Più che di comiche è opportuno parlare di tragicomiche
Fanno davvero ridere anche i sassi.
Di chi parli?
Parlo dei normalizzatori.
Quelli che sui media, nella martellante pubblicità diseducativa, nelle sconce rubriche televisive tipo Gusto, Prova del Cuoco, Uno Mattina, e altre simili, continuano imperturbabili ed imperterriti nei loro goffi e scurrili tentativi di giustificare, rendere accettabile, normalizzare, qualcosa che non è assolutamente giusto, accettabile e normale.
Purtroppo non è facile metterla sul piano della semplice ironia ed ilarità, perché alla fine ci vanno di mezzo con la propria vita i poveri animali trucidati, e gli stessi umani avvelenati dal materiale sacrilego.
Nessun gusto e nessun sapore possono neutralizzare le radiazioni mortali
Cercano di metterla sul piano del gusto e del sapore, e non si rendono conto che stanno maneggiando pezzi di cadavere in avanzato stato di decomposizione.
Pezzi di cadavere che emanano i miasmi e le maledizioni della morte violenta.
Non si rendono conto che nessuna salvia, nessun origano e nessun rosmarino al mondo, né tantomeno nessun lampone e nessun mirtillo, riusciranno mai a rendere gustoso ed appetibile quello stomachevole e disgraziato piatto, che emana radiazioni di morte e di maledizione a 360 gradi.
Non si rendono conto che soltanto il blocco del cuore e l’anchilosi prolungata del cervello, soltanto le libagioni, il caffè e la grappa, il digestivo e l’antiacido, daranno loro una temporanea ed illusoria immunità, in attesa di un carissimo conto in sospeso che alla fine si dovrà sempre pagare.
Dalla televisione al quotidiano popolare, tutti asserviti alla farabutta causa del carnelattismo
Non parliamo poi della stampa truffaldina che è l’arma preferita, assieme alle reti televisive, per diffondere diseducazione e terrorismo.
Uno dei quotidiani italiani in prima linea al servizio del cadaverismo imperante è Cronaca Qui di Torino, che nella sua rubrica Tempo Libero continua a martellare in modo ignominioso e grossolano a favore del carnelattismo.
Nel numero dell’11 febbraio si contesta l’affermazione dell’americana PETA (People for Ethical Treatment of Animals), secondo cui i vegetariani fanno sesso più e meglio dei carnivori, per il fatto che 1) la carne rende le persone generalmente grasse, malate e noiose a letto, e 2) la carne è causa di impotenza e di disturbi cardiovascolari, associati a disfunzioni sessuali e a obesità che compromette e diminuisce la libido.
La carenza di zinco e la depressione sessuale
L’autore della rubrica, che non si firma nemmeno, prende prontamente le contro-tesi del magazine americano Slate, secondo cui La dieta vegetariana provoca carenza di zinco associata ad abbassamento del livello di testosterone e alla depressione dello stimolo sessuale nei maschi, mentre le femmine possono sviluppare amenorrea (mancanza di ciclo mestruale), secchezza vaginale e scarsa libido.
Il suo analfabetismo in fatto di minerali è davvero eclatante.
Non sa infatti che ottimo zinco organicato di pronta assimilazione si trova in almeno una decina di cereali integrali, nelle leguminose, nei semi di sesamo, di lino e di girasole, nelle noci e nelle mandorle, nelle rape e nelle patate, nei semi di anguria e di zucca, nel prezzemolo, nell’aglio, nei ravanelli, nel crescione, nei cavoli, e in una svariata gamma di vegetali verdi.
E non sa pure che, quel po’ di zinco che c’è nei cadaveri, dovendo pure subire un processo di cottura, diventa regolarmente inorganico ed inassimilabile, provocando ai mangiatori di carne tutta quella depressione e quell’abbassamento di testosterone attribuita ai vegetariani.
Quanto alla diminuzione del flusso mestruale, essa rappresenta da sempre un obiettivo salutistico auspicabile per ogni donna, essendo la risultante di una minore intossicazione del suo sangue e quindi di maggiore energia a sua disposizione e dunque, se tale donna lo vuole, di una più spiccata disponibilità all’atto sessuale.
L’irresistibile vocazione macellatoria di un popolare quotidiano torinese.
L’assenza di volta cranica e di intelligenza riguarda non i bambini delle madri vegetariane ma gli autori di questi inqualificabili articoli, ed anche i direttori responsabili che permettono tali sgorbi.
Non contento, Cronaca Qui, nella stessa rubrica dell’11 marzo, conferma a piene mani la sua irresistibile vocazione macellatoria.
Cita infatti un esperimento su 160 donne incinte, dove si dice letteralmente che I bambini, a causa della dieta della madre, rischiano di nascere con bassi livelli di vitamina B12 (che si trova nella carne, nelle uova, nel latte), e sarebbero esposti a malattie come la spina bifida, che provoca una paralisi parziale, e l’anencefalia, dove il futuro nascituro appare privo totalmente o parzialmente della volta cranica.
Privo della volta cranica appare piuttosto l’autore di tale articolo, che meriterebbe una denuncia per diffusione continuata di ideologie false, tendenziose e terroristiche, a uso e consumo di precisi gruppi industriali, interessati a sconvolgere le opinioni delle madri, già sottoposte da anni al terrorismo psicologico di istituzioni sanitarie ed uffici pediatrici colonizzati dalle multinazionali del latte.
I limerick degli irlandesi, maggiori torturatori mondiali di bovini e suini, con tanto di crocifisso su stalle e macelli
Dirà a sua discolpa che quanto sopra proviene dal Trinity College di Dublino e dall’ Health Research Board dell’Irlanda.
E ti pare poco?
Gli irlandesi sono famosi per le loro freddure e per i loro limerick.
Ma sono ancor più famosi per essere lo stato a maggior tasso di crudeltà e tortura di tutta l’Europa, contando su una popolazione di 4,2 milioni di abitanti che è però prima in Europa nella produzione di carne suina e bovina, ed anche nell’export di animali vivi da macellare e di creature morte macellate.
Famosi pure perché all’ingresso di ogni stalla e di ogni macello sta regolarmente appeso il santo crocifisso.
Il dr Alan Reilly della FSA (Food Safety Authority of Ireland, che sta nello stesso palazzo della HRB, Health Research Board) si era già distinto a dicembre dicendo che le carni irlandesi sono ottime e non causano impotenza per l’alto tasso di diossina (80-200 volte il limite consentito nelle carni di maiale).
Un paese friulano senza campanile ma con doppia macelleria in piazza
Feletto è un paesotto di 3000 persone alle porte di Udine.
E’ famoso per essere l’unico della zona ad essere privo del tutto di un campanile, quando ad esempio, nel paesino adiacente di Branco, cento o poco più abitanti, ci sono ben tre chiese con altrettanti campanili.
Nessuno si lamenta di questo, visto che giustamente le campane sono passate di moda, e permettono finalmente di sentire incontrastato il bel canto degli uccellini.
Niente campanile, dicevamo, ma ben due macellerie a un passo l’una dall’altra, nella stessa piazza, a testimonianza delle tendenze e dei gusti della popolazione friulana, senza contare i tanti supermarket operanti nei dintorni.
Chiaro che i titolari di negozio fanno del business e si guadagnano da vivere.
Svolgono persino una funzione sociale.
Mica puoi pretendere da loro voli pindarici verso lo spiritualismo e l’etica.
Qualcuno vende scarpe (preferibilmente di cuoio), qualcuno giornali (che difendono in santa alleanza la carne, il latte e il cuoio), qualcuno borsette (preferibilmente di cuoio), qualcuno vestiti.
Tutte attività ugualmente legali e rispettabili, almeno in apparenza.
Se da qualche parte si effettuano le decapitazioni degli innocenti, e da qualche altra parte si effettuano i banchetti abietti ed infamanti, ci dovrà pur essere anche il punto in cui avviene lo spaccio della disonorevole mercanzia.
Godono delle autorizzazioni della Camera di Commercio, del plauso comunale, delle benedizioni del parroco, che vuoi di più, il rispetto del Dio-dei-Porcelli-e-dei-Vitellini?
I ragazzi sono dotati di spirito di osservazione
Portavo ieri a scuola uno dei miei due ragazzi quando, di fronte a uno di questi discutibili e sinistri negozi, sostava un camion da cui si stava scaricando la sacrilega mercede.
Papi, ho notato che da quell’imballo sta grondando a terra del sangue! C’è sull’asfalto una grossa chiazza rossa!
Sì, caro William, quel fardello infame avvolto nella plastica non è che un pezzo di ex-creatura bovina.
Un manzetto che ieri sera guardava quel po’ che gli era consentito coi suoi grandi ed innocenti occhioni, e che stava pure masticando il solito fieno, e faceva la sua cacca e pipì come tutte le creature del mondo.
Quel manzetto aveva sì e no due anni, un ragazzino a 4 gambe che poteva essere ammesso alla scuola elementare per vitellini, anche se in realtà c’è ben poco da insegnare a questi animaletti, se non a farli giocare con qualche attrezzo come si fa coi cani e gli animali ammaestrati.
Le vicende di una creatura capace di civilizzare e di dare il buon esempio agli uomini
I vitellini hanno già per natura un ottimo codice di comportamento, e vanno d’accordo con tutti.
Meriterebbero di essere assunti come maestri di vita, per il buon esempio che sanno offrire agli uomini.
Quel manzetto era caldo e respirava. Gli batteva forte il cuore.
Provava dei sentimenti di simpatia per qualcuno e di sospetto per qualche altro.
Sentiva la grave mancanza di mamma e papà.
Si trovava ad essere solo ed abbandonato, senza la compagnia dei suoi fratellini o dei suoi amici.
Pensava di aver trovato negli uomini delle persone di cui fidarsi.
Ma stamattina, alle prime luci dell’alba
Ma stamattina all’alba, mentre tu ed io ci siamo tranquillamente alzati dal letto e ci siamo vestiti come nostro solito, lui è stato invece svegliato con un calcione, legato al collo con una corda, e trascinato brutalmente in uno stanzone chiamato macello, alla totale mercè di due disgraziati boia, assoldati da un imprenditore sviato e cuore-di-pietra (ma coccolato dalla legge perché socialmente utile alla società carnofila).
Lì, lo hanno trucidato a freddo, nel peggiore dei modi possibili ed immaginabili, senza nessuno che lo potesse difendere, nessun papà, nessuna mamma, nessun fratello, nessun avvocato, nessun carabiniere, nessun sindaco, nessun assessore, nessun insegnante, nessun cane al mondo che muovesse un dito per proteggerlo.
Lui, nudo ed inerme, immobilizzato da una corda e da altri attrezzi, il buio della rigida alba friulana, i suoni sinistri di cancelli che si chiudono e di attrezzi mortali che cigolano, il puzzo di sangue fresco di qualche suo fratello appena sgozzato, i coltellacci nelle mani dei due loschi figuri che gli armeggiano intorno, e la staffilata iniziale con un dolore da impazzire, e tanti altri coltelli che ti penetrano e ti tagliano lo stomaco, la pancia, e tutto il resto.
Qualcosa di inenarrabile e di spaventoso. Un’esperienza da portarsi nella tomba (negli intestini di chi avrà il coraggio, la spudoratezza e il fegato sformato per mangiarlo) ed anche nell’oltretomba, nel mondo delle anime e degli spiriti.
Gli interrogativi di un’anima ancora sconvolta, che aleggia intorno ai suoi poveri resti
Uomini amici fidati?
Uomini bestie, cinici e venali traditori, predoni e schiavisti che mi hanno trattato come carne da macello.
Ladri e bastardi? No, molto peggio. Luridi assassini è il minimo che si possa dire.
Mi hanno fatto nascere controvoglia e a loro piacimento, e poi mi hanno pure derubato della libertà e della vita stessa a loro piacimento.
Che esseri sono mai questi bipedi?
Chiede l’anima del manzetto al Dio dei Cieli, mentre aleggia intorno a chi traffica sui suoi poveri resti.
Gli arriva, come risposta, un impressionante e oceanico coro di muggiti.
Siamo finiti tutti nelle fauci del Bipede Terrestre, cioè dell’essere più cinico, rozzo, spietato ed imbecille di tutte le galassie.
Di un essere che, pur annoverando tra le sue fila gente come Pitagora, Leonardo ed Einstein, è rimasto a corto di anima e di intelligenza, non ha imparato un bel niente.
La gente cerca di metterla sul piano del gusto e del sapore, e persino sul piano della salute
La gente cerca di metterla sul piano del gusto e del sapore, e non si rende conto invece che sta mangiando dei pezzi di cadavere in avanzato stato di decomposizione.
Non si rende conto che nessuna salvia, nessun rosmarino, nessun condimento al mondo può coprire l’olezzo sinistro e mortale di una salma.
Non si rende conto che nessuna foglia verde, nessun lampone e nessun mirtillo potranno mai rendere più appetibile ed attraente quel pezzetto da obitorio o da fossa cimiteriale.
Cercano poi di metterla sul piano della salutistica, ma cadono dalla padella nella brace.
Non c’è uno scienziato vero al mondo disposto a suffragare ed a sottoscrivere il loro blaterare a favore del wurstel, della mortadella e della bistecca.
L’appestamento del tratto intestinale e la putredine popolare
Ogni tipo di malattia risale regolarmente alla stessa causa.
Ogni obesità, ogni diabete, ogni cardiopatia, ogni tumore, ogni Alzheimer, riconducono alla medesima fonte, a quell’insanguinato brandello di cadavere chiamato eufemisticamente carne, al bacillus suispestifer e a quello bovis, all’acidificazione del sangue ed all’appestamento del tratto intestinale.
La cosa è risaputa.
La putredine reale, oggi chiamata cancro, era pertinenza esclusiva di re e imperatori, nonché delle loro corti.
Ma il popolo ha preteso di evolversi e diventare sovrano, di adottare pure lui le diete dei regnanti, e così si è ritrovato ben presto ad affrontare il suo nuovo fardello, la sua putredine democratica e popolare.
Tanto che ormai non si chiede all’altro il motivo per cui l’amico con cui si giocava a carte tre giorni prima è morto.
O è incidente, o è cancro.
Il tentativo di raddrizzare quello che è irrimediabilmente storto
Si cerca a quel punto di trovare paradossalmente delle giustificazione etiche e sociali.
Appaiono così in televisione dei personaggi privi di nerbo e di stile, ma molto abili nel maneggiare con disinvolta noncuranza il budello ripieno, lo stomaco e l’intestino della mucca, la testa del maiale.
Nelle guide turistiche regionali (sponsorizzate dalle Regioni) e nei cataloghi artistici dei centri culturali,
tra le opere d’arte di pittori e scultori, internazionali, vengono sempre più spesso inserite foto con porcellini impalati ed arrostiti, che gridano vendetta all’arte, alla sensibilità, alla genialità, agli dei e persino ai peggiori diavoli.
Tutti coalizzati a far vedere che la carne è uguale al pezzo di pane, alla mela o alla pera.
Cercano di far diventare diritto quello che storto, morale quello che è immorale, simpatico quello che è orripilante, pacifico quello che è tremendo, innocente quello che è sanguinario.
Una progressiva caduta spirituale che porta alla desertificazione dell’anima
Approfittano del vuoto scientifico e culturale creato intorno a questo problema fondamentale.
Approfittano del fatto che nella società, e particolarmente in quella italiana, l’etica è stata rimossa, messa del tutto in disparte.
Rimossa dalla religione, rimossa dalla politica, rimossa dall’educazione scolastica e rimossa dall’educazione civica, rimossa dall’educazione sanitaria, rimossa dall’educazione alimentare.
Cinquemila anni fa, prima ancora delle vicende bibliche ebraiche di Adamo ed Eva, il defunto egiziano giustificava la propria vita sulla terra davanti agli Dei dell’Altro Mondo, dichiarando di non aver trattato il prossimo ingiustamente, di non aver provocato pianto o dolore, di non aver rapinato o derubato, di non aver turbato in alcun modo l’ordine cosmico, di non aver offeso o defraudato la natura.
Quanto indietro siamo andati sulla scala della morale e della spiritualità, per arrivare al nostro deserto odierno?
Una gamba, un piede, un torace, posti sull’affettatrice
Il brandello di carne, il misero e funereo resto, la povera gallina indecorosamente denudata delle sue piume, la testa mozzata del maialino, la coscia o il piede o la mano di sua madre, sono ormai tutte cose tranquille e standardizzate che non pongono interrogativi, sensazioni, esitazioni etiche.
Se una salma umana ben salata, una gamba, un piede, o un insaccato umano tipo mortadella doc di bambini veneti o lucani, venissero fissati ai morsetti dell’affettatrice si griderebbe allo scandalo, giustamente.
Ma per le altre creature, il problema non si pone affatto.
Semplici oggetti di vergognoso scambio tra gli uomini.
Necessità ineluttabili di un’umanità disumanizzata, trasformata da gente intelligente, sensibile, evoluta, in banda di negrieri assetati del sangue e del latte delle loro disgraziate vittime, e destinati a morire sempre più spesso tra le inaudite sofferenze della loro putredine corporale, mentale e spirituale.
Esiste un estremo bisogno di scienza etico-salutistica
Fino a quando la scienza etico-salutistica non entrerà di prepotenza nei programmi di tutte le scuole, dalla scuola materna alle università, nel modo di pensare delle famiglie, nell’ideologia delle madri e dei padri, e dei bimbi che essi stanno facendo crescere, nel codice comportamentale di parlamentari, premier e presidenti, continueremo ad assistere a questo avvilente e degradante spettacolo, a questa giornaliera messa in scena di uomini che, dopo aver brutalizzato delle anime incolpevoli ed innocenti chiamate con disprezzo animali, cercano di brutalizzare pure i propri simili, portandoli a credere che i resti di quelle creature sono buoni, sono sani, sono l’alimento giusto per evolversi e per puntare a un miglioramento psico-fisico e mentale della razza umana.
Come dire una doppia presa per i fondelli e una doppia sodomizzazione.
Valdo Vaccaro
Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
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