LE RIFLESSIONI DI UN GIOVANE MEDICO

Non sono per niente in linea col marketing delle case farmaceutiche

 

Caro Valdo, è molto costruttivo relazionare con te.

La mia visione della medicina è soggetta ad uno spirito critico ma diplomatico, la vedo come una buona maniera di crescere.

Il mio pensiero non è sicuramente affine ai principi che vincolano la società contemporanea.

Non sono in linea col grosso marketing delle case farmaceutiche.

Pertanto non ho difficoltà ad accettare le filosofie critiche e le teorie proposte dalla COMILVA contro le vaccinazioni.

Sicuramente c’è del discutibile dietro agli studi clinici e di metanalisi pubblicati in diverse riviste.

Trattasi di ricerche costose e quindi finanziate spesso subdolamente dalle stesse case farmaceutiche.

Ma credo che sia il caso di guardare anche alla realtà delle cose, e trovare il giusto compromesso.

 

Le mie esperienze nei paesi sottosviluppati, come l’Etiopia

 

Mi riferisco in particolare ai paesi sottosviluppati, dove le condizioni igienico-sanitarie, le abitudini di vita, la cultura, i governi e, chi più ne ha più ne metta, fanno sì che le epidemie, o se vuoi i comportamenti infettivi di ampi gruppi sociali, siano dei fenomeni che causano milioni di morti prevenibili ed evitabili.

Puntare in alto e alla virtuosità è di sicuro un obiettivo nobile ma, quando sono andato a fare delle campagne di vaccinazione nelle campagne dell’Etiopia, non ho avuto dubbi sulla loro efficacia, seppure con risultati a breve termine e indipendentemente dagli effetti collaterali.

 

Mi è difficile rinnegare i fondamenti della medicina moderna

 

Ma siccome, come persona e come medico, sono soltanto all’inizio del mio percorso di crescita, c’è da parte mia apertura e buona volontà dell’imparare e nell’individuare gli eventuali errori.

Per quanto riguarda la distanza della medicina classica da quella naturale, sono concorde col fatto che la visuale globale è ben distinta.

Per quanto concerne però la terapeutica, mi è troppo difficile al momento rinnegare i fondamenti della medicina moderna.

Penso che un miglioramento della cultura (perché tutto parte da lì), della dieta (perché quotidiana fonte di vita), della capacità di relazionarsi (perché è fondamentale ascoltare), e di alcune abitudini di vita e di pensiero (esempio biocentrismo contro antropocentrismo), possano portare in futuro a terapie più efficaci, possano insomma diventare la vera cura e la vera panacea che tutti cerchiamo.

 

Non mi sono ancora chiare le eventuali alternative alla terapeutica medica

 

Al momento però, guardando alla società nel suo insieme e nella sua eterogeneità, vedendo la difficoltosa armonizzazione tra i tanti metodi terapeutici, non riesco ancora a concepire alternative chiare all’approccio diretto e a breve termine che la medicina ufficiale propone e pratica.

Nella mia temporanea ignoranza, non so ad esempio se questi valori alternativi e potenzialmente innovativi stiano nella medicina igienistica o nella medicina omeopatica, tanto per fare un esempio.

 

Alcuni esempi di interventi medici indispensabili

 

Per venire al sodo, un’appendicite acuta, magari perforata, è da operare.

Poi si può magari spiegare al paziente come fare per far sì che un’infiammazione acuta dell’intestino non abbia più luogo, onde evitare che sopravvengano complicazioni diverticolari da anziano.

Uno scompenso cardiaco o un’aumentata densità sanguigna, hanno bisogno di una terapia cardiotonica, di una terapia diuretica, di una terapia fluidificante, in attesa di migliorare la loro dieta e di adottare un approccio igienistico-naturale.

Un diabete di tipo 2 si cura con l’esercizio fisico e la dieta, ma un diabete di tipo 1 si tratta col controllo della dieta e con l’insulina.

 

Dare il farmaco e insegnare a non averne più bisogno

 

L’obiettivo più adatto, in questo momento storico nel quale la gente si mette sistematicamente nei guai, può essere quello di dare un diuretico a chi ne ha bisogno, per non mettere a repentaglio la salute nel breve periodo.

Dargli il diuretico e trasmettergli una corretta informazione sugli stili di vita e sull’alimentazione, col fine ultimo di non aver mai più bisogno del diuretico stesso.

Credimi, sarei un medico felice, se potessi curare i miei pazienti ascoltandoli e raccogliendo le loro medicine nell’orto. In effetti, io punto esattamente a questo.

 

Il confronto decisivo con la cura-della-non-cura

 

Ribadisco che ignoro molte cose.

E’ possibilissimo che mi stia sbagliando di grosso su molti argomenti.

Del resto non c’è modo migliore di imparare se non confrontandosi, sbagliando e risbagliando, correggendo e ricorreggendo, facendo tesoro dei buoni insegnamenti che la controparte ti può offrire.

Sette anni di medicina, non si cancellano in un batter d’occhio, e questo concetto lo hai ribadito con chiarezza nelle tue tesine.

Che c’è di meglio per un medico che cura per professione, se non confrontarsi con chi sostiene la

mitica cura-della-non-cura?

Ti chiamerò presto. Grazie ancora del tuo tempo e delle tue parole.

Fabio

 

 

Apprezzo davvero la tua apertura mentale

 

Ciao Fabio, da ogni tua riga si evince che sei medico, ma che prima di essere medico sei uomo, cioè una persona priva di arroganza e di cinismo.

Sei disposto a metterti in discussione. Questa è una grande qualità. Qualcosa che vale molto di più del titolo universitario e della qualifica di medico che hai.

Mi piace moltissimo la frase E’ possibilissimo che mi stia sbagliando di grosso su molti argomenti, che denota un’apertura mentale non comune.

 

Il dubbio è giusto ed inevitabile, ma deve essere risolto

 

Questo è infatti il solo atteggiamento possibile per qualsiasi uomo di scienza.

Più cose si sanno e più dubbi vengono.

Però alla fine occorre fare delle scelte coerenti tra vero e falso, ovvero tra quello che riteniamo essere vero e quello che invece scartiamo.

Non possiamo restare troppo a lungo nel limbo dell’indecisione e del dubbio.

 

A volte non bastano le buone intenzioni

 

Nessuno dubita sulle tue buone intenzioni, quando nei dintorni di Addis Abeba facevi il tuo dovere di medico in missione.

Il problema però in quel caso è duplice.

Primo, si tratta di valutare oggettivamente il risultato di tali campagne vaccinatorie sulla salute della gente vaccinata, non nel breve o nel medio o nel lungo termine, ma per la salute nel suo complesso.

Secondo, si tratta di valutare l’insegnamento culturale che viene dato alla gente con la vaccinazione stessa: educazione o diseducazione salutistica?

 

L’appendicite si risove positivamente al 100% con una settimana di digiuno

 

Quanto agli interventi medici indispensabili, nessuno li contesta.

Il pronto soccorso medico è indispensabile sempre e dovunque.

Non ho mai sostenuto che tutta la medicina sia da buttare. Ci mancherebbe.

Ti faccio presente comunque che l’appendicite, acuta e non perforata, viene risolta sempre e solo con una settimana di digiuno ad acqua distillata in tutte le cliniche igienistiche del mondo.

 

L’igienismo naturale non è una terapia in concorrenza con le altre

 

Per quanto concerne i tuoi dubbi sulle medicine alternative, sull’opzione omeopatica o su quella igienistica, rispondo subito che l’igienismo non è in corsa competitiva con la terapia medico-allopatica, o con quella medico-omeopatica, o con una delle 50 altre medicine alternative.

L’igienismo-naturale non è un metodo terapeutico ma una scienza culturale e filosofica-comportamentale che punta essenzialmente a rendere la persona edotta e liberata dall’ignoranza sul proprio corpo e sulla propria salute.

L’igienismo-naturale è un insieme di principi comportamentali-alimentari-etici, e in ultima analisi  anche terapeutici.

Principi terapeutici che sono il corollario logico della teoria basilare igienistica, per cui la malattia è un processo biologico instaurato dal sistema immunitario, per cui non va assolutamente curata, essendo essa stessa la cura.

La scienza igienistica è un insieme di principi, ed è anche un modo di essere

 

Trattasi di scienza salutistica, che sbocca a livello concreto in azioni curative molto precise e circostanziate, dove sono del tutto esclusi i farmaci, gli integratori e le operazioni chirurgiche, tutte cose accettate solo ed esclusivamente a livello di emergenza grave e di ultima ratio.

La scienza salutistica sbocca nella critica non a questa o a quella terapia, ma a tutte le terapie esistenti al mondo, salvo che esse non siano in piena armonizzazione col sistema immunitario.

Ho scritto un paio di articoli sull’omeopatia nei giorni scorsi, e ti dovrebbero chiarire meglio la differenza esistente tra i due settori.

Ti sarà utile anche la mia Storia dell’Igienismo naturale, che presenterò il 14 marzo a Milano (conferenza della Saras), che ti spedirò nei giorni successivi a tale appuntamento.

 

Cura della non cura, significa non interferire col sistema autoguaritivo, col sistema immunitario

 

Quando si parla di cura-della-non-cura, non si intende lasciare la gente in balia degli eventi.

L’igienismo non maltratta, non si lava le mani, né tantomeno invoca la malattia.

Noi igienisti puntiamo a stare sempre sani ma, se perdiamo l’equilibrio chiamato salute, sappiamo che che la malattia-sintomo-locale deriva da una malattia-causa che sta a monte.

Pertanto rispettiamo il sintomo, che è causato dal sistema immunitario, e concentriamo le nostre attenzioni sulle cause soltanto.

La cura-della-non-cura è in effetti una cura della non-interferenza col sistema immuinitario.

 

La perniciosa superstizione del curare la malattia-sintomo

 

Se la malattia-sintomo è una espulsione benefica di tossine interne in eccesso, se la malattia è il processo biologico che conduce al recupero, curarla o debellarla è un grave danno, ed è pure impossibile utopia.

Curare la malattia-sintomo è atto vuduistico, è perniciosa superstizione.

E’ voler cambiare i connotati a un processo logico, benefico e naturale.

L’errore tragico dei sistemi terapeutici non sta tanto nei 50 diversi metodi usati.

L’errore sta nel tentativo stesso di curare la malattia-sintomo, di sconfiggerla o di farla regredire.

 

Masse prèdes, masse cògos, masse mièdes, masse pissighès

 

Ho avuto la fortuna nella mia vita di avere un nonno Markìn che, 50 anni fa, si lamentava con la frase Masse predes, masse cogos, masse miedes, masse pissighés, che tradotto dal nostro friulano significa, troppi preti, troppi cuochi, troppi medici, troppi becchini.

Avendo poi più di un medico in famiglia, ogni critica ed ogni contraddizione ha dovuto necessariamente passare tramite la fertile trafila del confronto e del contradditorio.

 

Da Pitagora e Ippocrate a Shelton, Ehret e Lezaeta, più Franco Libero e Scaffidi

 

Ho avuto poi il privilegio di leggere Shelton ed Ehret, quando già mi illuminavano Pitagora, Ippocrate e Diogene, quando praticavo per conto mio approssimative arti erboristiche ed igienistico-naturali, per cui le loro teorie sfondavano in me una porta aperta.

Ho avuto infine la fortuna di conoscere di persona il più grande medico-igienista vivente, il dr Alec Burton, presidente dell’Associazione Internazionale Medici Igienisti, ed anche i due più credibili allievi di Shelton, entrambi di origini italiane, cioè il dr Ralph Cinque e il dr Frank Sabatino.

Trovare poi in Italia il sostegno di amici importanti come il dr Franco Libero Manco dell’AVA di Roma e il Maestro Igienista-Naturale e Terapista Carmelo Scaffidi della ABIN di Bergamo (collega del lezaetiano Luigi Costacurta e di Michele Manca), ha fatto il resto.

 

Le più dure critiche alla medicina arrivano sempre e solo dai medici stessi

 

Il dr Burton, oltre che essere una magnifica persona, non ha peli sulla lingua.

Il metodo medico di concepire, intendere, leggere la malattia è totalmente sballato, infantile, addirittura demenziale ed imbarazzante, perché:

  • 1) Pensa alla malattia come a una entità nemica-esterna-illogica.
  • 2) Pensa alla malattia come a una entità diversa una dall’altra, e non derivante dalla stessa matrice tossicologica.
  • 3) Il concetto medico di cura medica è raramente collegato al concetto di causa, per cui le cure si dirigono fatalmente verso lo sradicamento inutile e dannoso del sintomo.
  • 4) Curare la malattia-sintomo non è curare la malattia-causa (che resta inalterata al suo posto).

Curare la malattia-sintomo non è nel modo più assoluto sinonimo di ripristino-salute.

  • 5) Le sostanze usate dalla medicina non sono mai naturali, ma pescate tra i veleni più terribili (vedi

      Valium, vedi Azt, ecc).

 

Anche la Florence Nightingale non le mandava a dire

 

Non è forse il continuo vivere sbagliato che porta la gente ad ammalarsi?

Non sono forse tutte le malattie delle reazioni naturali alle condizioni assurde in cui noi stessi ci mettiamo?

Le malatie non sono classificabili in categorie come cani e gatti.

Mi è stato insegnato da medici superbi e da donne ignoranti a temere la febbre, la scarlattina e le varie malattie chiamate infettive.

La dottrina delle malattie specifiche, nemiche e contagiose, è il rifugio delle menti deboli e fragili della medicina.

 

Non sei affatto un medico in crisi

 

Carissimo Fabio, non voglio metterti troppo in crisi, o fare di te un medico rinnegato.

Ti posso solo dire che il disagio che molto medici stanno provando di fronte alle proprie scelte professionali è il sintomo positivo di una grossa malattia che sta a monte.

Il nome di tale malattia è medicina-sintomatica-collegata-collusa-alle-industrie-farmaceutiche.

Aggiungo pure che presso la ABIN di Bergamo bazzicano con sempre maggiore frequenza dei medici che stanno sposando l’opzione igienistica.

Non dimentichiamo la storia dell’igienismo americano, costruito pezzo per pezzo da migliaia di medici pentiti, a partire da Isaac Jennings e Sylvester Graham.

Non sei dunque un medico in crisi, uno dei tanti che dormono e si fossilizzano sugli allori del trenta e lode, ma un medico modernissimo e responsabile che sa mettersi in discussione apertamente e costruttivamente.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo