LA BELLEZZA DEL CAMMINO VEGAN

LETTERA

 

Un quadretto appeso in cucina

 

Ciao Valdo, nel rileggere la mail che ti ha mandato Giusy (La via più naturale e antica di mamma crudista vegana, del 26/8), non ho potuto fare a meno di pensare al quadretto che ho appeso all’interno della mia cucina, su cui ci sono scritte alcune cose.

Ho scelto di essere vegan per non essere complice o mandante

 

Ho scelto di vivere vegan perché esserlo senza far niente era troppo annichilente.

Per non essere complice o mandante.

Per portarmi comunque dentro il dolore ma non la colpa di esso.

Per poter, quando possibile, alleviare il dolore di altri.

Perché è bello suonare nell’orchestra dell’ecosistema.

Perché in cima alla montagna ho trovato quello che già avevo ma non capivo o vivevo.

Ho scelto di vivere vegan perché volevo scendere più nel profondo, salire più in alto, correre più forte e amare in maniera più intensa.

E’ uno splendido cammino d’avventura e scoperta, una melodia di passione che trasforma il dolore in azione, un disegno di vita che mi sono tatuato all’interno, cancellando insicurezza, indecisione e paura.

 

E’ diventato il mio biglietto da visita

 

Non ricordo nemmeno dove l’ho trovata navigando sul web, ma l’ho fatta subito mia, perché io abbia sempre sotto gli occhi la bellezza del cammino che ho iniziato a fare, e perché chiunque entri nella mia casa abbia modo di comprendere, o magari di incuriosirsi.

Alessandra

RISPOSTA

 

Se la gente ci pensasse

 

Ciao Alessandra, c’è spazio anche per la poesia, ovviamente.

E quanto mi hai inviato è poesia autentica, anche in mancanza di rima.

Alleviare il dolore di qualcuno è di importanza straordinaria.

Se la gente comune capisse che addentare un singolo panino con lo speck, con la mortadella o il prosciutto, equivale a 10 coltellate inflitte ad altrettanti maialini innocenti, ci penserebbe due volte.

Chi è il vero macellaio

Invece, va al bar e sceglie proprio quello, disprezzando e lasciando invenduti i panini alle verdure che qualche barista coraggioso e volonteroso continua imperterrito ad inserire in vetrina.

Il vero macellaio non è dunque il boia esecutore.

Il boia è addetto a quel lavoro perché non aveva altra scelta.

Sta facendo il boia solo perché non trovava niente di meglio da fare.

Ma il consumatore, che ha diritto di opzione, e sceglie il panino al sangue, scaricando mentalmente la brutalità sull’extracomunitario pagato a cottimo, tot a coltellata, non ha alibi e non ha scusanti.

Ognuno si prenda almeno le proprie responsabilità, e non giochi a fare lo scaricabarile.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo