LA DUCATI E LA SANTA FEBBRE

LETTERA

 

Un fatale giro in Ducati

Ciao Valdo, come già anticipato da Cristina, sono stato santificato dalla febbre.

Essendo centauro sfegatato, nonché Ducatista vanitoso, prendo la moto anche d’inverno, e fin qui nulla di male. Ma, giorni fa, ingannato dal caldo primaverile di Roma, ho messo la giacca leggera con il risultato di essermi congelato.

Tempo due giorni e mi sono ritrovato a letto con 39.5 di febbre.

La mattina i primi sintomi di freddo assoluto, con piumone e due coperte di lana insufficienti a scaldarmi, quando fuori al mio terrazzo c’erano come minimo 17 gradi.

Passano circa 2 ore e la febbre si fa viva.

Misuro col termometro e vedo 39.5, da lì l’inferno.

Per la prima volta ho affrontato la febbre testa a testa, senza nemmeno mezza pasticca

Premetto che da circa 6 mesi seguo l’alimentazione vegana-crudista, anche se senza aver fatto alcun digiuno purificativo. Infatti, davanti a me si presentarono 3 giorni tremendi, sia per la febbre alta che per una crisi eliminativa innescata anche dal digiuno forzato.

Un cocktail di forte emicrania e vomito, nonché stato di confusione.

Ma la cosa che più mi soddisfa di tutto questo è che, per la prima volta in vita mia, ho affrontato una febbre senza nessun tipo di medicinale, solo con digiuno, acqua e riposo.

Il che per me ha del sensazionale.

Sto riprendendomi velocemente

Ora, passo passo, e devo ammettere in maniera naturale, sto riprendendo le mie forze.

Sono al quarto giorno di semidigiuno a sola frutta e a verdure crude.

Piano piano reintegro con l’avocado, le mandorle e i semini, cioè con tutto quello che serve.

Mi sono comparsi anche gli sfoghi di herpes sul labbro fino alle narici, non dolorosi come succedeva in passato, ma molto grandi.

La soddisfazione di aver scardinato il mito dei medicinali

Il mio grande premio è che con questa procedura ho scardinato il falso, insulso e pericoloso mondo delle medicine. Tutte le fandonie proopinateci dalle pubblicità stile Boccasana, che ingurgita litri di veleno per alleviare l’arrossamento della gola. Domande? Non potevano mancare.

Inevitabili domande sulla febbre, sul come e sul perchè

Adesso che ho passato questo benefico processo purificatorio, ho rafforzato i miei anticorpi così da renderli invulnerabili, sempre continuando per il giusto cammino?

Perché prendendo freddo, e non in modo virale, appare la febbre, anche se stiamo a regime di alimentazione crudista-vegana? Gli anticorpi non sono sempre forti?

Dato che sono un grande sportivo e col digiuno mi sono tolto quasi 4.5 kg, come integro il peso perduto?

Avendo meno forze, quanto graduale dovrà essere l’allenamento per tornare ai livelli ottimali?

E soprattutto, carissimo dr Vaccaro, ma a lei la febbre non le è mai più venuta?

Un abbraccio dal sottoscritto Roberto, dalla Cristina e dalla bassottina Lola.

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RISPOSTA

 

Hai messo a dura prova te stesso, ed ora ti conosci meglio

Ciao Roberto, complimenti intanto per la grinta e la tempra d’acciaio dimostrate, che ti sono servite a conoscere meglio te stesso.

Sei diventato igienista a tue spese e in modo diretto e quasi drammatico. Nessuno però ti potrà più raccontare storielle sui virus e sui batteri senza ricevere una mezza pernacchia. Senza antibiotico e senza antivirale, avrebbero dovuto divorarti quelle bestiacce, e invece sei sempre tra noi, pronto quasi a rimetterti in sella alla tua Ducati.

Rarissime febbri nella mia vita. Roba quasi da preoccuparsi.

Vuoi sapere sulla mia febbre? Onestamente sono decenni che non subisco crisi influenzali, pur essendo passato in continuazione tra il caldo equatoriale delle Filippine e il gelo della Korea, pur avendo bazzicato in zone di aviarie e suine. Quasi da preoccuparsi, ricordando come Parmenide invocasse la febbre, la pregasse di arrivare fortissima a mantenerlo sano e pulito.

Onestamente non riesco a ricordarmi febbri e influenze tali da mandarmi a letto, nemmeno andando indietro nel tempo. Da ragazzo si ammalavano regolarmente tutti in famiglia, con le varie asiatiche stagionali, ed ero l’unico a starne fuori. Consumavo troppa uva, troppi fichi e troppe susine, per cedere.

Il recupero rituale del pallone

Ricordo che durante le partite di campionato dilettanti, nel vecchio campo di Tavagnacco, a fianco del torrente Cormor, successe più volte che il pallone finisse nelle acque melmose, gelide e invernali, ed io che, essendo oltre che pazzerello anche l’unico a saper nuotare senza incertezze e paure, mi tuffavo a recuperare il pallone stesso (non c’erano palloni di ricambio allora), incurante del fatto che ero già sudato e inzuppato di fango per la partita in corso. Poi si continuava a giocare con addosso maglia, calzoni, scarpe e calzettoni strafondi, senza che l’arbitro chiamasse l’autoambulanza per qualche possibile broncopolmonite fulminante. Non mi veniva nemmeno il raffreddore.

Una doccia gelata efficace più di qualsiasi medicina

L’ultima volta che ricordo di una febbre, fu in occasione di una partita domenicale tra Fagagna e Tavagnacco sul campo di Fagagna. C’era neve intorno al campo ed anche sul terreno di gioco. Avevo avvertito già in mattinata l’allenatore, il compianto Tony Bonifacio, che stavo sui 38 e oltre di febbre, ma mi pregò di venire ugualmente dato che eravamo 11 contati. Il punteggio finale fu 2-2, o 2-1 per noi, non ricordo bene. Quello che invece non dimentico per niente è che non c’erano docce calde, ma solo una doccia, e fredda come il ghiaccio. I miei compagni si defilarono. Affrontai l’acqua gelida senza troppi indugi, sotto i loro occhi increduli. Tornato a casa la febbre era sparita del tutto, senza farmaci e senza aspirine. Robe che a raccontarle oggi paiono smargiassate incredibili. Ma esistono dei testimoni.

Non esistono modi virali e non-virali, e i virus non si acquisiscono

Venendo agli altri quesiti, dici di aver preso freddo in modo non virale. Non capisco bene cosa tu intenda per virale e non virale. Non mi farai spero scrivere qui un’ennesima tesina sui virus, che sono nel 99,9% dei casi virus interni ed endogeni, prodotti da noi medesimi mediante la moria fisiologica normale, o patologica intensiva, delle nostre cellule. E’ il ricambio cellulare che produce detriti cellulari morti e polverizzati chiamati erroneamente virus (veleni in latinorum). Detriti che non sono in alcun modo dei mostriciattoli vivi o resuscitabili o riattivabili, e che non hanno bocca per mangiare, cervello per compiere stragi, memorie per compiere ricatti, gambe per correre, organi sessuali per riprodursi.

Assoluta assoluzione per virus e batteri in tutte le malattie umane

L’unico danno che possono fare, e ciò accade nei momenti di malattia o di shock termico (caso tuo), è di formare intasamento allorquando il metabolismo di alimentazione-ripulizia cellulare si rallenta. Tale intasamento rappresenta cibo da smaltire per le colonie batteriche che si gettano sul materiale virale e lo ingurgitano avidamente sviluppandosi in modo esponenziale fino a quando il cibo non si esaurisce. Finito il cibo (a patto che il paziente non mangi alimentando e prolungando così il suo stato patologico),

i batteri rientrano nei ranghi e il soggetto è guarito, sfebbrato e rinormalizzato.

In tutte le cose occorre usare misura e intelligenza

Virus e batteri insomma compresenti nelle crisi, ma non responsabili delle stesse. O, meglio ancora, causati dalle crisi patologiche in corso. Fermo restando che, in alcuni casi di emergenza, serve prendere dei provvedimenti. Nella meningite batterica, ad esempio, occorre intervenire con antibiotico per evitare il grave rischio di danno cerebrale permanente. Non ci sono altre soluzioni più valide, al momento. O in  severo caso di asma, con rischio di soffocamento, serve l’uso temporaneo di farmaci da pronto soccorso.

Nessuna polizza di assicurazione contro le malattie

La dieta vegano-crudista non rappresenta affatto una polizza di assicurazione contro questo meccanismo automatico della natura. Essa ti permette solo di usufruire prontamente dei servizi di un sistema immunitario sano e reattivo, pronto a scattare e a dirigere efficacemente le operazioni interne di pulizia e di scarico-tossine. Non preoccuparti poi per i 5 kg scarsi di acque stantie perdute. Li recupererai più velocemente di quanto tu creda. La ripresa degli allenamenti sarà graduale e rapportata alle forze ritrovate. L’arrivo dei primi raggi solari e della imminente primavera ti darà un forte aiuto.

Valdo Vaccarto – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo