La unicità, il tutt’uno, del corpo nel suo complesso.
La tendenza naturale del corpo verso l’armonia funzionale chiamata omeostasi.
La tendenza dei cervelli umani a farsi condizionare e ad auto-distruggere ed auto-dissipare il proprio capitale.
Spesso noi igienisti e naturalisti amiamo dire, in rispetto ai padri dell’igienismo Pitagora e Ippocrate
(padre autentico della scienza igienistica e padre formale e sfrattato della medicina moderna), che il corpo è una unità indivisibile e non-scomponibile a livello di funzionamento.
Tanto che, se c’è equilibrio, salute, ed efficienza operativa nell’assieme globale, significa che tale magnifica situazione si ripete e si realizza in ogni organo e in ogni più minuscolo componente extra ed intra-cellulare.
E vale pure il discorso opposto.
Sana la cellula e sano il sangue, tutto il resto non può che funzionare bene.
Il termine tecnico per descrivere tale stato di armonia funzionale è omeostasi.
Gli organismi viventi, grazie soprattutto ai loro sistemi interni di autoregolazione e di autodifesa, tendono regolarmente ad auto-guarire, ad auto-equilibrarsi, tendono alla omeostasi.
L’esatto opposto accade ai cervelli bacati delle persone, ricettacolo di abitudini infernali, di convinzioni strane, di bombardamenti mediatici perversi, di sistematica carenza educativa.
Le malattie che non arrivano mai da fuori, da virus esterni, da infezioni semplicemente apportate, da centri malefici e da spiriti maligni, ma che si auto-costruiscono al nostro interno, come il virus H5N1 dell’aviaria che non arriva dai migratori o da altri diabolici agenti esterni ma si sviluppa all’interno delle galline e dei polli per auto-avvelenamento biologico.
La Medicina rifiuta ovviamente il principio auto-guaritivo (sarebbe per lei il principio della fine).
Cervelli che pensano male e portano a comportarsi male, a mettere benzina falsa e scadente nel proprio motore (cibi cotti, vegetali cotti, cereali cotti) o addirittura anti-benzina (carne-pesce-latticini-uova-formaggi-prosciutti), col risultato di massacrare il proprio organismo e di rendere sempre più difficile il compito del sistema autoregolatore-immunitario.
Questa situazione, che ogni medico onesto e trasparente è costretto ad ammettere e sottoscrivere, è dopotutto la base teorica dei principi igienistici della non-cura, del non-intervento medico, ma della coadiuvazione, dell’accompagnamento amorevole, del processo di auto-pulizia e auto-purificazione digiunistica ad acqua distillata (scuola igienistica-naturale americana), o ad acqua e limone (scuola tedesca ehretiana anti-muco, scuola svizzera bircheriana).
Sarebbe addirittura ridicolo attendersi dalla Medicina un riconoscimento ufficiale dei principi di cui sopra.
Sarebbe il principio della fine sia per lei che per la socia in affari chiamata Farmacologia.
Smettiamola dunque di pretendere l’assurdo e l’improponibile dai poveri cristi chiamati medici.
Gli scienziati, quelli non a libro-paga degli Dei-Terrestri, conoscono la verità.
Gli scienziati onesti (leggi Duesberg) vengono perseguitati e umiliati. Gli viene tolto un sacrosanto Nobel che finisce paradossalmente nelle mani (leggi Montagnier, e leggerai Gallo nel 2009) dei corrotti.
Gli scienziati veri e non sul libro paga delle industrie, sanno che le malattie non arrivano da Satana, e sanno che le infezioni e i virus annuali non giungono da zone perverse del pianeta tipo Hongkong (che tra l’altro è, dopo Singapore e Tokyo) una delle metropoli più belle, pulite e organizzate del pianeta, ma che l’uomo se le costruisce nel proprio interno pezzetto per pezzetto, cellula morente su cellula morente, con morie eccessive di masse cellulari che si trasformano in masse virali che il corpo non riesce a riciclare ed eliminare, intasando e bloccando il metabolismo cellulare e impedendo dunque al sistema immunitario di fare il suo lavoro. Ecco da dove arrivano i cosiddetti virus e retrovirus Hiv.
Non dai mariti verso le mogli, non dalle prostitute verso i clienti improtetti e viceversa (come i numerosi esperimenti hanno del resto ampiamente provato, vedi Aids, il Virus Inventato, del prof Peter Duesberg, in vendita da anni nelle librerie del mondo, incluso quelle italiane), ma sempre dalle gravi indiscrezioni nutrizionali. E’ l’emergenza da auto-avvelenamento cellulare interno.
E’ la stessa cosa che avviene nel campo delle galline.
Vorrebbero mettere il profilattico ai galli, ma quelli non ci stanno.
E’ la stessa identica cosa che succede con la peste dei polli chiamata Aviaria.
Isolato il virus mortale e trasmissibile, quello che spaventa l’uomo per le sue temute potenzialità trans-geniche, tutti alla ricerca delle origini del contagio.
Allevamenti ormai perfetti, perché già tartassati dalla peste in passato, con pavimenti disinfettati e lustri, con gabbie ripulite sistematicamente secondo le direttive imposte dagli enti aviari internazionali, e con ogni addetto dotato di guanti protettivi e di spray antimicrobici. Eppure i poveri polli continuano a morire.
E questo succede contemporaneamente ad Hongkong, in Filippine, in Giappone, in Korea, in Cina, in India e in Pakistan. Succede anche in Italia. Spesso si nasconde e non si dice. Dichiarare una o 10 galline morte significa causare un putiferio e buttare in fossa comune decine di migliaia di volatili.
Gli scienziati liberi sanno. Ma quelli a libro paga fanno finta di non saperlo.
La verità semplice e chiara non comoda a troppa gente importante
La verità non comoda alla Pfizer e alla GlaxoSmithKline (GSK), alla Roche e alla Sanofi-Aventis, e tanto meno alla CDC (Central Disease Control), alla OMS, alla WHO e alla FDA, vale a dire all’Olimpo degli Dei che governano e stradominano oggi il pianeta Terra a colpi di farse e di macchinazioni, di malattie inventate e da inventare, di personaggi di apparente bella presenza e bella referenza, ma in realtà sgraziati, viscidi e immorali, come l’imperturbabile William detto Bill Clinton.
Non comoda ai vaccinatori di tutte le razze e di tutte le stirpi.
Non comoda ai cultori delle epidemie, ai profetri del farmaco e del siero, dello spermicida e del profilattico.
Non comoda ai teorici pasteuriani del morbo e della infeziose trasmessa, agli implacabili avversari anti-bechampiani della peste autogenerata, ai Sapientini romani avversari indecorosi e indegni del professor Duesberg.
Non comoda ai sanitari dei reparti infetti, agli immunizzatori che vivono e prolificano in mezzo al terrorismo psicologico, ai barellieri, agli untori e ai monatti di manzoniana memoria, reincarnati e riproposti a piene mani dalla Disonestà e dalla Disinformazione-al-Potere.
Non comoda persino al Vaticano, che ha perso il suo grande personaggio Monsignor Paul Casimir Marcinkus (esiliato nel 1989 e morto in un paesino dell’Arizona un paio di anni fa, dopo aver guidato lo Ior, incluso il gruppo Maccaferri e incluso la redditizia fabbrica bolognese Hatù dal 71 all’89), ma non ha perduto la giusta voglia di rinunziare ai suoi affari finanziari.
Non si deve mai arrivare alla persecuzione e al sadismo. Non si puo’ pretendere l’auto-castrazione.
La scuola Clinton-Levinsky ha lasciato il segno, con la benedizione urbi et orbi della Hatù e del Vaticano.
Non puoi pretendere l’auto-castrazione. Costringere una persona a scavarsi persino la propria fossa è eccessivo, sadico.
Non puoi imporre al vero chiavatore il preservativo, come non puoi imporre alla accoppiata medico-farmaceutica il redditizio gioco prescrizione-ricetta.
Sarebbe come chiedere a un dongiovanni classico, appassionato di gnocca in ogni suo fluido ed aroma, di infilarsi un profilattico e di non lasciare il marchio bio-chimico sulla controparte femminile.
La cosa ti potrà riuscire con gli squinternati pseudo-chiavatori odierni, propensi a fare un intenso trattamento preventivo antisettico, a base di creme fungo-battericide miste a viagra, disposti a compiere il loro precario ed effimero atto con la foga del conquistatore ma con lo spirito schizzinoso e pusillanime del masturbatore terrorizzato dal contatto e dallo scambio autentico.
Ti potrà pure riuscire con le false-mangia uomini odierne, che prendono maggiore soddisfazione dai phone e dai vibratori, avendo lasciato alle spalle e dimenticato le loro magnifiche gesta erotiche dei bei tempi, quando il prezioso lattice maschile era il condimento essenziale ed indispensabile di ogni atto amoroso degno di tale nome.
La falsità e l’ipocrisia, la scuola Clinton-Levinsky, hanno evidentemente lasciato il segno, con la benedizione urbi et orbi della Hatù e del Vaticano.
L’importanza fondamentale di comprendere il sintomo e cercare da altre parti la malattia.
L’emicrania non sta nella testa, l’adipe non sta nel grasso, il male non sta nel tumore.
Se subentra un fatto grave, un guasto, una malattia, una disfunzione, una indiscrezione nutrizionale e comportamentale prolungata, una ferita, un intervento medico-farmacologico-chirurgico invasivo, tutto salta e si complica.
Ed è a quel punto che arrivano dei sintomi di dolore, ovvero dei messaggi-avviso-allarme evidenti localizzati spesso nei nostri punti più deboli e delicati, ma non necessariamente sui punti topici del male, per cui l’emicrania non significa necessariamente che il problema sta nella testa, ma può stare benissimo invece nello stomaco o nell’addome.
Il male da grasso, chiamato obesità, non sta necessariamente nell’adipe da mandare via al galoppo, ma nei meccanismi ormonali e nelle scelte nutrizionali del soggetto.
Il male da tumore non sta nel tumore (che non va dunque toccato), ma negli avvelenamenti a monte e nelle perverse scelte di vita del cliente stesso (talvolta anche delle scelte precedenti della mamma e del padre che fumano e mangiano carne, del nonno e della nonna che avevano le cantine piene di lardo e di salami, quando il piccolo in fasce ha la sventura di ereditare gli errori micidiali dei suoi improvvidi avi).
La complessità e l’interdipendenza del corpo umano
Dicevamo all’inizio di come un sintomo specifico e localizzato non indichi necessariamente un male nello stesso punto della manifestazione, in quanto il male e l’intossicazione è sempre dell’intero sistema.
La stessa cosa succede in un motore, dove le forze in campo sono tutto sommato molto più semplificate, limitandosi esse al fattore meccanico, oleodinamico, elettrico e chimico.
Un problema alla carburazione provocherà surriscaldamento al motore, intasamento filtri, sporcizia alle candele, lubrificazione arrancante, rischio grippaggio pistoni.
Figurarsi in un organismo complesso e delicato come il nostro, dotato di canali e filamenti lunghi quanto la distanza tra Roma e Pekino percorsa 7 volte nei due sensi.
Un organismo dove si aggiungono fattori biochimici, mentali, biomagnetici, intracellulari, immunitari, che rendono la macchina umana miliardi di volte più elaborata, sofisticata, vulnerabile, di qualsiasi macchina o computer ideati dall’uomo.
L’importanza strabiliante del canale gastrointestinale e del colon
Eppure, nonostante queste appropriate considerazioni sulla unicità dell’organismo, e sulla necessità di affrontare ogni eventuale sua disfunzione con la lente della visuale globale, è giusto dire che la salute umana si gioca quasi sempre in quel tratto che va dalla bocca all’ano, in quel canale che si chiama tubo gastrointestinale, ed in particolare nella sua parte terminale detta colon.
Non cadremo nell’errore metodologico di elevare il colon a principe della salute umana, altrimenti predicheremmo bene e razzoleremmo male.
Ma ci sia concesso dire che un colon dalle pareti interne elastiche e pulite, prive di incrostazioni fecali derivate da ritenzioni problematiche e prolungate, un colon che si svuola del tutto e regolarmente a conclusione di un percorso netto e virtuoso del cibo giusto (del cibo di elezione umana che è l’esatto contrario di carne e latte) sia nella parte alta che in quella mediana dell’intestino, è sininimo di salute generalizzata, è indice di garanzia che tutti gli organi interni stanno facendo il loro lavoro al meglio.
Al contrario, un colon raggrinzito da cibi concentrati e minuscoli, da diete basate su piatti elaborati, cotti ed incipriati, da inappetenze e bulimie, da scarsità di materiale fibroso, da fenomeni biochimici perversi e degenerativi quali le putrefazioni e le fermentazioni, lavorerà male e a fasi alterne, provocando
auto-avvelenamento, costipazione, fegato ingrossato, ulcerazioni gastrointestinali, intestino infiammato dalle contine fermentazioni (bolliture alcoliche dei residui), acidificazioni del sangue e richiami di osseina dalla zona dorsale con conseguente osteoporosi, metabolismo scorretto, cuore che fa fatica, sistema escretorio-renale irritato e stressato, sistema ghiandolare che dà i numeri, e così via.
La terapeutica di serie A, chiamata Medicina, e la terapeutica di serie B, chiamata Salutismo Naturale
In teoria, il dominio del campo salute dovrebbe essere totalmente in mano alla Medicina.
Di diritto ed anche di fatto, già lo è.
Nessuno ha studiato più a fondo del medico materie rognose e complesse come biologia e microbiologia, e nessuno ha affrontato stanze più stressanti e disperanti come il reparto anatomia.
In teoria lui dovrebbe essere il re della salute e della malattia, la serie A della terapeutica.
Al contrario, i non medici di tutte le specie, inclusi naturopati e igienisti naturali, non essendo in genere stati sottoposti a quella micidiale trafila formativa, dovrebbero essere considerati terapeuti di serie B, ovvero gente che la medicina tende a disprezzare e a definire manovalanza assistenziale, infermieristica e ciarlatana.
Ma non sempre le ciambelle escono col buco.
Non tutti gli ingegneri sanno fare strade e ponti.
Non tutti i campioni del calcio provengono dalle scuole calcistiche del Milan e della Juve.
Alla fine, quando uno si ammala, la prima cosa che fa va dal medico, dal meccanico riparatore il quale, sulla base del sintomo più evidente e fastidioso deve, per forza di cose, per routine, per pretesa precisa e a volte assurda del cliente, e pure per obbligo professionale, abbozzare una diagnosi, ovvero una descrizione della malattia, sfornando nel contempo una prescrizione di farmaci adatti a curare, cioè a far sparire, tale sindrome.
La drammatica contrapposizione ideologica tra medicina e salutismo naturale o igienismo
Il medico di oggi, per la scuola che ha fatto e per la specializzazione in cui opera, non può dirti che sei ammalato nell’assieme.
Anche perché, pur volendolo fare, non esistono farmaci globali, panacee biochimiche in grado di ripristinare la salute nel suo complesso.
Egli è dunque costretto a concentrare le sue attenzioni sui segnali che il paziente rivela, sui sintomi che il cliente presenta. Risolto il sintomo, guarita la malattia e missione completata.
Ma trattasi ovviamente di guarigione illusoria, parziale, temporanea.
Lo squilibrio generale pre-esistente è rimasto tale e quale.
Si è tacitato il prezioso segnale d’allarme sintomatico, ma le cause remote di malattia che stanno a monte (cibi impropri e stili di vita assurdi) sono rimasti tali e quali, inalterati, e a quel primo sintomo ora fatto scomparire ne seguiranno a breve degli altri.
Ed è per questo che la malattia non deve essere mai curata, mentre deve subire una minuziosa cura comportamentale il soggetto nella sua mentalità, nelle sue idee, nella sua cultura, nelle sue abitudini.
Ed è proprio qui, in questo frangente, che si attua la drammatica contrapposizione ideologica tra medicina e salutismo naturale.
Condividere gli aspetti positivi del salutismo naturale equivale decretare la propria morte economica.
E’ coi vaccini e coi farmaci che si fanno i soldi, non certo con l’acqua distillata e i buoni consigli.
Chiaramente, riconoscere queste verità ovvie, importanti, decisive per la sorte del paziente, è impossibile per il medico.
Oggi come oggi, esaltare o semplicemente condividere gli aspetti positivi e risolventi del sistema igienistico-naturale sarebbe come decretare la morte economica di se stesso, la fine del suo stato privilegiato.
Un medico non può trasformarsi in consulente, in terapeuta globale.
Gli verrebbero a mancare i ritorni economici (dal cliente o della mutua), e i ritorni di contorno (dalle strutture farmaceutiche).
E’ coi farmaci e i vaccini che si fanno i soldi, non certo con l’acqua distillata di Shelton, o con l’acqua e limone di Ehret e Bircher, coi digiuni e i buoni consigli della salutistica naturale.
Più che una questione di abilità individuale è un problema di impostazione scolastica.
I medici ideali di un tempo. Dagli americani Tilden e Graham, ai nostri bravi medici condotti.
E poi non è soltanto una questione di valore e abilità individuali.
Intervengono qui il tipo di preparazione e le direttive, i dogmi e i preconcetti, le deviazioni storiche e i condizionamenti a monte.
Nessuno contesta in genere che il medico dovrebbe essere il top per la salute e la malattia, e persino il re dell’igienismo.
Ma questo medico ideale non esiste affatto, salvo rarissime eccezioni (come ad esempio il dr Cocca).
Esisteva a metà Ottocento, quando medici indipendenti e ricchi di famiglia, come Graham e Tilden, povevano permettersi di mandare a quel paese l’Ordine Medico, in nome del loro amore profondo per la professione e per la verità, e fondare la corrente medica dissidente chiamata ANHS (American Natural Hygiene Society), portata alla notorietà da Herbert Shelton.
Esisteva con modalità artigianali e volontaristiche nei nostri vecchi medici condotti, i quali spesso si strafregavano delle direttive e cercavano davvero di aiutare i pazienti a saltar fuori dai problemi, e non esitavano a chiedere cento dettagli su cosa uno faceva e su come uno mangiava, arrivando spesso a sconsigliare il farmaco e prescrivergli ciliegie, radicchio, carote e ravanelli.
La disciplina militare e le corruzioni dell’Ordine Medico Internazionale.
La farsa del giuramento a Ippocrate. Non la Natura, ma il Medico come Sovrano Guaritore dei Mali.
Creare miti e illusorie aspettative è una pericolosa arma a doppio taglio.
Succede infatti che l’ordine medico procede con metodi irreggimentati e con disciplina militare.
Strade predisposte, divieti di svolta a destra e sinistra, ricerche obbligate in una direzione e vietate nell’altra, pali e paletti da dribblare come nello slalom, zona minate da non toccare, paraocchi incorporati da non togliere nemmeno nel sonno, corruzioni e collusioni stratosferiche con le zone-soldi delle industrie alimentari e farmaceutiche, coi giganti delle bevande micidiali (caffé, the, cole, alcol), coi macro-macelli e le macro-latterie del mondo, radiazione dall’ordine a chi si permette di non seguire le istruzioni o di dare il pessimo esempio.
Succede persino che le lauree in medicina si consegnino con un rituale che prevede tuttora il giuramento di fronte al testamento di Ippocrate.
Una autentica farsa e una presa per il culo del grande maestro greco, ma anche di altri maestri basilari stile Claudio Galeno, massimo estimatore di Pitagora e di Ippocrate.
Molto meglio e molto più realistico-elegante-onesto sarebbe per l’Ordine Medico far giurare i futuri sanitari sul testamento bislacco del chimico francese Luigi Pasteur, figura antesignana in perfetta linea coi personaggi sinistri che la Medicina Odierna sta premiando con Nobel taroccati e prefabbricati, come nell’eclatante caso Montagnier.
Ippocrate impone il Primus non nocere? E la Medicina Attuale fa esattamente l’inverso, predicando Primus nocere et invadere, poi si vedrà.
Ippocrate impone il La Natura è Sovrana Medicatrice dei Mali? E la medicina fa esattamente l’opposto, predicando che Il Medico e il Farmacista sono i Sovrani Medicatori dei Mali.
Sarebbe pure bello che fosse così. Ma sappiamo che non è così.
Sostenere questa atroce bufala da parte della Medicina è anche controproducente e pericoloso, è un’arma a doppio taglio, in quanto crea illusioni, attese e pretese nella popolazione ipnotizzata dalla grandezza e dalla bravura immensa dei primari e dei chirurghi, degli dei in camice bianco o verde che sia.
La rivincita e i risultati concreti dell’Igienismo Naturale.
Le terapie naturali promosse alla serie A e quelle medico-farmaceutiche retrocesse alla serie B e alla zona-Ciarlataneria.
Ecco l’emergere del Gran Maestro Carmelo Scaffidi come terapeuta preferito nell’Italia di oggi.
Ecco allora che spesso succede l’impensabile.
Ecco allora che gli Czar di Russia, prima di finir male con la rivoluzione Bolscevica, venivano a farsi curare nella modesta clinica igienistica del dr Bircher-Benner, e non nei pomposi ospedali elvetici del tempo.
Ecco che le ricerche più importanti sulla salute avvengono in campi non medici.
Ecco che le cliniche più efficaci e guaritive sono quelle degli igienisti-naturali americani, scandinavi, svizzeri e tedeschi.
Ecco che tutti gli artisti di Hollywood e i magnati dell’industria americana si rivolgono alle cliniche igienistiche dei medici-igienisti italo-americani Ralph Cinque e Frank Sabatino, o a quella di Alec Burton.
Ecco che operatori terapeutici con la testa sulle spalle e il cuore al suo posto, come l’umile e appassionato Gran Maestro dell’Igiene Naturale italiana Carmelo Scaffidi, si guadagnano meritatamente i favori della gente nell’Italia di oggi.
Ma tu sei medico? Allora non ti voglio.
Sei igienista-naturale? Mi sta bene. Almeno so che non mi drogherai coi farmaci e non mi toccherai col bisturi.
Il paradigma di Mendelsohon, Sei sano? Non andarci. Sei ammalato? Non andarci.
Ecco che i migliori testi di medicina e di terapeutica vengono scritti da non-medici, e che le ricerche più approfondite in campo medico-igienistico vengono sempre più spesso realizzate in campi diversi da quelli specifici della medicina.
Ecco che la serie B viene promossa dalla gente stessa in serie A, e che molti settori medici della serie A vengono retrocessi alla serie B o anche più giù.
Ecco infine che la domanda Ma tu sei medico? può diventare insinuante e provocatoria, e che la risposta
Sì, sono medico, non sempre e non necessariamente è garanzia di sicurezza e di risultato.
Ecco che spesso succede l’esatto contrario, vale a dire che il rivolgersi all’igienista è ottima garanzia di non invasività, di rispetto rigoroso delle norme ippocratiche.
Ecco come si arriva al famoso paradigma del pediatra americano dr Robert Mendelsohn, per cui
Sei sano? Non andare dal medico, ti ammalerebbe. Sei ammalato? Non andare dal medico, ti aggraverebbe.
Sei andato dal medico? Fai l’esatto contrario di quanto ti ha raccomandato e prescritto.
Il tutto da prendersi ovviamente con beneficio di inventario e da interpretarsi con tanto sale in zucca
Il tutto però da interpretarsi con tanto sale in zucca, com’è ovvio.
Non tutta la medicina è taroccata.
Non tutti i medici sono delle macchine robotiche o dei mostri infernali che obbediscono ciecamente al loro padrone Cell, come succede nei cartoni di Dragon Ball.
Al contrario, conoscendoli uno per uno, ci si sorprende della professionalità, dello spiccato senso umoristico, delle doti morali e umane che hanno i medici nel loro aspetto privato e personale.
Spesso è la divisa e il ruolo che li porta, come categoria, a marciare in una determinata e fatale direzione.
Non tutti i mali sono comunque trattabili da parte di chi medico non è.
Operazioni specifiche, trattamenti particolari relativi a denti e occhi, gola e orecchi, fratture e riparazioni ossee, soluzioni chirurgiche davvero indispensabili, emergenze varie da pronto soccorso, e varie altre cose da studiare e soppesare per bene di volta in volta, richiedono decisamente ed esclusivamente l’intervento dello specialista medico.
L’ideale è trovare nella stessa persona un buon medico e un buon salutista, cosa assai difficile
L’ideale, lo ribadiamo, trovare nella stessa persona il medico dissidente dotato di coscienza igienistico-naturale, cosa peraltro assai rara nel panorama sanitario di oggi, soprattutto in Italia, mancando dalle nostre parti una tradizione salutistico-naturale, scuole e strutture, nonché docenti, ed essendo qui in presenza di un retroterra sociale, politico ed economico, totalmente avverso a questo tipo di filosofia terapeutica.
Lo scrivente, che si ritiene un salutista naturale per carattere, formazione ed esperienza pratica (ma non clinica), va regolarmente dal suo oculista per un accurato controllo della vista, dal suo otorino per un controllo della sua acustica e dal medico odontotecnico per i suoi denti, ma lo fa con prudenza.
L’importante è che i suoi medici lo ascoltino bene e limitino al minimo i danni
Quando ha capito che la cartilagine alla sua anca destra non si regolava e non ricresceva, nonostante la brusca interruzione delle sue intense attività sportive ed agonistiche, non ha esitato a cercarsi un chirurgo che la pensasse come lui e che accettasse un sistema mini-invasivo per la risoluzione del suo problema.
I medici è giusto che esistano. Ed è giusto che diventino più bravi, più liberi, più trasparenti e più umili, ma soprattutto più vicini ai concetti salutistico-naturali, da impararsi, nota bene, presso i loro tanto vituperati ciarlatani della serie B, visto che alla Normale di Pisa non conoscono Shelton ma solo Azzolina e Chris Barnard.
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Le spaventose statistiche del cancro colo-rettale
Tornando al colon, dicevamo che è soprattutto lì che si gioca la partita della salute.
Da un articolo apparso sul The China Post di Taipei il 16/12 scorso, si apprende, dalla dr Elizabeth Ward della American Cancer Society, che il cancro colo-rettale è il terzo cancro-killer negli USA, con 50 mila persone che muoiono ogni anno per questa malattia, con prevalenza del 19% della popolazione nera per chiari motivi nutrizionali.
Sarebbe interessante verificare le statistiche di Taiwan e Cina e dell’Asia intera, e scopriremmo dati ancora più allarmanti.
Basta guardarsi attorno.
Ho fatto un giro per la città, mentre ero a Taipei, alla ricerca di qualche frutto per colazione.
Ho dovuto fare due chilometri per trovare un pezzo di melone e delle fette di guava, mentre ad ogni piè sospinto i fritti con il lardo, la pancetta, le uova, il pesce e il gambero, non si contavano.
Ti puoi solo immaginare in quali condizioni versino i colon dei cinesi.
Erano degli sprovveduti già in origine, per colpa della sovrappopolazione e della fame che portano ad ingoiare qualsiasi cibo, e poi gli è arrivata la stoccata finale dei MacDonald, dei Seven Eleven e della FDA, per i quali la prima cosa è fare soldi, la seconda è insistere sull’apporto di proteine nobili più B12, la terza è piazzare cibi morti-concentrati-confezionati-arricchiti.
Per l’acqua biologica, la vitamina C naturale e i minerali organicati, c’è sempre tempo, magari nell’al di là.
Tornato in albergo, ho incontrato George Liu, uno dei miei amici di lavoro.
Da 5 anni va, esce e torna in ospedale. Gli parte del tutto la memoria, e per delle ore si ritrova stordito e istupidito. Non sa chi è, cosa fa e come si chiama.
Lo stanno chiaramente imbottendo di farmaci.
Gli ho detto che per me non è malato, e che i suoi vuoti mnemonici non sono altro che un sintomo.
Sono il segnale che non gli sta arrivando regolarmente glucosio in zona cervello, e che questo accade perché il suo sangue è povero, denso, rovinato dalla sua tipica dieta morta taiwanese.
Anche lì è coinvolto il colon.
Gli ho consigliato di mangiare solo frutta succosa in abbondanza di mattina, se vuole schivare il suo andirivieni con l’ospedale.
L’enorme importanza dei cicli alimentari.
Lingua pulita, ovvero un sano terminale nord del sistema gastrointestinale.
Salta agli occhi l’enorme importanza dei cicli alimentari, dei 3 cicli nutrizionali-metabolici di 8 ore, che vanno da quello appropriativo-cibario (dalle 12 alle 8 pm), al ciclo assimilativo-assorbitivo (dalle 8pm alle
4 am del mattino dopo), a quello eliminativo (dalle 4 am alle 12).
E’ estremamente utile che di mattina si evitino i cibi cotti, le bevande calde e zuccherate, i the e i caffè, il fumo e le pasticche, i cibi secchi e concentrati, i pani e i pasticcini.
Almeno di mattina dunque tutti fruttariani-crudisti, e con questo si fa già un notevole passo avanti.
La gente deve imparare non solo a mettere in bocca il cibo giusto, ma anche a verificare cosa succede di tale cibo quando va in bagno.
Conoscere se stessi implica anche controllare che tutto funzioni regolarmente, che la defecazione sia facile, abbondante e completa, e che non rilasci odori troppo pesanti, nocivi, insopportabili.
Altrimenti, se non lo facciamo noi, finisce che dovremo essere controllati da terzi.
Diventate tutti un po’ gastroenterologi e caccologi, se volete stare bene.
E ricordatevi inoltre che il sistema renale, messo in crisi da carni e latticini, e dalle attuali aggiunte melamminiche (cacca-urina sintetizzata, per ora si spera solo di mucca), ha grossi collegamenti col sistema intestinale.
Più i flussi eliminativi saranno abbondanti, regolari, ritmati, e maggiore sarà la pulizia interna, confermata poi dal buon sapore che dovremmo ritrovarci costantemente in bocca e nel respiro, e dallo stato di pulizia della lingua, che è da considerarsi un tutt’uno, un terminale nord dell’apparato gastrointestinale.
Un buon colon vegetariano non mente.
I nostri intestini sono fatti per essere riempiti al meglio e per essere svuotati in fretta.
Il ruolo decisivo dell’acqua biologica, il più importante alimento mai menzionato dalla medicina.
Mangiare Tanto e di poco, ho scritto in un’altra tesina, per contestare il mito del Poco e un po’ di tutto, tipico della corrente disinformazione medica.
Se il nostro sistema fosse un tubo d’acciaio inox, irrorato da scariche di acido cloridrico e di enzimi urikasi (e se gli animali non avessero l’anima e non soffrissero come noi e più di noi) non starei di certo qui a scrivere contro la carne.
Ma siamo fruttariani, e i nostri intestini sono fatti per essere colmati e riempiti con materiale di prima qualità, con materiale non acidificante, non ossidante e causatore di radicali liberi, non putrefacente, non fermentante, non uricemizzante, non leucocitosizzante. Materiale carico dei suoi micronutrienti vitaminici e minerali e delle sue fibre.
Poca o niente acqua, sempre in antitesi con le tesi mediche, perché l’acqua diluisce i succhi gastrici e rallenta la digestione, ed in più diluisce il corretto grado di acidità della materia fecale nel colon, unica zona dell’intestino a preferire ambiente leggermente acido.
Il che non succede con l’acqua biologica della frutta succosa, accompagnata com’è sempre dai suoi micronutrienti.
Provate a mangiare una buona volta come Dio comanda, come la natura umana prescrive, e vi accorgerete della differenza.
Quando vai di corpo regolarmente, quando i tiuoi escrementoi producono odori quasi dolciastri, a ricordo della tanta frutta metabolizzata, e non offensivi e pesanti come i residui carnei in putrefazione, non fastidiosi come i residui post-alcolici dei bevitori incalliti, quando la tua lingua è pulita e il tuo alito gradevole, allora
non serve che tu vada a farti controllare il sangue, non serve che ti preoccupi per la prostata e per l’efficienza sessuale, non serve che ti spaventi per le alte percentuali del cancro colo-rettale, non serve che tu parta con protezioni plastiche e battericide ai tuoi appuntamenti galanti, non serve persino farti un rifornimento inglorioso di Viagra.
Lascialo pure al dr Mc Kinley, direttore e ipermiliardario della Pfizer, che dovrà pure spendere in qualche modo e da qualche parte quei 10 milioni di dollari/anno, trasudanti sofferenza, malattia e morte, carpiti ai suoi clienti di ogni angolo del pianeta.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
autore: Valdo Vaccaro
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