Un rapporto più armonioso con la natura
Caro Valdo, innanzitutto grazie per la sua attività di informazione che, in questo momento della mia vita, arriva a puntino.
Desideravo un cambiamento e credo che, cominciare dall’alimentazione, costruendo un rapporto più armonioso con la natura, possa rappresentare una buona svolta anche per una come me, che è vegetariana da 22 anni, ma che cerca di perfezionarsi.
Scegliendo di vivere in campagna, curandomi con i fiori di Bach e con le erbe, già avevo cambiato molte cose rispetto alla vita cittadina di un tempo.
Un ulteriore passo verso la leggerezza fisica e spirituale
La prospettiva di eliminare dal proprio menù anche i prodotti che sfruttano gli animali (formaggi e uova), e di incrementare la quota di frutta e verdura cruda, calando nel contempo la pasta (benché di kamut integrale con verdure), mi pare un ulteriore passo verso la leggerezza, sia fisica che spirituale.
E allora vorrei davvero ringraziarla di cuore.
Sto leggendo il suo libro, ma volevo cercare di capire (forse lo troverò proseguendo la lettura) un menù della giornata-tipo di una persona vegana, per comprendere meglio come me la potrò cavare.
Richiesta tesina o dvd sulla conferenza Saras di Milano
Sarei voluta venire domenica prossima (14 marzo) alla conferenza di Milano, ma la persona che aveva deciso di accompagnarmi dal mio paese della bassa Romagna ha avuto un imprevisto, e con la mia auto arrugginita non mi sono sentita di mettermi in autostrada.
Le chiedo cortesemente il dvd della conferenza o il testo del suo intervento che acquisterò volentieri al fine di completare la mia conoscenza. La ringrazio di cuore e attendo notizie.
A volte si hanno i nervi a fior di pelle
(Secondo messaggio di due giorni dopo).
Mi permetto di disturbarla di nuovo. Ho appena letto la tesina Ipotiroidismo e fertilità precaria, del 10 marzo, e mi sto accorgendo che, da qualche tempo a questa parte, sono buia, intollerante, incazzata.
Le cose che mi turbano maggiormente sono dovute al momento storico che stiamo vivendo.
Mi preoccupa la situazione sociale, economica e politica italiana.
Ma anche l’ombra del nuovo ordine mondiale che ci vuole tutti in fila, ignoranti, malati, controllati.
Tutte queste cose mi danno un enorme senso di fastidio e di inquietudine.
Pure il mio posto di lavoro è traballante.
Dal verde, dal sole, dal canto degli usignoli, all’abbaiare forsennato di un cane
E, come non bastasse, da due anni, il mio piccolo paradiso qui in campagna si è trasformato in una galera.
Scappata dieci anni fa dalla città, per otto anni ho goduto del verde, del canto degli uccelli e del sole.
Poi è successo che i vicini hanno preso un cane, ed è finita l’armonia.
Abbaia come un forsennato ogni volta che loro se ne escono di casa, e soprattutto dalle sette a mezzanotte.
Sto pensando persino se è il caso di vendere la casa
Questo non mi fa sentire più a casa mia. Mi sento invasa e circondata.
Parlare coi proprietari, cosa che ho già fatto, significa prendersi delle risposte aggressive e trovare un muro.
La cosa continua ogni sera senza scampo, a quindici metri dalla finestra della mia camera da letto.
Vendere casa e andare via è difficile per me che vivo da sola.
Sarebbe anche una decisione problematica, senza contare che adoro questa casetta.
Lo stress mi trasforma, mi gonfia, mi acidifica e mi rende vendicativa
Mi accorgo che questo stress mi sta trasformando.
Mi sento ogni giorno più gonfia ed arrabbiata.
Il mio corpo, il mio fegato e il mio intestino urlano vendetta e il mio viso non è più lo stesso.
Le chiedo scusa per lo sfogo, ma il mio tentativo di cambiare il cibo nasconde forse anche la voglia di rivoluzionare la mia intera situazione. Forse, alla fine, desidero solo dirle che lei ha ragione.
La mia tiroide, i miei reni sempre più scarichi, denunciano che la mia gioia di vivere sta su livelli precari. Cordiali saluti.
Serena
Un invito ad essere Serena
Ciao Serena, mi sia concesso di invitarti ad essere te stessa, cioè Serena.
Per quanto fastidioso possa essere un cane, esso non è il treno che che passa sferragliando, né la fila di camion, di auto, di ambulanze del pronto soccorso che rombano e urlano dall’autostrada.
Non è nemmeno il gallo che canta alle quattro del mattino.
Se poi è così regolare nei suoi latrati, cerca di trovare un accomodamento.
Dalle 7 alle 10 sarai impegnata in cucina con la tua cena, magari col televisore acceso.
Dalle 10 in poi, tieni tappata la finestra che dà sul canile, e apri le imposte dal lato opposto, senza chiudere la porta interna della camera.
Mi pare eccessivo voler cambiare casa per un fatto del genere.
Dunque trova degli accorgimenti e dei trucchi, e soprattutto rasserenati.
Sei troppo suscettibile e troppo vulnerabile
La tua reazione è eccessiva, spropositata, una specie di goccia che fa traboccare il vaso.
Occorre dotarsi di un certo margine di sopportazione, di una membrana protettiva ideale a rivestimento del nostro corpo e delle nostre sensazioni, onde far fronte senza troppe ripercussioni interne alle mille insidie che possono turbare il nostro modus vivendi quotidiano.
Questo tuo modo di reagire, denuncia un’eccessiva vulnerabilità da parte tua, una mancanza di filtri e di barriere protettive.
Datti una scorza.
Sei a corto di respirazione, il che è paradossale per una abitante-della-campagna
Sei sicuramente a corto di respiro, pur vivendo in campagna.
Ti consiglio caldamente di applicare tutti i giorni la ginnastica yoga, e questo deve avvenire prima ancora di ogni discorso sull’alimentazione.
La puoi appicare anche in contemporanea con le passeggiate che farai giornalmente per almeno un’ora, magari portandoti con te un cestello e raccogliendo qualche verdura di campo, sfruttando la tua invidiabile condizione di abitante-della-campagna.
Sdrammatizzare e cercare le opportune contromisure
La gioia di vivere non deve dipendere da un cane che abbaia, e nemmeno da dei vicini che reagiscono in modo sgarbato.
Al limite, se quella situazione fosse davvero per te intollerabile, sarebbe il caso di cambiare casa senza troppi indugi.
Ma, dal momento che questo non mi pare possibile, è giusto sdrammatizzare e trovare nel contempo le contromisure del caso.
Se venivi a Milano ti scordavi sicuramente dei latrati del cane
E’ un peccato che tu non sia venuta a Milano.
Si è trattato di un evento importante, costruttivo, direi esaltante.
Gente motivata e positiva, gente entusiasta e vivace, arrivata da ogni regione d’Italia.
La Saras ha fatto davvero le cose a regola d’arte, dimostrando di essere un’organizzazione di alto livello.
Mi risulta di averti già mandato il testo Da Pitagora alle scie chimiche.
Se così non fosse, fammelo sapere, e te lo rimanderò. Qualora ti interessi il dvd dell’intera conferenza puoi metterti in contatto con Gianni Barnaba giovanni.barnaba@associazionesaras.it
Diventare vegani tendenzialmente crudisti non significa finire a Dachau
Quanto alla tua alimentazione, bisogna migliorarla dove serve.
Non è il caso di scagliarsi contro la pasta kamut integrale con le verdure, alla quale ci tieni.
Basterà in quel caso farla precedere regolarmente da un bel piatto di insalata cruda e germogli, e terminare il pranzo (o la cena) con una manciata di mandorle (o pinoli, noci, noccioline, pistacchi, arachidi, semi di zucca).
Significa piuttosto massimizzare l’apporto di acqua biologica arricchita dei suoi insostituibili e non integrabili micronutrienti naturali
E basterà soprattutto che in tutti gli spazi possibili, lontano dai pasti, si inseriscano diversi spuntini sazianti di sola frutta, salvo restando lo spazio giornaliero (tarda colazione o tarda merenda) per la crema di avena coi semini pestellati di sesamo-lino-papavero-quinoa-girasole, o per il pop-corn fatto in casa, associato con banane o con fichi freschi o con datteri.
Il centrifugato mattiniero di carote-sedano-rapa-ananas-bietola-patata-patata americana-topinambur-zenzero-mela (meglio non tutti assieme), andrà bene un giorno sì e uno no, in alternativa alla spremuta di agrumi di prima mattina (o alle pesche, all’uva, alle fragole, alle ciliegie dei giorni più caldi).
Non bisogna tartassare il sistema cellulare, andando in situazioni di fame
Il tutto senza mai andare in situazioni di fame.
Affamare il corpo significa metterlo nelle condizioni di prendersi delle rivincite, e di spingerti a trovare delle impensate compensazioni nella materia grassa e alto-proteica (formaggio nel tuo caso, prosciutto o sardine per altri), nella materia amidacea-dolcificata (merendine, dolci, cioccolato), e nella materia morta-sintetica-integrante-junk (supplementi e integratori).
Il ricorso a buoni panini integrali, imbottiti di abbondanti foglie verdi e di carciofini, spalmati di crema di olive e di carciofi, con fetta di avocado e dei pinoli o delle noci, può risolvere e sostituire il pranzo o la cena, o coprire la nostra emergenza di lavoro o di viaggio.
Occorre ripristinare e riattivare tutte le nostre funzioni e tutti i nostri recettori
Senza mai dimenticare che l’alimentazione gastrico-intestinale è importante, ma da sola non basta.
Occorre ripristinare la funzionalità digestiva, e non solo.
Ci alimentiamo di pensieri, di sensazioni, di stimoli etici, estetici, gustativi, visivi, olfattivi, auditivi, mentali, sessuali, psicologici, sociali, familiari ed extrafamiliari.
E occorre dunque ripristinare la funzionalità di tutti i nostri recettori sopraffini, di tutte le nostre antenne culturali, fisiche e spirituali.
Occorre diventare dei mantici che si riempiono, trattengono e si svuotano a ritmo
Ci alimentiamo di aria, per cui è obbligatorio ripristinare la capacità respirativa, diventando autentici mantici che espellono ogni minima quantità residua di anidride carbonica rimasta nelle sacche polmonari, e che riempiono i polmoni lentamente e a ritmo, espandendoli a partire dal basso verso l’alto fino quasi a scoppiare (ritmo 1-4-2, o 2-8-4. o 3-12-6. o 4-16-8 o 5-20-10, dove la prima cifra sono i secondi di inspirazione, la seconda sta per trattenimento aria nel corpo senza espirare, e la terza è il tempo di espulsione graduale dell’aria esausta).
Come fattore di rilassamento respiratorio, si possono pure inserire dei momenti di apnea a vuoto, tra una serie di respiri ritmati e l’altra.
Il tutto senza sforzare troppo, specialmente all’inizio del programma.
Il primo alimento è l’aria, non è frase coniata da un fachiro del Bangladesh, ma dal grande Ippocrate.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo