LETTERA
La carne rivoluzionaria che combatte i radicali liberi
Carissimo Valdo, ciao! Mi chiamo Alessandra e ho 42 anni. Ho appena finito di leggere un assurdo articolo sul giornale della mia città (Brescia) e ho sentito il bisogno di scriverti. Il titolo è La grigliata di carne combatte i radicali liberi, e vi si elogiano le qualità organolettiche della razza Chianina, incrementata del 63% negli allevamenti.
Che grande tristezza ho provato per la crudele sorte riservata a quei meravigliosi animali, e quale rabbia nel sapere che la maggioranza dei miei concittadini prenderà magari per buono quanto scritto, precipitandosi in macelleria!
Da 3 anni mi sono avvicinata al crudismo-vegan
Anch’io però non sono esente da colpe.
Pur essendo vegetariana dall’età di 24 anni, è solo da 3 anni che mi sono avvicinata al crudismo-vegan.
Prima il latte era sempre nella mia tazza e i formaggi abbondavano nei miei panini. Frutta poca, più verdura principalmente cotta. Golosissima di gelati, anche se mi illudevo che, avendo scelto questi prodotti da agricoltura biologica, da animali liberi almeno di pascolare, la mia anima fosse a posto.
Poi ho letto Lettera aperta ai vegetariani, e la coscienza si è fatta sentire.
Da allora è sorta in me una sete irrefrenabile di sapere.
Ho scoperto Ehret e Shelton, apprezzandone quotidianamente le indicazioni presenti nei loro scritti.
Poi il tuo sito e il tuo libro.
Un cambiamento sostanziale della mia vita
Sicuramente molto della mia vita è cambiato da quel preciso momento.
Lasciata da parte l’amata tazza di caffelatte e biscotti del mattino, adesso non riesco a salutare un nuovo giorno senza una fresca spremuta di arance o mandarini o pompelmi.
Appena arrivo in città mi infilo da un fruttivendolo e poi la spremuta la faccio sul lavoro, oppure mi compro delle ciliegie e delle albicocche.
Dalle mammelle della mucca a quelle della soia
A pranzo frutta o verdura, noci, datteri, fichi. Frutta a merenda e frullati o verdure la sera.
Mi sono però resa conto che, se fortunatamente mi sono staccata dalle mammelle della mucca, mi sto attaccando a quelle della soia, abbondando con latte e derivati quali il tofu o altri prodotti pre-confezionati. Ogni tanto ci scappa un gelato o un pezzetto di formaggio.
Voglio stare fedele a un mio progetto esistenziale
Quando ciò succede, sento di aver fallito il mio obiettivo, di aver tradito le mie convinzioni, di aver allontanato ancora un po’ da me quel progetto esistenziale al quale ambisco, che è di promuovere questo meraviglioso stile di vita, di trovare un luogo immerso nella natura dove potersi incontrare con persone che vogliano vivere, parlare, confrontarsi sull’igienismo, e dove poter vivere circondata da animali liberi di esprimere la loro meravigliosissima natura fino a morte naturale. Il timore di fare un buco nell’acqua
Io e mio marito amiamo davvero gli animali, anche se lui, nonostante le mie continue sollecitazioni, continua a mangiare della carne e del pesce.
Tu cosa ne dici? E’ un’idea realizzabile, non essendo io naturopata?
Hai spesso scritto che non sono i pezzi di carta che qualificano una persona, ma la nostra società purtroppo segue proprio quel criterio, e ho paura di fare un buco nell’acqua!
L’incontro di settembre al week-end ABIN di Gandino
Ti ringrazio ancora per tutto, perché quando mi sento sola in questo mondo di carnivori farmacodipendenti, apro il tuo blog e vedo le tante lettere e messaggi che ti arrivano, per cui mi accorgo che così sola forse non sono! A fine settembre parteciperò al soggiorno benessere della ABIN a Gandino. Non vedo l’ora di esserci. Ti mando un caloroso abbraccio sperando di conoscerti presto.
Alessandra
RISPOSTA
Una sinistra stampigliatura
Ciao Alessandra, la venalità e il cinismo degli uomini raggiunge a volte vette insuperabili.
Pr i soldi c’è gente che vende la figlia, la sorella e anche la madre, figurarsi se gli capitano tra le mani degli esseri innocenti che di gambe ne hanno non due ma quattro e che, essendo diversi, parlando idiomi diversi, ragionando in modo diverso, vengono intesi non come fratellini minori da salvaguardare, ma come oggetti inanimati da imprigionare, ingrossare, sfruttare ed eliminare con tanto di ruolini di marcia, debitamente segnati sul libro di bordo del penitenziario chiamato stalla.
Ognuno di questi esseri non ha soltanto la sorte segnata, ma ha anche un codice fiscale con stampigliata la sua data di nascita e quella di morte garantita mediante macellazione.
Tu vedi in lui un essere senziente e disorientato, e non un assieme di muscoli e di fettine
Tu vedi nell’animale un essere inerme e perseguitato, dotato di occhi, orecchi, cuore, sangue, paure, emozioni, sentimenti e anima.
Vedi in lui un bambinone cresciuto in termini di peso, ma altrettanto vulnerabile e indifeso di un qualsiasi bambino avvolto negli stracci e abbandonato su una gradinata sperduta o su un fosso.
Tu vedi nell’animale un essere sensibile e senziente, privato di ogni affetto familiare e sociale, disorientato e vilipeso, estremamente bisognoso di coccole e carezze, di amicizia senza secondi fini.
Gli allevatori e i macellai, vedono nell’animale un asemblaggio inanimato, anonimo e indistinto di muscoli in crescita, da far sviluppare nel modo più rapido possibile.
E’ tutta una questione di chili e di banconote intrise di sangue
Non lo guardano negli occhi, perché gli potrebbe anche andare di traverso.
Non lo accarezzano perché gli arriverebbe una scossa bioelettrica negativa.
Al massimo tastano con noncuranza il fondo schiena dell’animale per verificare che l’osso sia ben ricoperto da massa muscolare, e osservano con attenzione il ritmo di crescita, controllando che alla data fatidica si arrivi ai 500 e non ai 450 chili.
La scorciatoia per il Paradiso
Quanto agli imbrogli e ai metodi di marketing, non è il caso di scandalizzarsi.
Per gente abituata a bleffare e a truffare in mille modi sulla nobiltà della proteina animale, sulla sacralità della B12 e del ferro-eme, sulle proprietà calcio-formanti del latte, sulla carne speciale che ringiovanisce e combatte i radicali liberi anziché favorirli come succede nella realtà, questo è solo uno dei tanti stratagemmi di mercato.
Se sono riusciti a mettere nelle catene dei negozi apparentemente virtuosi, persino la carne bio, quando nulla di più anti-bio della carne esiste al mondo, trattandosi di salma calpestata e contaminata dall’inganno, dal terrore e dalla violenza umana, non dovremmo sorprenderci il giorno in cui leggeremo che, la scorciatoia per il Paradiso sta nella bistecca al sangue, nelle cervella e nella trippa.
Non si possono amare gli animali e metabolizzarne nel contempo le salme
Circa la vostra dieta, mi pare ovvio che tuo marito debba risolvere la propria contradditoria dicotomia.
Non si può amare gli animali vivi e nel contempo trasformare il proprio intestino in apparato cimiteriale di trasformazione delle loro salme. Quanto al tuo dipendere dalle mammelle della soia, è solo una questione di riequilibrare la qualità e la distribuzione dei pasti nel corso della giornata.
Il passaggio alla soia è comunque un passo avanti e non indietro.
Qualche gelato leggero alla soia, con dentro più frutta di bosco che gelato, non è da disprezzare.
L’importante è non mettersi in condizioni di fame arretrata.
Trova pure spunti dagli schemi dietologici che indico in varie tesine, e personalizzali a tuo piacimento.
L’importante è realizzarsi e fare qualcoda di concreto per la propria causa
Non ti so rispondere sui progetti che hai, e se prendere delle iniziative salutistiche, senza un diploma di naturopatia, può essere un buco nell’acqua.
Al limite, datti da fare per iscriverti a qualche scuola e ottieni uno straccio di documento giustificativo ufficiale. L’importante è che tu ti senta motivata e realizzata, in pace ed armonia con te stessa e col mondo.
Tutto il resto viene molto dopo.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo