LO SPORT NASCONDE MA NON DISSOLVE I VELENI
Un atleta perfetto in efficienza fisica
Buongiorno, sono molto interessato a questioni riguardanti diete e alimentazione in generale.
Dopo aver letto il parte il suo blog mi è sorta una domanda.
Ho un amico di 36 anni che fa palestra ogni giorno, mangia un chilo e mezzo di pollo al dì, riso soffiato, 5-6 litri d’acqua, latte in abbondanza e merendine proteiche.
Come frutta va a banane e succhi confezionati.
Riempie il carrello della spesa con la massima disinvoltura
Ovviamente se ne frega degli alimenti bio, degli additivi e dei conservanti.
Va al supermercato, tira giù la roba nel carrello e via.
Quindi la sua dieta si discosta molto da quella vegana.
Eppure egli gode di ottima salute.
E’ un vero colosso e ha una gran forza fisica.
Mangiare porcherie e smaltirle in fretta è forse il massimo?
La sua alimentazione ipertrofica è forse ben tollerata e assimilata perché, a differenza di una persona normale, brucia calorie e proteine in quantità, neutralizzandone gli effetti dannosi?
Ma in tal caso significherebbe che non è tanto importante ciò che si mangia, ma piuttosto lo stile di vita che facciamo.
E, portando all’estremo questa conclusione, possiamo ingurgitare anche delle porcherie, l’importante e smaltirle in fretta.
Il pane e la pasta lievitati e surgelati
Lei che ne pensa?
Un’ultima domanda. Ho sentito che il pane e le paste lievitate, una volta surgelate, diventano potenzialmente cancerogene. Sarà vero?
Grazie per la cortese attenzione e mi scuso per il disturbo.
Enrico da Firenze
Non sono per niente favorevole ai prodotti surgelati
Ciao Enrico, le tue osservazioni sono davvero centrate.
Per il pane e le paste lievitate e surgelate, non so in che misura, come e perché possano avere effetti cancerogeni.
So per certo che tutti i cibi cotti, e che pure tutti i cibi surgelati, non sono cibi naturali per l’uomo, per cui non vanno assolutamente inclusi nella propria dieta, se non una-tantum, in vera emergenza.
Già di per sé pane e pasta subiscono dei procedimenti di lavorazione industriale, per cui vanno limitati in ogni caso ai minimi termini.
Se li sottoponiamo a ulteriori cotture e a drammatiche surgelazioni, ti puoi solo immaginare i risultati.
Ti stai sbagliando di grosso in termini interpretativi
Per il tuo amico super-atleta, le cose non stanno assolutamente nei termini da te interpretati.
Il caso del tuo amico è importante perché molto rappresentativo.
Il suo è un modello classico di comportamento, tipico della gente superattiva a livello di sport, ma anche a livello di lavoro nei più disparati settori.
L’accelerazione, non accompagnata da virtuosità etico-alimentare, nasconde grosse pecche
Sicuramente che lui sta risolvendo in modo positivo molte cose, mediante l’intensa attività fisica.
Bruciare le tante calorie, essudare tanta acqua e stare in costante stato di accelerazione cardiaca, significa tenere il motore rombante. Significa dotarsi di un ricambio efficiente.
Significa vivere temporaneamente al meglio.
Ne ho visti ed osservati da vicino centinaia e migliaia come lui, nella mia lunga esperienza sportiva, ricavando l’idea che dura minga, come dicono a Milano.
Pensa ai tanti calciatori, dilettanti e professionisti, che calcano i campi da gioco.
Fanno esattamente le stesse cose.
Non atleti, ma cavalli stanchi in declino
Si riempiono di proteine animali, di pasta, di dolci, di nutelle, di cole, di acqua, di vino e di caffè.
Leoni per una stagione di sprint e pecorelle non appena sono costretti a mollare.
Il discorso vale pure per gli integratori, i farmaci e tutte le droghe.
Quel chilo e mezzo di pollo funziona in effetti da strumento drogante, da ottano velenoso, da frusta schioccata sulla schiena dell’ignaro atleta, che non si rende conto di essere già un cavallo stanco e in declino.
Gli togli il pollo e gli altri veleni di contorno e vedrai i risultati.
Esistono le insormontabili barriere epatiche-renali-ghiandolari, ed esiste pure l’anima
Il mondo è pieno di atleti che danno l’idea di essere simbolo massimo di salute, mentre nella realtà le cose sono molto diverse.
Mi vorrei ovviamente sbagliare, visto che non auguro mai a nessuno delle cose negative, per lo sfizio banale e secondario di suffragare e rafforzare i miei punti di vista.
Ma, se è vero che le calorie si smaltiscono facendo sport, questo non vale assolutamente per i veleni introdotti.
Abbiamo precise barriere epatiche, renali e ghiandolari.
La valutazione salutistica di un atleta
La valutazione salutistica su un atleta non si fa sui muscoli e la resa sportiva, e al limite nemmeno sui denti e sui capelli (che sono utili a rivelare soltanto alcuni valori interni del corpo), ma sulla salute degli organi basilari, sulla salute di ipofisi, tiroide, timo, adrenali e sessuali, e sul livello tossiemico-lipidico del sangue.
Troppa gente finisce in orizzontale con chiome lucenti e dentature brillanti, non supportate però da sangue fluido, da organi disintossicati e da corpo eterico-spirituale disastrato.
Il fattore anima è sempre prevalente su tutto il resto
La valutazione salutistica si fa soprattutto sullo stato di relax e sul fattore anima, che gli permetta di sorridere di se stesso e del mondo che lo circonda, di dormire sonni tranquilli e privi dell’incubo di correre in forza e per merito delle salme di pollo, di maiale e di bue che si porta addosso.
Un vero atleta non riempie poi il carrello al supermercato, ma va a prendersi la carne direttamente dal macello, quando emette odore di morte e sanguina ancora.
Chissà che in quel caso la resa non si moltiplichi ulteriormente?
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo