L’ EUTIROX, IL DIABETE E IL KIWI

LETTERA

 

Mi sto liberando progressivamente dell’Eutirox

 

Ciao Valdo, sono Gianfranco da Verona, sempre orfano della mia tiroide asportata, ma su di morale per una disobbedienza che promette bene.

E’ da tre settimane che ho snobbato la droga tiranna impostami dai medici, ovvero l’Eutirox.

Negli ultimi 21 giorni l’ho assunta una volta sola.

Sto bene come prima e più di prima, tutto normale e tranquillo. Non ho più timori, e questo è importante per me. Sto sereno e non è successo proprio nulla di drammatico.

Sono ancora vivo, e in ottima forma per giunta

Poi magari a settembre farò gli esami del sangue per controllare i soliti TSH, FT3 e FT4.

Ho semplicemente seguito il tuo consiglio di eliminarlo progressivamente, mentre il mio medico disse che, se non lo prendevo, dopo 7 o al massimo 15 giorni, sarei addirittura morto.

Come vedi, sto ancora qui, scrivendoti e cercando pure di aiutare altra gente in difficoltà.

Spezzo una lancia a favore del kiwi

Siccome ho notato che qualche vegetariano si diverte a remare contro la frutta acida, tipo arance e kiwi, vorrei spezzare una grossa lancia a favore del kiwi.

Sono 20 anni che mi alimento di questo frutto fantastico e formidabile, non solo per l’alto contenuto vitaminico C ed E, ma anche per i benefici che arreca alla regolarità intestinale.

Ne mangi 2-3 al giorno e vediamo dove vanno a finire tutti i purganti in circolazione.

Un’amica diabetica in condizioni precarie

Vorrei infine essere d’aiuto a una mia amica diabetica di 55 anni, messa in precarie condizioni da 2 anni di farmaci e di cure mediche.

E’ molto dimagrita, seno cadente, tristezza e depressione.

Le posso consigliare di leggere la tesina La sconfitta del diabete, alla faccia dei medici?

A causa di questo eccessivo dimagrimento, il seno gli è caduto.

Tornando a una dieta normale, come suggerisci tu, ci potrà essere un ripristino della situazione?

Cosa le consigli di fare? Fammi sapere e poi le passo la mail. Grazie.

Gianfranco

RISPOSTA

 

Un po’ di sperimentazione non guasta

 

Ciao Gianfranco, non mi sorprende che tu stia meglio, avendo optato coerentemente per una dieta purificante, e quindi per un tentativo di liberazione dalla tirannia del farmaco.

Chiaro che, in questo tipo di disobbedienza alle leggi mostruose della medicina, che prima opera e poi ti appioppa la cura farmacologica a vita, c’è qualche piccolo rischio e qualche inevitabile sperimentazione.

Non penso esistano statistiche ed esperienze concrete su operati di tiroidectomia che optano di non sottostare alle cure post-operatorie, o meglio alle cure a-vita stabilite dalla medicina stessa per quel tipo di operazione. Oppure esistono, ma se le tengono ben strette le cliniche igienistiche, che affrontano ogni tipo di situazione.

Ti ho informato sulla oggettiva incompatibilità di coesistenza tra dieta crudista e farmaci

Da studioso e ricercatore igienista, non mi sono affatto sognato di prescriverti una anti-cura, giocando a fare l’anti-medico per partito preso, e prestando magari il fianco a interferenze e contraccolpi col delicato mondo della sanità, che so criticare quando serve, ma anche rispettare.

Mi sono piuttosto limitato a segnalare un dato di fatto incontestabile.

E cioè che esiste una oggettiva incompatibilità tra l’uso di farmaci e una dieta virtuosa e fluidificante, visto che il sangue fluido comporta maggiore ritmo metabolico e migliore assorbimento sostanze, nel bene e nel male, per cui non soltanto le sostanze positive del cibo, ma anche quelle negative del farmaco, vengono trasportate nel sistema con più offesa ed aggressività.

In altre parole, ti ho informato che una dieta fruttariana è sì valida su tutti i fronti, ma abbinata al farmaco può causare effetti perversi, non per colpa della frutta, ma per il farmaco.

Sconfiggere la paura è già un ottimo risultato

Tu mi hai preso in parola e hai voluto, in mezzo a ovvi timori, fare la tua personale sperimentazione, muovendoti in un terreno inesplorato, senza il conforto di schemi e di casi precedenti consultabili.

E non sei morto né dopo 7 giorni né dopo 15, e stai anzi in ottima forma.

Tireremo le somme a settembre.

Ma intanto è importante aver sconfitto la paura e le ansie raggelanti instillate in te dagli endocrinologi.

C’è troppa gente che fa giochi strani e non trasparenti

Quanto ai kiwi, non avevo alcun dubbio al riguardo.

Trattasi di ottimo frutto sotto ogni punto di vista, ben protetto da una scorza magnifica, resistente e durevole, e per giunta disponibile anche nella stagione invernale.

Chiunque osi gufare contro queste preziose risorse invernali degli agrumi, dei kiwi, dei kaki, della frutta di importazione, commette una grave opera di diseducazione, tesa a spingere la gente nelle fauci del carnelattismo.

L’igienismo non è certamente una dieta per tonificare il seno

Quanto alla tua amica diabetica, ti ho inviato le mie ultime 4 tesine sul diabete.

Pare che sia stata tartassata davvero per bene.

Più uno straccio che una persona sofferente.

Sono queste le cure guarenti praticate dalla medicina?

Ricordati comunque che l’igienismo non è una dieta per  tonificare il seno o per contrastare il dimagrimento e la depressione.

Il miglioramento ed il recupero avvengono in linea generale

L’igienismo non è una dieta ma un sistema naturale di vivere, di pensare, di comportarsi ed alimentarsi.

Di sicuro, chi vive igienisticamente vivacizza se stesso e massimizza il suo potenziale salutistico.

Non in forza di qualche sostanza magica, ma in funzione di un miglioramento generale che parte dalla formula del sangue, riportato alla sua fluidità naturale, e dalla condizione del sistema immunitario, riportato al suo potere enzimatico e reattivo.

Sconfiggere il pregiudizio e l’avversione verso la frutta

 

Chiaro che la tua amica potrà solo trarre beneficio dal riequilibrio generale derivante dalla dieta vegano-crudista.

Chiaro che il suo seno riprenderà l’antico splendore, magari con l’aggiunta di qualche esercizio fisico specifico.

Dovrà però ribaltare la situazione, liberarsi totalmente dalla dipendenza farmacologica, e adottare con grinta e convinzione tutte le tecniche e i comportamenti di vita utili a stare meglio.

Dovrà in particolare imparare a non temere la frutta e a non schivare la frutta, tipico atteggiamento derivato dalla diseducazione medica.

La frutta è amica dei diabetici, non nemica.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo