La malattia di Alzheimer è un processo degenerativo che distrugge le cellule cerebrali.
Tra le demenze è di sicuro la più comune e il numero dei casi è tristemente in aumento: pare infatti che quasi 40 milioni di persone nel mondo soffrano di una qualche forma di demenza e che questa in più della metà dei casi si manifesti come malattia di Alzheimer. Si stima che in Italia ne sia affetto più di mezzo milione di persone.
L’aumento della diffusione e della sua rilevanza a livello sociale, ovviamente, è amplificato dal sempre più progressivo invecchiamento della popolazione mondiale.
Analogamente a quanto visto in merito all’autismo, ad oggi non esistono cure che permettano di guarire da questa invalidante malattia, quindi tanto il trattamento farmacologico quanto le varie altre terapie utilizzate, tra cui la musicoterapia, possono purtroppo soltanto rallentare la progressione della malattia o aiutare ad alleviare la sintomatologia e frenare il suo insorgere.
I sintomi della malattia di Alzheimer
Le persone colpite dall’Alzheimer presentano una graduale perdita delle funzioni della memoria – in particolare di quella a breve termine – e della capacità di orientamento, per arrivare, con il progredire e l’aggravarsi dei sintomi, a disturbi cognitivi gravi, compromissione importante del linguaggio e della comunicazione e persino comportamenti che mettono a rischio non solo chi ne è affetto ma anche chi dei pazienti si prende cura.
Nei malati di Alzheimer non sono infatti rari i casi di aggressività esplosiva, ansia, apatia e depressione, che associati alla notoria mancata capacità di ‘riconoscere’ chi li circonda rendono particolarmente difficile la gestione di questi pazienti, specie quando a occuparsene sono i familiari o i loro cari in generale.
L’efficacia della musicoterapia nel trattamento dell’Alzheimer
Negli ultimi anni si è assistito, in parallelo a casi di molte altre malattie neurologiche e neurodegenerative, al proliferare di conferme sull’efficacia della musicoterapia nel trattamento dell’Alzheimer.
Pare infatti che la capacità musicale sia fra le ultime abilità in assoluto a subire la compromissione a livello cerebrale, perciò per mezzo della musica si possono raggiungere aree su cui altrimenti non sarebbe pensabile sperare di agire.
Certe abilità e competenze specifiche, collegate espressamente alla musica ma comuni anche ad ambiti come il linguaggio e l’espressione dell’emotività (parliamo di intonazione, senso del ritmo, ripetizione di testi imparati a memoria anche molto tempo prima, ecc.), sopravvivono quali criteri a livello ‘primitivo’ nonostante il deterioramento logico-mnemonico-cognitivo dovuto alla malattia.
Effetti positivi della musicoterapia sugli affetti da Alzheimer
Proprio come per l’autismo, la musicoterapia è inclusa tra le tecniche riabilitative che possono contribuire in maniera piuttosto rilevante a mantenere vivo l’interesse del paziente verso il mondo esterno alla sua mente, migliorare il suo umore, la sua vitalità, e dunque in generale la qualità della sua vita e delle persone che quotidianamente lo circondano.
Riassumendo e concludendo, la musicoterapia può aiutare gli affetti da Alzheimer nel perseguimento di molteplici obiettivi:
- socializzazione;
- mantenere e/o sviluppare comportamenti socialmente accettabili e coerenti rispetto al contesto;
- stabilizzazione dell’umore e contenimento degli stati d’ansia e d’ira, di depressione e di apatia;
- limitazione dei comportamenti ripetitivi e di ‘vagabondaggio’ erratico;
- aumento della memoria, della consapevolezza di se stessi e della capacità di esprimere la propria emotività e comunicare con il mondo circostante.
Maurilio Di Stefano