CAPITOLO I
23 Settembre 2008
LO SCANDALO DEL LATTE E DELLA MELAMMINA
L’improbabile e incoerente vendetta del presidente cinese
Hu Jingtao, presidente della Repubblica Popolare Cinese, ha fatto la voce dura.
Ha promesso di consegnare alla giustizia i criminali responsabili di questo scandalo che, da faccenda cinese, sta diventando argomento di portata planetaria, visto che, oltre al latte di mucca, pare siano coinvolti pure il latte di soia e altri derivati, nonché gli stessi prodotti che il gruppo Nestlé produce in Cina e commercializza nel mondo, sospettati a torto o a ragione di non essere esenti da rischi.
Fare voce dura in Cina significa chiaramente, piaccia o no agli eredi del penalista lombardo Cesare Beccaria, arrestare dei responsabili e condurli direttamente alla fucilazione.
In Cina ti cacciano una pallottola nel cranio, beninteso a spese della tua famiglia che si vedrà poi recapitare la fattura col costo del proiettile, per cose molto più banali di questa.
E’ sufficiente riempire qualche decina di bottiglie con olio anche buono, etichettandolo con un marchio tuo contraffatto e irregolare per finire nel braccio della morte.
E qui, nel caso della melammina aggiunta al latte, le cose sono un milione di volte più gravi.
Qui è in gioco la reputazione brillante di una Cina appena uscita dall’esaltante esperienza olimpica.
Questo scandalo rischia di annullare tutti i benefici e la buona reputazione faticosamente e laboriosamente raggiunte a livello mondiale coi fantasmagorici giochi di Pekino.
Tanto più che di questa colossale e incredibile truffa, blindata e canalizzata verso il mese di settembre, allo scopo di non guastare il clima olimpico, erano già a conoscenza le autorità.
Il problema, caro Jingtao, sta proprio nello scovare i veri responsabili di questo orrendo crimine alimentare, che vede schierati in prima fila tra le vittime neonati e bambini inferiori ai 3 anni di età, persone ignare delle trame e delle turpitudini che si compiono sulle loro spalle e sulla loro delicatissima salute.
Alcuni di essi sono già deceduti, e decine di migliaia di altri sono intossicati e in pericolo di vita.
Le statistiche vere ed esatte non si conosceranno mai.
I cinesi e il mondo intero hanno interesse a minimizzare e ad insabbiare.
Anche perché questo è uno scandalo planetario che rischia di andare fuori controllo.
Uno scandalo planetario che va oltre la Cina e oltre la melammina
Non si tratta solo della melammina e solo della Cina.
Qui si tratta di latte e si tratta di proteine falsamente nobili. Qui viene coinvolto di nuovo il ruolo della carne e del latte nella alimentazione umana.
Qui, anche se non necessariamente coinvolti in diretta, tremano i colossi alimentari stile Nestlé, Danone, Kraft, Parmalat, e compagnia bella.
Chi ci assicura che quello che si trova in supermarket sia esente da questi tipi di truffe?
Chi ci assicura che i gelati, i formaggi, le cioccolate al latte, non abbiano mai contenuto questi additivi?
Vero è che i cinesi ne sanno una più del diavolo quando si tratta di incrementare il guadagno e la resa economica di una operazione commerciale, ma nel settore caseario essi sono partiti da zero, hanno imparato tutto dall’Occidente, che li ha orientati, assistiti e organizzati nello sviluppo dell’industria casearia, la quale, ai tempi di Mao, non esisteva nemmeno in questo paese.
I veri responsabili vengono da molto lontano
Scovare i responsabili non significa arrestare e condannare a morte con processo sommario e in direttissima quei poveri diavoli, quei disgraziati manovali in canottiera e ciabatte che vanno tutti i giorni a lavorare in caseificio per una paga da fame, e ai quali è stato ordinato di prendere la melammina da alcuni fusti e di versarla nelle caldaie di preparazione del latte in polvere.
Scovare i responsabili non significa nemmeno prelevare i mandanti che stanno dietro le scrivanie dei quartieri generali della Sanlu, della Shanghai Panda, della Torador Dairy Industries, della Scient Infant Nutrition Co, e delle altre aziende coinvolte.
Scovare i responsabili non vuol dire neanche ammanettare i laboratoristi e i tecnici dei centri di ricerca e dei laboratori, ai quali è stato commissionato semplicemente il compito ingrato di incrementare il livello proteico del latte, aggiungendo melammina, sostanza studiata e inventata, tra l’altro, in Occidente.
Scovare i veri responsabili, caro leader del PCC, significa andare molto più in là e molto più a fondo.
Significa beccare non solo mandanti ed esecutori, meritevoli pure essi di qualche sonora bacchettata, ma soprattutto gli ispiratori e gli istigatori del crimine, che esistono ed hanno un nome preciso.
Noi salutisti e nutrizionisti indipendenti siamo da decenni schierati contro le proteine animali.
Se l’igienismo-naturale americano e se Pitagora non bastano e non convincono la Cina, ci sono pure Confucio, Mencio e Lien Ch’ih
Noi igienisti-vegani, noi Ehretiani, noi Sheltoniani, noi Bircheriani, siamo da decenni schierati contro la criminale invadenza, contro la mostruosa tirannide alimentare dei giganti del latte e della carne, contro
l’impero del male e della disinformazione, contro la dispotica oppressione nutrizionale della proteino-mania in genere e della proteino-mania animale in particolare.
Non ci rifacciamo solo alle centinaia di eroici medici americani della Natural Hygiene Society, ma addirittura alla Grecia e alla Magnagrecia, a quel genio, greco di nascita ma italico di adozione, che si chiama Pitagora, il quale visse non 25 o 250, ma qualcosa come 2500 anni fa, e che fu il più grande diffusore di verità incontestabili e incontestate in tutti i campi dello scibile umano, dalla matematica alla medicina, dall’etica alla filosofia, dalla eugenetica alla biosofia, dall’animalismo al nutrizionismo, dal comportamentismo all’esoterica.
Se Pitagora ti pare troppo poco cinese, nella stessa Cina esistono ottimi scienziati del passato, contemporanei di Pitagora, da cui poter attingere o prendere ispirazione.
Ci riferiamo non solo al grande Confucio, ma pure a Lien Ch’ih, che definiva gli animali come nostri vicini interlocutori, da trattare con affetto e con tutti i riguardi, evitando la mostruosità di tiranneggiarli, di sfruttarli da vivi, e poi l’indecenza di mangiarli da morti, dopo averli assassinati.
Ci riferiamo pure a Mencio, il quale osservava come fosse sconvolgente vedere un animale agonizzante al suolo su una pozza del suo sangue, dopo averlo poco prima osservato correre sano e felice per il prato.
Abusare di creature innocenti e prive di protezione, equivale a maltrattare e a brutalizzare dei bambini, perché gli animali sono in realtà dei bambini, e questo comportamento non è degno di gente onorata e civile, conclude il Mencio, che troppi cinesi di oggi continuano ad ignorare.
D’accordo, la Cina non ha subito i guasti sociali, etici e salutistici del latte come l’America e l’Europa. Qualche attività sparsa nelle zone di montagna, ma niente di industriale.
Il latte non ha mai fatto parte della cultura alimentare cinese.
Ed è per questo che i cinesi, almeno fino a ieri, hanno sempre avuto dentature fortissime e non hanno mai sofferto di osteoporosi, come gli Usa, i Paesi Bassi, la Germania, la Francia e l’Italia, regine del latte e regine pure di osteoporosi e tumori al seno.
Ma non tutto è andato per il verso giusto, e le odierne stragi di maiali, di galline e di oche, fanno capire che c’è pure lì molta strada da fare per riagganciare la saggezza degli antichi cinesi stile Pitagora.
Le gaffe della Cina nei rapporti con l’Occidente stanno soprattutto nel settore alimentare
La più grossa gaffe che la Cina sta commettendo, nei suoi ormai fecondi rapporti con l’Occidente, è proprio quella che riguarda il settore della nutrizione.
La prima iniziativa commerciale degli Usa, dopo gli storici rapporti iniziali di Richard Nixon, fu quella di far entrare la Coca-Cola Corporation in Cina, e già la cosa avrebbe dovuto preoccupare i responsabili della salute pubblica cinese.
Ma le mosse successive furono ancor più micidiali.
Si passò alla McDonald’s e al KFC (Kentucky Fried Chicken), alle direttive Fda, alle influenze nefaste della Ndc (National Dairy Council), alla propaganda tambureggiante dei macellai e dei caseari d’America in favore delle proteine animali.
D’accordo, gli Usa non ebbero il coraggio, l’impudenza, la faccia tosta di scatenare una guerra della bistecca contro la Cina, per costringere ogni cinese abbiente a riempire il suo frigorifero di casa con carne disossata di manzo di 3 anni, come stanno facendo oggi in concreto con la Korea.
Ma una dura offensiva su proteine, malattie, vaccini e Aids, questo sì, poiché essa rientra perfettamente nei modi e nelle caratteristiche peculiari della politica commerciale estera americana.
Lasciate in disparte temporaneamente portaerei e caccia-torpediniere, bombardieri ad ali variabili e missili, tutte cose circoscritte alle note e solite zone calde del pianeta, la battaglia viene qui condotta con le armi ancor più convincenti, sofisticate e strategiche, delle proteine e dei farmaci, della carne e del latte, delle vaccinazioni e della colonizzazione Aids.
In America le verità sul latte e le proteine animali sono ben conosciute
Non è che in America non si conosca la verità sul latte, la verità sui danni irreparabili che tutte le proteine animali causano al corpo fruttariano dell’uomo, caratterizzato da sangue alcalino, da assenza di enzima uricasi per la demolizione acidi urici, da scarsezza cronica di acido cloridrico per la disgregazione delle proteine in aminoacidi.
Ma le verità non sono un bene esportabile. Il governo Usa se ne guarda ben bene dal farle filtrare e dal farle conoscere.
L’accesso ai media è riservato alla Coca-Cola, ai fast-food, alla Ndc, cioè ai più grandi bugiardi del pianeta.
Non sono soltanto gli Ehretiani a gridarlo, a lanciare ammonimenti poco ascoltati sulla mucosità estrema di tale falso alimento.
Non sono solo i Mormoni e gli Avventisti del Settimo Giorno ad accusare la Ndc di avere operato un lavaggio totale del cervello, di aver trasformato la popolazione americana in un ridicolo e sguaiato branco di rammolliti e di osteoporotici, di oblunghi artificiosi, di grassoni inguardabili, di atleti eccezionali che durano un paio d’anni grazie a sostegni vitaminico-sintetici e poi fanno improvvisamente flop e scompaiono dalla scena.
Di aver ridotto la massa americana in branco di succhiatori di mammelle bovine a vita, mentre, le belle mammelle delle donne americane rimangono magari inutilizzate e inoperose, visti i timori assurdi dell’Aids. Come se il prione della mucca pazza fosse il male minore rispetto ai contaminanti inventati e cuciti addosso agli esseri umani.
Alla fine, pure le donne soccombono al mito del latte e vanno a succhiare presso le loro colleghe a quattro zampe, con incrementi vertiginosi del cancro al seno, che molti studiosi mettono in diretta relazione col consumo di carne e latte.
Gli effetti perversi e calcio-distruttivi delle proteine animali e del latte sono accertati.
Non sono area di controversia scientifica.
Il dr John McDougall vive in Usa, ed è una delle maggiori autorità mediche in fatto di nutrizione.
In uno dei suoi più recenti messaggi scritti ha affermato quanto segue: Desidero dichiarare all’America che gli effetti calcio-distruttivi di tutti i cibi proteici e del latte, sul corpo umano, non rappresentano più un’area di controversia e di dibattito nei circoli scientifici di questo paese.
Tradotto in parole più semplici, significa che la scienza conosce senza alcun dubbio che le proteine concentrate, e specie quelle animali (carne, pesce, crostacei, uova, latte, derivati), oltre ai diversi gravi danni che producono, distruggono il calcio nel corpo umano sottraendolo dalle ossa.
Questo avviene perché l’organismo umano è stato disegnato e pianificato per una dieta fluida, fruttariana e basso-proteica.
E’ inutile poi che i medici e i ginecologi raccomandino, ai pazienti e alle gestanti, pillole anticolesterolo e iniezioni di eparina per rendere fluido il sangue, e per far scendere i livelli di omocisteina.
Non è forse più semplice mangiare in modo naturale e stare in ottima salute?
Sanno che le proteine sono tutt’altro che sostanze utili e innocue all’interno del nostro corpo.
Sanno che le proteine diventano autentiche mine vaganti pronte a deflagrare e a distruggerci.
Sanno che il 90 percento delle malattie umane è direttamente imputabile a questa paradossale demenza umana indotta che si chiama fede illimitata nelle proteine.
I danni renali del latte, ovvero del più buon latte di mucca
Il calcio del latte, non assimilato pure lui come le stesse proteine, già di per sé, cioè da solo, lascia una traccia indelebile lungo il suo percorso, e in particolare in zona renale, dove produce calcolosi.
I calcoli renali sono, nota bene, una delle sindromi più dolorose e insopportabili conosciute in medicina.
Pertanto, grazie al latte, con una fava si prendono due piccioni negativi allo stesso tempo, ovvero due grossi malanni che si chiamano osteoporosi e calcoli renali.
Ma, è proprio il caso di dirlo, le disgrazie non arrivano mai da sole.
Come se non bastasse, assieme ai calcoli arriva pure l’ipertrofia renale (ingrossamento abnorme dell’organo) e l’infiammazione, con rapido deterioramento del sistema renale, fino al punto di dover ricorrere alla macchina di dialisi renale, o addirittura al trapianto di rene, operazione assai alla moda e in aumento esponenziale.
Schema dei contenuti proteici dei diversi tipi di latte dei principali mammiferi
Tipo di latte calorie percentuali in proteine tempo di raddoppio peso neonato
Umano (donna) 5 % (stesso percento della frutta) 180 giorni
Cavalla 11 60
Mucca e bufala 15 47
Capra e pecora 17 19
Cagna, lupa, volpe 30 (stesso percento della carne) 8
Gatto, leone, tigre 40 7
Topo femmina 49 4
Latte di mucca sostanza micidiale già di per sé
Sostanza acidificante, ossidante e moltiplicatrice di radicali liberi, intasante, letargizzante, decalcificante, reni-distruggente, il latte di mucca, all’infuori del ruolo naturale assegnatogli da madre natura come alimento esclusivo e specifico per il vitellino non ancora svezzato, risulta essere per l’uomo un autentico disastro che blocca, intasa, impedisce, appesantisce, incolla e ingarbuglia con la sua micidiale caseina.
Se andiamo poi satanicamente ad aggiungergli della melammina, allo scopo di renderlo ancora più pesante e più proteico, nulla di strano vedere bambini sanissimi cadere ad uno ad uno dalla loro culla, condannati a morte immediata, a morte ritardata, a sofferenze e a danni incalcolabili alla propria salute.
Cosa è mai la melammina
Appartiene alla famiglia dei composti del cianuro, veleno tra i più micidiali, ed è dunque altamente tossica.
Chiamata anche cianurammide o triamidotriazina, è una sostanza organica incolore, cristallina, appartenente alla famiglia degli eterociclici, viene utilizzata in genere per la fabbricazione di resine sintetiche.
Scoperta da Liebig nel 1834, venne utilizzata industrialmente solo a partire dal 1940.
Si può ottenere dalla calcio-cianammide CaNCN, passando attraverso la cianammide CNNH2, e la di-cianammide HN=C(NH2)NHCN.
Attualmente viene prodotta industrialmente dall’urea con metodo catalitico in forma gassosa, oppure mediante riscaldamento dell’urea (350-400 °C) alla pressione di 50-100 bar in forma liquida: 6CO(NH2)2 > C3H6N6+3CO2+6NH3.
La melammina è, insieme alla formaldeide, materia prima per la preparazione delle resine melamminiche.
La più importante reazione chimica è quella che, con la formaldeide, produce mescole resinose di alto peso molecolare.
Queste resine sono liquide ad alta temperatura ma, una volta presa una certa forma e raffreddate, diventano insolubili e infusibili (possono essere solo bruciate con rilascio di gas tossici).
Resine che vengono impiegate nella produzione di piatti, contenitori, utensili, manici, laminati in plastica dura.
La formica, ad esempio, è uno dei più noti prodotti derivati da resine melamminiche.
Le resine butilate della melammina, incorporanti alcol butilico entro la reazione formaldeidica, diventano ingredienti indispensabili per la produzione di vernici e coloranti.
Parliamo dunque di un prodotto velenoso che, misto al latte, ne moltiplica la percentuale proteica, permettendo probabilmente anche allungamenti del medesimo con acqua di rubinetto.
La quale acqua sarebbe poi il male minore, essendo la più innocente delle componenti.
Aggiungere acqua al latte di mucca serve a renderlo più acquoso e più tollerabile, visto che l’unico latte che l’umano dovrebbe bere è quello di donna (ma solo dalla nascita allo svezzamento di 1-3 anni circa, e non ai 14, ai 40 o ai 60 anni, età nelle quali gli uomini continuano a trafficare ignobilmente tra succhiotti e biberon.
Aggiungere acqua al latte sarebbe cosa saggia, in quanto si tenderebbe a diluire la densa e dannosa caseina, che serve a produrre colla per i falegnami, e persino adesivi industriali per tenere assieme le chiglie delle navi.
Caseina che produce, beninteso, effetti devastanti nel sistema gastrointestinale e renale umano.
Tutti alla rincorsa della mitica sostanza proteica
Ma, follia delle follie, questi contraffattori cinesi, ipnotizzati da Fda, Ndc, macellai e caseari d’America e d’Europa (quanti cinesi hanno frequentato i corsi di aggiornamento tecnico alla Parmalat e presso gli impianti di produzione del grana italiano?), hanno deciso di rendere il latte di mucca ancora più denso, più pesante e più proteico, in barba a tutte le leggi e agli ammonimenti scientifici che reclamano un abbassamento verticale dell’introito proteico umano.
Lo hanno fatto perché non si riesce a canalizzare l’ottimo latte di topo che ha il 47 percento di proteine, o i discreti latte di gatto (36 percento) e di cane (30 percento).
Le mediocri donne umane no, meglio lasciarle perdere.
Danno un latte troppo scarso e acquoso, che non raggiunge nemmeno il 5 percento di contenuto calorico-proteico.
Chissà che bello scoprire qualche animale sconosciuto che batta persino i topi e abbia magari un livello vicino al 100 percento di proteine.
Chi se ne frega di acqua biologica, di vitamine, minerali, enzimi.
L’essenziale è che ci sia la mitica sostanza proteica, ossia la dea tra le sostanze nutritive.
Il messaggio del Consolato Generale d’Italia a Hongkong
Le autorità sanitarie cinesi hanno comunicato che alcune confezioni di latte in polvere prodotte da 22 aziende casearie cinesi, tra cui grandi gruppi quali Sanlu, Bright Dairy & Food, Yili Industrial Group, Mengniu Group, sono risultate contaminate da melammina, e che i bimbi colpiti da questo cataclisma nazionale soffrono di insufficienza renale e di calcoli ai reni (le cifre iniziali di 13000 sono già salite a oltre 54000, e pare di essere davanti alla peggiore catastrofe nutrizionale di tutti i tempi).
Gran parte delle vittime pare aver ingerito il latte in polvere del gruppo Sanlu.
Sempre secondo la stessa fonte, non si sono registrati casi di malori da assunzione di latte liquido o di altri prodotti caseari (anche se, va ricordato, sono stati rilevati valori di melammina superiori alla norma in alcuni derivati del latte messi in commercio).
Tutti i prodotti contaminati sono in corso di ritiro dal mercato.
Il Consolato Generale d’Italia a Hongkong, che mi ha inviato un suo sintetico documento, consiglia a chi si reca in Cina insieme a dei neonati, di provvedere al fabbisogno con prodotti made in Italy, prima di partire.
Agli italiani residenti in Cina, si consiglia di evitare per ora l’acquisto del latte e dei derivati prodotti dalle ditte cinesi che hanno fatto registrare alterazioni da melammina.
Dove stanno gli studiosi seri e indipendenti della Cina?
Facendo l’ipotesi che il presidente cinese usi il pugno di ferro con gli autori di questo misfatto che sta sgretolando la reputazione della Cina nel mondo intero, potrà eventualmente arrestare 66 persone (3 per ciascuna delle 22 aziende incriminate).
Potrà pure mandarle alla fucilazione immediata.
Ma gli consigliamo di non farlo.
Non solo perché siamo contro la pena di morte per principio, ma perché in quel modo non risolverebbe
il problema e non farebbe alcuna giustizia.
Se intende davvero colpire i reali responsabili, meglio che vada a rovistare all’interno del suo Political Bureau, oppure all’interno dei Ministeri e delle Università della salute e della nutrizione.
Chi ha permesso tra i suoi funzionari di aprire un cordone ombelicale senza filtri con gli enti americani notoriamente corrotti?
Chi ha diffuso in Cina in ospedali e uffici pediatrici le piramidi alimentari sballate degli americani?
Chi ha permesso alle diete iperproteiche Atkins, Zona, South Beach, Gruppi Sanguigni, di entrare incontrastate in Cina mietendo vittime pure da queste parti?
Chi ha autorizzato gli articoli-pubblicitari sull’Aids in prima pagina nei quotidiani cinesi?
Dove sono finiti gli studiosi seri e indipendenti della Cina?
Sono forse finiti tutti nelle ricerche spaziali o negli armamenti?
Mao-Tse Tung ha tenuto per mezzo secolo la Cina a dieta e nella miseria.
Ma almeno ha ottenuto alcuni risultati importanti, quali un livellamento generale della povertà, e il grado di inquinamento più basso del pianeta.
Caduto Mao, e risorta la Cina con Deng-Hsiao Ping, memorabile presidente del Getting rich is glorious
(arricchire è glorioso), state riportando la Cina a livelli di ricchezza mai visti prima, che toccano per ora un terzo circa della popolazione.
Il che è positivo, a patto però che ricchezza significhi mangiare e bere le cose davvero buone e giuste.
Vietato copiare le esperienze sbagliate e gli errori madornali
A patto che non si rifacciano in Cina gli stessi errori madornali che stanno scarnificando l’America e l’Europa.
Un cancro su tre e un collasso su quattro, non è di sicuro un buon modello da seguire.
Se poi si prendono alla lettera le idiozie della Fda e le mascalzonate della Ndc, chiaro che i caseari cinesi cercheranno di fare ancora meglio, e di rendere ancora più concentrato e nobile l’oro bianco chiamato latte, aggiungendogli melammina e qualsiasi altra cosa che gli viene a tiro, purché il latte diventi più denso, più nutriente e più proteico.
Già ricorrono a integratori vitaminici e minerali, come suggerito dalle industrie americane del settore, al fine di drogare allegramente e disinvoltamente un altro miliardo e mezzo di persone.
Dopo la melammina, si troveranno altre sostanze.
Se la gente muore poi, pazienza. Qualche mese di insabbiamenti e di minimizzazioni e tutto si dimenticherà. E la vita riprenderà come prima.
Sembra che i tecnici cinesi imparino ogni cosa molto alla svelta.
Non lo hanno forse già dimostrato nei mesi scorsi con l’eparina di maiale?
Solo che in quel caso il centinaio e oltre di morti accertati si sono registrati in America e in Europa, e lo scandalo è stato prontamente insabbiato.
L’eparina contraffatta era quella cinese, ma andavano di mezzo i mostri sacri della Pfizer, e la cosa dava fastidio a tutti.
Ci dovremo mettere a controllare anche la cioccolata al latte
Qui invece il rumore, la turbolenza, il panico si stanno diffondendo a macchia d’olio, per cui è giusto che anche l’Europa si preoccupi.
Ne risulta coinvolto persino il gruppo Nestlé.
Sta a vedere che dovremo metterci tutti a controllare se gelati e sorbetti sono contaminati o meno dalla melammina, e se la cioccolata al latte, gli yogurt e i formaggini sono pure esse esenti da veleni.
Poi, come si sa, una ciliegia tira l’altra. Chissà quante altre porcherie trovano la via della nostra bocca mentre nemmeno ci accorgiamo.
D’accordo che noi siamo igienisti e stiamo lontano in ogni caso da questi cibi basati su latte e zucchero, e comunque insalubri, ma è giusto pensare ai tanti che vivono intorno a noi e che se ne cibano.
Da queste parti ci assicurano che non c’è di che preoccuparsi.
Anche perché abbiamo un Agroalimentare Italiano che è l’arma di punta di un’Italia inappuntabile e sorniona.
Ma noi non ci fidiamo affatto.
Né di voi cinesi, né degli americani, né tantomeno di quelli di casa nostra.
Il panico esiste già per il latte e i latticini in sé.
Esiste già per i cosiddetti arricchimenti di materiale sintetico che riguardano una marea di alimenti e di bevande.
Esiste già per le carni pompate e per gli alimenti iper-proteici (esempio farine di ossa e altro) che vengono somministrate ai vitelli al fine di farli raggiungere i 700 kg di peso in meno di 3 anni, vale a dire prima che le escrescenze cancerogene e i prioni facciano la loro probabile e scontata apparizione.
Ora che scopriamo questo ultimo altarino non c’è assolutamente di che stare tranquilli.
D’accordo che i più colpiti sono i bambini piccoli, e ce ne dispiace il triplo.
Ma di sicuro la melammina, anche se eventualmente meglio tollerata dagli adulti, nel lungo periodo farà guasti a tutti.
Non c’è davvero di che stare allegri, caro presidente Hu Jingtao.
Elenco delle 22 aziende cinesi coinvolte nello scandalo della melammina
Ditta Nome del prodotto Campioni testati Campioni rilevati
Shijiazhuang Sanlu Sanlu Infant Formula 11 11
Shanghai Panda Dairy Panda Kebao Infant Formula 5 3
QingDao Sheng Yuan Dairy Shengyuan Infant Formula 17 8
Shanxi Gucheng Milk Gucheng Infant Milk 13 4
Jiangsu Guangming Hero Hero Infant Formula 2 2
Baoji Huimin Dairy Huiming Infant Formula 1 1
Inner Mongonia Mengniu Dairy Mengniu Infant Formula 28 3
Torador Dairy Industry-Tianjin Kocci Infant Formula 1 1
Guangdong Yashili Yashili Infant Formula 30 8
Hunan Peiyi Dairy Nanshan Beiyi Infant Formula 1 1
– 9 –
Heilongjiang Quining Dairy Infant Formula 1 1
Shangxi Yashili Yashili Infant Formula 4 2
Shenzhen Jinbishi Milk Jinbishi Infant Formula 2 2
Scient Guangzhou Infant Scient Infant Formula 20 4
Guangzhou Jinding Dairy Jinding Infant Formula 3 1
Inner Mongonia Yili Yili Infant Formula 35 1
Ind.Group Yantai Aoduomei Aoduomei Infant Formula 6 6
Qindao Fukang Nutrition Aikeding Infant Formula 3 1
Xi’an Baiyue Dairy Yubao Infant Formula 3 1
Yantai Leilei Dairy Leilei Infant Formula 3 3
Shanghai Baoanli Dairy Baoanli Infant Formula 1 1
Fuding Chengguan Dairy Congerzhuang Infant Formula 1 1
CAPITOLO II
28 Settembre 2008
IL BOOMERANG ASIATICO DELL’URINA NEL LATTE
La differenza abissale tra i media ufficiali e Internet
Che Internet sia strumento informativo più onesto, veritiero, veloce ed efficace di tutta la stampa e tutte le televisioni messe assieme è un fatto assodato di cui tutti si sono ampiamente accorti.
Ci saranno i virus e le pubblicità fastidiose. Ci saranno gli scemi delle varie catene di Sant’Antonio.
Ci saranno troppe tette al vento che piacerebbero molto di più se fossero vive e veraci e tastabili, più che su uno schermo fastidioso e irritante che ti mostra, ti eccita e ti perturba, senza darti mai niente di concreto.
Ma, in mezzo a tutta questa zavorra negativa, arrivano pure i messaggi in diretta e senza rete, integrali e privi di censura.
Non ci sono filtri e non ci sono controlli.
La verità arriva con tutta la sua veemenza e la sua genuinità.
E’ grazie ad Internet che lo scandalo della melammina è filtrato fuori della Cina.
Da quelle parti, volendolo, potrebbero imbavagliare ed insabbiare molto di più che da noi, visti i mezzi spicci di cui un governo superliberale-comunista può sempre disporre.
Ma l’Internet per loro è stata un’arma a doppio taglio.
Tutto il mondo pronto a captare i risultati e i fasti delle Olimpiadi di Pekino, ma pronto a raccogliere anche queste infami notizie sul latte.
Stampa e televisioni, invece, sono prontissime ed efficienti in fatto di guerre, incidenti, beghe della politica; guardinghe se lo scoop è uno scandalo capace di scardinare e di mandare all’aria il sistema.
In tali occasioni, si dà la notizia, e la si mette pure magari in prima pagina. Ma solo per un giorno o al massimo due. Poi si fa regolarmente marcia indietro.
Il bubbone è planetario. Se scoppia in Cina tanto meglio.
Ecco allora che si scatenano a ruota libera e con titoli apocalittici.
Ma poi ci si accorge della gaffe. Il boomerang della melammina ricade pesantemente anche su di noi.
Cosa mai è successo? Sono scattati i filtri e le direttive, è partito il sistema immunitario della masnada, coi suoi linfociti e fagociti, pronti ad inglobare, masticare, sminuzzare e disperdere da qualche parte tutti i virus invasori, tutte le notizie allarmanti e sconvolgenti capaci di rompere davvero le palle all’organismo socio-economico-commerciale che, per quanto corrotto e barcollante, deve continuare la sua marcia.
I telefoni e i computer dei direttori dei vari quotidiani e delle varie emittenti televisive stanno scottando come non mai.
I messaggi frenetici in arrivo sono quelli dei ministeri, dei sindacati, dei partiti e degli uffici regionali.
I verbi più abusati sono ammorbidire, coprire, nascondere, attenuare, rimpicciolire, scaricare il barile sui cinesi, sottacere i sospetti, parlare di qualsiasi cosa che serva a stornare l’attenzione popolare dalla faccenda latte.
Se la gente scopre la verità, ci frana il mondo addosso
Latte, carne e alimentazione, vengano blindati e diventino argomento tabù, almeno per qualche settimana.
Parlate di calcio da mattina a sera e date pure tutte le formazioni di ogni squadra, dalla serie A alla serie Zeta. Mostrate Valentino Rossi in tutte le salse. Formula Uno e campionati mondiali di ciclismo.
Intervistate Baldan campione e tutti i suoi famigliari.
Calmate la gente. Tenetela serena e tranquilla. Distraetela. Fate in modo che continui a fare la spesa come ha sempre fatto.
E, per carità, che le mucche continuino ad essere munte, che grandi e piccini continuino a fare i lattanti a vita, che continuino a fare i cannibali e ad ingozzarsi di proteine animali, e che mantengano a pieno ritmo le iniezioni di emo-fluidificante eparina (budella pressate di bovino e suino) alla popolazione dal sangue addensato e proteinizzato, e che procedano a cadenza intensificata diabete e infarti, altrimenti cosa diranno i chirurghi e le onoranze funebri?
E che continuino pure le obesità, le osteoporosi, il cancro al seno e all’intestino, altrimenti che ci stanno a fare la Pfeizer e le sale operatorie attrezzate di tutto punto?
E che procedano a pieno ritmo le dialisi, le crisi renali e i trapianti di rene, se no dove finisce la nostra eccellente industria dei trapianti?
Altrimenti, sia ben chiaro, ci cade il mondo addosso e ci travolge tutti. Per l’amor di Dio, bloccate tutto. Non succeda mai che la gente si accorga che il sangue diventa fluido non con le proteine del latte ma col succo zuccherino della frutta!
Non succeda mai che la gente scopra quello che i migliori e i più onesti medici già sanno sugli esperimenti di Cambridge e sul minimo di 5 pasti di frutta al giorno.
Se la popolazione scopre la verità e cioè che le malattie scompaiono magicamente mangiando frutta-verdura crude e lasciando il latte ai vitellini e i cadaveri degli animali ai cimiteri, cade baracca e burattini.
La folle rincorsa al gruppo amminico NH2 e il boomerang dell’urina bovina
Il boomerang della melammina ricade a pioggia sul mondo intero e non risparmia nessuno. Altro che Cina.
Più che boomerang della melammina, lo possiamo denominare con maggiore realismo e concretezza
Boomerang della pipì di mucca.
Tutti i laboratori bio-chimici del mondo, da Atlanta a Melbourne, da Parma a Lione, da Monaco di Baviera a Shanghai, da Buenos Aires ad Amsterdam, sono da anni impegnati alla rincorsa del gruppo amminico NH2, stretto parente dell’ammoniaca NH3, dell’urea CO (NH2)2 (che è una sostanza cristallina e solubile derivata dalla disintegrazione delle proteine), dell’urina prodotta nel sistema renale dei vertebrati (che ha la stessa formula dell’urea +H20+ acido urico + carnitina), della pentamethylenediamina o cadaverina
H2N(CH2)5NH2, e degli stessi aminoacidi RCH (NH2)COOH.
Siamo sempre nel campo delle sostanze azotate, che si distinguono nettamente da zuccheri e carboidrati per la loro costante presenza dell’elemento N (nitrogeno o azoto) che impregna l’atmosfera con la sua preponderante percentuale dell’80 percento, e confina l’elemento O (ossigeno) ad un risicato 20 percento.
Niente zuccheri naturali, sostanza miracolosa e cibo naturale dell’uomo, ma sostanza nitrogenata e proteica. Questa è la direzione in cui lavorare. L’oro delle industrie non sta nei filoni aurei delle miniere, ma nelle acque sporche e inquinate, nei rifiuti cimiteriali e fognari, nei gabinetti delle mucche (per adesso, chissà che in futuro non si riesca a recuperare anche le urine della gente).
La melammina infatti, quale additivo proteico capace di innalzare in teoria il potere sostanzioso dei cibi, si può ricavare dalla calcio-cianammide CaNCN e dalla dicianammide, ma il procedimento è troppo costoso.
Molto meglio il metodo economico, sbrigativo e sbarazzino utilizzato dalle industrie, dove si parte dalla urea, materia prima che si trova in abbondanza e in continua disponibilità nelle stesse stalle dove albergano i malcapitati esseri chiamati bovini, e nei porcili dove sguazzano infangati e annichiliti i poveri maialini.
Si parte dunque dall’urea o carbammide, che è un composto azotato, e rappresenta nei mammiferi e nei vertebrati il prodotto ultimo del metabolismo proteico, elaborato soprattutto a livello del fegato e del sistema renale, che provvede ad eliminarlo con le urine.
E’ un ottimo fertilizzante azotato. Si usa anche per preparare resine sintetiche e vari composti organici.
Un uomo adulto ne elimina 20 g al giorno.
Una mucca moderna, gonfiata e pompata all’inverosimile, che pesa 15-20 volte tanto, ne produce almeno 300 g al giorno.
Ecco dunque l’idea brillante che ha fatto gridare Eureka ai malfattori delle stalle cinesi e non cinesi.
Come la nuova frontiera della medicina e della farmacologia sta nelle frattaglie e nelle budella, così la nuova frontiera della alimentazione umana sta nella cadaverina, nella cacca e nella pipì.
Chi è lo scemo che va ad accontentarsi del latte e magari del latte annacquato (che farebbe beninteso meno danni del latte integro e puro)?
Perché accontentarsi dei cadaveri spezzettati e disossati delle mucche e dei loro figli, o delle ossa macinate, polverizzate e riproposte in pani super-proteici pronti per mille usi legali e illegali?
Perché limitarsi a prendergli la forte pelle protettiva e farne scarpe per bipedi, cinture e borsette griffate per le belle, sexy e scic, profumate ed eleganti signore dei bipedi?
Chi è lo scemo che si accontenta dello sperma del toro, degli occhi stravolti strappati alle mucche ancora calde, del fegato sradicato ai vitellini, delle trippe tolte all’addome delle loro mamme cadute in disarmo?
Prendiamogli pure la cacca e la pipì, che sono un ennesimo valore aggiunto.
Ma non spargiamoli nei campi. Costa troppo, e la gente ne ha pure schifo.
Diamoglieli dunque direttamente in bocca. Così trasformiamo la popolazione mondiale da cannibale inveterata in perfetta mangia-merda e bevi-pipì.
Tanto più che le mucche moderne, immobilizzate come sono alla catena del loro penitenziario, non sudano e non consumano come un tempo, tutto va in abbondanti, odorose e preziosissime urine.
Come nelle frattaglie e nella budella pressate di bovini e suini sta la nuova frontiera della medicina e della farmacologia a base di ormoni, insuline ed eparine, così negli escrementi e nella pipì degli stessi animali sta la nuova frontiera della alimentazione umana, a completare la cadaverina che veniva già abbondantemente consumata senza fiatare, senza troppi scrupoli e senza alcuna schizzinosità.
Dare merda e urina nella bocca degli umani, cannibali già da tempo, non può dunque provocare alcun aggravamento ed alcuna reazione.
Anzi dovrebbero gioire, visto che le carni sono sempre dei cadaveri in decomposizione, mentre merda e pipì, da veri frutti delle bestie sodomizzate, vengono estratte fresche dagli animali e poi sintetizzate, come si fa pure del resto con la nostra declamata amica vitamina B12.
La cacca fumante sarà la crema e il budino. Il dessert più in voga del domani. L’urina del bovino diventerà il Verduzzo e il Tokai adatti ad accompagnare i dolci all’escremento. Il sangue di macelleria sarà il Merlot e il Refosco adatto a fare in modo che le trippe e gli stinchi cimiteriali non vadano di traverso ai cannibali e alle iene da ristorante. I sommelier avranno il posto che si meritano a fianco delle bestie appena macellate, e potranno dare finalmente sfoggio alla loro migliore fantasia annusatoria.
Nella cacca e nella pipì sta dunque il domani dell’umanità.
Un giorno o l’altro, anziché andare al supermercato e alla boutique della frutta, andremo tutti a fare rifornimento nelle pubbliche latrine.
Trattasi di prodotti vivi e sostanziosi.
Le mucche poi, per ogni litro di latte fanno almeno un litro di pipì e mezzo chilo di cacca.
Come non accorgersene e pensare alla grande?
La normalizzazione e la batosta ai cinesi chiudono il caso melammina.
Ma la notizia e-mail del 25 Settembre 2008 è una autentica bomba che fa vedere il Re Nudo con le palle disseccate fuori, in misera esposizione pubblica
Stampa e televisioni nostrane già tacciono e fanno marcia indietro.
Tanto la gente ne sa abbastanza ed è stufa di ascoltare le stesse notizie. Vuole distrarsi, vuole cose piacevoli.
Abbiamo detto tutto quello che serve. Abbiamo demonizzato quanto basta i cinesi di Cina e pure quelli di casa nostra, che ci vivono appresso con ristoranti e massaggi e negozietti orientali.
Gli abbiamo dato una tale batosta che i fasti dell’Olimpiade e l’orgoglio della missione in corso sulla Luna diventano a confronto dei fatterelli da due soldi.
Abbiamo inferto un colpo mortale ai loro ristoranti, e così la gente tornerà finalmente a riempire le bisteccherie e le prosciutterie della penisola, lasciando bastoncini, riso, e salsa di soia, in favore di pasta al ragù e buon vino italiano di origine controllata.
Ora torniamo tutti al lavoro, belli in riga, protetti dai sindacati, difesi dalla polizia e dai carabinieri, riassicurati dai governi e dalle industrie, benedetti ed illuminati da un buon papa e da tanti preti, deliziati dai suoni mai fastidiosi e mai lugubri di mille campane fasulle azionate non più da corde ma da sguaiati impianti stereo.
Ma ecco che arrivano altre interessanti notizie, da molto lontano, ma non dalla Luna.
Singapore è lì, a un tiro di schioppo da noi.
I suoi supermercati sono pieni di prodotti anche di casa nostra.
Il caffè Illy gode di dieci metri di scansie al Cold Storage supermarket della mitica Orchard Road.
La Ferrero pure. Formaggi e prosciutti italiani sono pure presenti. Anche i vini e l’olio di oliva.
Se la Kraft americana e la Dutch Lady olandese sono già nella lista nera della melammina, se la Nestlé sta tremando più delle altre, se pure la Meiji giapponese ci è dentro fino al collo, chissà tutte le altre non citate e con la coscienza fuori posto.
La patente di verginità e di immacolatezza se la sono data con troppa fretta, scaricando il barile sui poveri cinesi. Ne vedremo delle belle.
Una scioccante e scottante e-mail dalla Repubblica di Singapore
Una e-mail giunge da Singapore, facendo un giro rocambolesco presso l’amico Blasetti che sta in Usa, e che la gira allo scrivente.
La spedisce Mrs Teo, una signora cinese, responsabile e preoccupata, della repubblica singaporiana, in data 25 Settembre 2008. Allego anche l’inglese, così non si penserà ad eventuali licenze traduttive.
Titolo: Elenco aggiornato alimenti contaminati dalla melammina.
(Subject: Updated list – Melamine Tainted Products)
Dear All,
My husband works in a MNC pharmaceutical company and had this forwarded to me.
This list is from a Lab in Singapore that is checking on all the products found in Singapore.
I should think it applies to all around the Asian Region since most of the Regions share the same suppliers.
I am forwarding this to all in my address book.
I would recommend to discard these foods and be careful when consuming milk, chocolate and confectionary. The list includes some big manufacturers such as Dutch Lady, Kraft Foods, M&M, and so on.
I am trying to consolidate a list on a webside by end this week as the list gets longer and longer.
God Bless
J.
Traduzione:
Mio marito lavora alla MNC farmaceutica e mi ha inviato del materiale scottante.
Questo elenco viene da un laboratorio di Singapore che sta analizzando tutti i prodotti in commercio a Singapore.
Credo che la cosa riguardi tutta la regione asiatica visto che la maggior parte degli stati del continente hanno gli stessi tipi di fornitori nel settore alimentare. Sto spedendo questi documenti a tutti gli indirizzi della mia rubrica personale.
Raccomando a tutti di stare alla larga e di fare attenzione di fronte a latte e latticini, a cioccolata e a cibi confezionati (tipo barre di cereali, gelati, yogurt e altro). La lista maledetta include infatti leader mondiali del settore tipo la Kraft Foods, la Dutch Lady, la M&M, la Dove, ed altre ancora.
Sto cercando di completare l’elenco su un website per la fine della settimana e di sicuro altri nomi eccellenti andranno ad ingrossare la lista stessa.
Dio ci benedica tutti.
J.
Elenco aggiornato dei prodotti contaminati (non cinesi)
1) Bairong Grape cream crackers
2) Dove Nut, almond and raisin chocolate
3) Dove Hazelnut chocolate
4) Dove Milk chocolate
5) Dreyers Chocolate cake ice-cream 887 ml
6) Dreyers Idem
7) Dreyers Cookie&Cream ice-cream 887 ml
8) Dreyers Idem
9) Dreyers Mint Chip ice-cream 887 ml
10) Dreyers Idem
11) Dreyers Rocky Road ice-cream 887 ml
12) Dreyers Idem
13) Dreyers Strawberry ice-cream 887 ml
14) Dreyers Idem
15) Dreyers Toast almond ice-cream 887 ml
16) Dreyers Idem
17) Dreyers Vanilla ice-cream 887 ml
18) Dreyers Idem
19) Dutch Lady Ster M. banana (sterilized milk)
20) Dutch Lady Ster MK LF plain (latte puro)
21) Dutch Lady Ster MK LF chocolate (latte al cacao)
22) Dutch Lady Ster M LF strawberry (latte alla fragola)
23) Dutch Lady Ster M LF honeydew (latte al melone)
24) Dutch Lady Idem
25) Dutch Lady Ster Milk Plain (latte puro)
26) Dutch Lady Ster MK LF choc
27) Dutch Lady Ster MK LF strawberry
28) Dutch Lady Ster M LF banana
29) First Choice Calcium sesame crackers
30) First Choice Calcium saltine crackers
31) First Choice Calcium onion crackers
32) First Choice Calcium seaweed crackers
33) Ginbis Party animal butter bisc (biscotti)
34) Ginbis Party animal seaweed bisc
35) Ginbis Party animal with nut bisc
36) Ginbis Animal biscuits
37) Koala Cocoa biscuits 40 g
38) Koala Idem
39) Kraft Oreo wafer sticks 18S
40) Kraft Oreo wafer sticks 5S
41) Kraft Oreo wafer sticks WH chocolate 18S
42) Kraft Oreo wafer sticks WH chocolate 5S
43) Lotte Koala Cocoa funpack 210 g
44) Lotte Koala Idem
45) M&M Chocolate peanut 200 g
46) M&M Idem
47) M&M Chocolate candies -plain
48) M&M Idem
49) M&M Idem
50) M&M Chocolate candies – peanut
51) M&M Funsize milk
52) M&M Funsize peanut
53) M&M Chocolate candies plain 200 g
54) M&M Idem
55) Meiji Ujikintoki 2978
56) Meiji Umakabo chocolate
57) Meiji Family pack green-tea
58) Meiji Chestnut & redbean
59) Mentos Bottle yoghurt promo PK
60) Mentos Bottle yoghurt
61) Nonmilk Breakfast milk malt
62) Nonmilk Breakfast milk walnut 68
Non solo il latte in polvere per neonati, ma pure le cose che tutti mangiamo.
Una contaminazione a 360 gradi. Un crimine contro l’intera comunità mondiale.
Come si vede, qui si parla non più di latte in polvere, ma di latte vero e proprio, di latte al cacao e ai vari sapori, di yogurt, di cracker e biscotti, di cioccolata, di barre ai cereali, di arachidi ricoperte dal cioccolato, di bastoncini al cacao, persino di tè verde dove non riusciamo a capire il ruolo di un additivo alla melammina.
Ecco dunque che le vittime non sono le decine e centinaia di migliaia di poveri bambini innocenti.
Già in quel caso circoscritto il crimine sarebbe in ogni caso stratosferico.
Qui parliamo di una contaminazione a 360 gradi, ordita ai danni di tutta la popolazione mondiale.
Di gente che, non contenta di quanto le paghiamo i suoi prodotti ben confezionati, ma pur sempre scadenti e morti, gli piace prendersi pure la soddisfazione di orinarci e defecarci in bocca, sempre ovviamente col conforto degli aromi al caffè, alla banana, al cacao, al melone e alla fragola.
Attenzione, qui non occorre morire e finire negli ospedali per l’infanzia, come tutti quei bimbi nutriti a latte in polvere.
In noi adulti, abituati a valanghe di veleni tutti i giorni della settimana, può anche essere che la melammina, l’urea, la pipì e la cacca della mucca non ci faccia un bel niente.
Trascuriamo pure la nostra auto, e stiamo più attenti alla nostra delicatissima macchina corporale
Ma poi non vengano le signore a chiedermi dove trovare il ferro, dove trovare la vitamina C e la E, come fare a ritrovare la libido, o come fare a liberarsi delle acque stagnanti e calare di peso.
E non vengano nemmeno a chiedermi un parere (sempre negativo beninteso) sulla opportunità di vaccinarsi.
La nostra macchina umana è un gioiello di perfezione e di sensibilità.
Nessuno l’ha costruita per consumare cadaveri, per ingolfarci di escrementi e di urine.
Quello che succede a un corpo bistrattato e tradito in quel modo, possiamo solo immaginarlo.
Queste organizzazioni criminali, con tanto di insegne pubblicitarie, di direttori generali, di direttori del personale, di ingegneri biochimici e di fior di laboratori, sembrano quasi aver ricevuto una richiesta scritta da parte di ospedali e imprese farmaceutiche assatanate, e sempre assetate di nuovi clienti.
Care industrie dell’alimentazione, ultimamente c’è troppa gente sana in giro, ci servono più malati da guarire. Fabbricateci più cancri, più diabete, più cardiopatie e più Alzheimer, e così potremo risolvere i nostri problemi economici e sindacali.
Perché la superproteica melammina, sia ben chiaro, non blocca solo le funzioni renali, ma ci manda tutti al creatore prima del tempo e in condizioni di grave sofferenza, come del resto già lo stanno facendo le semplici e apparentemente innocue proteine animali della carne, del pesce e del latte, di quelli non contaminati si intende.
L’Eufic, l’ortoressia e la nevrosi della gente. Siamo in buone mani.
State tranquilli e mangiate un po’ di tutto, che al resto ci pensiamo noi.
L’Eufic (European Food Information Council), ha scomodato negli anni scorsi persino un certo Steve Bratman, studioso di anoressia e di bulimia, per ammonire la gente a non essere sospettosa, a non esagerare col controllo delle etichette, altrimenti andiamo tutti a finire nel gruppo degli ortoressici, dei fanatici del cibo salubre. Dopotutto siamo in buone mani.
Ortoressia dunque come nuovo grave disturbo nevrotico, tipico di vegetariani e di vegan.
La stessa Emilia Costa, che dirigeva il centro disturbi alimentari del Policlinico Umberto I di Roma, ebbe a dire che l’attenzione per il cibo va bene, purché non ci sia il chiodo fisso della salute attraverso i cibi e che si seguano le poche regole essenziali di una dieta varia e completa (sottintendendo ovviamente carne, latte, pesce e uova, e tutte le cose che gli illuminati in sella ai posti chiave sempre raccomandano, in linea con le loro piramidi alimentari di comodo).
Fidatevi di noi e dei nostri prodotti. Mangiate un po’ di tutto e state tranquilli, era il messaggio degli industriali del cibo nostrano, che si aggiungeva al coro dei pacificatori di regime.
Non erano ancora successi i casi della BSE o della mucca pazza, e nemmeno gli scandali delle ossa in polvere, e neanche quelli della mozzarella di bufala agli ormoni, e nemmeno quelli della mozzarella alla diossina, e nemmeno quelli della melammina, e nemmeno quelli …(ci ritroviamo alla prossima).
CAPITOLO III
30 Settembre 2008
L’IMPECCABILITA’ OCCIDENTALE SUL LATTE
L’emergenza mondiale e le riunioni blindate
E’ in corso nel mondo una doppia importante operazione: A) blocco totale dei media e B) scaricabarile sui cinesi.
E’ presumibile, se non ancora accertato, che i giganti del male, Ndc (National Dairy Council) in testa per il settore latte, seguiti a ruota dalla Kraft per l’alimentare, dalla Coca-Cola per le bevande gassate, della Pfizer per il settore farmaceutico, e da emissari delle industrie della carne, del vino e del caffè, stiano asserragliati in riunione di grave emergenza in qualche ufficio blindato di Atlanta o dintorni.
Una specie di meeting internazionale simile a quelli del G-8, ma molto più riservato e segreto, simile a quelle riunioni dove è in palio il domani di molta gente.
Qui si gioca la reputazione e la sopravvivenza dell’intero sistema.
Manco farlo apposta, c’è pure di mezzo la più grave crisi finanziaria mondiale di tutti i tempi, e una memorabile corsa alla Casa Bianca tra il democratico semi-nero Barak Obama e il repubblicano McCain.
Se cade la testa dell’Impero del Male, cosa resterà mai alle colonie e agli alleati europei?
Solo le palle, e forse nemmeno quelle.
D’accordo che Danone, Nestlé, Dutch Lady, Parmalat, Star e Ferrero, sono in grado di marciare da sole.
Ma, se cade la Kraft, sono problemi seri per tutti.
Cosa fare a questo punto? Prima mossa imbavagliare i media. Che parlino e scrivano il meno possibile
Cosa fare a questo punto?
Le soluzioni, decise in quella ipotetica ma probabile riunione blindata, o elaborate in corso d’opera, sono già sotto gli occhi di tutti, sotto l’onda d’urto e lo tsunami dello scandalo del latte cinese alla melammina.
Prima mossa bloccare ed imbavagliare i media.
Fare cioè come sanno fare in Italia, dove sanno essere campioni nell’insabbiare velocemente anche i più grossi e clamorosi scandali, tipo Cirio e Parmalat, tipo le mozzarelle di bufala agli ormoni e quelle contaminate dalla diossina.
Seconda mossa scaricare il barile tutto sui cinesi
Seconda mossa, scaricare tutto sui cinesi.
Dopotutto ci hanno mandato in tilt le industrie tessili con prodotti di scarsa qualità e a prezzo ridicolo, e ci stanno tuttora distruggendo diversi settori dell’economia usando il medesimo sistema, danneggiandoci con prezzi assurdamente bassi.
Li abbiamo sopportati anche troppo nell’esaltante fase olimpica, ed ora si permettono pure di andare sulla Luna, seguendo le imprese degli Sputnik russi e della Nasa americana.
Sono bravi e laboriosi in modo mostruoso. Sanno sacrificarsi e accettare le rinunce senza fare problemi, a differenza della nostra sofisticata, ultra-esigente e mai-contenta manodopera.
Sono molto meglio dei giapponesi di un tempo a copiare e a replicare ogni nostro prodotto ed ogni nostro design. Ma quello che rompe di più è che riescono a farlo meglio dei giapponesi di un tempo, e a prezzi ridicoli. Diamogli dunque una bella tuonata.
Sono già famosi per il loro pressapochismo in fatto di chimica alimentare.
Gli abbiamo insegnato dalla A alla Z sul latte e sui derivati. Gli abbiamo messo in piedi delle intere fabbriche di trasformazione prodotti animali, con tanto di centri di ricerca e laboratori.
Gli abbiamo trasmesso tutti i nostri stratagemmi e le nostre tecnologie macellatorie.
Gli abbiamo disegnato e costruito chiavi in mano le nuove stalle moderne, dove finalmente gli animali vengono allevati, nutriti e sfruttati in modo scientifico, in modo da raggiungere il massimo peso nel minimo periodo di tempo possibile.
Scarichiamo dunque tutto su di loro.
Tanto più che sono abituati già da molto alle critiche e ai boicottaggi.
I più sporchi siamo noi. Lo scandalo cinese è solo la punta di un iceberg internazionale.
Ecco dunque sulla stampa il nemico sicuro da combattere: la sofisticazione proteica di marca cinese.
Un attacco a 360 gradi contro ogni cosa che arriva dalla Cina, perché è da là che partono tutti i mali.
Ecco spiegati gli inviti governativi a non andare più nei ristoranti cinesi.
Questo significa distruggere l’unica cosa e l’unico dio che essi hanno, ovvero l’attività economica e il denaro.
I cinesi sono poi un comodissimo scaricabarile. Basti pensare al ritiro massiccio dal mercato di abiti
contaminati dalla formaldeide, di giocattoli pericolosi e di articoli e marchi contraffatti.
Tutti i mali e tutti gli scandali rovesciati indecorosamente sulle spalle del Celeste Impero e dei suoi minuscoli e instancabili lavoratori privi di protezione sindacale e di santi in paradiso (e vittime peraltro di industrie cinesi accecate e instupidite da un espansionismo commerciale troppo spesso senza limiti e senza regole).
Noi no. Noi rasentiamo la perfezione.
Il mondo occidentale è integro e pulito.
Il latte, i formaggi, le stalle, i laboratori di casa nostra, sono tutti inappuntabili, vergini e incorruttibili. Abbiamo infatti un Agroalimentare Italiano che è il vanto d’Europa.
Ma essere primi nel vino ha comportato essere primi anche nelle sofisticazioni (ci ricordiamo ancora i vini rossi al sangue di bue di alcuni anni fa).
Essere primi nel vino ha comportato primeggiare anche con i macelli e col sangue di milioni di animali innocenti sgozzati a ritmo infernale sul bel territorio apparentemente artistico e virtuoso della Penisola a forma di Stivale, in contrasto e offesa alle tradizioni e ai moniti dei nostri grandi maestri e poeti Pitagora, Ippocrate, Galeno, San Francesco, Dante, Leonardo Da Vinci.
Dove sono finiti gli italiani del T’amo pio bove, e del Sentimento di pace che in cuor m’infondi?
Le Ambasciate e i Consolati Italiani all’estero, prima ancora che promuovere e diffondere la cultura italiana e i buoni e i puliti prodotti che pure esistono in Italia, sono intasate principalmente di bottiglie di vino con salumi e prosciutti al seguito, a conferma delle nostre attuali ambizioni smaccatamente e prevalentemente sanguinarie e macellatorie.
Se l’antico Egitto è conosciuto nel mondo come terra di Piramidi, Sarcofaghi e Mummie, l’Italia di oggi, prima ancora che per i suoi tesori di poesia e di arte, sta diventando famosa nel mondo, grazie all’opera emerita dell’Agroalimentare Italiano, come produttrice di mummie animali (salumi e prosciutti) indecentemente e irragionevolmente destinati all’alimentazione umana.
Anche le macchine, le attrezzature e le tecnologie più avanzate del settore zootecnico, le soluzioni più all’avanguardia per massacrare gli animali e trasformare poi la loro carne nei modi più convenienti, sono diventate il vanto e l’orgoglio del made in Italy a livello internazionale.
Senza dimenticare poi che le migliori doppiette vengono notoriamente dall’area bresciana, e l’Italia non a caso è campione olimpica di tiro al piattello.
Da quelle parti si producono pure eccellenti mine ed armamenti di alta precisione, esportati attivamente nel resto del mondo.
Siamo sorretti da una situazione di impeccabilità tecnologica assoluta.
Lo stile Ferrari e Valentino applicato nelle industrie della morte, degli insaccati e dei formaggi, delle industrie che fabbricano poi malati di cardiopatie e di cancro a raffica, per la gioia di strutture ospedaliere e di onoranze funebri sempre più in attivo.
Ma ha senso, logica e morale, tutto questo. O non è forse ulteriore pazzia e farneticazione?
Non è forse uno scandalo nello scandalo?
Una nuova forma di deprecabile razzismo stile razza italico-ariana dove il nuovo Ebreo è il Cinese
Una nuova forma di razzismo nevrastenico e psicopatico stile razza italico-ariana, dove il nuovo Ebreo è il povero Cinese, colpevole di essere solo più bravo e laborioso, modesto ed economico?
Chiaro che la Cina ha sbagliato.
Ma, ha sbagliato a sbagliare o ha sbagliato a farsi beccare con le mani nel sacco (della melammina)?
Non è forse che da queste parti, in Europa e America ben s’intende, sgarriamo come e di più dei cinesi ma siamo bravissimi a non farci beccare e a esibire i nostri certificati ufficiali di verginità?
Lo scandalo della melammina cinese riguarda per ora il loro latte in polvere, come già abbiamo scritto nell’articolo Lo scandalo del latte e della melammina.
Ma come la mettiamo con le contaminazioni di melammina nel latte normale e al cacao della Dutch Lady olandese in vendita a Singapore e in tutta l’Asia?
E come la mettiamo con le contaminazioni di cioccolate, di barre ai cereali, di confetti ricoperti al cioccolato, di yogurt e cracker di diverse industrie occidentali e giapponesi, tipo Kraft (leader mondiale del settore), M&M, Dove, First Choice, Meiji, e altri ancora?
In Cina si dice che alla Nestlé stanno tremando.
In Italia niente. Non c’entriamo. Le Alpi e il Mediterraneo ci proteggono da tutti i veleni e da tutti i mali esterni.
Sarò accusato di prendere la loro parte perché sto prevalentemente a Hongkong, perché mia moglie è cinese e perché ho due ragazzi dotali di qualità e caratteristiche fisionomiche italo-orientali.
Rispondo subito dicendo che sono tra i primi ad accusare la Cina delle cose sbagliate che ha fatto, che fa e che farà.
Trenta anni a promuovere il made in Italy in continua concorrenza coi cinesi parlano chiaro a favore della mia equidistanza e credibilità sull’argomento.
Il problema del latte e della melammina è partito sì dalla Cina ma, sia ben chiaro a tutti, ha tutte le sue radici in America ed in Europa.
Melanina e Melammina, cose totalmente diverse ma facilissime da confondere nella denominazione
Nelle fasi iniziali e concitate di questo scandalo, non si sa se per pura confusione di due termini simili o se per qualche ingenuo tentativo cinese di depistaggio indagini, i messaggi in arrivo dall’Asia parlavano a volte di melanina e a volte di melammina (in inglese: melanine e melamine). Persino nell’ultimo messaggio arrivato da Singapore in data 25/9 si parla ancora di melanine.
Basta mettere una enne al posto di una emme e le cose cambiano drasticamente.
La melanina non è altro che una sostanza fatta di pigmenti granulari neri che servono in genere a colorare i capelli.
Si trova in abbondanza nel colore nero delle seppie, e sulla pelle delle popolazioni di colore.
Mettere la melanina nel latte, magari per dargli una colorazione più bruna, sarebbe stato pure scandaloso, ma nulla di paragonabile con lo scandalo reale della melammina, sostanza estremamente pericolosa.
La melanina, dal greco antico melas = nero, sono pigmenti neri, bruni o rossastri, appartenenti a diverse classi di composti chimici.
I poli-acetileni, le poli-aniline, i poli-pirroli, con relativi co-polimeri, sono pigmenti artificiali utilizzati industrialmente per le loro proprietà conduttive e semiconduttive.
Le melanine propriamente dette, e più conosciute, sono molecole biologiche diffuse negli animali, nei vegetali e nei protisti (protozoi e piante unicellulari), con diverse funzioni, la più nota delle quali è quella propriamente pigmentaria, atta a conferire una colorazione scura.
La melanina sarebbe un contaminante quasi innocuo, tanto che la gente compra pure la pasta al nero di seppia, che si potrebbe anche chiamare pasta alla melanina.
Il vero contaminante melammina e la mania micidiale di arricchire e integrare i cibi
Parliamo in questo caso di una ammina NH2, ovvero di una sostanza proteica inquadrabile in generale nella famiglia delle proteine, le quali, per essere digerite ed assimilate nel corpo umano, devono essere disgregate in aminoacidi.
Come già scritto nel mio articolo di ieri Il boomerang asiatico del latte all’urea, c’è la rincorsa a rendere più proteico e più sostanzioso ogni cibo possibile e immaginabile.
Il vero cibo dell’uomo, ormai lo sanno anche i sassi, è la frutta e la verdura cruda, la frutta secca, le radici e i cereali.
Quando poi si sottopongono i cibi, anche quelli migliori, a processi industriali di cottura, di pastorizzazione, di trasformazione, si distrugge praticamente tutto e i nuovi cibi risultanti apportano tante calorie morte, prive cioè di micronutrienti essenziali tipo vitamine, minerali organici, enzimi, fattori di crescita e varie altre minisostanze conosciute e non ancora conosciute.
Ecco allora che le industrie provvedono ad arricchire cibi e bevande con integratori minerali e vitaminici.
E’ nata così la nuova cultura del cibo arricchito e integrato, rafforzato e drogato.
Chiaramente le vitamine sintetiche non si dovrebbero nemmeno chiamare vitamine, perché a differenza delle vitamine vere e naturali non hanno vita, non sono accompagnate dal magnetismo e dai coenzimi naturali, che sono indispensabili per la loro reale assimilazione.
Altrettanto chiaramente, i minerali inorganici da integrazione, non si dovrebbero nemmeno chiamare minerali da alimentazione, perché a enorme differenza dei minerali della frutta, della verdura, delle radici e dei cereali crudi, non sono in forma organica od organicata dalla natura tramite la funzione clorofilliana, ma sono in forma inorganica, non sminuzzati dalla natura e quindi non assimilabili.
Perché allora medici e dietologi continuano a prescrivere queste porcherie?
Molto semplice, perché a loro interessa risolvere i problemi del paziente velocemente ed entro il breve periodo della cura, disinteressandosi completamente di quello che succede mesi e anni dopo.
Minerali e vitamine di sintesi agiscono infatti come droghe dopanti e stimolanti ed illudono il consumatore di avere risolto con essi le proprie carenze vitaminico-minerali, mentre invece il loro corpo resta privo di micronutrienti ed esposto a tutte le crisi di carenza, temporaneamente nascoste dalla nuova iper-stimolazione apportata dalle stesse droghe sintetiche.
I medici di Cambridge hanno chiaramente messo in evidenza come l’apporto minimo giornaliero di vitamina C, cinque volte superiore alle sballate tabelle della Fda, debba essere rigorosamente inteso come vitamina C vera e naturale e non come vitamina sintetica, se si vuole stare alla larga dai due maggiori killer di oggi che sono l’infarto, l’ictus e il cancro.
La quota Five per Day, significante 5 pasti di frutta al giorno, è intimamente legata a quanto sopra.
La scuola dissennata a cui i cinesi si stanno abbeverando.
Se i cibi si possono ri-vitaminizzare e ri-mineralizzare, perché non andare oltre e proteinizzarli?
Questa pessima e irresponsabile attitudine medica a favore delle pastiglie, ha ringalluzzito le industrie farmaceutiche, e le vitamine sintetiche sono diventate in questi anni il cibo principe dell’umanità, presente pure in tutte le diete sballate e criminali stile Atkins, stile Sears (Zona), stile Agatson (South Beach), stile Strand (Anti-Ossidante), stile D’Adamo (Gruppi Sanguigni), e pure quelle che verranno, regolarmente caratterizzate da spropositi e da avventurismi sperimentali contro il grasso, regolarmente accompagnati dalle stampelle chimiche degli integratori.
Non ci sono succhi di frutta, cereali da colazione, pani commerciali, e yogurt, e persino prodotti alla soia, che non siano soggetti a questa pratica idiota, deficiente e demenziale di rovinare i cibi con additivi arricchenti e potenzianti che non arricchiscono e non potenziano un bel niente, ma producono semmai l’esatto contrario.
Qui è l’America e l’Europa che fa scuola alla Cina.
E la Cina, da brava allieva, sta imparando velocemente.
Ecco allora la deduzione dissennata: Se i cibi si possono ri-vitaminizzare e ri-mineralizzare, perché non andare oltre e proteinizzarli, renderli cioè ancora più sostanziosi?
Ecco allora la rincorsa alle sostanze amminiche del gruppo NH2, alla melammina che serve per rendere ancora più proteico e sostanzioso il latte.
Derivarla dal CaNCN (calciocianammide) passando tramite la cianammide CNNH2 e la dicianammide
HN=C(NH2)NHCN, costa troppo e ci si ritrova a lavorare con i pericolosi e mortali composti del cianuro.
Molto meglio ricavarla direttamente dalle mucche, ottime produttrici di latte, di carne, di insuline ed eparine, ma anche di abbondanti urine raccoglibili senza problemi nei loro giacigli moderni in calcestruzzo. Nelle urine ci sta l’urea, sostanza cristallina e solubile, sottoprodotto della disgregazione proteica all’interno degli organismi umani ed animali. Se l’uomo ne produce 20 g al giorno, una mucca media ne produce almeno 300.
E’ un prodotto di prima qualità, mica come la carne delle mucche, che comincia a decomporsi in cimiteriale cadaverina già dieci minuti dopo che la bestiola è stata assassinata.
In altre parole l’urea dell’urina è un po’ come il cloruro di sodio dell’acqua di mare.
Depositata in appositi sacchi, usabili anche come fertilizzante. Da 6 molecole di urea in cristalli riscaldate a 350-400 gradi e alla pressione di 50-100 bar si ricava una molecola di melammina (C3H6N6), liberando nel contempo 3 molecole di CO2 (anidride ovvero ossido di carbonio) e 6 molecole di NH3 (ammoniaca), secondo la formula: 6CO(NH2)2 —–> C3H6N6 + 3CO2 + 6NH3.
Ecco dunque il latte alla melammina, cioè all’urea, ovvero all’urina o magari al còmut
Nel mio dialetto (o meglio lingua regionale, per non offendere i miei compatrioti), il materiale dei cosiddetti pozzi neri si chiama còmut, e già la parola di fa venire una smorfia di disgusto.
Al punto che i mezzi per l’espurgo dei pozzi neri vengono evitati da tutti come fossero la peste.
Ma, neanche farlo apposta, còmut significa anche comodo, a conferma della superiorità assoluta dei dialetti sulla lingua nazionale.
E’ probabile che, in passato, si ritenesse comodo avere del fertilizzante fatto in casa per rivitalizzare i campi e renderli più fertili.
Oggi, con la tecnologia e il progresso che vanno avanti a passi da gigante, il comut si dovrebbe ridefinire supercomut (supercomodo), perché l’urina delle mucche è completata dalla loro cacca, il che rende la miscela ancora più scura, densa e proteica, cioè più attraente e deliziosa per le flessibili bocche degli odierni umani.
La prossima melammina sarà probabilmente quella e si chiamerà magari copromelammina o, più in volgare, caccomelammina.
Siamo sempre in tema di nuova frontiera, perché il mondo va avanti, si evolve e si civilizza sempre di più.
Cannibali già lo siamo, mangia-budelli pure, mangia-trippe e divora-sperma-di-bue anche.
Che costa fare un passetto più avanti, emanciparci del tutto e diventare tutti consumatori emeriti di cacca e pipì associate?
Col massimo dello stile.
Mangiare carne significa in fin dei conti diventare accumulatori e trasportatori di cacca.
Il mangia-mummie coerente, il cannibale alla moda, devono adattarsi a diventare pure imperturbabili consumatori di escrementi.
Ma che schifo! Diranno gli schizzinosi alla Valentino e alla Giorgio Armani, abituati all’ Eau de Cologne e all’ Acqua di Giò.
Non diciamo cazzate.
Lo sapete sì o no che, mentre i vegani svuotano con precisione e completezza il loro canale intestinale e sono costantemente puliti nel di dentro, i mangiatori di cadavere, indipendentemente da quanti profumi si spargono addosso, portano con sé un capitale di diversi chili di feci indurite ed intrattabili all’altezza del loro colon?
Lo sapete sì o no che mangiare carne per un umano significa diventare assurdi portatori di merda?
State un po’ meno alle sfilate con le vostre meravigliose modelle, che nemmeno siete capaci di toccare, e andate a farvi fare una semplice colon-scopia, e ne vedrete delle belle.
Siete sì o no capaci, negli hotel cinque stelle di vostra pertinenza, di succhiare le testicules du taureau? Vi deliziate sì o no col paté de fois gras delle povere oche a cui è stato tirato prosaicamente il collo?
Vi fate sì o no le iniezioni di eparina strizzata dalle budella du cochon et du bouvillon?
E vorreste ancora provare della ripugnanza per della sana e fumante merde dans la bouche?
Il carnivoro perfetto, il mangia-mummie coerente, il cannibale alla moda, deve adattarsi anche a diventare un imperturbabile e impassibile divoratore di merda.
Abiti griffati e bon ton, scarpe di Ferragamo e borsette alla Christian Dior, ma anche gelati al limone e all’urina, cioccolata al latte e all’urina e, nel prossimo futuro, creme e cremine à la merde de vache, nobilitate magari con una ciliegina o con dei mirtilli rossi al punto giusto, il tutto accompagnato da un vino dal bouquet delicato, suggerito chiaramente dal vostro sommelier di fiducia.
La mozzarella alla somatotropina e la mucca pazza
Per tornare alle faccende di casa nostra e alla nostra incredibile capacità di cacciare le cose antipatiche nel dimenticatoio, ci fu nel 2006 un primo grosso scandalo sulle mozzarelle di bufala.
Niente di grave, tutto sotto controllo, si affrettò a dire l’allora ministro De Castro, usando i soliti toni rassicuranti, perorando l’assoluta innocuità delle sostanze usate.
Si parlava allora di anabolizzanti e di somatotropina, un ormone della crescita usato ampiamente in Argentina e negli Usa per far crescere esponenzialmente la produzione di carne e latte.
La biochimica ammonisce che la somatotropina interferisce col sistema endocrino umano e può portare a diverse forme tumorali, mentre agli animali causa mastiti ed affezioni genitali.
Tant’è che essa è severamente proibita in Europa, mentre è consentita in Usa, e ci furono pure delle remore legali da parte delle nostre autorità sanitarie contro la carne americana.
Occorre aggiungere che tutta la faccenda della BSE e della mucca pazza è stata chiusa in fretta e furia per evitare allarme e panico tra la gente, e che dunque il problema esiste tuttora e viene segretato in continuazione, mentre tra i ricercatori circolano ipotesi allarmanti e sconvolgenti al riguardo.
Embargo coreano contro le carni americane e le mozzarelle italiane
Nella vergognosa guerra della bistecca che vede gli Stati Uniti schierati, missili alla mano, contro la Corea del Sud, si procede a colpi di aut-aut, minacce, imposizioni, ricatti e ultimatum.
Voi importate le nostre carni e così le vostre belle auto Hyundai continueranno ad essere vendute negli Usa.
Chiaro che la faccenda del prione e quella della somatotropina c’entrano in questa faccenda.
Anche su questo ho scritto due mesi fa un articolo dal titolo La guerra della bistecca e il sottomarino rosso, ricco di dati e dettagli da brivido, con 6000 t di carne disossata di manzo di 3 anni, equivalente al carico di una nave e a 60 mila manzi massacrati, fatti arrivare a Seoul abusivamente con la complicità del governo coreano spaventato dalla minaccia americana.
La popolazione si è ribellata e ha messo a fuoco e fiamme la capitale Seoul, proprio mentre mi trovavo da quelle parti.
La Condoleezza Rice, inviata a difesa dei macellai americani, ha cercato di rassicurare la gente di Seoul che la carne americana è perfetta e salubre, ma ha ottenuto l’effetto contrario.
Chiaro che la posta in gioco non è quella singola nave, ma una fornitura regolare di 4 navi al mese per un totale annuo di una cinquantina di navi e 3 milioni anno di quadrupedi da mettere sul piatto della bilancia e dell’interscambio tra i due paesi amici-nemici.
Nessuno lo dice, ma la Corea, tanto per essere chiari ed espliciti, ha posto pure l’embargo sulla mozzarella di bufala italiana, considerata cancerogena per la faccenda della somatotropina.
Visto che tra somatotropina e melammina non si sa quale delle due sia più micidiale, ecco che le sicurezze e le illusioni di castità e di innocenza dell’Agroalimentare Italiano vanno a farsi benedire.
Due successivi scandali a base di ormoni e diossina per una problematica mozzarella italiana
Nessuno vuole affondare il dito sulla piaga.
Già la Campania ha dovuto superare i drammi collegati ai rifiuti.
Ma, se non si provvede a bonificare le faccende di casa nostra, non possiamo pretendere fiducia da parte del mondo.
L’embargo sulle nostre mozzarelle esiste di fatto, e non lo stiamo inventando noi.
Insabbiare e sottacere ti può aiutare nel breve, ma ti scassa poi di più nel lungo periodo.
La mozzarella campana, dichiarata prodotto Dop (di origine protetta) dalla Comunità Europea, significa in termini economici 3000 imprese e 30 mila dipendenti, con un fatturato di 300 M di €.
Le perdite del 2006 per gli ormoni furono di 40 M di €, e tale scandalo comportò migliaia di campioni di somatotropina sequestrati, 1500 animali sequestrati e sigillati per diversi giorni nelle stalle, e 36 mandati di perquisizione dei Nas.
Poi, la parola del ministro sanò il tutto come un colpo di spugna.
Due anni dopo, ovvero tra il 2007 e il 2008, la mozzarella fu investita da un nuovo scandalo collegato al problema dei rifiuti.
Anche qui intervenne il ministero a dire che tutto era in piena regola.
I poco edificanti scandali della farina di ossa e del Cronassial
Anche quando si scoprirono in Italia maxi-depositi con migliaia di sacchi di farina di ossa da destinarsi all’alimentazione di bovini e suini, cioè di animali erbivori, scattò immediatamente lo sbalordimento generale di fronte a tali livelli di criminalità e di cattiveria.
Dare ai bovini queste porcherie, trasformarli in cannibali, significava costringerli a diventare cancerosi. Ma poco importava. L’importante era far crescere più velocemente gli animali. Poi era facile anticipare la macellazione ai 3 anni, quando ancora le tumefazioni e gli orribili ingrossamenti tumorali non fanno ancora la loro apparizione, e quando i barcollamenti e i tremori della BSE (mucca pazza) non appaiono ancora all’orizzonte.
Anche qui lo scandalo venne prontamente insabbiato. Arrestati e multati i responsabili e risolto il problema. Niente più farina di ossa sul territorio italiano. Almeno così la raccontano.
Il Cronassial non c’entra con l’alimentazione ma piuttosto con la farmacologia e con la Rita Levi-Montalcini la quale, grazie al suo legame con la ditta Fidia che produceva quel farmaco miracoloso, vinse addirittura un contestato premio Nobel.
Il Cronassial non era altro che estratto di cervello bovino, che serviva in teoria a curare sciatalgie, paralisi facciale e demenza senile.
In realtà quel farmaco risultò causare quella che si chiama la sindrome di Guillan-Barré, una malattia che paralizza gli arti e uccide un paziente su dieci.
Anche qui ci fu pronta copertura da parte delle autorità e tutto si risolse in una bolla di sapone.
Il paradiso lombardo delle ossa
Nel mio articolo La Cocciutaggine Infinita del Cannibalismo, raccontai l’interessante esperienza di Antonio, produttore di macchine idropulitrici ad alta pressione, chiamato urgentemente da un’azienda lombarda a liberare un macchinario bloccato da un animale che si era incastrato tra i meccanismi di carico.
L’industriale si recò sul posto immediatamente per una ispezione.
Comprese subito che si trattava di una grossa industria alimentare.
Già qualche chilometro prima di giungere a destino, l’aria era stranamente irrespirabile e nauseabonda.
Nel grande piazzale circondato da lunghi muri di cinta giacevano montagnole colme di ossa, mentre diversi autocarri arrivavano a scaricare altre carcasse di animali.
Portando un fazzoletto alla bocca per attenuare il tremendo puzzo, raggiunse gli uffici, prima di farsi accompagnare da un tecnico all’interno dello stabilimento per spiegargli il problema.
Notò due larghissime vasche cariche di latte grigiastro. In realtà non era latte, gli spiegarono, ma succo di ossa misto a liquidi aggiunti, su cui degli addetti stavano versando dei sacchi di sale e di zucchero.
Il tutto serviva per produrre ingredienti usati nella fabbricazione di salamini ed hamburger.
Il motivo della sua convocazione era presto spiegato.
Una delle due grosse frese di triturazione-carcasse aveva la sua ruota di conduzione-materiale intasata dal cadavere completo di una mucca che aveva ancora nel ventre semi-schiacciato il suo vitellino.
Lo spettacolo era lugubre ed apocalittico, con quel bovino sospeso in alto quasi ad accusare gli umani di averlo messo in croce in quella posizione assurda e con la sua creatura mai nata che penzolava dal pancione.
La mucca era evidentemente morta durante il parto e l’avevano scaricata qui intera, senza macellarla o ripulirla, assieme alle altre carcasse.
E i tecnici, non sapendo cosa farne, l’avevano caricata sul nastro trasportatore con le altre ossa, senza considerare il fatto che l’animale, non scuoiato e non ripulito dei suoi organi interni, avrebbe messo in difficoltà l’intero macchinario.
Si trattava dunque di impiegare una macchina speciale e di sezionare l’animale con dei potenti getti di acqua alla pressione di 700 bar.
Antonio rientrò in sede e inviò sul posto due suoi operai con la macchina adatta, e tutto si risolse.
Ma, da quel giorno, da buona forchetta carnivora che era, Antonio diventò vegetariano di ferro.
Sono passati 25 anni da allora, e in un quarto di secolo molte cose possono accadere.
Può anche essere che nella pianura lombarda non esistano più brutture di quel genere, e che il centro di raccolta di ossa sia stato rimosso e cancellato per sempre.
Se non fosse così, speriamo almeno che quella azienda sia stata comprata da qualche gruppo cinese, così potremmo continuare a scaricare le nostre pecche sui musi gialli, e salvare una volta ancora la nostra reputazione di gente pulita, casta, virtuosa e impeccabile.
CAPITOLO IV
21 Marzo 2009
LATTE COLPEVOLE E MELAMMINA INNOCENTE
Una coltre di imbarazzante silenzio sul latte e la melammina
Dopo la grande cagnara di settembre-ottobre, dove non si parlava d’altro se non di latte e di melammina, una coltre di silenzio è stata strategicamente stesa sull’argomento, quasi che il latte non si mungesse e non si bevesse più, che il formaggio, il burro, il cioccolato e i gelati al latte non si consumassero più, e che le madri del mondo intero si fossero finalmente decise a fare le brave e ad allattare al loro seno i rispettivi pargoletti, e a cercare nelle verdure crude e nelle foglie, nelle arance e nella frutta, nelle mandorle e nei pinoli, tutto il calcio necessario alla crescita dei loro bambini già svezzati e non più bisognosi di alcun latte umano o animale.
Chiaro che le cose non stanno affatto andando così.
Si è infatti tornati alla normalità di sempre, sia in Cina che nel resto del mondo, come se niente fosse accaduto.
In Cina si stanno scoprendo nuovi clamorosi dettagli.
La melammina è un prodotto stomachevole, ma i blocchi renali vengono causati dal latte normale.
Ma la Cina non smette mai di sorprendere.
Una decina di bambini morti e 300 mila danneggiati e ospitalizzati ufficialmente, e chissà quanti milioni danneggiati e tenuti a casa senza fare chiasso, non sono qualcosa che si risolve voltando pagina e chiudendo l’incidente.
La cosa più sconcertante che stanno rivelando gli studiosi di questo caso epocale, è che non tutti i bambini ricoverati per blocco renale avevano bevuto il latte alla melammina della Sanlu e delle altre marche colte in castagna.
Pare che addirittura la metà dei bambini ospitalizzati avesse consumato sempre e solo latte comune non trattato con la melammina.
La notizia è clamorosa e apre la strada a inquietanti ipotesi.
Molta gente è sorpresa, e non sa più cosa pensare.
Per noi igienisti, non ci sono sorprese e non ci sono dubbi.
Avevamo già detto a chiare lettere che il problema non è la melammina, ma il latte di mucca in sé e per sé, ottimo alimento per vitellini a quattro zampe, e bianco veleno costipante ed intasante per i pargoletti umani.
L’epilogo dello scandalo melammina
Si sa che la stampa cinese è sottoposta a controllo e a censura governativa, e che noi invece, nell’Occidente democratico e libero, godiamo in teoria della libera informazione.
Il che fa davvero ridere.
C’è 10 volte più illiberalità, omertà ed autocensura da noi che nella Cina comunista, almeno sull’argomento latte.
Sembra una affermazione paradossale ma non lo è.
Sul China Morning Post di Hongkong del 5/3 è apparso un interessante resoconto di Vivian Wu sulla liquidazione legale e coatta del gigante governativo del latte Sanlu Group, caduto in disgrazia.
L’asta pubblica è durata una manciata di minuti e si è tenuta in un tribunale di Shijianzhuang, nella Hebei Province, partendo dal valore base di 600 milioni di yuan (60 milioni di €).
A vincere è stata la Sanyuan Foods di Beijing per una cifra di 616.5 milioni di yuan, che ha così acquisito macchinari e fabbricati, diritti e marchi.
La Sanlu era la maggiore responsabile del caso melammina, assieme ad altre 22 aziende cinesi produttrici di latte e di latte in polvere, giudicate colpevoli di coinvolgimento nello scandalo.
Chiaramente il governo di Pechino doveva fare qualcosa sul piano penale.
Le cifre ufficiali parlano di 6 casi fatali e di 300 mila a curarsi i calcoli, come dicevamo.
Ma in realtà sono molti di più i bambini morti, e milioni sarebbero i bimbi carichi di calcoli renali.
La Sanlu è stata dichiarata fallita in febbraio e, alla presidente del gruppo Madame Tian Wenhua, è stata risparmiata la pena di morte per un filo, forse perché donna.
Ma dovrà stare per tutta la vita dietro le sbarre.
Le proteste dei genitori disperati e i maltrattamenti della polizia
C’è stato un corteo di protesta dei familiari delle vittime innocenti, guidato dal loro rappresentante ufficiale Zhao Lianhai.
Due gruppi di poliziotti hanno fatto irruzione nella sua casa di Pechino intimando a Zhao di non andare a Shijianzuang, ma lui si è rifiutato di obbedire. Assieme a quattro famiglie pechinesi si è recato in auto nella cittadina di Hebei, accomodandosi la sera del 3/3 in un hotel del centro.
Alle 8 di mattina del 4/3 (giorno dell’asta), altra visita della polizia in stanza, con la scusa di dover controllare i documenti.
Il gruppo ha cercato invano di raggiungere con la propria auto il tribunale entro l’ora annunciata (ore 11).
Ad ogni incrocio c’erano auto della polizia che impedivano e ritardavano il transito di questi indesiderati.
Alla fine, hanno lasciato le auto e sono andati a piedi lungo i 3 km del percorso, ma l’asta era appena terminata.
Al che, tutti fuori dai gangheri per questo incredibile comportamento delle autorità, sono andati alla sede Sanlu, subendo anche in questa località i maltrattamenti e le dissuasioni delle forze dell’ordine.
La signora Zheng Shuzhen, 52 anni, madre di Zhou Mengxin, bambina di Zhoukou (Henan Province), morta al suo primo compleanno, è stata spinta a terra e trascinata via dai poliziotti, restando sconvolta e senza parole per la violenza subita.
La bambina in questione non è stata nemmeno inclusa tra le vittime della melammina, e la famiglia non ha ricevuto un singolo centesimo di compensazione dalla Sanlu o dallo stato.
Le critiche più memorabili al latte sono paradossalmente quelle degli stessi casari
Paradossalmente le critiche più disgregatrici e memorabili al latte rimangono quelle fatte dai casari australiani della Paris Creek, i quali nel voler giustamente distinguere il loro prodotto dal latte normale e comune in commercio, misero in impietosa evidenza i difetti di quel tipo di latte (che è poi il latte consumato in stragrande maggioranza).
Il Paris Creek non conteneva infatti additivi, aromatizzanti, addensanti, latte in polvere, latte geneticamente modificato, residui di ormoni di crescita (usati per moltiplicare la resa carne e la resa latte), antibiotici, residui di mangimi inorganici.
In più non era stato omogeneizzato, o peggio sottoposto a UHT (ultra-high temperature) con allungamento della durata, ma anche con netta riduzione di vitalità e valore nutritivo, con ridotto assorbimento di vitamine A e D, con meno Omega-3 e meno antiossidanti.
In più proveniva da mucche munte poco (50% meno di quelle normali), visto che la mungitura eccessiva comporta più stress e più malattie, più farmaci e più integratori, e quindi il ciclo vizioso di un latte pesantemente stressato ed inquinato come le mucche che lo producono.
Il magico latte Nido 3+ delle Filippine
Un altro articoletto raccolto nei giorni scorsi in Filippine, parla di un’altra marca speciale di latte, il Nido 3+, che conterrebbe molto più calcio, molte più vitamine, molti più probiotici, prebiotici e DHA, del comune latte in commercio.
Chiaro che contenere più calcio, più vitamine, più probiotici, non significa assolutamente nulla in fatto di qualità, visto che è il grado di assimilabilità a determinare il vero valore di un alimento.
Ma i produttori danno per scontato che i clienti siano dotati di un tasso di cultura e di intelligenza medio-basso, per cui possono andare tranquilli e dire le cose più insensate.
Uno dei tanti modi di spingere il proprio marchio sul mercato.
Mai una parola chiaramente, da parte dei giornalisti asserviti, sulle differenze fondamentali esistenti tra il latte di donna e il latte di mucca.
Mai una parola sul fatto che, a svezzamento avvenuto, nessun animale al mondo continua a bere latte e a nutrirsi di prodotti caseari, e che soltanto l’uomo, demenziale creatura a due gambe, ha deciso di fare il succhia-mammelle a vita, andando contro natura, contro logica e contro se stesso, procurandosi una serie impressionante di danni per la propria salute.
Il vero scandalo dunque resta quello dell’Oro Bianco
Occorre dunque mettere in evidenza che il vero scandalo, più che quello della melammina (pipì e cacca, per ora pare solo di tipo animale, ma nessuno ce lo garantisce), è quello del latte normale.
E’ quello dell’oro bianco che rimane inamovibile al suo posto, in coppia con l’oro rosso, ovvero col sangue delle stesse disgraziate mucche e della loro prole, animali che hanno trovato nel genere umano i peggiori mostri e i peggiori aguzzini di tutti i luoghi e di tutti i tempi.
E, anche volendosi dedicare nuovamente alla melammina, sarebbe più opportuno parlare della melammina di casa nostra, piuttosto che di quella cinese.
La questione più aberrante rimane infatti il diritto di cittadinanza attribuito dalla FDA americana, maggiore ente mondiale sull’alimentazione e i farmaci, al veleno melammina.
Se in Cina c’è stato un mese fa il patibolo per almeno 2 personaggi coinvolti, e l’ergastolo per la direttrice del Sanlu Group, colpevoli di aver aggiunto al latte quote di melammina che hanno sfiorato i 3,3 mg di melammina per kg di latte, c’è da dire che diverse aziende hanno dovuto chiudere bottega e fallire per livelli di 1 o 2 mg di melammina per kg di latte, quote per le quali da noi sarebbero oggi in perfetta regola.
Una legalizzazione-lampo della melammina che ha sorpreso e stupito il mondo intero
Come mai la FDA è arrivata a questo? Come mai di punto in bianco ha potuto inventare una sanatoria internazionale e retroattiva sulla melammina?
Come mai è arrivata a questa clamorosa legalizzazione della melammina nel latte?
Possiamo solo fare delle ipotesi, perché queste cose avvengono tutte in stanze chiuse e riservate.
1° Ipotesi) La pratica di urinare e caccare nel latte, solo sinteticamente, si spera, esisteva già da tempo anche da noi, per cui quella della FDA è stata una specie di sanatoria virtuale generalizzata, per cui se venisse presa in castagna la Danone, o la Nestlé, o la Kraft Food o l’Unilever, non succederebbe assolutamente nulla, almeno al di sotto del limite massimo di 2.5 mg/kg di melammina rilevata.
2° Ipotesi) La FDA può solo aver ricevuto delle direttive o delle dritte da parte della NDC e da parte della Kraft Food, o magari dal gigante dei gelati Basin’s Robbins.
3° Ipotesi) La FDA può aver pure ricevuto istruzioni sul come procedere da Big Pharma, nei cui laboratori c’è gente che lavora intensamente su nuovi farmaci adatti alla fluidificazione del sangue e delle urine, ovvero dei liquidi che arrivano al sistema escretorio e renale dei bimbi e degli adulti.
Per questi operatori di mercato, più gente si ammalerà di blocco renale grazie ad un alto livello di melammina (come ad es i 2.5 mg/kg stabiliti per l’appunto dalla FDA) e meglio sarà.
Il nome dei nuovi farmaci li possiamo pure immaginare: Melacontrast, Uriflux, Renalben, ecc.
4° Ipotesi) La FDA ha capito che non è la melammina a causare i blocchi renali ma il latte stesso bevuto regolarmente, per cui è meglio tenersi stretto questo inquinante proteico in associazione, che può sempre fungere da alibi su cui scaricare ogni futura lamentela.
Gli ultimi controlli anti-melammina sulla Wyeth-Usa e la Dumex-Danone-Francia
Sul fronte cinese, il quotidiano China Daily di Beijing del 27/2 è costretto malvolentieri a tornare sull’argomento per colpa di 20 famiglie cinesi che si sono lamentate di danni renali sviluppatisi nei loro bimbi per colpa del latte in polvere americano di marca Wyeth.
L’inchiesta è partita prontamente, ma alla fine è risultato che il prodotto Wyeth non superava affatto gli attuali limiti sulla melammina coi suoi 1 mg/kg, ha detto la AQSIQ (Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine).
A quel punto, Xi Qing, direttore delle relazioni pubbliche per la Wyeth, ha emesso un sospiro di sollievo, dicendo che pure i suoi capi in America hanno accolto la notizia con grande compiacimento.
Nell’articolo, firmato da Cui Xiao Huo, si aggiunge che la Wyeth è la seconda produttrice straniera di latte in polvere a dover rispondere sulla melammina in eccesso, dopo che anche la Dumex, filiale della francese Danone, è stata sottoposta agli stessi controlli.
Appena cinque mesi fa la Wyeth e la Danone sarebbero finite in prima pagina su tutti i giornali cinesi ed asiatici, non fosse altro per il fatto che si tratta di latte americano e francese commercializzati in Cina.
Oggi invece esse stanno tranquillamente al loro posto come niente fosse, con le carte in regola e la coscienza tranquilla.
Devono solo ringraziare e prostrarsi di fronte all’arguzia della FDA.
Tutti presi in giro ed in contropiede dalla FDA
Gli standard cinesi odierni (stabiliti non dalla Cina ma dall’America all’indomani del caso melammina), parlano, come già detto di un tetto massimo di 2.5 mg/kg per il latte di uso comune, e di 1 mg/kg per il latte in polvere.
Per mesi erano finite sulla lista nera dei quotidiani e delle riviste dell’Asia i colossi internazionali tipo la Dutch Lady, la Nestlé, la Danone, ed anche decine di altri produttori locali di latte e di confezioni alimentari contenenti latte, spesso per livelli di melammina inferiori a 1 mg/kg.
La FDA aveva a quel punto colto tutti di sorpresa.
Quei supermercati che avevano tolto dalle scansie decine di prodotti inquinati da melammina tra l’1 e il 2.5%, potranno ora rimetterli al loro posto.
Pure i legali e i giudici dei tribunali cinesi sono stati presi in contropiede.
Non si possono comminare per un mese fallimenti e chiusure, sanzioni pesanti, ergastoli e patiboli, per poi accorgersi nel mese successivo, che quelli non erano crimini ma bazzecole.
Vecchi peccatori colti con le mani nel sacco e nuovi potenziali peccatori pronti a metterle nel sacco.
Aggiungere melammina al latte non è più un crimine! Anzi è un’azione consigliata e raccomandata!
Il passa-parola è rimbombato dal Tibet alla Manciuria, da Shenzen a Pekino e Shanghai.
I ricercatori cinesi stanno scoprendo gli altarini del latte
La presidentessa del Sanlu Group, dietro le sbarre a vita, avrà di che mangiarsi le unghie.
E i due finiti sotto una croce con un proiettile in testa, avranno di che rigirarsi e scalciare a livello di anima.
Tanto più che l’ultima scoperta in Cina è che la melammina potrebbe anche non essere la causa reale delle disfunzioni renali e dei calcoli renali.
Questo dubbio atroce, ma non privo di logica e giustificazione, è stato sollevato perché molti dei bimbi colpiti dai calcoli e dal blocco renale non appartenevano affatto alla clientela Sanlu, ma avevano bevuto sempre e solo latte normalissimo privo di melammina.
Sta a vedere che, per quanto rivoltante e riprovevole sia ingoiare pipì e cacca sintetica di mucca o di qualsiasi altro vivente, non è la melammina il male maggiore, non è la melammina a scardinare e devastare l’apparato renale dei bambini, bensì il normalissimo latte comune.
E se fosse vero che il latte di mucca serve solo per i vitellini, e che dopo lo svezzamento ogni latte stona e danneggia?
I cinesi, nella loro ingenuità storica sul latte (materiale con cui sono venuti in contatto solo di recente), si stanno ponendo quei dubbi e quelle domande che noi occidentali non ci poniamo mai, ipnotizzati come siamo da latterie, caseifici, consorzi, stalle, gelaterie, burrifici e formaggerie.
E se fosse vero che il latte durante lo svezzamento deve essere rigorosamente quello di donna, formulato appositamente leggero, dolciastro e trasparente dalla natura e non certo dai casari?
E se fosse vero che dopo lo svezzamento sia ai piccini che ai grandi non si deve più dare nemmeno una goccia di latte, come vuole la natura?
E se fosse vero che il vero latte del mondo si chiama acqua biologica, e si trova in tutti i frutti carichi di dolcezza e di squisita sostanza proteica-vitaminica-minerale bilanciata?
In Cina non sanno ancora granché sul movimento igienistico. Ma con le loro domande ci stanno automaticamente arrivando.
I reni sono il primo bersaglio preferito del latte, la ANHS lo sta dicendo al mondo da 150 anni
Le scuole igienistiche del mondo intero predicano da decenni che il latte non apporta calcio ma ruba calcio alle ossa causando osteoporosi, per cui quasi tutto il calcio del latte deve per forza essere espulso dal corpo, provocando altri danni aggiuntivi.
La ANHS (American Natural Hygiene Society) lo sta dicendo da un secolo e mezzo, tramite i suoi medici igienisti che rappresentano la dissidenza medica statunitense, ovvero il meglio del meglio della medicina nutrizionale.
Chiaro che i reni sono i primi ad essere colpiti, dovendo filtrare una sostanza che non avrebbe mai dovuto giungere ad essi per alcun motivo.
Le statistiche mondiali parlano chiaro.
Più latte e latticini la gente consuma e più osteoporosi e calcoli renali sviluppa.
Questo paradigma esisteva quando la melammina non era stata nemmeno inventata.
Il latte di mucca è un ottimo prodotto completo ed ideale, per l’infante di nome vitellino
Come per la carne irlandese alla diossina dicemmo che la diossina non fa certo bene, ma che è comunque il male minore, essendo la carne in sé il vero scandalo e la maggiore fonte di danno fisico alle persone dotate di un corpo umano-fruttariano, così diciamo altrettanto nel caso del latte alla melammina.
La melammina non può di sicuro essere annoverata tra le sostanze benefiche e naturali.
Ma rimane anch’essa un male minore e marginale.
E’ il latte stesso a fare grossi danni e grossi sconquassi.
E’ il latte più buono e piu’ puro, incluso il Paris Creek e il Nido 3+, ad avere in sé le caratteristiche per danneggiare il corpo umano, mentre nessun danno farebbe al vitellino, per il quale è stato sapientemente formulato, disegnato e concepito da quel Dio che si chiama Madre Natura.
Il latte in gara col sangue nello scorrimento a rivoli e a fiumi.
Una indegna forma di inciviltà che inebetisce animali e ingrossa ospedali e cimiteri.
Ma intanto da noi il latte, continua a fare a gara col sangue nello scorrere a rivoli e a fiumi.
Questa indegna forma di inciviltà che inebetisce e atterrisce animali innocenti, e nel contempo ingrossa ben oltre il necessario ospedali e cimiteri, trova il sostegno di sinistri personaggi provenienti da sinistre scuole del nostro paese.
E’ vero che qualcuno si salva, come il prof Gianni Pezzali, neurologo, che fa giuste correlazioni tra consumo latte e morbo di Parkinson, tra latte e tumori, tra latte e ulcere, tra latte e osteoporosi, o il dr Franco Berrino, direttore dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, (articolo Troppo latte fa ammalare? di Antonella Trentin, apparso su Donna Moderna) che afferma senza mezzi termini Del latte potremmo fare tranquillamente a meno, aggiungendo che le proteine del latte apportano il fattore di crescita IGF (increase growth factor) che fa aumentare le possibilità di cancro al seno, all’ovaio, alla prostata e ai testicoli, mentre il vero buon calcio si trova nelle mandorle e nel sesamo, nei cavoli e nei legumi.
Le fonti della diseducazione non si esauriscono mai
Ma c’è ancora gente come il dr Eugenio Del Toma, nutrizionista, e docente di scienza dell’alimentazione all’Università Campus Biomedico di Roma, e coautore del libro bianco della Assolatte (Associazione Italiana Lattiero-Casearia) che lo considera alimento prezioso ed indispensabile e lo prescrive regolarmente ai suoi clienti.
O come il nefrologo Giovanbattista Capasso, per il quale un bicchiere al giorno non fa male a nessuno.
O il gastroenterologo Stefano Fagiuli, direttore dell’unità di gastroenterologia agli Ospedali Riuniti di Bergamo, che si lascia sfuggire una frase alquanto diseducativa tipo E’ raro che il latte faccia male.
Mariella Gabriella Gentile, direttore del centro dietetica e nutrizione clinica all’ospedale milanese di Niguarda, fa ancora peggio (vedi articolo Non c’è dieta che tenga di Anna Jannello, Panorama del 5/2):
Se si dimagrisce eliminando i latticini, per esempio, è perché si è privato l’organismo di alimenti importanti.
Non citiamo nemmeno i nutrizionisti che sono ospiti fissi delle reti televisive, regolarmente foraggiati e mantenuti sul palco dall’Agroalimentare italiano, che da tempo ha abbandonato il verde per dedicarsi alla stalla-penitenziario, al macello e al caseificio.
Quando mai impareranno le persone che occupano posti di prestigio, a diventare più obiettivi e scientifici, più trasparenti e indipendenti, più responsabili e meno diseducativi nelle loro affermazioni?
CAPITOLO V
25 Marzo 2009
SOTTOSVEZZAMENTO UGUALE SOTTOSVILUPPO
Andare contro natura comporta sempre dei costi e delle conseguenze
Andare contro natura non è produttivo, non è mai conveniente e privo di insidie, perché è la natura stessa a fartela pagare prima o poi con delle punizioni specifiche, con degli effetti collaterali, con ingrossamento patologico organi (ipertrofia), con pervertimento formule liquidi interni, con acidificazione del sangue e delle urine, con accumulazione generalizzata di muco, con osteoporosi e diabete, con problemi di peso e di grasso, con calcoli e calcificazioni, con diverse altre malattie.
Obesità, diabete e tutto il resto sono sconosciuti tra gli animali in libertà, che seguono rigorosamente le leggi naturali riguardanti lo svezzamento.
Essi sono dotati di una bussola infallibile che li porta a una razionalizzazione del comportamento rispettosa delle leggi naturali.
Gli animali liberi non subiscono il dramma dei condizionamenti ideologici e pediatrici, industriali e mediatici, sociali e politici, cui sono sottoposti gli esseri umani.
La duplice funzione nutritiva e indicativo-istruttiva del latte materno
La lattazione è un periodo straordinario e di emergenza che la natura prevede affinché il piccolo di una determinata specie, col latte specifico di mamma, raddoppi il peso di nascita, e sia messo in condizione di alimentarsi finalmente col cibo della sua specie (col cibo cioè avente un contenuto calorico-proteico identico a quello che aveva il latte della madre).
La funzione del latte materno dunque è basilare non solo come mezzo di sussistenza e supersviluppo iniziale, ma soprattutto come preciso indicatore del tipo, della qualità, delle caratteristiche del cibo che dovrà assumere il bimbo nelle fasi successive alla lattazione.
Questa non è una considerazione ideologica, ma una realtà osservabile in natura.
I cicli vitali e l’importanza dell’imprinting nell’età evolutiva
Come per tutti gli animali, e in particolare per quelli mammiferi, esistono dei cicli o periodi di crescita e sviluppo, la cui durata dipende dal ciclo vitale globale di ogni singolo animale, e che sono nell’ordine: lattazione, svezzamento, infanzia, fanciullezza, adolescenza, giovinezza, maturità, anzianità.
Non certo per una questione di proverbi, è più che mai vero che nella vita Chi comincia bene è a metà dell’opera.
In psicologia dell’età evolutiva, uno dei concetti-chiave è quello dell’imprinting, ovvero di quel fenomeno che, tramite le primissime sensazioni ed esperienze provate dal bimbo, lascia il segno e il marchio in modo indelebile, condizionandolo a volte per il resto della vita.
L’imprinting, a mio avviso, non riguarda solo il pensiero e la psiche, ma anche il cibo e la salute.
Se rispetti le esigenze naturali del tuo bimbo lo aiuti a crescere al meglio.
Il bimbo che, appena svezzato, apprende e percepisce via-via, sin dall’inizio, i sapori, i colori, la fragranza del cibo, familiarizzando con esso, riconoscendolo ed apprezzandolo, sperimentando sensazioni a livello di tatto, di olfatto, di consistenza, di sapore, avrà enormi vantaggi rispetto a un altro infante a cui vengano negate tali opportunità e tali inalienabili diritti.
O ci si svezza e ci si emancipa dal latte, o si rimane mucca-poppanti a vita
Tutte le fasi della vita sono importanti, e tutti gli errori che si compiono da piccoli o da grandi comportano conseguenze, dato che nessuno viene risparmiato dalla legge di causa-effetto.
Eppure esiste una netta differenziazione tra gli errori compiuti nelle prime fasi e quelli fatti in seguito.
Se l’ imprinting nutrizionale è corretto, in armonia con la natura del bimbo umano (e non con l’infante della mucca, del gatto o del topo, tanto per intenderci), metteremo quel bimbo in condizione di crescere e di svilupparsi davvero al meglio.
Se invece è scorretto, innaturale, ideologico, basato su pregiudizi e ideologie tribali, su pressioni ed ideologie sociali e pediatriche, porremo le basi in quel bimbo per compromettere la sua crescita bilanciata, sana, ottimale.
L’ imprinting ottimale, l’unico che non tradisce, è quello dettato dalla natura umana, cioè dal latte umano che è identico nelle mamme di Città del Capo, in quelle di Hongkong, di Roma e di Vladivostok.
Svezzarsi, ha un preciso significato.
Vuol dire liberarsi dal vezzo naturale del latte materno, emanciparsi dalla sostanza che ti ha fatto superare la prima fase.
In pratica, o ci si svezza e ci si libera dal latte, o si rimane poppanti e latte-dipendenti a vita.
Se poi, come accade spesso, la tua è una latte-dipendenza da latte estraneo (in genere quello della mucca, perché non esiste in commercio il latte di donna), diventi un poppante-di-quadrupede a vita.
Il corpo umano non si adegua e non si abitua al latte, ma ne diventa vittima
Il problema è che il nostro corpo non si adegua a tale perversione, non si abitua a tale sconcio.
Il bambino non diventa vitellino, ma resta bambino inquinato dal latte di mucca.
Se si abituasse, avremmo delle conferme concrete e pratiche.
Ma succede invece che più una nazione è afflitta dal fenomeno poppaggio-a-vita (si poppa col latte, ma anche col burro, col formaggio, con lo yogurt, coi probiotici, coi gelati, coi cappuccini, col cioccolato, con la pizza e le mozzarelle) è più si verificano fenomeni allarmanti di diabete, obesità, osteoporosi, carie, tumori al seno, alle ovaie, alla prostata e ai testicoli, mentre nelle comunità prive di latte gli stessi fenomeni sono praticamente sconosciuti.
Il paese primo al mondo in questo è proprio l’America, che ha subito il condizionamento ideologico e mediatico di enti come l’NDC (National Dairy Council), che ha il record mondiale di spese pubblicitarie per insegnare negli asili, nelle scuole, negli ospedali, nelle comunità, che il latte apporta calcio, salute e benessere, ovvero l’esatto contrario di quello che è la realtà.
L’America è la fonte di ogni male, ma è anche la prima a dotarsi dei relativi anticorpi.
In America c’è John Robbins, figlio unico del primo macellaio-casaro del paese, che rifiuta l’eredità multimiliardaria del padre per denunciarlo al mondo intero come torturatore di bovini.
L’America, per sua fortuna, fa gli errori e gli imbrogli più eclatanti, ma nel contempo sviluppa le antitesi e gli anticorpi, dando la possibilità a chi vuole la verità e se la va a cercare, di informarsi e di emanciparsi.
In America c’è il Movimento Igienistico-Naturale, c’è il movimento Ehretista, ci sono pediatri eccezionali tipo Robert Mendelsohn che non ha paura nemmeno del diavolo con le corna, ci sono coalizioni di medici trasparenti e responsabili che non si allineano affatto col potere costituito.
In America c’è John Robbins, figlio unico del maggiore macellaio-caseario del paese, del padrone della Basin’s Robbins (gigante internazionale del gelato), che rifiuta l’eredità multimiliardaria del padre, per poter denunciare al mondo intero il più vergognoso sfruttamento-maltrattamento animale della storia.
Potrebbe mai succedere da noi una cosa del genere?
Non dico il figlio di un Tanzi o di uno dei re del grana, ma almeno il figlio di un contadino che ha 20 mucche e 4 porcellini nella stalla.
Tutti abbarbicati alla propria mammella, tutti inquadrati sotto il bianco-rosso dell’Agroalimentare Italiano, sotto la vera bandiera italiana del latte e del sangue, che ha da molti anni ormai sostituito il tricolore.
Le caratteristiche uniche del latte umano
Il latte umano ha particolari caratteristiche di unicità, che lo differenziano da tutti gli altri tipi di latte.
La cosa non sorprende.
Non è casuale che l’uomo sia classificato tra i primati, ovvero tra gli esseri dotati di sangue-organi-pelle-apparato gastrointestinale di tipo smaccatamente fruttariano-vegetariano.
Il latte umano è infatti dolce, trasparente, basso-proteico (5% in termini di percentuale calorico-proteica, contro il 15% del latte di mucca, il 30% del latte canino, il 40% del latte felino, il 49% del latte di topo).
Il latte umano rispetta esattamente le esigenze nutrizionali immediate e future del bebé umano, e dà precise indicazioni su quale dovrà essere la sua dieta da adulto.
Stranamente, ma solo per chi ha pregiudizi filo-carnivori, l’alimento che più si avvicina biochimicamente al latte umano, in termini di micronutrienti, di acqua-biologica, di dolcezza, di basso livello lipido-proteico, è la frutta.
Non a caso, anche se si va a fare un’analisi corporale dettagliata punto per punto, organo per organo, liquido per liquido, troviamo precise e incontrovertibili ratificazioni.
Troviamo la conferma di essere di fronte a una creatura fruttariana-vegetariana, e non davanti a un essere onnivoro o carnivoro che dir si voglia.
L’importanza fondamentale del valore indicativo del latte
Questa considerazione sul valore indicativo del latte è importantissima e vale per tutti gli animali mammiferi.
Il latte di topo ai topi, quello di cavalla ai puledri, quello di mucca ai vitellini, quello di lupa ai lupetti, quello della porcella ai maialini, quello dell’elefantessa agli elefantini, e così via: questa è la regola.
In altre occasioni abbiamo detto, parafrasando Confucio, che Togliere il potere e il significato delle parole alla gente equivale a toglierle la libertà.
E questo veniva detto con riferimento al chiamare le vitamine con un solo nome, senza distinguere tra sintetiche e naturali, al chiamare i minerali con un solo nome, senza differenziare l’inorganico e l’organico.
Anche qui succede lo stesso esatto fenomeno.
La gente parla sempre e solo di latte. Il latte fa bene o fa male? Il latte apporta questo e apporta quello.
Nessuno che specifichi di quale tipo di latte si tratta.
Comparison of the milk of different species (Raffronto del latte di diverse specie), da Bell G. Textbook of Physiology and Biochemistry, tratto da Diet for a New America di John Robbins
Percent of calories as proteins Days required to double the birth-weight
(Percentuale di calorie proteiche) (Giorni richiesti per raddoppiare peso-nascita)
Human (uomo) 5 % 180 giorni
Mare (cavalla) 11 60
Cow (mucca) 15 47
Goat (capra) 17 19
Dog (cane) 30 8
Cat (gatto) 40 7
Rat (topo) 49 4
Quando l’allattamento al seno non è possibile
Non tutte le ciambelle riescono col buco.
A volte purtroppo, le mamme non hanno abbastanza latte, per cui si va in situazione di necessità e di emergenza.
In questi casi, la soluzione ideale sarebbe la balia, cioè un’altra madre che sia disposta ad allattare il bambino, come avveniva nei tempi andati.
Mancando anche questa opportuinità, non c’è altro modo che accettare quello che passa il mercato.
Sarà in questo caso opportuno allungare convenientemente il latte vaccino, e cercare magari qualche mescola opportuna con latte di cocco, o latte di cereali, o latte di soia, o con succo di carota, o con succo di papaia e di ananas, o pappette di banana, cercando insomma di dare al piccolo qualcosa che rassomigli il più possibile alla sostanza materna mancante.
La pediatria mondiale ha precise e pesanti responsabilità
Il più famoso pediatra, che è il dr Robert Mendelsohn, autore di una decina di best-seller, lo ha detto e ripetuto a chiare lettere, rivolgendosi alle mamme americane e a quelle del mondo intero.
Fai esattamente l’opposto di quello che ti dice il pediatra e di quello che ti dice il medico, se vuoi che il tuo bimbo cresca bene, cioè nel modo giusto ed equilibrato.
La pediatria mondiale è stata infatti la prima a subire i condizionamenti delle industrie casearie, macellatorie e farmaceutiche.
L’ideologia della crescita veloce, l’ideologia dell’omogeneizzato, l’ideologia dei cibi arricchiti, l’ideologia dello svezzamento a suon di altro latte e di proteine animali (ovvero l’ideologia del sotto-svezzamento), l’ideologia delle vaccinazioni, da dove arrivano se non dagli uffici pediatrici?
I primi strumenti di cui si dotano i pediatri sono, non a caso, la bilancia, la cordella metrica, e gli strumenti vaccinatori, tutte cose diseducatrici già in partenza.
Lo svezzamento ideologico e innaturale praticato dalla pediatria mondiale
Stabilire come dati fondamentali peso e misura significa non prendere in considerazione un fatto fondamentale, e cioè che ogni bambino ha i suoi tempi di crescita e di sviluppo.
Uno parte prima in altezza e un altro dopo, anche in correlazione col tipo di svezzamento che viene adottato.
Le sberle proteiche, assurde e sballanti, il voler costringere un organismo fruttariano all’ingiuiria scioccante delle proteine animali, significa drogare i bambini anzitempo, anziché alimentarli convenientemente.
Drogarli significa dargli brusche accelerate al battito cardiaco, farli crescere prima del tempo e farli pure invecchiare in anticipo.
Lo svezzamento naturale rispetta invece l’esigenza di crescere in modo lento e tranquillo, dando a ognuno i suoi tempi.
Ma i pediatri hanno lanciato la moda e la parola d’ordine di crescere alla svelta, quasi che i bambini umani fossero paragonabili ai poveri vitellini e ai disgraziati porcellini, forzati ad appesantirsi il più velocemente possibile per arrivare prima al macello e ingrossare il portafogli del padrone-traditore.
E’ il fattore tempo che frega i sanitari.
Come i medici vogliono far guarire in fretta, mandando via con farmaci e antibiotici i sintomi delle malattie e trascurandone troppo spesso le cause, così i pediatri hanno fretta di far crescere i bambini.
Dal latte materno dolce e basso-proteico al logico sostituto frutta dolce e basso-proteica
Il giovane sano e in forma, privo di tonsille e adenoidi da rimuovere, privo di appendici da operare, privo di vaccinazioni da fare, può solo derivare da uno svezzamento logico e naturale, disegnato su se stesso e non in base alle ideologie e alle abitudini dei pediatri, o a quelle di mamme a loro volta influenzate dai pediatri.
Dal latte materno, dolce e basso-proteico, occorre passare al naturale sostituto del medesimo, cioè alla frutta dolce e basso-proteica ed alle verdure cariche di minerale organico, e non certo agli omogeneizzati, alle carni, al pesce, ai latticini, tutte cose che comportano uno stacco drammatico e una divaricazione abominevole e stressante, una grave disobbedienza alle precise indicazioni che la natura (ovvero che il latte materno umano) ha stabilito.
E’ in questo frangente che si creano le fondamenta dell’uomo di domani.
La maggior parte di noi vegetariani e vegani abbiamo subito il medesimo dramma, le medesime deviazioni nutrizionali.
Per fortuna ce ne siamo accorti, chi prima chi dopo.
Ma per tirarci fuori dai condizionamenti, per emanciparci dalla dipendenza animale, abbiamo dovuto certamente lottare.
Sottosvezzamento uguale sottosviluppo
Per il topo, che è stato allattato a base di latte alto proteico (49% di calorie proteiche, contro il nostro 5%), e che ha raddoppiato il suo peso-nascita in appena 4 giorni (contro i nostri 6 mesi), lo svezzamento logico e giusto sarà di tipo alto proteico.
Stesso discorso per il cane (30%) e per il gatto (40%).
Ma, per il bambino umano, lo svezzamento logico consisterà in un passaggio a pieno regime nel regno della natura, nel regno della frutta e della verdura, che è poi quello di sua specifica pertinenza.
Questo non è più un discorso ideologico, che parte dalla penna e dalla mente di un vegetariano o di un ricercatore di parte.
Questo è un discorso scientifico ed oggettivo, coerente con quanto detta la natura.
Lo svezzamento proteico è liberarsi di una dipendenza (latte materno) per acquisirne un’altra (latte e sangue di mucca)
Se lo svezzamento avviene mediante cibi proteici, o con l’inserimento di latticini, non è più uno svezzamento, o una liberazione dal vezzo del latte, come dovrebbe essere, ma un sotto-svezzamento, uno svezzamento improprio ed incompleto.
Ci si libera di una dipendenza per acquisirne una nuova, ancora peggiore.
Ci si va ad agganciare al carro dell’animale che sostituisce la mamma, e si diventa dipendenti dal latte di mucca, ovvero mucca-poppanti a vita, con tutte le conseguenze del caso.
La dipendenza dal latte va poi a braccetto con la dipendenza dalla carne.
Non sarebbe così se le povere bestiole venissero lasciate libere al termine del pazzesco sfruttamento cui sono state sottoposte.
Ma non abbiamo ancora incontrato un singolo casaro disposto a non essere anche macellaio delle sue creature.
L’umanità di oggi, in pratica, è un’umanità il più delle volte mai svezzata, essendo passata da una lattazione materna a un secondo ciclo di lattazione a vita, basata sul latte di un’ergastolana condannata a morte, chiamata mucca.
CAPITOLO VI
26 Marzo 2009
I BAMBINI E L’ACCANIMENTO PROTEICO
Il tuo articolo arriva davvero a proposito
Ciao V.V., ho letto con notevole interesse il tuo articolo Sottosvezzamento uguale sottosviluppo, anche perché ho appena finito di leggere il libro Latte e formaggi della Macro Edizioni, il cui contenuto, per più di qualcuno, potrà sembrare addirittura apocalittico.
Ho poi sotto i miei occhi degli esempi classici che rientrano nell’argomento che hai trattato.
Ci sono nei miei paraggi due famiglie che hanno rispettivamente una bimba di circa 13 mesi e un bimbo di 14 mesi, entrambi i piccoli in forma splendida, ma non so ancora per quanto, visto il calvario e lo stress alimentare cui vengono sottoposti in continuazione dai loro genitori.
Per entrambe le famiglie, che non si conoscono nemmeno tra di loro, i bimbi sono troppo magri, per cui stanno all’unisono integrando la loro alimentazione con latte artificiale, formaggi anche a colazione, carne ed omogeneizzati ai pasti principali.
Alla fine, questi poveri bambini, che ho modo di osservare quasi ogni giorno, e che non sono per niente magri, soffrono le pene dell’inferno, gli vengono raffreddori terribili e memorabili espulsioni di muco.
Queste assurde strategie, di spinta forzata alla crescita, non raggiungono poi nemmeno i loro scopi sballati, in quanto il peso delle creature rimane sempre quello, per quanto mi risulta.
Non mi pare giusto stressare dei bambini in quel modo
Assisto insomma a vere e proprie operazioni di tentato ingrasso, e pare che si tratti di una moda e di una tendenza, perché una mia amica che abita in altra città piemontese, mi sta dicendo le medesime cose su un’altra bimba trattata con lo stesso sistema.
Chiaro che questi genitori mangiano essi stessi male, non avendo alcuna cura per la propria linea, e pretendono magari di applicare ed imporre ai propri bambini le stesse regole.
Volendo davvero farli progredire in peso, ma anche in salute, Michele Manca suggerirebbe a questi genitori delle pappe di uva schiacciata, o altre soluzioni del genere.
Invece, questi poveri piccoli passano dal farmaco al vaccino, dall’omogeneizzato alla pappa a base di parmigiano, in una sequenza di attacchi inauditi ai loro delicati organi, di cui porteranno sicuramente il segno da adulti.
Qualcuno mi potrà anche dire che non ho il diritto di mettere il naso nelle famiglie altrui e che, se ho le mie idee sul come allevare al meglio un bimbo, è ora che me ne faccia uno tutto mio, e che lo tratti secondo le mie personali convinzioni. Posso anche capire questa critica.
Ma questi bimbi, che vedo tutti i giorni e ai quali mi sento pure affezionata, meriterebbero ben altro che un tale accanimento proteico.
Michela, Casale Monferrato.
Tutti solerti ad ingrassare e ad invecchiare i propri bambini
Che devo dirti, Michela? Siamo alle solite. E non si tratta affatto di casi rari.
Hai centrato in pieno il problema. Siamo di fronte a una moda e a una tendenza.
Pare che tutti vogliano bruciare le tappe coi propri bambini.
Pare che tutti li vogliano ingrassare velocemente ed anche invecchiare precocemente, senza dar loro il tempo di crescere secondo i ritmi stabiliti dalla natura e dalle loro coordinate individuali.
Una specie di gara a chi cresce di più.
Nessuna sorpresa poi se, sui banchi di scuola italiani, ci ritroviamo con un fenomeno nuovo e preoccupante denominato obesità giovanile.
Le politiche pediatriche, le famose piramidi nutrizionali prese a prestito dagli enti americani, stanno facendo le loro vittime, stanno omogeneizzando e standardizzando i comportamenti e le ideologie dei genitori italiani.
La storia dell’ unanimità è una favola
Ma, se tutti fanno così, se il mondo intero va così, vuol dire che esiste una certa unanimità, vuol dire che i pediatri hanno tutto sommato ragione e stanno facendo le cose giuste, osserva una mamma schierata con le tendenze di cui sopra.
Purtroppo per lei, unanimità non significa necessariamente verità.
Vox populi non è sempre vox Dei, soprattutto in un mondo dove le soluzioni vengono dettate a tutela di interessi particolaristici da parte di antenne televisive, giornali, bollettini sanitari.
Il fatto che la maggioranza delle mamme del circondario segua gli stessi pediatri, faccia le stesse cose, accetti le medesime vaccinazioni, ricorra agli stessi omogeneizzati, coltivi una filosofia nutrizionale che riflette quella divulgata dagli uffici pediatrici, non vuole affatto dire che quella sia la via migliore per il bimbo.
Senza contare poi che la storia dell’unanimità è in realtà una favola.
Non a caso esistono in Italia e nel mondo intero leghe antivaccinazione, e movimenti medici contrari alle vaccinazioni.
Esistono pure i pediatri dissidenti
Il fatto che, oltre ai pediatri di regime esistano anche pediatri dissidenti, come il famoso dr Robert Meldelsohn, quello che inviata a non portare il bimbo dal pediatra quando è sano, e di portarlo ancora meno quando sta poco bene, dovrebbe far riflettere.
Mendelson, nel suo best seller Le confessioni di un eretico, spiega che all’inizio aveva grande fiducia nei suoi superiori, nei medici che assicuravano come gli interventi irradianti sulle tonsille e i nodi linfoidi fossero utili e innocui, e come le varie vaccinazioni fossero indispensabili e prive di insidie.
La sua fiducia se ne andò tutta quando, pochi anni dopo, risultò che quegli interventi, apparentemente innocui, stavano causando tumori alla tiroide e altre conseguenza imprevedibili, e che quelle vaccinazioni comportavano danni a non finire sia nell’immediato che nel lungo periodo.
Capitolo VII
9 Maggio 2009
I BARI E L’OSTEOPOROSI DA LATTICINO
Messaggio sull’osteoporosi giovanile da una lettrice grossetana
L’endocrinologa dice che le ragazze non mangiano latte a sufficienza.
Ma hai mai visto in che modo si nutrono i preadolescenti da 0 a 12 anni?
Kinder fette al latte, merendine al latte, budini al latte, prodotti da frigo ricchi di latte, insaccati pure
carichi di lattosio, e così via.
Io credo che le generazioni di oggi consumino molto più latte, concentrato e mescolato con porcherie
varie, della gente di ieri.
Ed ovvio poi, come ben sappiamo, che è proprio da questo che deriva la diffusa osteoporosi giovanile.
Sono davvero sconsolata dalla disinformazione che circola anche su Internet.
Barbarella, da Grosseto.
Mia risposta a Barbarella
Non sconsolarti per così poco.
Sai benissimo che quanto stai leggendo fa parte della cultura generale di questo paese.
L’Italia purtroppo fa ormai parte del novero dei paesi più industrializzati.
Industria non significa soltanto elettricità, petrolio, carbone, acciaio, cemento, fibre tessili, moda,
automobili e autostrade, ma anche alimenti confezionati e soprattutto sfruttamento intensivo di innocenti animali, con lavorazione e commercio di carni e latticini.
I sentimenti, le verità, la sensibilità, la salute umana, la difesa degli animali, sono tutti valori che vengono sistematicamente messi da parte, per dare priorità assoluta agli interessi commerciali degli allevatori e dei trasformatori dei prodotti animali.
Lo sfruttamento del vivo sul vivo e del vivo sul morto
Il latte e i latticini, come del resto tutte le carni, danno vita a uno dei più grossi business del pianeta terra.
Si tratta di uno sfruttamento del vivo sul vivo e del vivo sul morto, dove lo sfruttatore è sempre l’uomo e la vittima è sempre l’animale.
Poi c’è l’aspetto della nemesi, della rivincita storica, se vuoi della automatica punizione divina, o più semplicemente dei meccanismi e delle leggi della natura, che si prendono la loro logica rivincita sulle azioni folli e sopraffattorie del genere umano, causando agli imprudenti ed inaccorti consumatori di proteine animali tutti i guai che ben conosciamo, tutte le peggiori malattie con in testa i due killer principali cardiopatie (infarto, ictus) e cancro.
Viviamo in una società falsamente democratica, falsamente popolare, falsamente libera e trasparente
L’aspetto forse più antipatico della vicenda, che già di per sé è sufficientemente tragica, sono le bugie e le ipocrisie, la diseducazione che viene fatta circolare dai media ammaestrati, corrotti, collusi dalla testa ai piedi, con quel tipo di potere.
Voci sincere e trasparenti si ascoltano raramente, in questo tipo di società, falsamente democratica, falsamente popolare, falsamente libera e trasparente.
Siamo infatti arrivati al punto in cui una assoluta minoranza di enti, di cartelli, di ditte e di persone, sono in grado di controllare, condizionare e mettere nel sacco l’intero pianeta.
Una oligarchia di enti, cartelli ed individui ha in pugno il mondo
L’esempio eclatante è quello del Codex Alimentarius, dove una vera e propria oligarchia internazionale formata all’incirca da Rockefeller, Monsanto, Soros, Clinton, Gates, Bayer, GSK, Pfizer, Philip Morris, Nestlé, Danone, ed altri, ha in mano le sorti del pianeta, uomini e donne, acqua e petrolio, animali e piante.
Leggi, regolamenti, mode, abitudini, diete, comunicazioni, giornali, televisione, università, tutto in mano a loro.
Gli stati? Gli enti internazionali? Tutti collusi e conquistati.
Troppa gente al mondo si lascia comprare ed addomesticare per quattro palanche e per una cadrega
Al mondo c’è gente che scrive tanto per scrivere, che insegna tanto per insegnare.
Gente che si lascia comprare ed addomesticare per quattro palanche.
Gente priva di nerbo e di personalità.
Gente che non è ispirata da qualche sano principio, ma che bada solo a mantenere le proprie mediocri posizioni di privilegio.
Per venire al nocciolo della questione che poni, ovvero al nocciolo dell’osteoporosi, non servono tanti titoli e tante cattedre, non serve neppure tanta scienza.
Serve solo un minimo di intelligenza, e una preparazione da terza classe delle elementari e non di più.
Siete per l’intasamento (da latte) o per la fluidificazione (dal succo zuccherino della frutta)?
Le cose sono molto semplici e le diciamo in due righe sintetiche.
A questo mondo ci sono materiali nutritivi intasanti (carne, latte e cibi cotti) e materiali nutritivi fluidificanti (acqua biologica della frutta e delle verdure crude).
Ci sono materiali sintetici inanimati, amorfi, incolori ed avvelenanti e materiali naturali vivi, profumati, colorati (frutta e verdure).
Ci sono materiali ammalanti (proteine animali) e invecchianti e materiali vivificanti (micronutrienti della natura viva).
Siete per la morte degli animali e per la malattia degli umani o per l’esatto contrario?
Ci sono pure creature vive da una parte e creature vilipese, massacrate e poi pendenti da ganci e chiodi.
Da quale parte state, cari docenti delle varie Sapienze, e cari primari della varie Supercliniche mediche?
Siete per la morte degli animali e per i macelli, o siete forse per la vita?
Siete per le eparine, le statine, e per tutte le cose che vengono spesso estratte dai cadaveri, o siete per la salute vera dell’uomo e dell’animale?
Siete rappresentanti del sapere libero e trasparente o siete invece mediocri ed amorfi strumenti di una banda di malfattori legali che direttamente o indirettamente vi paga, vi appoggia e vi mantiene sul vostro precario ed infame palcoscenico?
Altro giorno che passa ed altra zizzania che arriva, questa volta sull’asse Firenze-Atene
Veniamo al dunque.
Circola su Internet un articolo dal titolo Troppi drink e poco latte, e rischio osteoporosi, dove l’endocrinologa Maria Luisa Brandi, direttrice dell’Unità operativa malattie del metabolismo osseo dell’Ospedale Careggi di Firenze, lancia un allarme sul pericolo osteoporosi in seno al IX Congresso Europeo sulla Osteoporosi e sulla Osteoartrite in corso ad Atene.
Sentiamo e commentiamo punto per punto quanto afferma la Brandi.
La teoria della Brandi in 8 punti sull’osteoporosi (le osservazioni critiche, tra parentesi ed in corsivo sono invece del sottoscritto)
- 1) L’osteoporosi, che colpisce in Italia 5 milioni di persone, sta diventando comune persino tra i giovani, mentre nei tempi passati essi non venivano toccati da questa piaga fisica (E fin qui va bene).
- 2) Senza un’alimentazione adeguata i giovani sono a rischio (E fin qui va bene)
- 3) Dobbiamo fare di più per la prevenzione e insegnare ai nostri bambini l’importanza della salute dello scheletro (Insegnare va bene. Ma, quando mai si è insegnato qualcosa di vero e di giusto ai bambini umani da parte della pediatria mondiale? Quando mai si è insegnato loro che il latte della loro mamma è il solo latte giusto e che si tratta di un latte trasparente, leggero, privo di colla caseinica, basso proteico e dolce al livello medesimo della frutta? Quando mai si è insegnato ai bambini che svezzarsi significa liberarsi per sempre dal latte come fanno saggiamente tutti gli animali mammiferi del pianeta? Quando mai si è insegnato ai bambini che il latte di mamma indica a ciascun bebè di ciascuna specie quale dovrà essere la strada nutrizionale da intraprendere, per cui il latte basso-proteico umano testimonia che il cibo per la vita dovrà essere pure basso-proteico, esattamente come la frutta e la verdura?)
- 4) Le abitudini dei giovani sono infatti devastanti per le ossa (E fin qui va bene)
- 5) Oggi maschi e femmine hanno una passione insana per la magrezza (E fin qui va pure bene, anche se è giusto preferire una certa magrezza all’obesità ed al grasso, tipici di chi si alimenta a proteine animali).
- 6) L’amore per i drink e gli aperitivi alcolici rischia di rendere lo scheletro fragilissimo (E fin qui va bene, anche se poteva specificare meglio che tutte le bevande gassate e dolcificate, tipo cole, fante, gazzose, e così via, sono le più micidiali per le ossa, assieme a tè, caffè, e alcolici-analcolici vari.
- 7) Bevono acque minerali povere di calcio per paura d’ingrassare (E qui siamo nel settore imbroglio, che può essere originale o pilotato, da ignoranza o da corruzione. Si può sbagliare in buona fede oppure sapendo di sbagliare e volendo sbagliare. Insegnare alla gente a prendere il calcio dall’acqua dura significa diseducare e sviare ad arte, perché si insegna a prenderlo pure dal latte bollito che è anche carico di calcio duro ed inservibile, ovvero di calcio inorganico, reso tale dalla necessaria bollitura o pastorizzazione. E, in quel modo, si insegna anche a prendere il calcio dalle pasticche degli integratori, distogliendo i giovani dall’unica vera fonte di calcio che è la frutta-verdura, rigorosamente cruda. Frutta-verdura che assorbe il calcio inorganico dal terreno e lo organica grazie all’azione del sole e della fotosintesi clorofilliana, e lo mantiene tale (organicato) finché qualche lanzichenecco incompetente mette la stessa frutta e verdura a cuocere o bollire, ritrasformando quel calcio in inorganico ed inservibile per l’organismo umano.
- 8) In altre parole c’è il calcio buono della frutta-verdura viva, e il calcio pessimo e micidiale delle acque dure, quel calcio che intasa i tubi e le lavatrici col calcare, tanto per intenderci. Insegnare in quel modo significa spingere i giovani lontano dalla frutta e dalla verdura e verso invece la macelleria, la latteria e la farmacia, come vuole esattamente il Codex Alimentarius mondiale.
- 9) Per la stessa ragione (paura d’ingrassare) i giovani eliminano latte, formaggi, yogurt, gelati e latticini in genere, mentre bevono liquidi gassati che aumentano l’acidità nelle ossa (E qui non va bene niente.
Perché si parla di acidità delle ossa e non di acidificazione del sangue che porta alla acidificazione pure delle ossa? Siamo d’accordo sul fatto che le bevande gassate e zuccherate fanno malissimo.
Ma fa ancora più male il latte e tutti i latticini, in particolare a livello di acidificazione del sangue e del sistema, acidificazione che richiama minerale alcalino organico, cioè calcio organico, che non sta nel latte ma solo nelle ossa umane, le quali obbediscono agli ordini urgenti del sistema immunitario di rilasciare calcio-osseinico per tamponare l’emergenza acidificante causata dal medesimo latte e dalla carne sua intima sorella).
Perché screditare l’Italia illuminata e scientifica di Leonardo su una platea internazionale?
L’endocrinologa Maria Luisa Brandi, poteva anche risparmiare all’Italia di Leonardo queste figuracce in terra straniera.
Perché non portare tali ridicole posizioni ai congressi emiliani di Reggio e di Parma, dove le sue parole avrebbero suonato come soave musica per i grandi casari della zona?
Perché andare a screditare questa povera Italia, già abbastanza rovinata da troppe magagne?
Si chiederanno i greci e gli altri convenuti come mai in Italia si sia rimasti ai testi osboleti ispirati dalla Ndc (National Dairy Council) e dalla FDA di 30 anni fa.
Si meraviglieranno del fatto che le Alpi impediscano a Milano, Firenze e Roma, il pervenire delle notissime statistiche per le quali più latte-latticini-carne si consuma in una nazione e più obesità, diabete, osteoporosi, cardiopatia e cancro soffre la sua popolazione.
Il tuo latte, il tuo grana, il tuo calcio inorganico sono i veri responsabili dell’osteoporosi, cara dr Brandi
Aggiungere poi che bastano due bicchieri di vino o di birra al giorno per danneggiare lo scheletro e non solo quello, è troppo risaputo.
Ma, il bicchiere giornaliero di latte e di yogurt, i 50 grammi/giorno di parmigiano, e l’acqua minerale ricca di calcio, cara signora Brandi, sono i primi responsabili dell’acidificazione del nostro corpo fruttariano (alcalino) e del nostro sangue fruttariano (alcalino).
E restano essi i responsabili del ricorso automatico all’osseina che, andando fuori a tamponare le imbecillità acidificanti della gente lattivoro-carnivora, svuota le nostre povere ossa, provocando loro il fenomeno debilitante chiamato osteoporosi.
Il fatto che dei 5 milioni di italiani ben 3,5 milioni siano donne, conferma pure quanto sosteniamo.
Sono infatti proprio le donne a consumare più calcio nei loro amati cibi cotti e nei loro adorati latticini.
A questo mondo non sono tutti casari, e non sono nemmeno tutti scemi, madame Brandi
Se con un pizzico di maggiore prudenza la dr Brandi avesse detto, che in base ai suoi studi di un tempo, o in base a quello che si dice tra le sue fonti obsolete e non aggiornate, si pensa che il calcio debba arrivare da più acqua alcalina e da più latte, avremmo persino chiuso un occhio.
Stronzate se ne sentono in giro tutti i giorni.
Ma dette da lei, nella posizione che occupa, e dette in un simposio internazionale, in terra greca, con piglio aristotelico, le frasi incriminate non potevano passare.
Non si può dire al mondo che
- A) Il calcio si acquisisce dall’acqua minerale ricca di calcio
- B) Il calcio si acquisisce dal latte e dai latticini
E sperare di passarla liscia. Non sono tutti casari e non sono tutti scemi a questo mondo, Madame Brandi.
L’ignoranza profonda delle leggi biologiche basilari che regolano il mondo
Le leggi della natura sono il migliore e unico arbitro (chissà poi se Lei le conosce):
- 1) Tutti i mammiferi in natura devono limitarsi al latte della propria specie (se non vogliono diventare ladri e predatori e se non vogliono andare incontro a mille effetti collaterali)
- 2) Tutti i mammiferi in natura devono essere allattati esclusivamente nella parte iniziale della loro vita chiamata lattazione, e troncare il succhiamento mammelle con il momento preciso chiamato svezzamento.
Troppo difficile da capire? O servono i disegnini e il pallottoliere come coi bambini delle materne?
Viene pure da chiedersi se questi nostri docenti, che siano primari ospedalieri fiorentini, o luminari delle varie Sapienze di Milano e di Roma, si siano regolarmente svezzati o continuino tuttora a ciucciare, e quindi a ragionare come dei veri lattanti incapaci di liberarsi del vizietto originale, ed anche di ragionare.
Preoccupazioni dell’ONDA per la diffusione della osteoporosi femminile e giovanile
In un secondo articolo, sempre inviatomi dall’attenta e sveglia Barbarella, l’ONDA (Osservatorio Nazionale Salute Donna), tramite la sua presidente Francesca Merzagora, esprime le sue preoccupazioni sull’osteoporosi femminile.
Su 5 milioni di osteoporosici il 70% sono donne.
Il fatto poi che non sia più malattia di mamme quarantenni e di nonne sessantenni, ma che colpisca pure le figlie e le ragazze, è sbalorditivo.
Significa che sbagliano dieta.
Significa che hanno ossa fragili per delle scelte dietetche squilibrate che penalizzano il buon calcio.
Tutto condivisibile, dr Francas Merzagora, ma lei non spiega il perché più donne sono colpite
La prevenzione nasce dunque innanzitutto da un corretto stile di vita quando si è ancora giovani e belle.
Un modo per evidenziare il problema è una mozione in Parlamento per rendere obbligatoria la diagnosi di frattura-da-osteoporosi nelle schede di dimissione ospedaliera da parte dei reparti ortopedici.
(Fin qui tutto perfetto e condivisibile.
Peccato però che la dr Merzagora non approfondisca e non si chieda come mai questo sballo tra donne e uomini. Non vorrà mica insinuare che le donne fanno i bambini e i maschi no?
In Cina per millenni hanno fatto bambini a raffica, senza bere latte, e l’osteoporosi nelle donne cinesi è fatto rarissimo, almeno fino all’altro ieri).
Tutto condivisibile, dr Del Sasso, ma è forse capace lei di trovare in giro della gente svezzata?
Il dr Lanfranco Del Sasso, presidente del SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), del gruppo ospedaliero S. Donato, precisa opportunamente che le zone più critiche ed esposte sono:
- – colonna vertebrale
- – collo del femore
- – polso
- – terzo superiore dell’omero
- – testa omerale
- – costole
Aggiunge che ogni prima frattura presuppone per il futuro un maggiore rischio di altre fratture, con effetto domino.
La quantità e la qualità del tessuto osseo inizia a determinarsi sin dall’infanzia.
E’ pertanto necessario mantenere stili di vita corretti sin dai primi giorni, sin da bambini, sin dallo svezzamento (Ma di quale svezzamento parla, dr Del Sasso, quando la stragrande maggioranza della gente continua a succhiare latte-gelato-latticino-formaggio-yogurt-panna-burro per tutta la vita?).
Due precise domande? Perché 3 a 1 il rapporto? Quali sono le miniere di calcio?
Le regole sono semplici e chiare, prosegue Del Sasso. Gli alimenti devono essere miniere di calcio nel proprio piatto, e ci vuole più attività fisica sin dall’adolescenza.
(Parole sante. Ma, ancora una volta, due precise domande:
•1) Come mai un rapporto di 3:1 tra femmine e maschi?
La risposta la diamo noi, se il luminare ce lo permette.
Le donne non bevono di certo più alcolici e più bevande gassate e dolcificate dei maschi. Sono anzi più attente a non commettere tali banali negligenze. Sono invece le prime ad ascoltare e seguire le raccomandazioni e le prescrizioni dei loro maestri pediatri, tutti lattofili scatenati, istruiti ed ipnotizzati dalle loro tabelle e dalle loro piramidi FDA, stracariche di analfabetismo alimentare, stracariche di autentiche scemenze. stracariche di clamorose sviste e di odiose disinformazioni su proteine, vitamina C e B12, vitamina B9, su livelli proteici, su acqua biologica (addirittura inesistente nel loro dizionario).
I maschi non frequentano i pediatri, ma preferibilmente osti e baristi. Si ammalano anch’essi di osteoporosi, ma molto di meno.
Il vino e le varie bevande da bar non fanno di certo bene, ma sono il male minore rispetto al materiale allucinante che le donne mettono nei loro corpicini, gonfiandosi, creandosi osteoporosi e calcoli renali, sviluppandosi tumori al seno ed alla vagina.
•2) Quali sono le miniere di calcio da portare sul piatto, cui si riferisce il dr Del Sasso?
Non saranno mica le acque dure ed alcaline raccomandate dalla dr Brandi, capaci solo di creare ulteriori calcoli ed osteoporosi, con tutto quel calcare che nell’uomo fa ancora più danno che nei tubi delle lavatrici?
Non saranno mica i latticini, che acidificano il sangue e che offrono calcio cattivo inorganico (latte pastorizzato), mentre rubano calcio buono e vivo dalle ossa (osseina) per stoppare chimicamente l’acidificazione da latte?
Perché non si espone un po’ di più lo specialista Del Grosso nello specificare quali sono le vere miniere di calcio per l’uomo?
Anche qui siamo noi a dargli la risposta incontestabile ed esatta: tutta la frutta fresca e secca, e le verdure verdi e altrimenti colorate, allo stato crudo, sono cariche di calcio, a partire dai cavoli, mentre i latticini sono dei calcio-distruttori (di calcio organico interno) e dei calcio-apportatori (di calcio inorganico e dannoso).
Su quali testi si formano i nostri docenti di scienza della nutrizione?
Forse sui bollettini dei casari della NDC?
C’è proprio da chiedersi su quali testi si siano formati i massimi docenti di scienza di nutrizione delle nostre massime università, tipo La Sapienza, la Normale, la Bocconi, che già coi loro nomi altisonanti fanno tremare l’ignoranza del mondo.
Di certo non hanno mai letto il libro di uno degli scienziati più illuminati sul latte.
Parliamo del dr Ralph Cinque, titolare della omonima clinica igienistica di Buda nel Texas, meta di miliardari e artisti di Hollywood, nonché autore di un testo illuminante, che è anche uno dei suoi best-seller in America, dal titolo Quit for Good (Evitalo per il tuo bene), che è poi ampiamente condiviso dai maggiori salutisti indipendenti e liberi del mondo intero.
Dodici esatti motivi per evitare, come la peste, il latte e tutti i latticini
Tra le cose prime da evitare sono i latticini. Perche?
- 1) Il latte è carne liquida. E’ giusto pensarlo come sangue della mucca che viene auto trasformato e filtrato nelle ghiandole mammarie dell’animale per alimentare i primi momenti del suo piccolo.
- 2) Il latte è cibo per lattanti. Ma per lattanti della propria specie. Solo per quelli. Alimento vietato e velenoso dunque per altri tipi di animali e per bambini già svezzati (per non dire dei ragazzi, degli adulti e degli anziani).
- 3) Il latte bovino è troppo ricco in grasso e colesterolo. Il latte scremato è troppo ricco in proteine.
Gli eccessi, sia di grasso che di proteine, sono micidiali per il corpo umano, sono la fonte delle peggiori malattie.
- 4) Il latte bovino è il più allergenico cibo conosciuto. Contiene oltre 100 diverse sostanze che causano allergia. La scrematura addirittura aumenta e concentra ulteriormente tale pessima caratteristica. Le allergie da latte vanno dalle irritazioni intestinali, all’asma e alla sinusite.
- 5) Il latte è difficile da digerire. Gli adulti non hanno l’enzima lactasi per demolire il lattosio (lo zucchero del latte). Il latte causa gas intestinali, dilatazione, crampi, costipazioni.
- 6) La caseina, principale proteina del latte, è indigesta ed è aterogenica (aterosclerosi). La lattoglobulina, proteina più allergenica, non viene demolita facilmente dal caldo e nemmeno dagli enzimi del corpo (e causa pertanto putrefazione intestinale).
- 7) Il lattosio del latte si trasforma in galattosio e diventa così causa nota di cataratta.
- 8) Il latte contine l’ormone pro-lattina, noto come stimolatore di crescite tumorali (al seno e agli organi genitali)
- 9) Il latte è un catturatore di inquinanti di ogni specie, ed in particolare di Iodina 121 e di Stronzio 90 (entrambe sostanze radioattive)
- 10) Le statistiche mondiali della salute evidenziano con inequivocabile chiarezza che le nazioni consumatrici di più latticini possiedono la più alta incidenza di malattie degenerative, inclusa sclerosi multipla, artrite, cardiopatie, cancro e diabete.
- 11) Il latte è un cibo anemizzante, essendo fortemente deficiente in ferro.
- 12) Il formaggio contiene 10 volte più grasso del latte intero, ed è un grasso per ossidato, ultracarico di radicali liberi per i processi di invecchiamento cui è sottoposto.
Più vecchio il formaggio (vedi grana) più insidiosi e numerosi i suoi radicali liberi.
Carla Favaro, Carlo Cannella e Maria Luisa Brandi, ovvero la grande scienza italica della nutrizione, in coro a favore del latte (e della carne ovviamente)
Siamo dunque di fronte a gente che dice cose estremamente diverse, diametralmente opposte, sul medesimo argomento, sul latte e sulla osteoporosi.
Sul Corriere del 19 aprile era stata la volta di Carla Favaro (Università Bicocca-Milano) e Carlo Cannella (Università La Sapienza di Roma), entrambi docenti e luminari di Scienza della Nutrizione, ed ora su Internet è la volta soprattutto dell’endocrinologa Maria Luisa Brandi, direttrice di ospedale fiorentino, tutti in coro a favore del latte.
Noi e il salutismo mondiale contro il latte (e contro la carne). Uno dei due gruppi certamente ignora o bara. Fate voi. Giudicate voi. L’intelligenza non vi manca.
Noi che predichiamo invece l’opposto. Se ciò non bastasse, le statistiche ci danno piena ragione.
I salutisti americani, che conoscono il latte ancor meglio di noi, a livello di intenso consumo nazionale, ed anche in termini di osteoporosi e di cancri provocati in quella nazione dal medesimo latte, pronti pure essi a predicare contro il latte.
Non ci sono posizioni intermedie.
Uno dei due gruppi certamente ignora o bara.
Lasciamo pure il lettore usare la propria materia grigia e decidere quali sono i veri scienziati e quali sono gli ignoranti o i bari della situazione.
CAPITOLO VIII
21 Giugno 2009
IL LATTE ADDIZIONATO DELLA CRESCITA
Il pediatra che raccomanda latte addizionato ed adattato per bambini
Caro Franco Libero,
Leggo sempre le tue mail con interesse e ti ringrazio pure per avermi introdotto a Valdo Vaccaro che mi ha incluso nella sua lista di distribuzione, e non manca di inviarmi le sue tesine.
Ti volevo chiedere cosa ne pensi del latte adattato per i bambini.
Il pediatra che segue mio figlio dice che è un latte addizionato per bambini che hanno un ritardo nella crescita, e che il latte di mucca va bene e fa bene.
Io, dopo essermi a lungo documentato (ho letto anche i due libri del dr Luciano Proietti) non ho ancora deciso sul da farsi, ma sarei tentato di dargli il latte della crescita.
Cosa ne pensi? Mi puoi aiutare?
Saluti. Leonardo da Roma.
Non sapevo che hai un bimbo da crescere
Ciao Leonardo,
Franco Libero mi ha passato la tua mail chiedendomi di risponderti.
L’altra volta avevi espresso interesse per la microbiologia e l’Aids, e ti ho mandato tutti gli articoli relativi a quel settore.
Non sapevo che avevi un bimbo da crescere e che ti interessavi pertanto di latte.
Provvedo dunque ad inviarti il materiale che ho su quell’argomento, anche perché mi pare che denoti alcune serie lacune in proposito, lacune che sono testimoniate in pieno dai dubbi che hai manifestato.
Totale dissenso col tuo pediatra
Nessun dubbio sul fatto che sei padrone di fare quello che vuoi, e di scegliere i metodi che ritieni più opportuni, in quanto ogni genitore è sacro e si prende tutte le responsabilità per le proprie creature.
Ricordati però che un domani, quando tuo figlio sarà cresciuto e farà le sue indagini, ti rinfaccerà immancabilmente gli eventuali errori commessi, e magari ti chiederà da chi hai preso consiglio.
Sono pertanto obbligato a esprimere mio totale dissenso con quanto sostenuto dal tuo pediatra.
Ho scritto troppo sull’argomento latte per ripetermi ancora.
Permettimi di suggerire una rilettura delle mie tesine sul latte
Oro nero, oro bianco e oro rosso
Colesterolo e omocisteina
Aspartame e malammina, ovvero le insidie nascoste
L’impeccabilità occidentale del latte
Latte colpevole e melammina innocente
La patologica religione del latte
Accetterò un fiore, una foglia, un frutto
Chiare, fresche e dolci acque
Il boomerang asiatico dell’urea e dell’urina nel latte
I bambini e l’accanimento proteico
Sottoscezzamento uguale sottosviluppo
I bari e l’osteoporosi del latte
Latte-mania da falciare alle radici
Siamo in totale contrasto con la pediatria di questo paese
Lo stesso Franco Libero ha inviato ieri l’articolo Latte alimento killer, che è molto preciso ed esauriente, e che ti invito a leggere con speciale attenzione.
Chiaro che le nostre posizioni animalistiche in etica ed igieni stico-naturali in salute, sono drammaticamente contrapposte a quelle della pediatria mondiale, e quindi a quelle del Ministero della Sanità, a quelle dei nutrizionisti e dei docenti, nonché a quelle dei libri in circolazione in Italia, paese lattofilo e formaggiofilo per eccellenza.
Le integrazioni minerali e sintetiche, ovvero i drogaggi, si chiamino almeno col loro nome
Quanto al latte addizionato ed adattato, è una espressione che, in tutta onestà, mi ha fatto quasi divertire, se non ci andassero di mezzo dei bambini innocenti.
Adattato come?
Addizionato di che cosa?
A meno che il tuo pediatra non appartenga alla congrega dei maghi, quell’addizione non può altro che essere una micidiale e dopante aggiunta di integratori minerali e vitaminici, se non addirittura ormonali.
Non vorrai mica portare tuo figlio all’ingrasso?
Portalo al sole, fallo sguazzare nell’acqua salata della battigia, abitualo a frutta e banane in abbondanza.
Preparagli spesso succhi di carote ed ananas. Inserisci dell’avocado nella sua dieta.
Niente omogeneizzati e nessun latte di mucca di nessun tipo.
Il mondo è pieno di bambini che scelgono il proprio tempo per scattare verso l’alto, e di pediatri che rimangono nelle retrovie, in costante ritardo
Quanto al ritardo, non conosco la situazione in dettaglio.
Ogni bimbo ha i suoi tempi di crescita.
Conosco dei giovani grandi e grossi, che da bambini erano assai minuti e in ritardo di sviluppo, e che poi sono partiti in quinta diventando più robusti di quelli precoci.
Ne ho avuto regolare conferma coi miei due ragazzi.
La paura del nanismo e del sottosviluppo è un’ulteriore perla, una tipica magagna mentale della pediatria. L’idea di anticipare e sveltire la crescita è un grave errore ideologico e metodologico.
Farlo poi col latte squilibrato di mucca, adatto solo ai vitelli poppanti, per giunta addizionato di integratori, vuol dire andare in modo diretto e violento contro natura.
Metti il tuo bambino nelle condizioni migliori di assorbimento nutrienti e vedrai che crescerà al meglio secondo il ritmo dettato dal suo stesso sistema immunitario e dai suoi geni.
CAPITOLO IX
31 luglio 2009
LA MATERNITA‘, IL DURIAN E L’ACQUA MINERALE
I migliori consigli per una donna incinta
Egregio dr Vaccaro,
Cosa si sente di consigliare a una donna incinta?
Quali cibi evitare e quali assumere?
Quali comportamenti e quali raccomandazioni in genere?
Sul caso latte, sia lei che la AVA sostenete tesi assai contrastanti con le abitudini della massa e con la stessa pediatria ufficiale. Siete proprio sicuri di quello che affermate?
La donna in questione è la mia compagna.
Le sarei davvero grato se mi chiarisse ulteriormente le idee.
Alessandro da Roma
La donna incinta non è un marziano
Caro Alessandro, una donna incinta non è un marziano, un alieno o una creatura strana e anormale piombata sulla Terra da un altro pianeta.
Trattasi di un essere umano a tutti i livelli, con tutte le caratteristiche tipiche dell’essere umano.
Il fatto che sia incinta non cambia di una virgola il suo apparato gastrointestinale, la sua formula sanguigna, il suo sistema immunitario, e tutto il resto.
In effetti, è la stessa natura ed è lo stesso sistema immunitario ad assistere la donna in tali frangenti, mettendo a sua disposizione alcune dotazioni in più, trasformandola progressivamente in una persona speciale in grado di sviluppare al suo interno il feto e l’apparato mammario, in vista dell’allattamento dopo la nascita.
Alla maternità ci si prepara fin da piccole
Chiaro che la futura mamma deve avere particolare cura di se stessa, visto che maternità significa duplicazione, creazione di un nuovo essere, e richiede pertanto senso di responsabilità, voglia aggiuntiva di essere sana e in forma.
Meglio ancora se questo senso di responsabilità, accompagnato a un minimo di preparazione culturale igienistica, covasse nella testa delle donne sin dalla più tenera età, tenendole lontanissime dalle sigarette, dagli alcolici, dalle carni e dai latticini, dai dolciumi e dai dolcificanti, dai comportamenti e dai cibi insalubri, dagli ambienti malsani (ottime le balere all’aperto, ma micidiali le discoteche).
L’irrisolto dramma dell’inquinamento cittadino
Se poi un giorno i governi e gli stati diventassero per magia onesti e trasparenti, interessati davvero alla salute dell’uomo e non alla sua distruzione, l’ideale sarebbe inventare delle cittadelle extraurbane riservate alle fanciulle e alle donne in età pre-gravidanza, dove tutti i motori a scarico di fumo inquinante siano del tutto vietati.
E’ risaputo infatti che, vivendo oggi in piena città, anche la non-fumatrice si becca l’equivalente di 20 sigarette al giorno in termini di piombo e catrame.
L’eugenetica di Pitagora e l’alta responsabilità della propagazione e del miglioramento della specie
La donna, ancor più dell’uomo, porta con sé, sin da piccola, questa enorme responsabilità che è la propagazione, e possibilmente il miglioramento della specie, non certo la degradazione della medesima.
L’eugenetica, materia che veniva insegnata e praticata dallo stesso Pitagora nelle sue scuole, consiste esattamente nel prepararsi sin da giovani al culto della salute.
Il suicidio a rate del fumo
Fa male al cuore vedere oggi per le strade, in particolare fuori delle scuole, dei giovani fumare.
E’ come vedere qualcuno che attenta alla propria vita mediante un suicidio a rate.
Ancor più male notare che le ragazze sono tra le più solerti in questa pratica sporca e maledetta del fumo, capace di rovinarle e di comprometterne la loro salute già in partenza.
Parliamo del fumo, perché l’aria è il primo e più importante alimento per la salute.
Ma non possiamo dimenticare i danni gravissimi causati da tutti gli alimenti e le bevande caratterizzati da effetti stimolanti e droganti nei riguardi dell’organismo umano, si chiamino esse carne e pesce, si chiamino latticini e cibi cotti, si chiamino cibi conservati e stracotti, si chiamino the e caffè, si chiamino farmaci e integratori mineral-vitaminici, si chiamino saccarosio e zuccheri artificiali, si chiamino dolcificanti sintetici tipo saccarina e aspartame, si chiamino gatorade e coke, si chiamino succhi conservati o sostanze alcoliche e fermentate.
I mal-comportamenti e le ripercussioni inevitabili sul feto
Di fronte alla maternità tutte le donne sensate cercano di migliorarsi e di fare le brave.
Ma a volte ciò non basta nemmeno.
Se hanno rovinato i propri polmoni, se hanno compromesso il loro sangue con diversi anni di mal-comportamenti, le proprie debolezze e disgrazie interne avranno inevitabilmente una ripercussione sul loro piccolo.
Una ridotta capacità respiratoria, causata dal micidiale vizio del fumare, si replicherà inevitabilmente sul feto.
Depurarsi dalle incrostazioni e dai veleni accumulati nel tempo richiede mesi e anni di depurazione.
Le impossibili scorciatoie delle diete fasulle e criminali
E’ un po’ la stessa cosa che succede agli obesi.
Per liberarsi dall’adipe in eccesso, in modo definitivo, non esistono scorciatoie facili.
Non esistono diete a punti, diete Scarsdale ed Atkins, non esistono diete a gruppi sanguigni e diete zona, non esistono diete South Beach o diete Lemme che tengano.
Gli imbrogli e le sofisticazioni durano non oltre una stagione, e poi il grasso torna immancabilmente, con l’aggiunta degli interessi, e con l’aggravante dei micidiali e spesso irreparabili danni prodotti all’organismo dalle assurde politiche low-carb.
La macchina umana ha un motore che va a zucchero naturale
La gente pare non aver ancora capito che l’essere umano è una macchina che va a zucchero naturale, e che lo zucchero naturale è la benzina fondamentale dell’umanità, senza la quale non si va avanti.
Solo che, tale zucchero, deve essere non quello in vendita nei negozi, sciolto in sacchi, o in zollette o in bustine, ma sempre e solo quello naturale e integrale, accompagnato dalla sua acqua biologica magnetizzata, dai suoi minerali organicati, dalle sue vitamine naturali, dai suoi enzimi, dai suoi ormoni e dai suoi fattori di crescita, sempre e solo rigorosamente naturali.
In pratica lo zucchero vero è il fruttosio naturale della frutta, che si trova soltanto in essa, fresca o seccata che sia, e da nessuna altra parte.
Per cui, chi punta alla salute, deve gettare dalla cucina, senza alcuna esitazione, il contenitore che porta l’etichetta zucchero, stando poi attento a non compensare con zuccheri nascosti nelle merendine, nei gelati, nel cioccolato, nelle mentine, nelle bibite, e così via.
Serve pure fare attenzione agli amidi delle farine, delle paste, dei pani e delle pizze, che si trasformano pure in zuccheri, anche se a più lunga combustione.
L’unico modo per riacquisire il peso-forma è un’ottima cultura critico-salutistica indispensabile nel mondo odierno, ostile ed ammalatorio), un bel digiuno e un riavvio nutritivo intelligente
Per acquisire il peso-forma servono dei digiuni riparatori ad acqua distillata, accoppiati da una preparazione culturale adeguata.
La persona obesa deve fare una vera rivoluzione interna.
Deve buttare via molti concetti, convinzioni e abitudini profondamente errate che ha sugli alimenti e sugli stili di vita.
Solo così il suo digiuno riparatorio potrà esser seguito da un sistema nutritivo perfetto, in grado di non riprodurre più i guasti che hanno portato quel soggetto alla crisi del sovrappeso.
La Thailandia e il durian, re incontrastato della frutta esotica
Ci tengo a raccontare un piccolo episodio.
Mi trovavo nei giorni scorsi a Pattaya in Thailandia, patria dei frutti tropicali tipo mango, mangostine, jackfruit, longan, rambutan, e cento nomi ancora, uno meglio dell’altro in sapori originali, distinti, deliziosi, o a volta anche acri e strani.
Patria soprattutto del durian, re incontrastato della frutta a livello planetario, non solo per i suoi sapori, aromi, profumi che definire irresistibili è troppo riduttivo. Ma per la sua carica eccezionale di potenza zuccherina e vitaminica, per i suoi retrogusti, per il suo profumo miracoloso e moltiplicativo che permette a un singolo frutto di caratterizzare di sé un intero palazzo di 20 piani, o di impregnare del suo profumo cibi e oggetti, borse e vestiari per almeno 6 mesi, senza che il lavaggio più accurato possa farci niente.
La sua forza espansiva ed odorosa è così straordinaria che è rigorosamente vietato portarlo negli ambienti chiusi ad aria condizionata, negli aeroporti, negli alberghi di lusso, nei mezzi di trasporto pubblici e soprattutto negli aerei.
Un frutto ricercato da ogni animale grande e piccolo
La sua infinita bontà lo rende ricercato e prediletto da tutti gli animali.
La sua buccia coriacea e dotata di micidiali acuminate zigrinature, lo rende impraticabile alle golose scimmiette, ma non agli elefanti che lo ingeriscono addirittura per intero, lasciando al proprio stomaco il compito di aprirlo e digerirlo, o alle tigri che di notte fanno le loro scorribande sotto le piantagioni e, grazie alle loro potenti unghie, riescono ad aprire il frutto maturo, caduto dai maestosi alberi, e a leccare golosamente la deliziosa crema che avvolge ogni singolo grosso seme interno.
Pare che anche i coccodrilli ne siano ghiotti.
I cinesi sono tra i più golosi consumatori del frutto, che considerano toccasana per ogni forma di debolezza e dotato in particolare di potere afrodisiaco.
Viene dato pure alle donne incinte e ai bambini piccoli appena svezzati.
Il dramma asiatico di amare il durian e di non riuscire a digerirlo
Solo che, paradossalmente, gli asiatici amano quel frutto ma non lo digeriscono facilmente, e incorrono spesso in problemi digestivi, senza rendersi conto che la colpa non è del durian, ma delle altre porcherie che in generale consumano, siano esse pesce marcio, gamberi o scorpioni, sia esso pollo o maiale, siano essi altri alimenti ancora, cotti e devitalizzati, i quali occupano abusivamente a lungo il canale enterico, impedendo all’ottimo e digeribilissimo durian di fare il suo indisturbato percorso, e lo costringono a mescolarsi con i maleodoranti residui proteici in putrefazione, portando a mescole fermentanti e a febbri gastrointestinali.
Decidessi un giorno di stabilirmi in pianta stabile in Malaysia o dintorni, ho già pensato a una mia possibile professione di successo: Insegnante di alimentazione duriana per asiatici ed europei.
Un frutto magnifico e senza controindicazioni, in perfetta linea con tutta la frutta in generale
Personalmente sono un gran consumatore di durian, ed esso non manca dalla mia dieta giornaliera ogniqualvolta mi trovo nel Sud-Est Asiatico, o anche ad Hongkong, maggior mercato di importazione di questo frutto speciale.
So per esperienza diretta che il frutto non ha controindicazioni, ed anche che non fa venire troppa sete, come spesso si sente dire.
Ho persino fatto quattro giorni completi a solo durian, trovandomi benissimo e limitandomi a un paio di frutti aggiuntivi tipo mango e papaia, in quel di Singapore, senza dover bere alcunché, all’infuori del latte di cocco fresco.
Un medico italiano perfettamente a suo agio con l’Asia, ma non ancora col durian
A Pattaya ho trovato giorni fa un caro amico medico, italiano, che trascorre da quelle parti la maggior parte del suo tempo, avendo ormai adottato la Thailandia come sua seconda patria.
Gli ho espresso la mia invidia non solo per l’abbondanza di leggiadre e belle fanciulle che bazzicano nel paese del Thai e della libertà, ma soprattutto per il favoloso durian che può mangiare tutti i giorni.
Durian? Non lo tocco nemmeno. Mi piacerebbe pure, ma contiene troppo zucchero.
Sono rimasto letteralmente a bocca aperta.
Sto parlando di un medico fuori del comune per sensibilità, intelligenza, preparazione tecnica, saggezza alimentare.
Al che, gli ho raccontato di una strana sfida tra me e il mio amico John Phan di Singapore, giocata sotto il sole della Malaysia, diversi anni orsono.
Un insegnante di durian chiamato John Phan
Il padre di John, possidente di grandi piantagioni di palma e di caucciù in Indonesia, aveva costruito per il figlio una delle più lussuose ville su una collinetta al centro di Singapore, e gli aveva messo un grosso conto in banca col quale avviare negli anni 70, mediante la Echo Pte Ltd, un’attività di importazione nel settore macchine edili. Gli vendevo a quel tempo gli impianti di betonaggio delle Officine Riunite di Udine, per la produzione del calcestruzzo.
Fu lui a portarmi in albergo il durian per la prima volta, ovvero ad iniziarmi a quel magico frutto.
Ne rimasi davvero estasiato.
John mi avvertì di non mangiarne troppo perché si trattava di frutto eccezionalmente nutriente, e di non bere assolutamente alcun tipo di bevanda alcolica per digerirlo, errore piuttosto diffuso e dalle conseguenze potenzialmente mortali.
Aggiunse che lui era considerato a Singapore il re del durian, avendo vinto diverse competizioni, basate su chi riesce a mangiare più durian nel giro di due ore.
La scommessa, con l’allievo che sfida e batte il suo maestro
Dopo due o tre viaggi nell’area, ed altrettante mangiate serali sotto gli stand dei venditori di durian, dissi a John che ero in grado di batterlo.
Cosa? Non sognartelo nemmeno. Impossibile, disse, ridendo e scherzandoci sopra.
Se proprio ci tieni, domani, che è domenica, carico la mia Alfa Romeo di durian e partiamo assieme per un giretto turistico in Malaysia, e così lunedì andiamo a visitare la mia filiale Echo Malaysia
Sdn Bhd a Kuala Lumpur.
Ma ricordati che, in queste gare, chi perde paga tutti i durian.
Affare fatto, gli dissi.
Il giorno dopo, ore 5 e 30 di mattina, viene puntuale a prendermi all’Hotel Shangrila.
Un’ora di viaggio verso nord e ci fermiamo a uno stand lungo l’autostrada. Dopo qualche negoziazione in cinese, John si accorda sul prezzo e sgancia 350 dollari di Singapore (circa 150 €). Riempiamo l’auto con una trentina di frutti e ripartiamo verso la destinazione di gara.
Una memorabile sfida sulla spiaggia malese di Port Dickson
Siamo sull’arenile di Port Dickson, cento miglia a sud della capitale malese, alle 9 del mattino, nemmeno un cane a vista d’occhio. Sistemiamo il tavolino pieghevole e le due sedie sulla spiaggia sabbiosa, prendiamo una ventina di frutti e li accatastiamo accanto alle nostre seggiole.
Seduti, uno di fronte all’altro, cominciamo in tutta calma la nostra competizione.
Chiaro che all’inizio è un gran divertimento.
Abbiamo un grande appetito, e il durian piace a entrambi. I primi tre-quattro frutti, ovvero i primi
5 chili di durian a testa, se ne vanno abbastanza in fretta, e il loro gusci acuminati si stanno accumulando ai lati. Troviamo persino il tempo di scattare qualche fotografia.
Una platea di malesi incuriositi e competenti
Ma il sole comincia intanto a scaldare intensamente e a dare fastidio.
Qualche goccia di sudore scende dalle nostre fronti.
Tecnicamente parlando siamo entrambi sazi, e sarebbe ora di smettere.
Ma intanto si è formato un gruppo di spettatori malesi intorno a noi.
Studiano i nostri volti, per capire chi sarà il primo a cedere.
La gara procede fino a mezzogiorno inoltrato
Fanno pure il tifo, chi per lui, chi per me.
Ho l’impressione che qualcuno faccia pure delle puntate, perché ogni volta che finisco un nuovo frutto scroscia un ulteriore applauso, e gli spettatori parlottano tra di loro.
Non è cosa di tutti i giorni vedere in diretta una gara di durian tra un cinese e un europeo.
Sono alquanto rari gli occidentali capaci di capire a fondo e di gradire questo frutto.
La gara deve comunque andare avanti.
Apriamo un altro durian, e un altro ancora.
E la storia procede faticosamente fino a mezzogiorno inoltrato.
Il perdente si alza e si arrende. E’ stato bravo, ma non abbastanza: 8 e mezzo contro 11.
Alla fine John si alza dal tavolo e, quasi barcollante, sventola bandiera bianca.
Si porta una mano alla pancia e grida:
Enough is enough. Valdo you are simply terrible. Do you intend to kill your best friend? I will reward you accordingly! (Basta così Valdo. Sei terribile. Vuoi forse ammazzare il tuo miglior amico? Me la pagherai!)
A quel punto, John ha consumato 8 durian e mezzo, che non è davvero male, mentre io sono arrivato a quota 11.
Non solo deve pagarsi per intero i durian consumati, ma non si sente nemmeno di proseguire per Kuala Lumpur, per cui rientriamo verso Singapore.
Mi dirà poi per strada, che già con 5 o 6 durian era solito sbaragliare il campo da ogni avversario.
Quattro giorni a letto con la febbre a 40
Il giorno dopo, e sono le 10 di lunedì mattina, telefono a casa Phan per confermare il meeting del pomeriggio con un’impresa edile, da visitare assieme a John e al suo collaboratore Sunny Yong.
Mi risponde Mary, sua moglie. Valdo, John cannot be there. He is sick, with high fever. (John non può venire. E’ ammalato e ha la febbre alta).
Se ne rimase a letto per tutta la settimana, alzandosi solo il venerdì successivo.
Da parte mia, il giorno dopo la gara di Port Dickson, avevo mangiato altri 4 durian, senza nessun disturbo.
Nel week-end, John era ancora abbattuto, più per la perdita del suo scettro che per la seccante indisposizione. Ci recammo ai soliti stand, dove io continuavo col durian, mentre lui si limitava agli acquosi e diuretici mangustine.
John, tu rimani il re, ma ti do un consiglio: non sfidare i vegani
Gli dissi di rasserenarsi. John, you remain the king. I will explain why you have been defeated.
I am vegetarian, as you know. I am essentially vegan, while you are a normal common people in terms of diet. You eat anything, including eggs, fish, shrims, meat, cooked white rice, and so on.
Your blood is thicker than mine. The competition between you and me is quite unfair. You can beat all the Chinese in Singapore, Malaysia and Indonesia, but never a crudist-fructarian as I am. No way.
(John tu rimani il re. Hai perso contro un vegano, mentre tu sei una persona dalla dieta comune. Consumi uova, pesce, gamberi, carne, riso bianco stracotto e così via. La gara tra te e me è impari.
Tu potrai battere tutti i cinesi di Singapore-Indonesia e Malaysia, ma mai un crudista-fruttariano come me). E la cosa servì sicuramente a rasserenarlo.
Anche tu cadi nella trappola mentale dello zucchero naturale che fa male?
Hai capito finalmente cos’è e come funziona il durian? Ho detto all’amico medico di Pattaya.
Mi delude il fatto che un’intelligenza sopraffina come la tua (e non è un complimento retorico), carica di responsabilità divulgative verso migliaia di persone e di pazienti, resti intrappolata come succede alla gente comune, nel concetto dello zucchero che fa male.
Il durian è carico di zucchero naturale, di zucchero magico, non certo di quelle sostanze dolcificanti chiamate genericamente e impropriamente zucchero per precisi scopi commerciali (e non simil-zucchero, come dovrebbe essere), allo stesso modo in cui le vitamine sintetiche vengono chiamate vitamine (e non farmaci simil-vitaminici come dovrebbe essere) e gli integratori minerali vengono chiamati minerali (e non farmaci simil-minerali come dovrebbe essere).
Gli spot commerciali della Ferrarelle, un’acqua caratteristica che a volte bevo volentieri
Se la diseducazione sulle sostanze arriva da chi dovrebbe insegnare, stiamo freschi.
I media nazionali, la televisione, i giornali, non stanno di sicuro illuminando la gente, ma tendono semmai a confusionarla e ad irretirla ancora di più nei concetti sballati e diseducativi.
Rientrato dall’Asia, trovo ad esempio un’intera pagina, la numero 7, del Corriere della Sera del 24 luglio 2009, dedicata a una pubblicità della Ferrarelle.
Niente di illegale per carità, paga la Ferrarelle e ha il diritto di esaltare le qualità della sua acqua minerale gasata naturale.
Aggiungerò che la Ferrarelle, a volte la bevo pure io, ed anche volentieri perché mi piace, perché al bar non sempre si trova il succo d’arancia, perché al limite è meglio della più famosa Perrier, e certamente meno dannosa di qualsiasi bevanda dolcificata, e di qualunque cola sul mercato.
Vietato per legge fare pubblicità capziosa e mendace
Ma le balle, mescolate a qualche verità, non si raccontano, cari amici di Caserta.
I principi basilari della natura non si possono sovvertire.
Non ci si può atteggiare a divulgatori di scienza del benessere diffondendo dati falsati, col semplice alibi di aver pagato gli spazi pubblicitari.
E’ vietato per legge fare pubblicità mendace e capziosa.
Definire la propria acqua come quella con il maggior apporto di elementi utili tra le acque più vendute sul territorio italiano, citando i 52 mg per litro di potassio, i 365 mg per litro di calcio, i 1403 mg per litro di bicarbonato e gli 86 mg per litro di silice, aggiungendo che il calcio è importante per la salute dei denti e delle ossa, che il bicarbonato favorisce la digestione e che il silice rallenta i processi di invecchiamento dei tessuti, è affermare il falso e la menzogna.
Rispunta un antico ed obsoleto discorso medico di retroguardia
E’ verissimo che calcio, silice e carbonati fanno bene alla salute, a patto però che essi siano organicati dalla sintesi clorofilliana, e vengano consumati nelle esclusive formule micromolecolari e collaginose offerte dalla natura vivente delle piante, non certo nelle formule pesanti e dure, e quindi non assimilabili delle acque minerali, Ferrarelle o non Ferrarelle, o in quelle dei cibi cotti e degli integratori minerali.
Voi state facendo il discorso di retroguardia di quei medici dei tempi andati che raccomandavano le acque ferruginose agli anemici, i quali diventavano ancora più anemici con quel ferro pesante che non serviva affatto a riequilibrare i poveri organismi sferrati di quella gente.
Il coinvolgimento coatto di Plinio il Vecchio e di Vetruvio, e un pezzo di spiaggia nei reni
Plinio il Vecchio e Vetruvio erano sicuramente dei saggi, ma non conoscevano in dettaglio la struttura molecolare dei minerali.
E non sarebbero certo entusiasti di sapere che qualcuno li utilizza oggi per fini commerciali contrari alla verità ed alla salute.
Gli studi scientifici più aggiornati dimostrano una sola cosa, e cioè che la migliore acqua è quella pura e distillata possibilmente da ogni minerale, come può essere l’acqua piovana filtrata o l’acqua da ghiacciaio, o l’acqua da iceberg, che negli Stati Uniti e nel Canada vendono a prezzi esorbitanti, proprio per la mancanza di minerali, che quando stanno nelle acque sono sempre duri, inassimilabili e pertanto inquinanti.
Per amore di verità, avreste dovuto pure dire che le vostre care acque hanno un residuo fisso pari a 1245 mg per litro, contro i 14 mg/litro di diverse altre acque assai più leggere.
Roba che, se esageri, ti ritrovi dopo qualche tempo con un pezzo di spiaggia nei reni.
Accontentatevi di essere un’ottima acqua effervescente naturale, e fermatevi lì
Accontentatevi dunque di dire che la Ferrarelle è un’ottima acqua effervescente naturale, come avete sempre fatto, senza andare oltre, senza precipitare nella diseducazione pubblica.
Anche perché, se fosse vero che i minerali della Ferrarelle sono assimilabili e salubri, sarebbe pure vero che quelli della Gatorade e simili sono assimilabili e salubri, e sarebbe pure vero che tutti i cibi conservati e stracotti, nonché arricchiti di vitamine e minerali sono pure assimilabili e salubri, tutte cose che fanno a pugni con le conoscenze scientifiche logiche e trasparenti.
Volete forse prendere due piccioni con la stessa fava?
Non sarà forse che la Ferrarelle, prima nelle mani della Danone ed ora passata al gruppo LGR Holding, ambisce a promuovere altri prodotti ed altri marchi compromessi col medesimo infido business degli integratori?
Volete forse prendere due piccioni con la stessa fava?
Volete inondare forse di acqua mezzo mondo, e scaricarvi sopra pure dei minerali inorganici buoni solo ad avvelenare la gente?
Se un miliardo di litri/anno imbottigliati non bastano agli appetiti economici della Ferrarelle, che deve pensare pure ai suoi 420 dipendenti, è più che giusto fare della pubblicità.
Dire Liscia, Gasata o Ferrarelle, va benissimo, e non offende nessuno.
Ma la vostra citata pubblicità sul Corriere della Sera è materiale da pubblica denuncia.
Tanti problemi da affrontare, circondati come siamo da una diseducazione imperante
Vedi, Alessandro, quali sono i problemi che un essere umano deve saper affrontare per vivere in un ambiente salubre, senza cadere nei tranelli della diseducazione imperante?
Se già sulle chiare, fresche e dolci acque c’è molto da discutere e da stare attenti, puoi solo immaginarti quanto c’è da dire e ridire sul latte, sulle carni, e su tutti gli alimenti che l’uomo di oggi butta dentro di sé senza pensarci più di tanto.
Mi accuseranno di scrivere articoli lunghi.
Mi diranno pure che sono andato fuori tema.
La storia del durian e quella dell’acqua sono fondamentali per tutti, ma in particolare per una donna incinta e per il suo bambino
Ma, con la storia del durian e quella della Ferrarelle, avrò insegnato a te e a quei quattro gatti che mi seguono, a saper distinguere tra zucchero vero e zucchero falso, tra acqua leggera e acqua pesante, tra vitamina vera e naturale e farmaco-vitamina, tra minerale vero e organicato e minerale duro ed inservibile. E’ già un grosso passo avanti.
Per una donna incinta, ed anche per il suo bambino, tutto questo è chiaramente fondamentale.
La questione del latte
Chiedi pure se noi (e per noi intendo Franco Libero che mi ha girato la tua lettera e me medesimo) siamo sicuri di quello che affermiamo sulla questione del latte.
Perché ce lo chiedi? Hai dei dubbi su di noi come persone? In quel caso non farti problemi.
La pubblicità della Danone e della Nestlé, dei formaggi grana e non grana, dei gelati e degli yogurt, del cioccolato e delle merendine, sta in tutte le forme ed in tutte le salse, pronta ad accoglierti fra le sue capienti braccia.
Non devi fare altro che seguirla, acquistarne i prodotti, e fidarti ciecamente dei fabbricanti coinvolti, con la consolazione non indifferente che la maggioranza della gente la pensa allo stesso modo.
Noi stiamo sulla scomoda sponda opposta, non fanatici ma dissidenti, sicuri di essere nel giusto e fieri di combattere contro questa gente. Non voglio qui spendere una parola di più sul latte. Ne ho parlato persino troppo. Ti spedisco in allegato una decina di mie tesine su quell’argomento. Poi deciderai liberamente sul come pensarla e come comportarti.
La Dieta dell’Escursionista e dello Sportivo è quel che ci vuole per la futura mamma
Ti manderò anche la mia tesina denominata Dieta dell’escursionista e dello sportivo, perché, dopotutto, una che affronta la maternità non è altro se non una donna che si avvia a cogliere il suo record mondiale personale di salute ed efficienza psico-fisica.
Non esistono diete speciali, non esistono grossi fabbisogni proteici, perché il corpo umano assimila quello che serve, cioè il minimo possibile.
Il sangue non fa sangue, la proteina non fa proteina, il latte non fa latte, il vitellino (la sua carne) non fa affatto bambino. Niente si trasmette meccanicamente e tutto si trasforma biochimicamente.
Non farle fare gli errori eclatanti di troppe mamme, costrette dai rispettivi pediatri a bere bidoni di latte, per ritrovarsi grosse come balene, sformate e piene di osteoporosi, con bambini obesi e predisposti alle crisi renali già in fase di nascita, e con un post-gravidanza pieno di insidie.
Allattamento al seno e svezzamento: queste sono le regole
Ricorda infine alla tua donna che, alla fine dell’allattamento al seno, sarà basilare svezzare il bambino o la bambina. E, svezzare, significa tirare via il vezzo. Il vezzo del latte.
Il latte infatti (intendo il latte della propria specie, cioè quello umano), è per i soli poppanti, non certo per gli svezzati o tanto meno per gli adulti come te e me, o per le donne cresciute, incinte o non-incinte. Il latte di mucca poi, intasatore di reni per eccellenza, che senso può mai avere?
Tanti auguri e un caro saluto.
tesina a cura di Aldo Vaccaro