L’URICEMIA, L’IPERTENSIONE ED UN RENE IN MENO
Ipertensione tenuta a bada farmacologicamente
Ciao Valdo,
Vorrei che tu dessi una risposta a Rossana, monorene e sofferente di ipertensione, che tiene a bada con Lercadip 10 mg, Coaprovel 150/125 mg e cardioaspirin 100.
In questo periodo ha spesso caviglie gonfie e prende dei diuretici.
Inoltre, da qualche anno, le sue analisi dimostrano un colesterolo HDL a livello 60 e l’uricemia a quota 6.6, con conseguenze fastidiose alla pianta dei piedi.
Difficile spiegare i motivi dell’uricemia, visto che né i tanti pomodori che consuma, né alcune verdure ricche di purine, sono sufficienti a giustificare tale irregolarità.
Che cosa ne pensi?
Franco Libero Manco.
Purificare il sangue e fluidificare il sangue. Questo è il motto vincente.
Dal punto di vista nutrizionale, il crudismo vegano e il fruttarianismo rappresentano la soluzione migliore per ogni essere umano, dettata non da ideologie di parte ma dal particolare disegno biochimico e gastrointestinale che il creatore ha assegnato all’homo sapiens.
A maggior ragione per la Rossana, l’opzione crudista-vegana diventerà preziosa alleata, dovendo essa massimizzare la funzione escretoria-eliminatoria con un apparato renale dimezzato.
Le cavigli gonfie indicano chiaramente una tossiemia nel sangue causata probabilmente dalle solite indiscrezioni alimentari.
I farmaci stessi contribuiscono il più delle volte a questo tipo di fastidiosi fenomeni.
Purificare il sangue e fluidificare il sangue è il motto vincente, ma sempre e solo facendo ricorso a metodi naturali, e non a pericolosi diuretici e a droganti ed immorali eparine.
Il più grande alleato del sangue e della salute umana rimane l’acqua biologica
Non dobbiamo scordare che la funzione specifica dei reni consiste nel filtrare costantemente il sangue, sottraendo ad esso tutte le sostanze estranee prodotte dalla digestione e dal consumo organico (catabolismo), ovvero l’acido urico, l’urea, i cloruri, i sali minerali inorganici, le droghe, i residui farmacologici e gli avvelenamenti vari.
Un insostituibile alleato del sistema circolatorio e di quello renale è l’acqua biologica della frutta, dotata di forti poteri alcalinizzanti (anti acidificanti) e antiurici.
Occorre alleggerire e far riposare il rene rimasto
Diventa dunque basilare evitare tutti i cibi che causano acidità ed uricemia.
Tra le sostanze comuni più cariche di acido urico troviamo le proteine animali (carni, pesce, latticini), e il caffè.
Diventa imperativo alleggerire e semplificare il lavoro dell’unico rene rimasto.
Nessuna concessione dunque al fumo e all’alcol, alle bevande nervine, alle bevande dolcificate e gassate, alle cole intrise di caffeina, alle bevande pastorizzate (cariche di minerali inorganici), agli integratori mineral-vitaminici, ai cibi arricchiti, ai cibi cotti, alle verdure cotte (i cui minerali si disorganicano per colpa della cottura).
Coi farmaci risolvi un problema e ne provochi altri tre
Essere monorene significa già soffrire di una notevole limitazione.
Tenere poi a bada tale limitazione e le relative conseguenze con le stampelle farmacologiche significa risolvere un problema e provocarne altri tre.
Il colesterolo HDL a 60 mg/dl è nella norma, ma il dato che serviva di più era l’LDL.
L’uricemia a 6.6 g/dl non è affatto tranquillizzante, dovendo essa stare sotto l’1 g/dl.
Purtroppo i dati forniti sono estremamente limitati e carenti, per cui non è possibile fare un quadro più accurato.
L’uricemia colpisce molto di più i maschi delle femmine, in rapporto di 20 a 1.
Non è che la Rossana sia bevitrice di caffè e di cola?
L’acido urico appartiene al gruppo delle purine, che è la forma principale con cui l’azoto viene prodotto dalle proteine durante la digestione.
Generalmente, sono molto di più i maschi a soffrire di uricemia, con un rapporto di 20 a 1 rispetto alle femmine, sia per gli stravizi a tavola che per le frequentazioni al bar, con tazzine di espresso ingerite con troppa frequenza e disinvoltura.
Gli urati o sali urici si formano nel fegato e vengono escreti normalmente per via renale.
Ma, quando sono in eccesso, vanno a depositarsi nei giunti, causando gotta e problemi artritici.
Mi viene da pensare che la Rossana beva del caffè e delle bevande alla cola, cose che dovrebbe smettere immediatamente di fare, qualora fosse così.
Il miglior metodo naturale di espellere tossine resta l’attività fisica, l’essudazione e la doccia
L’uricemia non è una malattia iniziale, bensì l’effetto di una complicazione di altre malattie curate erroneamente con farmaci, iniezioni, sieri e vaccini, tutte sostanze le quali, lungi dal favorire le tendenze auto-curative dell’organismo, lo soffocano nei suoi sintomi difensivi, lasciando il male (il veleno urico) senza vie d’uscita, ed obbligando il sangue a ritenere le sostanze pregiudiziali.
Purtroppo l’uomo non è attrezzato convenientemente per l’espulsione dell’acido urico, mancandogli totalmente gli enzimi uricasi (che abbondano invece nel sangue degli animali carnivori).
L’unico modo per espellere le sostanze tossiche rimane quello tradizionale offerto da madre natura, ovvero un’abbondante essudazione giornaliera mediante adeguata attività fisica, seguita da doccia rinfrescante.
La pelle è un secondo rene e un secondo polmone, da esporre al sole senza impedimenti e tatuaggi
Essendo la pelle una specie di secondo rene e di secondo polmone, per le sue spiccate virtù traspiratorie ed escretorie, la Rossana dovrebbe esporre la propria pelle al sole e all’aria il più regolarmente possibile, evitando creme, oli e soprattutto i tatuaggi sulla pelle.
Chiaro che le camminate a ritmo, associate a qualche esercizio ginnico e respiratorio, sono da considerarsi un’autentica panacea per sani e per malati, ed in particolare per chi deve far lavorare la pelle a vantaggio del sistema renale.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)