LE CALAMITA’ DELLA CARNE E DEI FARMACI

LETTERA

 

La neve non mi ha fermata

 

Caro Valdo, ho avuto il piacere di conoscerti alla tua conferenza sotto la neve alla Bioteca di Udine.

Ti avevo scoperto su internet e anche leggendo i tuoi libri.

E’ così difficile trovare un igienista che quella sera mi sono emozionata, e sarei venuta anche sotto due metri di neve.

Padre ingegnere e madre artista, con carne e farmaci in quantità

Lessi i primi libri sull’igienismo a soli 15 anni, ma non fui in grado di seguirne gli insegnamenti, avendo un padre profondamente carnivoro nelle convinzioni, da bravo ingegnere inquadrato su medici e medicinali, e una madre artista e un po’ svampita che al massimo cucinava brodo di dado e di fettina stracotta.

Una vita all’insegna dell’incubo sanitario

Non ti dico tutti i problemi di salute che ci sono stati.

Medici, pronto soccorso, esami, chemioterapie.

Tutti appesi a un filo, e costantemente a sperare che i valori fossero nei limiti concessi.

L’uscita dalla famiglia, le lusinghe della carriera aziendale e il matrimonio

A 19 anni andai a vivere per conto mio a Trieste. Però, a quel punto, avevo perso lo spirito per la sana alimentazione in quanto mi interessavano solo i ragazzi, pur restando sempre e comunque vegetariana.

Come succede a tutti, mi sono fatta un po’ lusingare dalla carriera e dal lavoro, anche perché volevo essere autonoma.

Delusa poi dalla meschinità delle grandi aziende e dal loro basarsi esclusivamente sugli obiettivi di sviluppo e sulle leggi del profitto, mi sono avvicinata ad altre scelte e trasferita a Udine, dove ho sposato mio marito.

Nuova famiglia e nuova raffica di carnivorismo

Tanto per cambiare, la famiglia di mio marito era ed è profondamente carnivora.

Salame, latte, grigliate, vino a cena, coca-cola a pranzo e altre delizie del genere.

Presentazione a pranzo.

No grazie, sono vegetariana. Vegetariana?  Apriti cielo: ecco perché sei così magra! Cara ragazza, devi mettere su ciccia!

No signora, mi spiace, vado dritta per la mia strada.

Se mi ami, rispetti la mia scelta. Altrimenti pazienza.

I conti inevitabilmente tornano

Passano gli anni e, chi mi criticava e sorrideva come se io fossi stata una poverella, ora ha gravi problemi al cuore (la madre di mio marito), ora ha glicemia pericolosamente alta e problemi di sterilità (mio marito), ora ha orticaria cronica con gravi allergie e pelle squamata (mio cognato), ora ha sterilità (mia cognata), ora ha un fegato malmesso con rischio trapianto (un amico), ora ha noduli alla tiroide e miopia progressiva (altro amico), ora ha un tumore al seno (mamma), ora ha un tumore alla prostata (papà).

Eccetera.

Anche in azienda i farmaci erano all’ordine del giorno, al pari dell’inefficenza.

E non ti dico della grande azienda in cui lavoravo, dove memorizzavo in modo perfetto documenti vecchi, leggi e regolamenti, mentre colleghi e colleghe, anche se giovani, avevano problemi di memoria, e soffrivano pure di incredibili sbalzi d’umore.

Indagando un po’ a fondo scoprivo che uno prendeva l’ansiolitico, l’altro il prozac, l’altro ancora le aspirine, mentre io facevo 12 ore di lavoro a suon di datteri, manghi, banane e mele.

Pare che senza carne e senza medicine la gente non riesca a connettere

Non sono perfetta io ma, cavolo, perché mai non mi ascoltano?

Perché mai i medici non si rendono conto di quanto sta succedendo?

Perché mai danno, con facilità e disinvoltura, medicine che rovinano facilmente la vita altrui?

Molte persone poi sono brave, ma quando si tratta di prendere una decisione, tentennano e se ne fregano.

So che anche mio marito potrebbe migliorare.

Ma, senza carne, non vive.

Pensa di non sentirsi più uomo, a seguire l’igienismo.

Una gran voglia di libertà, di aria, di sole, di luce e di normale salute

Vorrei tornare alla laguna blu di quel famoso film.

Vivere così, liberi, senza vestiti, senza convenzioni, senza obblighi, senza obiettivi futili e patologici.

Volevo dunque ringraziarti per il grande lavoro che fai, per le informazioni che ci dai gratis, rubando spazi alla tua famiglia e al tuo lavoro.

All’igienismo serviva questa ventata di vita.

Annamaria

RISPOSTA

 

A che serve il buonismo papale e presidenziale, quando la gente è malata dentro?

 

Ciao Annamaria, trovo il tuo messaggio realista e coraggioso.

Una vera opera di denuncia sociale. Uno spaccato impietoso sulla realtà quotidiana che ci circonda.

Vale più questa tua testimonianza di qualsiasi lezione universitaria sul diabete, sull’epatite e sul cancro, di qualsiasi enciclica papale sulla fede e sulla bontà, di qualsiasi discorso presidenziale sul lavoro e sulla pace sociale.

Come si fa ad essere buoni, sorridenti, felici, efficaci ed operosi, quando si è marci e dopati dentro?

Un messaggio vero e dirompente

 

Perché non mi ascoltano? E la tua domanda sembra cadere nel vuoto.

Ma non credo che sia così.

La ventata di vita che hai citato, sta proprio nella tua esposizione sintetica e senza fronzoli, dall’effetto dirompente.

Carne e farmaci, i due peggiori mali dell’era contemporanea

Hai intuito fin da ragazzina che c’era qualcosa di profondamente sbagliato e dissonante intorno a te.

Hai capito che quello non era un modello proponibile ed accettabile.

E hai ben presto focalizzato la tua attenzione su due precisi fattori che sono la carne e la medicalizzazione, ovvero le due calamità che stanno dilaniando il mondo più di ogni altra cosa, lo stanno demoralizzando, spoetizzando, sbriciolando, appestando.

Non posso che ringraziarti per questo notevole contributo che porti alla nostra giusta causa.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo