LO STRAORDINARIO BUON ESEMPIO DELLA DOMINIQUE
Un modello trasparente e concreto, una testimonianza utile e verificabile
Buongiorno Valdo.
Cosa succede? Non ricevo più le tue tesine. Non scrivi più, oppure mi hai scaricata?
O forse hai dato qualche avviso che per qualche motivo non ho ricevuto?
Attendo il piacere di leggerti di nuovo. Cordialmente, Dominique, da Frosinone.
A questo messaggio di inizio luglio, avevo risposto da Kuala Lumpur il 13/7 tranquillizzando la Domi, dicendole che mai avrei potuto fare una cosa del genere, essendo lei un modello da seguire ed anche un esempio trasparente e concreto di una trasformazione in atto ed in cantiere, una testimonianza utile e verificabile per tutti, avendomi lei autorizzato a pubblicare il suo nome autentico.
E poi è arrivato il secondo messaggio, a cui rispondo in data odierna.
A quando il tuo secondo libro?
Ciao Valdo,
piacere di sentirti di nuovo tra di noi.
Ho letto il tuo libro. L’ho fatto più velocemente di quanto pensassi all’inizio.
Mi dicevo, una cosa è leggere un romanzo, un giallo, un libro storico, ed un’altra cosa è leggere un libro sull’alimentazione, che potrebbe essere anche barboso.
Oggi invece ti chiedo: A quando il secondo?
Avevo programmato di leggere un po’ alla volta. Invece l’ho divorato.
Ho pure lasciato dei segnalibri, per ricordarmi le cose più importanti, sottolineando i punti-chiave da segnalare alla mia famiglia, dove sto ovviamente facendo scuola.
Si usa dire che Nemo propheta in patria, ma devo osservare invece che mi stanno tutti seguendo con attenzione e fiducia.
La scoperta della sensibilità e dell’etica animalistica
Devo confessare di non essere mai stata animalista.
Se da qualche anno abbiamo abbandonato quasi del tutto il cibo di origine animale, l’abbiamo fatto in conseguenza al grave problema di salute che ha colpito mio marito (cancro al colon) nel 2002.
Ma la lettura del tuo libro è riuscita a sensibilizzarmi anche sulla questione etica.
Ne parliamo in famiglia, ma cerco di farlo anche all’esterno.
La religione della carne, del pesce e del latte.
Il mangiare e il bere intesi come piacere, divertimento, amicizia, socievolezza.
Solo che la gente è ancora molto ancorata alla cultura della carne, del pesce, del latte, del formaggio e delle uova.
Ho potuto parlare del tuo libro al mio entourage, ma ho capito per ora che nessuno di essi è pronto a cambiare registro, a modificare il proprio modo di pensare.
Il mangiare e il bere, il vino, la birra e i superalcolici, significano per questa gente divertimento, piacere, amicizia, socievolezza.
I tentativi di dissuasione da parte degli amici della domenica
Se non c’è il piacere del cibo, mi dicono, che vita è?
Altri ancora, che ora conoscono il mio nuovo modo di pensare, mi prendono pure in giro.
Ma quanti anni vuoi campare?
Non vedi che stai esagerando e ti sei quasi fissata? Non vedi che sei dimagrita troppo? Stai attenta a non diventare ortoressica, bulimica od anoressica.
Il riavvicinamento al mio vero peso forma
E’ vero che ho perso un po’ di peso. Stavo intorno ai 65 chili per i miei 170 cm, ma non era questo il mio vero peso. Avevo piuttosto un surplus accumulato negli ltimi anni, forse con l’età e la menopausa, dopo che per 30 anni ero oscillata sempre tra i 53 e i 55 kg.
Oggi, dopo tre mesi e rotti di alimentazione crudista, ho perso 8 kg.
Sto più che bene, e riesco ad indossare di nuovo quei vestiti che avevo messi da parte da diversi anni.
E sai qual è la cosa bella? Non mi è costato alcuna fatica fisica o mentale.
Non mi è mai sembrato di fare dei sacrifici.
Al contrario, sono felicissima di poter mangiare tutta la frutta che sto attualmente consumando.
C’è modo e modo di rifornire una casa
Ho il mio buon rifornimento e le mie cassette di vita, profumo e colore, riposte negli angoli freschi della casa, e questo mi dà una grossa tranquillità. Così, quando vado al supermarket, non soffro delle psicosi da carrello. Prendo un cestello per metterci magari il detersivo e vado veloce alla cassa.
Mentre vedo intorno a me tutta questa gente assillata a scegliere tra 50 marche di yogurt, 30 tipi di pane, decine di varietà di formaggio.
Gente che ha già frigoriferi colmi di carne nei vari tagli e nelle varie razze animali, con una cantina ridondante di bevande alcoliche, di salumi e formaggi, e che tuttavia sembra quasi assatanata, alla ricerca frenetica di altre sostanze ancora.
Tutto questo non mi riguarda. Faccio una spesa semplice e senza stress.
E’ vero che la frutta, anche quella comune, nessuno te la regala come ai bei tempi andati.
Però alla fine riesco pure a risparmiare, visto che le proteine animali, non si limitano a danneggiare la salute di chi le compra, ma gli alleggeriscono pure il portafogli, visto che costano ancora più del cibo vero e innocente.
Le prime esperienze ortofrutticole
Mi sono messa anche a curare l’orto.
Sto infatti raccogliendo i primi frutti da un mese, anche perché ho iniziato tardino, sia con le semine che con la messa a dimora degli alberelli.
Faccio anche il pane in casa.
Alcuni dubbi ed alcune domande sulle farine da panificazione e sulle carenze
Ti volevo porre una domanda in proposito.
Va bene mischiare le farine, ad esempio quella integrale di frumento con la farina di grano saraceno, aggiungendo semi di sesamo e di zucca, oppure la farina integrale di frumento con quella di orzo più i semini vari?
Pur andando tutto alla perfezione, qualche piccolo dubbio sorge sempre.
Sto abbinando i cibi in modo corretto, oppure corro il rischio di andare in carenza o in eccesso di qualche elemento? O magari sto producendo qualche fermentazione e qualche acidificazione?
Chiaro che i tuoi consigli mi sono preziosi, ed in più cerco di destreggiarmi con le tabelle che trovo su Internet.
I soliti dubbi sulla qualità della frutta
Per le verdure non ho grossi problemi sa superare, dal momento che coltivo al meglio il mio orto.
Mi rimane invece qualche dubbio sulla qualità della frutta, che sono costretta a comprare al supermercato, avendo nel mio giovane frutteto solo qualche peretta, qualche mela e qualche fico.
Ed è un piacere sentire da te che le mie tante domande diventano argomento di altrettante tesine utili alla gente.
Aspetto tue notizie al rientro dall’Asia.
Dominique.
Giro la tua prima domanda a Jonathan Falcone, titolare del Gruppo Anima
Cara Dominique, ho tenuto in sospeso per qualche giorno in più la tua mail per qualche lavoro imprevisto giuntomi nei giorni precedenti il Ferragosto, e me ne scuso.
Il tuo messaggio è come al solito sempre verace e dettagliato, e dunque interessante per tutti.
C’è anche spazio per degli elogi nei riguardi del mio libro, che mi fanno enorme piacere ma mi creano pure qualche imbarazzo.
Vediamo di rispondere ai tuoi quesiti. A quando il secondo libro, mi chiedi.
Non sei la sola a dirmelo.
Giro la domanda e le domande al gruppo Anima, che è in possesso di altri due testi.
L’editore punta a una diffusione indisturbata ed ancora più intensa del primo volume, prima di uscire con il secondo. Questo è quanto posso dirti.
Il Dio degli animali si farà sentire per quello che stai facendo per i veri bambini del mondo
E’ molto bello e significativo il fatto che sei diventata non solo una brava salutista, ma anche una persona eticamente sensibile e motivata che insegna in famiglia e fuori di essa la tematica della difesa degli animali, che sono, non dimenticarlo mai, i veri bambini del mondo.
Ti invito a continuare su questa strada.
Il Dio degli animali tiferà per te e ti darà ancora più forza e più salute.
Tra le molte testimonianze, la tua è davvero speciale
Ho ricevuto in questi giorni decine di testimonianze di lettori che mi hanno ringraziato per l’efficacia anche curativa delle mie tesine.
Non le hanno solo lette ma ne hanno applicato i principi alla lettera, chi per provare la colazione totalmente fruttariana, chi per eliminare la dipendenza dal fumo e dal caffè, chi per scrollarsi da dosso i latticini, chi per tentare la scalata al veganismo.
Qualcuno si è liberato dalla dipendenza dal caffè che durava da anni, resistendo stoicamente ai mali di testa di ritorno che tentavano di dissuaderlo durante il breve digiuno terapeutico in corso.
Ma il caso tuo è davvero speciale, perché hai abbracciato i principi dell’igienismo naturale e dell’etica in modo entusiasmante e coerente.
Bisognerebbe portare gli insensibili e gli indifferenti in visita alle stalle ed ai macelli
Far cambiare alla gente il suo modo di pensare non è cosa facile.
Lo stai sperimentando da te.
Perché una persona umana si apra e cambi mentalità deve sempre scattare una molla interna.
Deve succedergli qualcosa di importante, in grado di vincere la sua pigrizia mentale e la scorza di insensibilità fittizia che si è costruita addosso, a modo di barriera difensiva.
A livello psicologico e pedagogico, bisognerebbe portare gli insensibili e gli indifferenti in visita alle stalle ed ai macelli.
A livello salutistico serve solo cultura e conoscenza autentica di se stessi.
A volte è necessaria una piccola batosta fisica che noi non auguriamo mai a nessuno per principio.
Il fatto è che, se il guaio non arriva a breve, l’accumulazione di veleni si aggrava e giunge a scoppio ritardato, quando magari è troppo tardi per porvi rimedio.
Tu stessa hai sperimentato in ambito familiare questo tipo di accadimento.
Gli errori comportamentali e nutrizionali si pagano regolarmente
Odiamo troppo il terrorismo ideologico, che è l’arma preferita di un certo tipo di medicina, per ricorrere a questi mezzi.
Ma gli errori comportamentali e nutrizionali si pagano tutti prima o poi, e costano pure cari.
Non è una forma di ammonimento o di pressione da parte nostra, ma uno schema naturale e pre-ordinato dalla natura.
L’angoscia e la precarietà del sangue denso ed avvelenato
Troppa gente al mondo crede di essere sana ma vive male e non se ne rende nemmeno conto.
Avere il sangue denso ed avvelenato produce nel soggetto un continuo senso di angoscia e di precarietà.
Il fatto poi di mantenersi in questa situazione a lungo, senza porvi mai alcun correttivo, gli fa credere che quella sia la normalità, o magari lo porta a illudersi di migliorare il suo sangue con qualche bistecca al sangue o qualche bicchiere di vino rosso in più.
O magari ricorre ai farmaci, all’aspirina, alle statine, all’eparina, agli stimolanti e ai tranquillanti.
Se la gente sapesse solo gestirsi un po’ meglio, non cadrebbe in queste autentiche disgrazie.
Il piacere e il divertimento sono obiettivi sacrosanti
Hai parlato di piacere come valore irrinunciabile.
I tuoi amici hanno ragione su questo punto.
Personalmente non predico la rinuncia al piacere e nemmeno la santità.
Sono anzi un sostenitore del piacere e dell’edonismo ai massimi livelli, alla sola e precisa condizione di non nuocere a se stessi e di non nuocere agli altri.
Il divertimento non è un optional, ma un dovere.
La gente divertita ed appagata sta a questo mondo assai meglio di quella annoiata, depressa ed insoddisfatta.
Mi piace da matti Lorenzo De Medici e il suo Chi vuol esser lieto sia.
Socializzare va pure bene, ma non certo col sangue altrui. Quello non è socializzare ma gozzovigliare e profanare la povera salma di un innocente, condannato a morte da dei bipedi delinquenti.
Non bisogna confondere il piacere con il sadismo.
Non propendo per la mortificazione della carne.
Sono cinquant’anni che mastico frutta e verdura, e che l’appetito fa tutto fuorché calare
Non propendo per i grandi sacrifici e per la mortificazione della carne.
Rispetto chi la pensa a quel modo, ma la mia opinione e la mia filosofia di vita sono diverse.
Anche perché non trovo per niente divisioni ed incompatibilità tra carne e spirito, tra materia e anima.
Ha un bel dire Franco Libero Manco che il cibo inquinato porta a pensieri inquinati (vedi sua stupenda tesina sull’argomento).
Ha un bel parlare dei chakra istintuali sollecitati dall’alimentazione carnea, del triptofano che coi vegetali si trasforma invece in serotonina e ti trasmette calma, serenità e distacco.
C’è sicuramente molta verità in quelle affermazioni.
Da grande artista quale è, i suoi virtuosismi spirituali lo divertono almeno quanto le rime delle poesie e gli stupendi quadri che sa realizzare.
Tuttavia, sono cinquant’anni che mi nutro di vegetali, e non mi è mai venuta la voglia di andare in monastero, a meno che non si trattasse di un convento di monache trasgressive stile quello monzesco di manzoniana memoria.
Hanno un bel dire i preti, che spingono i giovani al matrimonio, e impongono loro giuramenti improbabili ed impossibili tipo non desiderare la donna d’altri.
Nessun volo spirituale, ma la gioia di sentirsi puliti e sani nel corpo, innocenti e nobili nell’animo
Personalmente, con l’alimentazione vegana non prometto voli spirituali a nessuno.
Forse perché io sono un tipo un po’ speciale (ma tutti in verità lo siamo), l’effetto del radicchio e delle carote è per me di tipo eventualmente opposto.
Per me vegetarianismo non significa ascetismo e autopunizione.
Non significa muso lungo e carenza di divertimento.
Non significa nemmeno mangiare la foglietta di radicchio, 5 mirtilli e la meletta, tutto rigorosamente bio.
Occorre mettere dentro tutto quello che ci serve per campare al meglio, cioè tanta bella frutta e verdura vive, e un minimo di carboidrati cotti di contorno.
Mai affamare se stessi.
Mai rinunciare al piacere per motivazioni autopunitive.
La tesi di laurea in sublimazione degli istinti.
Come diventare asceta e santo in dieci mosse.
Bisogna superare i propri limiti, e non essere condizionati dai propri impulsi disarmonici.
Bisogna coltivare la virtù, avere la forza di rinunciare a ciò che di materiale preclude lo sviluppo dei valori spirituali, dedicare più tempo ai propri ideali e alle giuste cause.
Fare in modo che le nostre azioni non siano mai lesive per alcuno.
Essere sempre onesti e leali, disposti per primi a comportarsi nei confronti degli altri come vorremmo che gli altri si comportassero con noi.
Tutte parole adamantine e condivisibili.
Ma lui si chiama Franco Libero, di nome e di fatto, mentre io dovrei chiamarmi Valdo Prigioniero.
Non è una critica all’amico Franco, che è strepitoso e unico nelle sue posizioni, sorrette da una coerenza fuori del comune.
Il suo argomentare potrebbe essere definito in termini scientifici come Tesi di laurea da dieci e lode in sublimazione degli istinti, oppure, in termini concreti, Come diventare asceta e santo in dieci mosse.
L’effetto contrario
A qualcuno, la frutta e le verdure fanno l’effetto contrario, qualcosa di simile all’effetto Viagra.
Confesso pubblicamente che come vedo un bel paio di tette partono i paletti, partono i punti, le virgole e le parentesi.
Come vedo una minigonna maliziosa partono le remore, le ordinate e le ascisse.
Appartengo alla categoria dei maschi che amano la bellezza a 360 gradi.
Il guaio è che sono impenitente e recidivo.
Pur essendo dotato di autocontrollo e di buon discernimento, pur essendo potenzialmente in grado di fare l’asceta quando serve, mi diverto pure, ad essere così.
Se l’essere uno sporcaccione seriale, soprattutto a livello di pensiero, è una debolezza, mi piace e mi diverte essere un debole. Odio l’ipocrisia e mi dà fastidio la troppa serietà.
A dicembre lungo la costa di Perth
Mi trovavo a Dicembre lungo la costa occidentale australiana, in prossimità di Perth.
Erano le otto del mattino di una giornata che prometteva un gran sole estivo, ma era un po’ presto per tuffarsi nelle magnifiche acque dell’oceano.
Così, assieme a un mio cugino australiano (non ne cito il nome perché è persona molto conosciuta da quelle parti), stavamo seduti sul muretto del lungomare, ad ammirare le tante ragazze che facevano jogging mattiniero per mantenersi in forma.
Ne passò una straordinaria, perfetta e anche di più, bikini microscopico bianco e scarpette bianche.
La sua falcata lenta e ritmica metteva in risalto ogni sua caratteristica, ogni ballonzolare delle sue splendide pertinenze.
Per il suo seno incontenibile, più che uno striminzito reggiseno, sarebbero serviti un paio di sacchi.
Basta che respiri
Diedi un’occhiata di intesa a mio cugino, dicendogli riduttivamente She has got everything indeed (A quella lì non manca proprio niente), mentre sua moglie, piazzata a tre metri di distanza ridacchiava sui nostri commenti.
You have just noticed the beauty of the front, but I can tell you that her back was not less favolous at all (Tu ti sei soffermato sul davanti. Ma ti posso garantire che la parte posteriore non era per niente da meno), mi rispose quello.
Poi aggiunse: Come on Valdo, all the other joggers, no matter the aspect, no matter how young and old, can be as good as her
(Riconoscilo, tutte le altre che la stanno seguendo, poco importa il dettaglio tecnico e l’età, possono essere altrettanto buone quanto lei).
Al che gli risposi che, dalle parti di Udine, siamo ancora più saggi e pragmatici, per cui diciamo Baste che respiri.
What the hell does it mean (che cavolo significa?)
Oh Valdo, that’s too much, intervenne più divertita che scandalizzata mia cugina italo-australiana, traducendogli il tutto con un irresistibile As long as she breaths.
Guerra è guerra
Al che, in un crescendo di sana ilarità, gli raccontai la storia della nonna violentata dai soldati tedeschi in un paesino del Friuli.
Arrivarono in una decina. Nel casolare di campagna c’era solo un ragazzino spaventato.
Achtung, dove essere tua sorella e tua madre? Non voler rispondere? Allora noi cercare.
Andarono nella stalla e trovarono, nascosta dietro la mangiatoia, la sorella quindicenne.
No, me suur no, si lamentò il ragazzo. Preda di guerra, ribadirono i militi, e la violentarono in serie.
Stessa cosa con la cugina che tentava di svignarsela.
La madre stava celata dietro un carro agricolo.
No, me mari no. Ma la sua sorte fu la medesima.
A quel punto, non ancora soddisfatti, si misero a rovistare nelle altre zone intorno alla casa.
Accovacciata nel fienile, trovarono la nonna novantenne, che uscì dal nascondiglio malferma sulle gambe.
No, sparagnàit amàncul le none (risparmiate almeno la nonna).
Al che, la nonna rimproverò il bimbo. Sito nevòt, siàre el bec, Uère e iè uère (Zitto tu, nipote! Chiudi il becco. Guerra è guerra).
Per quel che mi risulta, la storiella ha fatto il giro dell’Australia, facendo ridere da matti un po’ dovunque.
Non so cosa sia la pace dei sensi
Non ho mai inteso o percepito l’erotismo come un fatto peccaminoso, ma piuttosto come un dono della creazione.
Il mio non è un invito a perdere la testa.
Quella non la perdo mai, e non si deve perdere mai.
Dico solo che per me natura non significa solo pesche, pomodori e carciofi, ma anche tutto il resto.
Non so cosa sia e dove stia la cosiddetta pace dei sensi.
E nessuno venga a raccontarmi le storielle per bimbi scemi della moglie, magari giovane e attraente, che risolve la tua espansività sessuale.
O la storiella, ancora più sviante e tragica, che il matrimonio risolve, placa e razionalizza gli istinti sessuali.
Più tieni una donna in casa, con tutto il clima di affetto e amore possibile ed immaginabile, è più ti interessano quelle fuori.
Niente di immorale e peccaminoso nel sesso, purché non si sia violenza e sopraffazione
Non sono un maniaco sessuale, ma la bellezza femminile, e soprattutto le arti amatorie o gli stessi richiami erotici esercitati dalle donne mi intricano e mi divertono.
Potrei anche non toccare una donna per un anno, ma le mie fantasticherie erotiche, più che risultarne decurtate, si moltiplicherebbero.
Se poi si opta per nascondere le donne sotto i veli e gli chador, come usano fare nei paesi arabi, l’effetto che si ottiene non ha nulla di spirituale e di santo, ma si ha soltanto il trionfo della noia e
della ipocrisia, il tentativo di trasformare le donne da esseri umani in armenti.
Come ho sempre sostenuto, sessualità, erotismo e spiritualismo non sono affatto divisibili col coltello, ma sono piuttosto legati indissolubilmente uno all’altro.
Non esiste niente di immorale o peccaminoso nel sesso, a condizione che non ci sia violenza, inganno, e sopraffazione.
La gente è legata alle sue debolezze ed alle sue dipendenze
Torniamo però a te Dominique, e scusami se sono andato un po’ fuori tema.
La gente è molto legata alla cultura della carne, del pesce e del formaggio, hai giustamente osservato.
E’ il famoso discorso della sostanza, ed anche quello della dipendenza.
Il fumatore è legato alla sigaretta.
Il bevitore all’alcol.
Il caffeinomane alla tazzina.
Il necro-mangiatore alla sostanza animale.
Non c’è niente di meglio da fare che dare il buon esempio.
Chi ha testa e chi ha cuore non mancherà di seguirti prima o poi.
Seguire i buoni principi e non perdersi nei dettagli
Hai ancora dei dubbi sull’abbinamento dei cibi, e consulti pure spesso le tabelle su Internet.
Non farti troppi timori, e non dipendere troppo dalle tabelle.
Segui piuttosto i buoni principi che già hai adottato e andrai lontano.
Se proprio vuoi qualche dettaglio in più, ricontrolla le mie varie tesine sulle diete, ed anche quanto ho scritto la scorsa settimana (Il know-how delle combinazioni alimentari, e Alla ricerca spasmodica della proteina).
Nessuna carenza è possibile col crudismo intelligente, e nemmeno nessun eccesso.
I problemi degli sbalzi e dei disequilibri si hanno col cotto e coi cibi spazzatura, e soprattutto con la maledizione autentica degli integratori sintetici, moda infame in cui troppa gente cade in continuazione.
Se è vero che i cereali acidificano, carne e formaggi acidificano il triplo.
I rischi di ortoressia, bulimia ed anoressia appartengono ad altre categorie, non ai vegani
Nessun rischio per i vegani crudisti. Nessun rischio di ortoressia, di bulimismo e anoressia, come ho scritto ieri su Vegana io, e quasi vegani i miei gatti, in risposta alle solite malefatte mediali dei quotidiani-spazzatura.
Se hai dei piccoli dubbi fai bene ad esternarmeli.
Qualche piccolo errore si può sempre fare ma, quando si vive all’insegna della natura e della salute, ogni irregolarità ti viene segnalata prontamente dall’organismo.
Mai mettersi in condizioni di fame
Il tuo peso mi pare sia diventato ottimale.
Ricordati solo di non metterti mai in condizioni di fame.
La fame, all’infuori degli specifici interventi di emergenza chiamati mini-digiuni o brevi-digiuni o lunghi-digiuni (tutti da considerarsi piccole tavole operatorie senza bisturi), fa sempre male e porta pure a commettere errori di percorso.
Mangiare bene e mangiare a sazietà, in termini di frutta e verdura crude, questo è il metodo da seguire.
La morigeratezza riguarda i cibi concentrati e i cibi del compromesso.
La frutta si prende a cassette, e non col bilancino
Ma l’acqua biologica, gli zuccheri naturali e i micronutrienti, non devono assolutamente mancare.
Saziarsi con buona frutta a tutte le ore, e rendere pranzo e cena due momenti di relax e di socialità familiare o aziendale con cibi assai leggeri.
Via dalla testa il timore che la frutta non-bio vada evitata.
Questo è uno degli errori più gravi e diffusi.
La frutta è sempre il miglior cibo, sia essa bio o non-bio, stagionale e non.
Dare precedenza e priorità alla frutta, da prendersi a cassette e non col bilancino, come fanno troppo spesso i patiti del bio.
Anche qui mi sono espresso con chiarezza nella tesina Il falso problema del cibo biologico.
Valdo Vaccaro