

 

Quando mi innamorai della filosofia, dello spirito e della scienza comportamentale di Pitagora, pur sapendolo rigoroso e forse noioso matematico, non sono andato a chiedergli da quale scuola venisse.

Quando mi lasciai prendere dalla chiarezza etica e dalla poesia di Dante, pur avendolo subito come strumento di persecuzione scolastica, non mi sono posto il problema di verificare a quale chiesa o a quale scuola poetica appartenesse.

Quando lessi di un fiato  Il Paese dalle ombre lunghe, e poi L’Imperatrice Nuda, di Hans Ruesch, non mi peritai di domandarmi se era italiano o svizzero o tedesco, e non pensai nemmeno di sbirciare tra i suoi diplomi in medicina.

 

Quando venni in possesso di  Eros e Civiltà di Herbert Marcuse, me lo trangugiai fino in fondo appassionatamente, e decisi che quello era un grande, senza sapere ancora che veniva da Berkeley e che stava diventando il simbolo dei movimenti studenteschi degli anni 70. E quando fondai con gli amici del tempo il Circolo Marcuse e la rivista Rottura, il filosofo-sociologo-psicanalista non ci pensò due volte ad inviarci un centinaio di dollari di incoraggiamento.

Quando lessi  Aids, il Virus Inventato, non mi chiesi affatto se Peter Duesberg si era laureato ad Harvard o a Cambridge, o se veniva anche lui da Berkeley, e non mi domandai se gli avevano assegnato il Nobel per la Medicina come a Jean-Luc Montagnier. Lo lessi fino alla fine e decisi che quello era il miglior testo mai scritto sull’Aids, anche se avevo già le mie idee non esattamente combacianti con l’autore, e avevo già letto i magnifici testi di T.C. Fry,  The Great Aids Hoax, e di Luigi De Marchi e Fabio Franchi, Aids, la Grande Truffa.

Quando lessi il capolavoro igienistico  Fit For Life (In Forma per la Vita), di Marilyn ed Harvey Diamond, mi disinteressai del tutto delle referenze medicali degli autori, ma li giudicai per la loro opera, le loro parole, il loro insegnamento, ed andai a conoscerli in America, cioè a casa loro.

Quando ascoltavo divertito senza mai stancarmi, e raccoglievo nei miei appunti le espressioni di Checo Pigàn, un grande omino di Tavagnacco, reduce delle Campagne Militari di Libia, che alzava il gomito e a volte se le buscava meritatamente dalla più robusta moglie, ma che produceva prediche e comizi irresistibili, intrisi di poesia maledetta e di filosofia comica pura, sullo stile di  Quand che o mur io, zioboe, no vegnaràn fur viàrs, ma sarpìns (Quando muoio io, non verranno fuori vermi, ma serpenti), non mi preoccupavo della accademia filosofica-poetica di provenienza, era già semplicemente da premio Nobel per la letteratura verace.

Se trovo qualcosa di bello e convincente, lo raccolgo, lo stimo e lo critico, ma mi disinteresso degli aspetti tutto sommato banali e superflui.

Se uno mi viene a dire che possiede la laurea di comico presa presso la grande scuola italica di Tognazzi e Vianello, già non mi fa più ridere.

Se uno mi antepone ai suoi pensieri un diploma in medicina preso  a Pisa, a Padova o a Bologna, per rendere credibili le sue teorie, gli farò pure dei complimenti, ma non lo ascolterò mai.

Non pretendo di essere nessuno dei grandi personaggi citati. Ma gradisco chiaramente di essere giudicato per il messaggio che porto, e non per i titoli che posso avere o per quelli che non ho.

E’ quello un metodo troppo meschino e sbrigativo per giudicare la gente, sia nel bene che nel male.

 

In linea di minima condivido quello che pensi.

Resti dell’idea che la verità stia nel mezzo. E’ la tua religione. Tienitela.

E tieniti pure le due scatolette settimanali di sardine e sgombri.

 

Io e te, Paolo, già ci conosciamo. Mi hai contattato con una prima lettera a doppia mandata (è un po’ la tua specialità, almeno nell’ambito del nostro rapporto epistolare) dove mi esprimevi ammirazione e mi accusavi pure nel contempo di essere estremista ed esagerato.

E mi pare di averti risposto con una tesina dal titolo  La mediocrità sta nel mezzo.

Ora, trascorse tre settimane, torni alla carica e mi dici, con rinnovata diplomazia, che in linea di massima condividi i miei punti di vista.

Perché non impari ad essere un po’ più franco e coerente.

Dovevi dire piuttosto che in linea di  minima sei d’accordo, ovvero che non credi a un accidente di quanto sostengo.

 

 

 

 

Lo devi dire che non mi credi, e allora ci potremo comprendere meglio

 

Non credi che per scriverti quella tesina ho speso 2 giorni e oltre 300 Euro a Kuala Lumpur, tutti per te, 10 ore attaccato a un computer dalle lettere miste cinesi e italiche, mentre la gente intorno a me faceva baccano e si divertiva.

E non sono poi nemmeno riuscito a convincerti.

Non credi che per alzarmi stamane alle 4 e rispondere alla tua seconda lettera mi sono caricato di vitamine naturali e di B12 vegetale efficientissima, sottoforma di 3 cachi semi-ghiacciati dal mio balcone, e che alle 10 mi sono preso una scodella di crema di avena al latte di grano saraceno più spruzzata di farina di girasole e lino.

Non ti mando fattura o nota spese, né pretendo riconoscenza. Ma è giusto che tu lo sappia.

Lo devi dire che non mi credi e smetterla con l’ipocrisia diplomatica e le connesse insinuazioni che essa comporta.

Allora sì che ci potremmo capire e misurare meglio.

 

La tua religione prudenziale dello zero a zero. Una bestemmia e un segno di croce.

 

Tu resti infatti dell’idea che la verità sta nel mezzo. E’ la tua religione, non la mia. Tienitela.

E tieniti pure le due scatolette settimanali di sardine e sgombri, e tutte le pasticche di B12 che stai prendendo, le quali sono un po’ il simbolo della tua filosofia pratica, di quella concezione difensivistica, centrocampistica e prudenziale, che nel calcio porta allo zero a zero e alla noia mortale degli spettatori.

Non vincerai mai uno scudetto, ma non andrai nemmeno in serie B, almeno fino a quando qualcuno non scopre il tuo tipo di doping.

Sei proprio come il Giovanìn che dopo ogni sua sonora bestemmia si faceva il segno della croce, perché non si sa mai.

Non offenderti, c’è in te qualcosa di Don Abbondio, personaggio manzoniano che stimo moltissimo, per la sua immensa carica di umorismo.

Con le tue scatolette cadaveriche di Omega3 ti assicuri i polifenoli e le prostaglandine, con la B12 ti preservi dall’anemia, e con Padre Pio ti  garantisci la vita eterna. Cosa vuoi di più dalla vita?

Sopravvivi e galleggi. Tu vai bene così. Sarebbe un crimine destarti.

 

Ti vieto di leggermi ancora. Mi provocheresti un rimorso di coscienza.

Emilio Fede,  Luxuria e le nostre emancipate monache di clausura.

 

Hai letto qualcosa di mio, poco in verità, ma questo ti ha turbato. Ha disturbato il tuo stato di quiete mentale.

Non eri e non sei pronto per questo.

Non sei affatto disposto a rimettere in discussione le tue stiracchiate concezioni e i tuoi incrostati teoremi.

Sei come un ragazzo acerbo al quale è giusto impedirgli di vedere un film realistico sul sesso.

Sei rimasto alle favole di Santa Lucia e di Santa Klaus.

Quando in Italia, ci siamo tutti evoluti, persino le monache di clausura.

Quando il simpaticissimo Emilio Fede dichiara in televisione che è interessato a passare una notte con Luxuria, non fosse altro che per soddisfare la sua grande curiosità.

Perché mai tirarti via le tue certezze e le tue illusioni?

Mi verrebbe del rimorso di coscienza.

 

 

 

Se fossi medico e se fossi nutrizionista. Non chiedermi chi sono e cosa sono.

 

Ti dirò di più. Se fossi medico, come mi pretendi, ti prescriverei B12 almeno 3 volte al giorno, come il dr Ray Strand, tanto per non sbagliare, perché Melius abundare quam deficere, il che vale a 360 gradi, e soprattutto per chi può e sa scopare con passione ed arte. E se fossi un nutrizionista agguerrito, come mi reclami, ti prescriverei Omega3 a base di grasso di balena e fegato di delfino a colazione, pranzo e cena.

Non chiedermi chi sono io.

Anche se fossi medico con le carte in regola. Anche se fossi il primo nutrizionista al mondo, ti risponderei che non sono nessuno.

Perché tutti alla fine siamo dei nessuno, soprattutto se veniamo privati di quello che stiamo pensando e facendo, e se veniamo giudicati dalle nostre ammuffite referenze cartacee.

Non chiedermi chi sono io.

Non perché abbia delle pretese in proposito, o perché io non sia trasparente (le mie coordinate professionali sono evidenti in bianco e nero in ogni mio scritto), o perché mi indispettisca per le tue domande indiscrete.

 

Non sei una donna, non mi sogno nemmeno di darti delle dimostrazioni di efficienza.

 

Se una donna mi chiedesse come mai parlo pure di sesso e magari con passione e vivacità, quando dovrei conoscere già la pace dei sensi e starmene buono e tranquillo, e pretendesse pure da me un patentino da sessuologo, le chiederei simpaticamente e provocantemente di mettermi alla prova senza impegno.

Tu non sei una donna, e quindi non mi sogno di darti alcuna dimostrazione, alcuna sfida e alcuna credenziale professionistica.

Mi chiedi se mi puoi telefonare. Non mi nego a nessuno, nei limiti del possibile.

Parli già al telefono con Scaffidi, lodandolo per la bontà e la disponibilità, ma specificando che l’ingegnere non è lui ma suo figlio.

Questo lo so. Ma tu continui a sentire una irresistibile e sperticata attrazione per i titoli e le referenze.

Sei il san Tommaso della situazione, e vedi il mondo pieno di ciarlatani, senza considerare che i ciarlatani laureati (io ne ho tre di carte, ma per te sarebbero comunque improprie ed insufficienti) sono in sovrannumero rispetto ai ciarlatani privi di referenze.

E’ vero che l’ingegnere di casa è il figlio Alessandro. Ma è  ancor più vero che la grandezza e le referenze del padre Carmelo sono tali da far apparire carta straccia, al suo confronto, qualunque diploma in ingegneria o medicina. Del resto questo lo sai tu stesso, visto che lo conosci bene.

Mi puoi liberamente telefonare, mica sono il presidente di qualche repubblica.

Ma temo che avremmo delle difficoltà a capirci. Ci vuole non unanimità che è troppo ed è noia, ma un minimo di lunghezza d’onda comune per conversare costruttivamente.

Io non mi sento obbligato a smuovere la gente e a cambiare il mondo.

Mi basta il raro privilegio di offrire consiglio, istruzione ed ispirazione, capaci di modificare in meglio la qualità della vita.

Più che un igienista, un filosofo e un giornalista, più che un insegnante di nutrizione naturale e di comportamento etico, a te serve un ritiro spirituale presso un prete, meglio se dotato di certificato e timbro del Vaticano, un consulente terapeutico-medico (ovviamente laureato alla Normale) e un cuoco nutrizionista con diploma regolare da Scuola Alberghiera Veneziana o dalla rubrica Gusto.  Cari saluti.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma  (Associazione Vegetariana Animalista)

                            Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

autore: Valdo Vaccaro
Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

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