Le campane tibetane

Vogliamo dedicare uno spazio particolare alle cosiddette campane tibetane.
Per gli Inglesi “singing bowls”, nacquero almeno un millennio prima della nascita di Cristo in Tibet e da lì si diffusero agli stati limitrofi dell’Asia Orientale. Si dice che i monaci le utilizzassero per curare le persone e come sostegno alla meditazione per avvicinarsi alla divinità.
Per questo non solo il loro utilizzo ma anche la loro fabbricazione, come era uso presso molte culture sciamaniche dell’antichità, seguiva regole molto rigorose, accompagnate da specifici rituali e mantra. Custodite per secoli nei monasteri tibetani, hanno cominciato a diffondersi nel mondo occidentale soltanto nel XX secolo.

Caratteristiche delle campane tibetane
Ben diverse dalle campane classiche che tutti noi conosciamo, le campane tibetane sono più che altro simili a ‘ciotole’ che vengono suonate tenendole in mano o posizionate a terra con la parte cava rivolta verso l’alto. Le migliori in circolazione sono molto particolari, poiché costituite dalla lega di molteplici metalli (in genere almeno i sette metalli principali), caratteristica che contribuisce a dar vita alla loro ‘voce’.
Si tratta di un suono dolce e profondo, piuttosto ipnotico, che induce rapidamente una condizione di pace e rilassamento, che aiuta il cervello ad entrare nel suo stato Alfa/Theta ideale per la meditazione, e che si pensa risuonare in armonia con le vibrazioni planetarie.
Questo suono varia da campana a campana, a seconda delle dimensioni e la lega di materiali di cui sono composte. Maggiori sono le dimensioni, più basse saranno le frequenze e più profondo il suono emesso.

Utilizzo delle campane tibetane
Le campane tibetane, timbri tipici della cosiddetta world music insieme a flauti di Pan, didgeridoo australiani e altri strumenti squisitamente etnici, sono utilissime per favorire le pratiche meditative, per la riduzione dello stress, per il trattamento dell’insonnia, per la guarigione olistica, per le sedute di yoga, pilates, e anche per il massaggio e il bilanciamento dei centri energetici o Chakra (esiste infatti una corrispondenza non casuale tra i sette Chakra, i sette metalli principali che entrano in lega nella fattura delle campane tibetane e i sette astri ad essi associati).

Come si suonano le campane tibetane
Le campane tibetane possono essere colpite e lasciate risuonare come un qualsiasi gong, ma la pratica più diffusa è quella di colpirle con un apposito bastoncino per farle entrare in risonanza iniziale e poi con questo cominciare a strofinarle lungo il bordo o verso l’interno, in movimenti concentrici lenti e regolari in genere sempre più vicini al centro man mano che anche l’intensità del suono aumenta.
Tuttavia le modalità di utilizzo variano, come detto, da campana a campana e anche da persona a persona. C’è chi per esempio ama sperimentare e per ricercare un suono diverso riempie le più grandi di acqua, altri amano tentare di suonarle a mani nude per stabilire un contatto diretto con lo strumento.

 

Le campane tibetane: musicoterapia fai-da-te

L’aspetto più affascinante delle campane tibetane è che tutti noi possiamo procurarcene facilmente una acquistandola anche online e non dobbiamo essere affatto dei musicisti per suonarle e creare da noi stessi in casa nostra il contesto ideale per una seduta di meditazione.
Il solo suonarle per qualche minuto porta spontaneamente a rilasciare le spalle, rilassare i muscoli, assumere una buona postura e svuotare la mente.
Possiamo così diventare non soltanto i fruitori ma anche gli artefici del nostro benessere, facendoci allo stesso tempo musicisti e musicoterapeuti di noi stessi.

Maurilio Di Stefano