LETTERA
Consigli alimentari e comportamentali per mia moglie operata di cistifellea
Ciao Valdo, alla mia compagna è stata asportata la vescichetta biliare, a causa di calcoli al suo interno.
Ora la sua alimentazione deve essere molto rigida altrimenti, come è già successo, quando sgarra finisce per vomitare.
Da esami fatti di recente, le è stato detto che la bile, che dovrebbe trovarsi nella cistifellea ora mancante,
si ritrova nello stomaco e lei ha spesso la pancia gonfia.
Tu sapresti darmi qualche consiglio alimentare per farla stare meglio? Grazie.
Manuel
RISPOSTA
I compiti del fegato e il meccanismo della bile
Il fegato, tra i tanti suoi compiti importanti, ha pure quello fondamentale di purificare il sangue venoso e i prodotti della digestione, quello di emulsionare i grassi e quello di favorire l’espulsione degli escrementi, con l’ausilio della bile.
La bile, oltre che essere un lubrificante, è anche un liquido produttore di sostanza purificante dell’intestino.
Il ruolo epato-disastrante della stitichezza
La stitichezza è il peggior nemico del fegato.
La carne, i grassi, il the e il caffè, l’alcol, i dolci, sono tutte cose che irritano il fegato ed ostacolano le sue funzioni.
Coltivando invece buone digestioni, mai si ammalerà il fegato e mai si bloccherà la cistifellea.
Un digiuno di 2-3 giorni, seguito da 3 giorni di dieta fruttariana, è già in grado di decongestinare il fegato. Anche il solito cataplasma di fango, all’altezza del polmone destro, aiuta a disinfiammarlo.
Il meccanismo della calcolosi epatico-biliare
In stato di stitichezza avanzata e di inevitabile infiammazione epatica, il sintomo inequivocabile della crisi biliare e della calcolosi epatico-biliare è dato dalle coliche, con qualche piccolo calcolo che, passando per il condotto che immette la bile nel duodeno e poi nell’intestino, sfrega le pareti delicate di questo condotto (chiamato coledoco) provocando fortissimi dolori nella parete destra del ventre. Un malessere che va fino alla spalla e al braccio destro, accompagnato da attacchi di vomito che possono durare ore ed anche giorni.
La tendenza della chirurgia ad effettuare operazioni chirurgiche
La chirurgia ignora o fa finta di ignorare la malattia ed il suo processo logico e, non curandosi di sopprimere l’origine del problema, cioè la stitichezza e la precisa alimentazione che porta ad essa, opta disinvoltamente per l’asportazione della cistifellea, cosa gravissima che significa togliere anni di vita, ed anche qualità della vita alle persone.
Visto poi che cistifellea e milza lavorano in sinergia, non è raro che la colecistectomia vada di pari passo con la splenectomia, ovvero con l’asportazione chirurgica della milza.
D’altra parte i chirurghi in linea generale sono nati e formati per effettuare delle operazioni chirurgiche e non certo per fare prevenzione alimentare o altri aggiustamenti.
Non indispensabile alla vita, la milza può essere asportata
E’ molto istruttivo come la cultura medico-chirurgica condizioni persino la terminologia e i dizionari di lingua italiana.
Alla voce milza, in un comune dizionario Garzanti, si si legge quanto segue:
organo color rosso bruno, pesante 195 grammi, lungo 13 centimetri e di forma piatta, posto nell’ipocondrio sinistro, tra lo stomaco, il colon traverso e il rene sinistro.
Pur avendo molteplici funzioni, è fondamentalmente un organo vascolare che, negli adulti, distrugge i globuli rossi invecchiati riciclando il ferro e i globuli bianchi, produce globuli bianchi e piastrine, ed immagazzina globuli rossi per uso nelle emergenze.
Non indispensabile alla vita, la milza può essere asportata, è la conclusione paradossale del testo.
La Natura Umana e il grado di asportabilità dei vari organi
Se si asporta la milza, non a caso si assiste a un aumento dimensionale delle ghiandole linfatiche, che si sobbarcano il lavoro filtrante e purificante di questo organo.
La realtà è che i chirurghi si divertono a fare il buono o il cattivo tempo, e si dilettano a giudicare organi e ghiandole sulla base del loro grado di asportabilità, senza nemmeno considerare la funzionalità sinergica del corpo umano, dove tutte le parti interne sono collegate e vanno religiosamente preservate.
Scarso rispetto o nessun rispetto per la Natura
Se la natura ha dotato il corpo di una cistifellea e di una milza, significa insomma che esse hanno degli scopi importanti e fondamentali, e che non stanno lì a fare le belle statuine.
Il fatto che uno sopravviva senza una ghiandola, non significa affatto che tale ghiandola sia opzionale ed asportabile.
Questa non è scienza, ma è piuttosto autentica demenza chirurgica.
Tutto spinge inesorabilmente verso il bisturi
Dire che i chirurghi siano portati per il bisturi e che scalpitino per operare, spinti in questo dagli stessi interessi degli ospedali e delle case farmaceutiche, potrebbe sembrare una cattiveria gratuita, ma non lo è affatto.
Formare un chirurgo, ed anche tenerlo aggregato ad una struttura clinica, ha un costo notevole.
Un chirurgo che non operi a ritmo industriale diventerebbe un lusso, un problema economico ed un grande spreco di risorse per ogni amministrazione ospedaliera.
Non è casuale che, un grande medico americano abbia definito l’opzione chirurgia, al di fuori della vera emergenza e dell’autentica necessità, come il fallimento tipico della medicina in quanto arte del guarire.
I problemi si possono evitare con un minimo di attenzioni
Chi riesce a mantenere il funzionamento digestivo nella normalità, consumando regolarmente frutta acquosa a colazione e a merenda, mantenendosi leggero e vegano a pranzo e a cena, evitando the, caffè, alcol, dolciumi, e limitando il cibo cotto al minimo indispensabile, non avrà mai problematiche di fegato e di cistifellea.
Sembrerà poi paradossale, ma i calcoli grossi, entro certi limiti, non danno grandi problemi.
Sono quelli piccoli che si disgregano e vanno a causare le peggiori coliche.
Calmare i dolori farmacologicamente non è la strada giusta.
Digiuni, acqua distillata o leggera, e il tarassaco da adottare come pianta amica.
Combattere i dolori con calmanti è grave errore.
I dolori sono in questo caso necessari per l’espulsione dei calcoli, e occorre resistere.
L’eliminazione sistematica dei calcoli avviene solo mediante rigorosi digiuni ed acqua distillata.
Il regolare ricorso al tarassaco, autentica panacea della natura nelle foglie, nei fiori e nelle radici, è raccomandato allo stato crudo (o cotto leggermente al vapore) per contrastare i calcoli epatici e biliari.
Il corpo non va mai contro se stesso, e cerca in questo caso continui accomodamenti
Per chi è stato operato, e ha subito la grave menomazione chiamata colecistectomia, non è il caso di disperarsi.
Il corpo non va mai contro se stesso.
In questo caso specifico, non smette mai di darsi da fare col suo sistema immunitario.
E cerca in continuazione di trovare i migliori accomodamenti possibili agli abusi ed agli spropositi che sono stato orditi e realizzati contro di esso.
Il doppio danno subito da tua moglie, per colpa vostra prima ancora che per quella dei medici
L’operazione non solo ha danneggiato gravemente tua moglie, privandola di una sua ghiandola importantissima, ma ha pure lasciato inalterata al suo posto la causa principale di malattia, che è la stitichezza.
E’ in quella esatta direzione che occorre muoversi.
Non serve imprecare contro la medicina che opera col farmaco e col bisturi e che non guarisce.
Dobbiamo imparare tutti a responsabilizzarci e ad auto-gestirci meglio, e non a giocare allo scaricabarile.
Una doppia stitichezza che va contrastata efficacemente
Stitichezza che ora è raddoppiata, essendo venuto a mancare quel normale meccanismo digestivo-assimilativo rappresentato dalla bile organizzata nel suo apparato biliare, come stabilito da Madre Natura.
Purtroppo, la vescichetta biliare non si può ricostruire o riprodurre.
Meglio voltare pagina e scordare l’episodio.
Quello che serve realmente per un salto di qualità verso il benessere
Il consiglio a questo punto è quello di diventare militarmente virtuosi nella dieta.
Tarassaco, mandorle e pinoli non manchino mai.
Centrifugati di carote, sedano e ananas, o di rape e mele, o di bietole e patate dolci, non manchino mai.
Spremute di agrumi non manchino mai.
Voglia di vivere, e di migliorare la propria cultura alimentare ed etico-animalistica, non manchino mai.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo