Musicoterapia per animali d’allevamento, abbandonati e selvatici

Numerosi studi hanno ormai confermato che la musicoterapia provoca effetti benefici sullo stato emotivo degli animali allo stesso modi che negli esseri umani, cosa che dovrebbe come minimo farci riflettere su quanto in effetti noi e loro siamo simili.
Nonostante l’udito degli animali funzioni in maniera differente e il range delle frequenze da essi percepite sia molto più vasto rispetto all’orecchio umano, l’azione della musica – spesso e volentieri dello stesso tipo di musica – a livello del sistema nervoso è praticamente identica.
Questo non può certo stupirci. Come abbiamo sottolineato nei primi articoli, infatti, la musicoterapia è un approccio terapeutico che utilizza la musica e i suoni come strumento di comunicazione non-verbale, e la comunicazione non-verbale è proprio la modalità di comunicazione degli animali. Essi comunicano tra loro e con noi attraverso sistemi vocali, visivi, motori, tattili e chimici, per cui va da sé che il nostro sistema di rispondere non può che essere basato su onde di frequenza ed energia, entrambi parametri costitutivi della musica.

Le frequenze benefiche per gli animali
Abbiamo scritto a lungo, dedicandoci a diverse sfaccettature della musicoterapia applicata alle persone, di frequenze benefiche. Se ne parla molto, e le teorie sono varie e non sempre supportate da prove solide.
Eppure, proprio così, la più riconosciuta frequenza terapeutica, quella di 432 Hertz (che era cara, ricordiamo, a Mozart, a Verdi, ai Pink Floyd, ecc.), sembra fare molto bene anche ai nostri amici animali. E con essa tutte le frequenze multiple di 8 Hz, che diversi studi condotti da ricercatori di elettrobiologia stanno cominciando a dimostrare siano in grado di favorire l’armonia totale tra uomo, animali, natura e ambiente.
Esistono inoltre ricerche sulla ghiandola pineale, o epifisi (su cui tanto ci sarebbe da dire e per cui rimandiamo a letture specifiche poiché sarebbe impossibile esaurire l’argomento in questo articolo), che è presente non solo nel cervello dell’uomo ma anche in quello degli animali come cani, gatti, cavalli, e che secerne un ormone essenziale per il benessere dell’organismo, la melatonina.
Ecco, la ghiandola pineale sembrerebbe rispondere in maniera piuttosto attiva a stimoli sintonizzati sulle frequenze benefiche, prima fra tutte quella di 432 Hz, che la spinge a promuovere importanti funzioni come quella antiossidante, quella di regolare i ritmi sonno/veglia (influenzati, appunto, dalla secrezione di melatonina) e di stimolare il sistema immunitario.
Ebbene, un numero sempre maggiore di esperti ritiene possibile curare, o, laddove non sia pensabile, comunque trasmettere benessere tramite l’utilizzo di queste frequenze, anche all’organismo degli animali.

Musicoterapia per animali d’allevamento
E’ stato sperimentato e provato che la musica è in grado di ridurre davvero molto il grado di stress degli animali da stalla, da recinto e da cortile, migliorando così la loro qualità di vita e di conseguenza la qualità e la genuinità dei ‘prodotti’ che essi donano all’uomo.
Gli esempi più noti, in particolare collegati all’ascolto di musica classica e sinfonica (Bach, Mozart, Beethoven, ma anche compositori più recenti che si ispirano ai suoni della natura) sono l’aumento dell’appetito nelle galline ovaiole, l’incremento di peso nei polli, l’aumento della produzione di latte nelle mucche, la maggiore disposizione dei bovini a riunirsi docili tutti insieme nelle stalle, e simili.
Se il preferito dei bovini pare restare incontrovertibilmente Mozart, prove sperimentali hanno evidenziato che musica più aggressiva, come l’heavy metal, o semplicemente più complessa, come ad esempio le opere di Wagner e il jazz, potrebbe addirittura interferire con la produzione lattea.
Infatti è sempre raccomandabile tenere lontani gli animali d’allevamento da fonti di rumore ad alti livelli. Il rendimento dei bovini da latte, che sono il parametro più studiato e affidabile in materia, scende significativamente se le stalle si trovano nei pressi di strade molto trafficate, autostrade o aeroporti.

Musicoterapia nei rifugi per animali
La permanenza degli animali in difficoltà nei canili e nei rifugi, o perché abbandonati o perché trovati feriti sulle strade, può risultare molto difficile nonostante le cure e gli sforzi dei molti volontari e delle organizzazioni animaliste attive in tutto il mondo.
Per questo, equipe di esperti ed appassionati oltreoceano hanno lavorato sodo e sono riuscite a dimostrare che la musicoterapia è un metodo più che efficace per dare un po’ di sollievo a cani e gatti – ma non solo – spesso costretti a rimanere in piccoli spazi per lunghi periodi durante il corso della giornata. Si è così approdati al cosiddetto ‘Rescue Animal MP3 Project’, attualmente utilizzato con regolarità in più di mille rifugi sparsi in tutto il territorio statunitense.
Il progetto consiste nell’installazione all’interno dei rifugi di un impianto stereo collegato a un lettore musicale contenente delle playlist create ad hoc – a volte di musica composta appositamente e donata a titolo gratuito da numerosi musicisti – della durata di diverse ore.
Il metodo si è presto diffuso all’intero pianeta e ha ottenuto risultati strabilianti: gli animali si calmavano quasi all’istante, diminuiva il miagolio dei gatti, l’uggiolio dei cani più tristi o l’abbaiare di quelli più nervosi, l’agitarsi degli uccelli di grossa taglia nelle voliere, e così via.
Ma c’è di più: sembrano aver gradito molto anche esemplari appartenenti a specie protette, animali di grossa taglia, animali selvatici in cattività e animali (purtroppo) prigionieri delle gabbie degli zoo e dei circhi, in particolare volpi, lupi, elefanti, leoni, tigri e diverse altre specie di grossi felini.
Non si tratta ancora di qualcosa di scientifico, lo sappiamo, ma del resto come abbiamo avuto modo ormai di capire quasi nulla nell’applicazione della musicoterapia lo è, neppure quando si parla di persone.
Perciò, in chiusura, ci sentiamo di raccomandare tale metodo innovativo a chiunque legga questo articolo – associazioni di animalisti, volontari, canili – poiché si tratta di qualcosa di semplice e per nulla costoso che potrebbe migliorare di molto la vita di migliaia di animali in difficoltà sparse in tutto il mondo. Chissà che la nostra voce non contribuisca a fare la differenza.

Maurilio Di Stefano