35 giorni di digiuno e 27 kg persi
Prendo spunto da una telefonata e una mail di Massimo da Roma, che da ottima forchetta (116 kg al 22/3/10 ha fatto 35 giorni consecutivi di digiuno ad acqua Sant’Anna, mandando giù 27 kg, e riprendendo a mangiare il primo maggio), è diventato persona più attenta alla sua salute.
Mentre prima faceva colazione con cornetti, crema e panna, ora, dopo aver letto le mie tesine, mangia solo tantissima frutta. Se va al ristorante si sbaffa 2 pizze con mozzarella e pomodoro, mentre a casa abbonda in fatto di pasta. Nonostante alcuni sgarri, la situazione è di molto migliorata e mi ha chiesto il mio autorevolissimo parere (l’autorevolissimo è un termine chiaramente suo e non mio), sulla sua presente dieta.
Documenti in contraddizione con le mie tesine
Il mio parere è che si è messo sulla strada giusta per cui è meglio rimanerci a lungo e possibilmente implementarla, perché non credo troppo ai digiuni lunghi che possono sempre scassare l’organismo.
Evitiamo dunque di perdere il controllo, e di ricadere scioccamente nelle stesse condizioni di prima.
Il motivo di questa tesina è però un altro.
Massimo mi ha allegato dei documenti di fonte pseudo-vegana e vegana, che sono in netta contraddizione con alcune delle mie tesine, e mi ha chiesto dei chiarimenti.
Un documento a mio avviso contradditorio, diseducativo ed inopportuno sull’anemia
In particolare un documento sull’anemia, di F.C. e I.C., due ex-vegetariani, contenente diverse cose giuste, dove si tesse pure l’elogio ai vegetali crudi, ma che termina poi con una conclusione incredibile ed inaspettata, che riporto per filo e per segno:
Quando la mancanza di sangue è grave può essere indispensabile l’aggiunta per alcuni periodi di proteine animali super-concentrate, tipo pappa reale, polline, zuppa di capra, zuppa di pollo, cozze, ostriche, agnello o fegato di manzo biologico.
L’imbarazzo di spiegare una defezione verso il campo avverso
Pare che i suddetti autori vengano da esperienza vegetariana negativa, caratterizzata da debolezza fisica irrisolta e prolungata, e che si siano trasformati in onnivori.
Siccome la dr Carla Favaro mi ha accusato in una sua recente mail di trarre le mie certezze prendendo solo le cose che mi fanno comodo, questa è una buona occasione per dimostrarle che non è così.
Cosa c’è di più scomodo e imbarazzante se non quello di spiegare una defezione verso il campo avverso?
La defezione di John Robbins è decisamente un altro paio di maniche
Facciamo però chiarezza. Ci sono defezioni e defezioni.
Quella di John Robbins che spesso cito, è sicuramente una defezione di alto livello e di fondamentale importanza. Non tanto e non solo per la caratura sociale del soggetto, figlio di un magnate americano dell’allevamento, delle carni, del latte e dei gelati, quanto per la sua preparazione di ingegnere e biologo e per le motivazioni etiche e tecno-salutistiche addotte alla sua scelta.
John Robbins rinunciò infatti a uno stipendio di oltre 10 milioni di dollari/anno, e diede un calcio all’eredità multimiliardaria del padre, mettendo in primo piano la difesa degli animali, che aveva conosciuto uno per uno in un anno di training post-laurea presso le più importanti filiali americane dell’azienda.
Cambiare può anche essere una scelta valida
Nel caso di questi vegetariani, si parla invece di alcuni errori alimentari e comportamentali che li hanno portati a riguadagnare mestamente l’altra sponda.
E’ anche giusto cambiare, se uno non si trova bene e soprattutto, se non ci crede più, o se non ha mai creduto veramente, scegliendo il veganismo per moda, o per convenienza temporanea, o per altri motivi tutto sommato banali e non profondi, o semplicemente materialistici.
Laconicità dei documenti e pretesa di fare scuola
E’ un peccato però che questi pseudo-vegani, non paghi della loro esperienza negativa, pretendano pure di fare opera di formazione e di scuola, usando come leva le loro in accuratezze, e come alibi il loro stesso fallimento.
Ed è un doppio peccato che non spieghino in dettaglio le motivazioni etiche e salutistiche che li hanno portati alle loro defezioni.
Posso soltanto fare delle ipotesi
Massimo mi ha chiesto un commento sui documenti allegati.
Sono dunque costretto a fare delle ipotesi, visto che poco traspare dagli scritti.
Le motivazioni salutistiche personali, che hanno portato alla loro crisi, non le conosco.
Dovrei analizzare come pensavano, come si alimentavano, come si comportavano e principalmente dove sbagliavano nel loro periodo vegano o comunque vegetariano.
Di sicuro la loro non era una posizione genuina, ma solo una scelta superficiale, per cui alle prime serie difficoltà hanno messo la coda tra le gambe e hanno ripassato il guado.
Un posto di rilievo all’Ufficio Promozioni e Propaganda della Cremonini Spa
Sotto il profilo etico, queste persone rappresentano, più che una spina nel fianco, un esempio di come non bisogna essere e di come non bisogna comportarsi.
Se fossi Mr Cremonini o un dirigente della McDonald’s, o anche un boss della Star o della Manzotin, non esiterei un attimo.
Andrei a cercarle e le darei un impiego immediato ed un posto fisso presso l’ Ufficio Promozioni e PropagandaCommerciale, contro la crescente e fastidiosa corrente vegana.
Esperimenti curativi medievali scartati già allora
Questi vegetariani dalla coda di paglia sono alla fine i continuatori di quella becera medicina medievale che pretendeva di guarire gli anemici portandoli direttamente nella sala esecuzioni del macello.
Mors tua vita mea.
Un animale spaventato ed accoltellato come fosse un’anguria, e il suo sangue che fiotta fuori, assieme alla sua vita e alla sua anima.
Un uomo pallido e barcollante che beve il sangue caldo del vitello o del maiale, e per qualche ora diventa bello rosso e scalpitante, per tale orribile ma apparentemente miracolosa cura vivificante.
Peccato che, il giorno dopo, finito l’effetto dopante del sangue, la ricaduta anemica porti il paziente a diventare ancora più bianco dei giorni precedenti.
Ferro-eme e brodo di carne ospedaliero
Questi vegetariani sono i continuatori delle obsolete e sbugiardatissime teorie della superiorità del
ferro-eme di origine animale, sul ferro non-eme di origine vegetale.
Sono paradossalmente i ripristinatori dell’esecrabile e schifoso brodo di carne ospedaliero, che si è dimostrato mortifero persino per i cani.
In sede di pronto soccorso ogni intervento logico che giovi a qualcosa è plausibile
Non penso comunque che a loro interessi il lato estetico, morale e animalistico, e che preferiscano metterla tutta sul piano materialistico del fa bene o del non fa bene.
Ed è proprio qui che li voglio inchiodare nel modo più drastico.
La loro frase Quando la mancanza di sangue è grave, può essere indispensabile l’aggiunta per alcuni periodi di prodotti animali molto concentrati, non spende una singola parola sulle motivazioni per cui quel paziente si trova in grave mancanza di sangue.
Ovvio che se si tratta di incidente servirà una trasfusione urgente, con tutte le riserve che si possano fare sulla trasfusione stessa.
Una chiusura del documento, priva di logica e di coerenza
Non capisco pertanto questa uscita assurda, superficiale, antiscientifica, e tutto sommato inutile.
Avessero detto che serve la zuppa di capra o di pollo, o il fegato di bue (tra l’altro in versione odiosamente biologica), per questo o quel motivo, avremmo potuto discutere e valutare tali giustificazioni.
Ma niente di tutto questo. Una chiusura laconica e priva di logica.
In ogni caso alcune leggi sono chiare e universali.
1) LEGGE DI INDIFFERENZA DEGLI EFFETTI.
Essi ignorano dei principi basilari, provati e dimostrati.
Ciò che fa bene al sano fa bene anche al malato e viceversa. Ciò che fa male al sano fa male anche al
malato, e la cosa vale sia per i cibi che, al limite per i farmaci e i vaccini (e in effetti i farmaci e i
vaccini, in ultima istanza fanno male a tutti, se escludiamo il farmaco di emergenza temporanea della
sala operatoria).
Pertanto, se è vero che i prodotti concentrati di cui essi parlano vanno bene per gli anemici, significa
che vanno bene anche per i sani.
Motivo in più per una laurea honoris-causa da parte di Parma, San Daniele e della KFC Kentucky
Fried Chicken, a favore di questi neo-fautori della cadaverina concentrata.
2) LEGGE DEL DOPING CARNEO E DELLA LEUCOCITOSI DIGESTIVA.
Pare che questa gente non conosca nemmeno gli effetti dopanti della carne.
Pare che non conosca gli esperimenti di Kouchakoff sulla leucocitosi digestiva e sugli scatenamenti delle tempeste immunitarie che producono ripercussioni sul sistema neurovegetativo ed accelerazioni sul sistema cardiaco, cose che si pagano care in debilitazioni e accorciamenti vitali.
E’ grave non distinguere le differenze tra un’alimentazione nutriente e una dopante.
Proporre poi zuppe di capra e di pollo, ostriche e crostacei, cariche di acido urico, agli ammalati di insufficienza renale è quanto di peggio si possa concepire.
3) LEGGE DELLA TRASFORMAZIONE DELLE SOSTANZE O LEGGE DELLA NON-SOSTITUZIONE.
Il corpo umano non si rinnova per sostituzione delle parti, come fosse un oggetto tipo lego, fatto di componenti in plastica, ma solo per trasformazione delle sostanze.
Ormai anche i sassi sanno bene che sangue non fa sangue, fegato non fa fegato, latte non fa latte, proteina non fa proteina. Il miracolo ce lo insegna bene l’intelligente mucca che fabbrica il suo latte e i suoi muscoli mangiando sottili steli di erba verde.
Manca solo il caffè, e un buon dessert a base di sperma di toro
In pratica, questa gente sta rivalutando le micidiali diete Atkins, Zona e Gruppi Sanguigni, e magari anche quelle altrettanto balorde di Montignac e Lemme.
Strano che non abbiano aggiunto nella loro dequalificante lista il caffè, il the, il sale dell’Himalaya, e gli integratori di B12 e di cloruro di magnesio.
Strano che non abbiano suggerito un dessert a base di sperma di toro e di cervello di capra, per apportare più potenza erotica e più fosforo mentale.
Persino i siti migliori del veganismo fanno da cassa di risonanza ad alcune mistificazioni
Massimo mi ha pure inviato un documento elogiativo sul sale dell’Himalaya che siti a me vicini, come quelli di Luciano Gianazza e Marcello Pamio starebbero esponendo.
Primo, esporre e pubblicare non significa necessariamente condividere in toto il contenuto degli articoli.
Secondo, non ho alcuna intenzione di polemizzare più del necessario con persone che sento amiche e comunque assai vicine alle posizioni dell’igienismo. Tanto più che i loro siti, ed i loro scritti personali, sono quanto di meglio circoli oggi in Italia.
Ognuno poi ha le sue fonti formative ed informative, per cui è anche giusto che ci siano delle differenze. Sarà opportuno però che, chi sbaglia (la cosa vale anche per me ovviamente), sia sempre pronto a correggere i suoi punti di vista di fronte alle evidenze portate dalla controparte.
Da parte mia le evidenze, le prove, o comunque le giustificazioni logiche, non si fanno attendere.
Ribadisco qui la mia posizione sui sali minerali
Le leggi della natura non concedono sconti.
Il sale di salgemma, o quello dell’Himalaya, o quello della Boemia, sono in tutto e per tutto sali inorganici e dunque non utilizzabili dal corpo umano per scopo alimentare.
Stare a 8000 mentri o a 4000 o a livello del mare non significa alcunché ai fini qualitativi di un sale.
L’altitudine, la temperatura e le condizioni climatiche nulla possono in senso trasformativo, nei riguardi di quel sale. Essere eventualmente più puro non significa affatto essere più organico o assimilabile.
Lo sconosciutissimo processo di organicazione dei minerali
Se continuiamo a non capire cosa significa processo di organicazione dei minerali, perdiamo di vista il filo logico-scientifico e scadiamo a livello del mito e dell’esoterismo.
I minerali di tutte le acque, quelli prosciugati e depositati sui monti e quelli del terreno, non sono utilizzabili dal corpo umano.
Effetti positivi? Sì, a livello immediato e drogante, ogni sale stimola e fa aumentare la pressione.
I setacci microscopici renali chiamati glomeruli di Malpighi
I glomeruli di Malpighi che stanno nel sistema renale sono dei filtri a maglie supermicroscopiche e pretendono minerali in forma superdisgregata e collaginosa, tali che, immersi in un liquido, possano fluttuare senza depositarsi sul fondo. I minerali inorganici, marini, montani e terracquei, non possiedono assolutamente dette qualità. Sono tutti caratterizzati da una struttura molecolare cristallina e non collaginosa, per cui anziché fluttuare tendono a depositarsi sul fondo del bicchiere.
Come avviene il processo di organicazione dei minerali
L’organicazione dei minerali è un lento processo naturale che appartiene in totale esclusiva al mondo vegetale, che fa da tramite tra il mondo minerale e quello animale ed umano.
Le propaggini sottili delle radici succhiano i minerali inumiditi del terreno e li mandano lentamente in circolo nella linfa della pianta, dove vanno a raccogliere la carica energizzante e magnetizzante della fotosintesi clorofilliana e del sole. Alla fine del ciclo, foglie e frutti delle piante sono carichi di vitamine, di enzimi, di ormoni vegetali, di zuccheri, di acqua biologica e di pregiati minerali organicati.
Esiste anche la disorganicazione minerale, ovvero la cottura dei vegetali
L’organicazione dei minerali non è stata risolta e non verrà mai risolta da nessuna industria umana. L’uomo può solo scimmiottare la natura, ma non sostituirsi ad essa.
L’unica cosa che sa fare è quella di distruggere i minerali.
La cottura infatti altro non è che una disorganicazione, cioè una ritrasformazione a ritroso del processo naturale condotto dalle piante, una restituzione alla natura del minerale duro e inservibile.
Quando cuociamo una verdura o un frutto, i suoi minerali ridiventano minerali inorganici di terra, buoni per le radici degli alberi e delle piante, ma non per i glomeruli di Malpighi del sistema renale.
Il minerale inorganico affatica il sistema renale, disturba il sistema immunitario e stalattitizza il corpo umano
Quando consumiamo cibi cotti, o bevande lavorate, o succhi di frutta pastorizzati, o quando beviamo acque cariche di minerale inorganico, non facciamo altro che affaticare il sistema renale, disturbare il sistema immunitario e stalattitizzare il corpo umano, ostruendoli al pari dei condotti delle lavatrici, carichi di calcare, o carbonato di calcio inorganico.
I minerali organicati vengono assorbiti ed appropriati dai tessuti dell’organismo, mentre quelli inorganici vanno a depositarsi negli arti creando problemi di artrite e di rigidità, di gessificazione e calcificazione del corpo umano.
Calcificazione non significa apportare buon calcio, ma soltanto terribili calcoli, indurite placche arteriose di mineral-colesterolo e dolorosissimi cristalli urici.
Non ci sono vie di mezzo per le sostanze che assumiamo: un cibo è nutriente, coadiuvante, oppure è scarto. Il minerale inorganico, in tutte le sue forme, è veleno per il corpo umano.
Assumere minerali in forma inorganica è avvelenarsi, è creare dei depositi che si potranno espellere soltanto mediante digiuni ad acqua distillata, o mediante diete eliminative a suon di frutta o di cura dell’uva, con colazioni basate soprattutto su arance e agrumi in genere.
Mi rendo conto che questo discorso giochi contro una marea di interessi commerciali, ma la verità è quella e ognuno si prenda le proprie responsabilità.
La salute è valore universale. Non la compri al supermercato, né altrove.
Faccio di mestiere, in questo frangente, il ricercatore libero della salute, per me stesso e per il pubblico, anche per i produttori di cibi e bevande sbagliate e per le loro famiglie, anche per i medici e i farmacisti, anche per i produttori di caffè, di acque gassate, di acque minerali dure, tutta gente che ha pure dei figli da crescere.
La salute, alla fin fine è un capitale universale e tocca tutti al cento per cento.
Non è necessariamente un discorso contro la ricchezza e contro gli omaggi al dio Denaro.
Un regime plutocratico illuminato e intelligente potrebbe essere anche sopportato.
I soldi vanno comunque troppo spesso nelle tasche di pochi, e già questo non quadra.
Coi soldi poi la salute mica la compri al supermercato o altrove.
Non posso fare dunque il difensore di interessi particolari.
Le colossali balle dentistiche sugli agrumi
Altra grana ideologica continua è quella della supposta acidità degli agrumi.
L’arancia, assieme alla mela, è il simbolo della frutta.
Certi dentisti irresponsabili hanno diffuso in Italia e nel mondo l’idea che le arance intacchino la dentina e facciano cadere i denti, su suggerimenti e pressioni mediatiche dei nemici della frutta.
Trattasi di colossali balle che fanno danno agli stessi studi dentistici, perché non tutti gli operatori dell’odontotecnica sono degli sprovveduti o dei superficiali.
Qualche danno esterno potrebbe esistere solo se la gente usasse il succo di limone e d’arancia come colluttorio giornaliero o come gomma da masticare, cose che nessuno ovviamente fa.
Si prepara il succo e lo si beve, risciacquando la bocca al termine dell’operazione.
Diciamolo pure fortissimo, le arance rafforzano i denti e vivificano il sistema osseo
Al contrario, le arance rendono i denti fortissimi in quanto alcalinizzano il sangue.
La biochimica umana ha le sue precise regole.
Rientra in campo la teoria della trasformazione che scalza quella della sostituzione. L’acido non fa acido e l’alcalino non fa alcalino. L’acidognolo iniziale delle arance deposita ceneri alcaline a livello di duodeno, e sono proprio tali ceneri, ripeto alcaline, ad alcalinizzare il sangue.
Al contrario, le proteine del latte e della carne, che in partenza sono alcaline, arrivate nell’intestino rilasciano ceneri acide che vanno ad acidificare il sangue, causando osteoporosi e carie dentali.
La vitamina degli imbrogli è anche la vitamina delle fogne
Sulla B12, troppa gente è condizionata dalla mancanza di informazioni affidabili e trasparenti.
Manca una autorità che faccia da faro e segnali il corretto percorso.
Si viaggia a vista, schivando le onde che ti arrivano, senza andare oltre il proprio naso.
Nessuno sa, in questo paese di illustri e grandi medici, che il livello minimo della B12 è un dato importantissimo, mentre il livello massimo non interessa a nessuno, visto che la partita si gioca sui livelli minimi, stante che meno B12 abbiamo e meglio è per avere il sangue pulito, scorrevole ed efficiente (mentre il sangue viscoso e lipotossico della popolazione è sempre accompagnato da sporcizia organica e da inevitabile B12 in eccesso, essendo essa notoriamente la tipica vitamina delle fogne).
La storia delle macchinazioni filo macellaie della FDA è sotto gli occhi di tutti
Ebbene, la WHO (World Health Organization) aveva correttamente stabilito nel dopoguerra la quota minima di B12 a 80 pg/dL, e la cosa durò fino agli anni ‘70, quando ci fu l’immissione violenta e quasi-militare della FDA, che lanciò nel mondo una incredibile campagna filo-proteica e filo-eme, per canalizzare il mercato planetario verso i surplus di bistecche che giravano nei macelli americani.
Questa immissione nella vita dei cittadini avvenne in sordina, senza che nessuno si accorgesse, e a fianco della frode sulla B12, ci fu anche la frode sulle quote proteiche fissate sui 300 grammi/giorno, un enorme sproposito che gli stessi medici americani denunciarono immediatamente, facendo calare a più riprese tali quote, arrivando alla quota odierna di 75 grammi al giorno (tuttora troppo alta).
Chi non crede o chi ha prove contrarie si faccia avanti
Le scuole igienistiche, sia allora che oggi, continuano correttamente a proporre 11-25 grammi al giorno, sulla base della perdita media giornaliera di proteine, e sulla base del fatto che andare oltre alla soglia dei 30 grammi/giorno si cade nella acidificazione del sangue, che è una autentica mortale iattura.
La FDA, autrice di piramidi e tabelle fasulle sulla B12 (vitamina prevalentemente carnea) e sulle proteine (animali), non poteva non sottovalutare la vitamina C (vitamina tipica dei fruttariani-crudisti), confinata scandalosamente a 40 mg/giorno, quando tutte le altre fonti, tutti gli esperimenti tipo Cambridge, pongono la quota minima di vitamina C sui 300 mg almeno.
Da notare che tutte le ASL, gli ospedali, le scuole e i rispettivi testi, riportano fedelmente e da 40 anni a questa parte i dati FDA, giusti o demenziali poca importa.
Non pretendo di essere l’ago della bilancia, e di avere ragione su ogni fronte. Chi ha però qualcosa di scientifico e di concreto da contrapporre si faccia avanti. Sarò il primo a pubblicare le eventuali contro-tesi. Stiamo cercando apertamente la verità, e non facendo esercizi di vanità e di supponenza dogmatica.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo