LETTERA
Trovo poco naturale l’idea che uno debba guardare l’orologio, pensare al ciclo metabolico e poi eventualmente mangiare
Gentile Valdo, eccomi ancora una volta di fronte ad alcuni dubbi sull’applicazione dei validi principi alimentari che esponi nelle tesine e nei tuoi libri.
Mi sembra che tutto quanto sostieni sia molto conforme alla natura umana, tranne la questione dei cicli.
Non penso, ed è la mia prima obiezione, che l’uomo primitivo si metterebbe a guardare l’orologio o la clessidra per capire se si trova nel ciclo assimilativo o in quello eliminativo, prima di mettere qualcosa in bocca. Non credi?
C’è della gente che ha delle reazioni avverse
Il secondo punto riguarda le molte testimonianze positive che ti stanno arrivando da ogni parte.
A fronte di esse, conosco più di una persona (tre casi esattamente) che, nel periodo in cui ha seguito un regime fruttariano, si è gonfiata come un pallone.
Perché mai succede questo problema in alcuni casi?
La faccenda della carie dentaria
Da quel che mi risulta, frutta e verdura sono gli unici cibi alcalini e non acidi.
Perché il dentista cntinua a ripetere che la frutta è acida e rovina i denti?
Io, in effetti, da quando consumo molta più frutta, ho problemi di carie mai avuti prima.
Aspetto tue notizie, quando e se puoi, ovviamente. Ciao.
Valentina
RISPOSTA
L’uomo ragiona a sensazioni e a stimoli, più che a concetti
Ciao Valentina, non è questione di adoperare macchinosamente l’orologio o la clessidra, e valutare poi cosa mettere in bocca. La normalità e la naturalità si basano effettivamente sulle sensazioni e sugli stimoli della fame, più che su qualsiasi concetto o teoria che vogliamo elaborare.
Tuttavia i cicli esistono e rimangono al loro posto che ci piaccia o no, e sono legati all’andamento della luce solare e alla rotazione della Terra intorno al suo asse.
Il ciclo metabolico è un ritmo reale e non fantasioso del corpo umano
Non c’è nulla di cervellotico nella faccenda dei cicli, se è quello che intendi dire.
Parliamo di un ritmo naturale dell’organismo che avviene ed è rispettato in continuazione, e che tutti noi possiamo controllare e verificare in prima persona. Il ciclo eliminativo, ad esempio, si sente eccome.
Trattasi di concetti di ordine scientifico e non certo di previsioni zodiacali. Siamo ovviamente liberi di alimentarci senza badare a queste cose ma, alla fine, la conoscenza sopraffina dei tempi e dei modi della digestione, dell’assimilazione e dell’evacuazione, può soltanto darci una mano a vivere meglio.
I gonfiori intestinali avvengono, ma mai per colpa della frutta
La faccenda dei gonfiori intestinali esiste, è una cosa seria, e non è certamente oggetto di sottovalutazione o di insabbiamento da parte mia. Nelle mie tesine ho sempre riportato i casi critici, come sai bene. Il problema non riguarda però la frutta, che è sempre al di fuori di ogni sospetto, essendo essa il cibo elettivo degli esseri umani, avendo caratteristiche di auto-digeribilità grazie ai suoi enzimi. Criticare la frutta sarebbe come accusare la benzina super di non essere adatta per il motore a scoppio.
I problemi stanno tutti nei carburatori e nei filtri che spesso sono sporchi, intasati e surriscaldati.
I problemi stanno negli errori di quantità, di tempistica e di mescolazione che la gente commette.
La frutta non è mai imputata di reato, ma è impietosa rivelatrice di antichi guasti digestivi
La frutta è semmai una cartina di tornasole che mette a nudo le carenze, le difficoltà e le pseudo-allergie che l’uomo ha accumulato in anni e anni di comportamenti ingiuriosi.
Comportamenti trasgressivi e contro-natura che non lo hanno affatto trasformato in una coerente macchina ad alimentazione proteica, come lui forse pretenderebbe, ma lo hanno semplicemente disabituato al suo appropriato carburante.
La prova inoppugnabile che l’uomo rimane vegano, anche quando mangia della carne, sta nella continuata reazione leucocitica che si verifica ad ogni suo pasto carneo (vedi esperimenti di Kouchakoff del 1930, grazie ai quali il dr James Sumner fu premiato col Nobel nel 1948).
Esistono troppe toelette viaggianti
La realtà, nuda e cruda, è che troppe persone si portano in giro non un corpo pulito ed efficiente, ma una latrina carica di vecchio materiale fecale inevacuato (incrostazioni e tasche diverticolitiche), e carica di disbiosi e miasmi stile topo-morto (con gas intestinali risalenti e causanti riflussi e travasi patologici di helicobacter pilori in zona digestiva). Come diceva Arnold Ehret alla vigilia del primo conflitto mondiale, il grado di sporcizia interna dell’individuo medio è qualcosa di inimmaginabile.
Il morbo del Terzo Millennio si chiama rettocolite ulcerosa, e non fruttarianite
Se la situazione era quella un secolo fa quando, in scarsità di negozi riforniti e in assenza di supermercati, le trasgressioni erano tutto sommato rudimentali e non sistemiche, figurarsi oggi, dove ognuno è schiavo non-stop di incredibili attentati culinari sfocianti in infiammazioni intestinali, in stitichezze croniche, e in quella malattia che non esisteva in passato e che sta affermandosi a livelli addirittura epidemici col nome di rettocolite ulcerosa, morbo universale del Terzo Millennio.
La frutta richiede un intestino normalizzato e non febbricitante
La frutta è un cibo perfetto e come tale richiede un intestino pulito e non surriscaldato.
Su 100 persone che si sottopongono a esame iridologico, almeno 90 rivelano congestione e febbre in zona ventrale, non segnalata dal normale termometro esterno. Chiaro che, in queste condizioni, più di qualcuno non ha un intestino preparato ad accettare la frutta senza corromperla e farla fermentare.
A intestino normalizzato, la frutta è una manna dal cielo
Occorre dunque normalizzare prima le fasi digestiva-assimilativa-evacuativa mediante un breve digiuno purificante, e poi passare progressivamente alla frutta, con tutte le modulazioni e le accortezze che ogni singolo caso richiede. La frutta ad esempio è da prendersi sempre a stomaco vuoto, con esclusione delle poche varietà dotate di enzimi anti fermentanti, tipo la mela, l’ananas e la papaia.
Angurie e meloni sono ottimi, ma vanno presi rigorosamente da soli, e mai in macedonia, mai in mescole insane con prosciutto e simili, e mai al termine del pasto, come certi ristoratori e certi cuochi demenzialmente propongono. Parliamo infatti di cucurbitacee dolci, cariche di magnifici zuccheri di pronto utilizzo, favolosi per l’apparato renale e urinario, ma ad estrema tendenza fermentativa.
L’arancia è l’amica numero uno delle ossa e dei denti
Quanto ai dentisti anti-agrumi, potranno essere anche bravi dal punto di vista strettamente odontotecnico, ma questo non li salva dal fatto di essere degli incompetenti totali in fatto di nutrizione e in fatto di acidificazione del sangue. Tu stessa sei in fallo quando sostieni che frutta e verdura sono cibi alcalini. E’ vero il contrario. Sono acidi, semi-acidi o acidognoli, ma nel processo digestivo rilasciano in zona duodeno ceneri alcaline che alcalinizzano il sangue. L’arancia è famosa poi per il suo potere alcalinizzante, che fa di lei uno dei frutti più utili per il sistema osseo e per prevenire la carie dentaria.
Tutto avviene non in sede orale ma a livello di sistema osseo
Il contatto dei denti con l’arancia a livello orale è una cosa banale che non fa testo, anche perché nessuno si mette a fare i gargarismi e i risciacqui dentali col succo d’arancia, e tutto succede in ogni caso a livello di sistema osseo generale. Le carni e i formaggi invece sono alcalini in partenza, ma producono ceneri acide, per cui acidificano il sangue causando osteoporosi, carie e problemi dentali.
Ed è questa dinamica antica, e di lunga gittata, che ti ha provocato il presente livello di carie.
Il fatto che ci sia stato un aggravamento in concomitanza con la dieta crudista è soltanto una mera coincidenza. Su questo non c’è ombra di dubbio. Mia moglie cinese ha 50 anni e zero carie, grazie alla millenaria assenza di latterie e caseifici nel Celeste Impero. Parliamo di leggi naturali eterne ed inamovibili, non di mediocri opinioni umane, mediche o igienistiche o peggio ancora dentistiche.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo