OLE’, FA IL TUO MESTIERE
Da ottimi consigli di alimentazione corretta a un motto inappropriato
Carissimo Valdo, leggo sempre con estremo interesse tutto quel che scrivi a proposito di alimentazione corretta e scientificamente fondata.
Soprattutto quando mi dai delle dritte, consigli e sane reprimende, che non hanno prezzo.
Permettimi però di non essere d’accordo quando inserisci nel tuo discorso serio e scientifico certe piccole e medie parentesi di discorso, che c’entrano poco con quanto sopra e possono dare fastidio.
Non si scherza con un cinico capo di stato che ha eretto il razzismo a dogma ideologico
Ad esempio, quando nella Dieta del donatore, e pure in altra occasione, ricordi il detto del capo fascista Mussolini Chi si ferma è perduto, e poi lo chiami confidenzialmente Benito, quasi come si trattasse di un vecchio amico, vai a coinvolgere nel tuo schema igieni stico-naturale l’irresponsabile e cinico capo di stato che ha contribuito a creare insieme al suo discepolo Hitler le immani tragedie e catastrofi della seconda guerra mondiale.
Parliamo del razzismo eretto a dogma ideologico e politico , e tutto il resto che i democratici onesti sanno e i filo-fascisti di oggi ignorano e si ostinano a ignorare nonostante tutto, per odio alla democrazia malata.
Capisco il desiderio di aumentare la platea con un innocente occhiolino al Duce
Capisco e intuisco che non vuoi esaltare, citandolo, il giustiziato-in-modo-spiccio Duce, e che forse vuoi soltanto, indirettamente, coinvolgere nel tuo discorso igienistico correttissimo e severo i nostalgici che ti leggono.
Capisco che vuoi aumentare senza pregiudizi ideologici la tua platea di lettori interessati alla sana alimentazione, utilizzando il detto di Mussolini per dare forza al tuo discorso.
Ma l’Igienismo è anche una pratica psicologica ed etica, per cui, permettimi, anche un innocente occhiolino al detto del pessimo Duce, potrebbe far pensare a qualche lettore neo-fascista che sei un camerata, o comunque uno che utilizza anche la cultura e la pratica fascista di vita per delineare un panorama igienistico serio.
Hai naturalmente tutto il diritto di essere filofascista, se lo ritieni opportuno, ma devi dare anche a me il diritto di contestare questo tipo di pratica mentale filosofica, già rivelatasi abnorme e falsa nel Ventennio.
Dai, fa il tuo mestiere e lascia la politica a chi ci sguazza dentro
Ofelé, fa el tu’ mesté, dicono i Milanesi, dei quali sono in casa loro ospite pagante da 24 anni.
Ma mi permetto di dire che, quando parli di Igienismo e di salute, sei un vero onorabile Maestro, da ascoltare e da mettere in pratica.
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Quando parli di altro, sarei più contento se tu riuscissi a controllarti, perché non è esattamente il tuo campo e la tua specifica competenza, pur apprezzando la tua spontaneità e la vena autobiografica, usate a rinsaldare i discorsi scientifici.
Scusami la fraterna franchezza, perché la schiettezza è tra amici.
Cordiali saluti e attendo cortese risposta igienistica.
Franco Matteo Mascolo, bibliotecario ITSOS Curie, Cernusco sul Naviglio-Milano.
La mia risposta a Franco. Nessuna etichetta per carità.
Ciao Franco, ti ringrazio delle ottime parole nei miei riguardi come Maestro igienista.
Per tutte le altre considerazioni di tipo politico e storico, le rispetto e, in parte, le condivido.
Non sono coinvolto in alcuna attività politica e non mi schiero in modo pregiudizievole con nessuno, pur avendo le mie idee su ogni cosa, come è giusto che sia.
L’Igienismo non è solo cibo e dieta, ma anche etica, per cui coinvolge prima o poi pure la politica.
Non sono, come dici filo-così o filo-colà, non sono compagno e non sono camerata, e non sono nemmeno uno che sta mediocremente nel mezzo.
Prendo posizione netta su tutto, senza pregiudizi.
Quindi nessuna etichetta.
Confermo la mia posizione interpolitica, ma non qualunquistica
Chi mi conosce bene, chi conosce la mia storia (ho molti amici che oggi sono anche in posti di responsabilità politica locale in Friuli), sa che non ho mai debordato da questo atteggiamento.
Quando ai tempi dell’Università dirigevo il Circolo Marcuse e il mensile Rottura (che raggruppava amici e conoscenti di tutte le fedi politiche, desiderosi di fare un discorso scientifico e amichevole su qualsiasi argomento), fioccarono accuse di ogni tipo.
Qualcuno ci dipingeva come servi della DC, qualcuno ci dava dei destrorsi, qualcuno ci dipingeva come sinistrorsi, qualche altro ci dava dei qualunquisti.
Alla fine chiudemmo i battenti, proprio per non finire preda di quei buchi neri delle correnti politiche arrabbiate che caratterizzavano la scena politica degli anni 70-80.
In realtà facevamo un discorso libero, aperto, costruttivo, scientifico.
Avevamo qualche centinaio di lettori in diversi punti d’Italia.
Ricordo che, dopo aver letto il mitico Rottura, che oggi si trova solo in qualche biblioteca locale,
ci arrivarono dei contributi dal filosofo Herbert Marcuse, che insegnava allora alla Università di Berkeley in California, dal cardiochirurgo Azzolina, e persino da Giorgio La Pira.
Utilizzare motti del ventennio o chiamare Benito il Duce non significa fare occhiolini.
La salute e l’etica non hanno colore politico.
Se il semplice usare qualcuno dei motti del Ventennio, o chiamare Benito il Mussolini, significa fargli l’occhiolino ed essere filo-fascisti o supporter delle leggi razziali, vuol dire che viviamo ancora in mezzo ai fantasmi e alle paure. Può essere che tu abbia ragione.
E infatti prendo seriamente il tuo simpatico consiglio meneghino Ofelè, fa el tu’ mesté, nel senso che intendo davvero stare nel mio ambito.
La politica entra soltanto se e quando c’entra direttamente con l’obiettivo etico e salutistico che è oggetto del nostro operare.
Quella battuta non aveva significati reconditi, e tanto meno strategici.
Non c’è bisogno di farsi vedere belli politicamente con nessuno, per acquisire più platea.
La salute e l’etica non hanno colore politico.
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Qualche scambio di opinioni
Ma attenzione, non posso nemmeno lavarmi le mani come Ponzio Pilato.
Hai detto alcune cose su Mussolini, su Hitler, ed anche sulle responsabilità della seconda guerra mondiale.
Non commentarle significherebbe sgattaiolare dal giudizio storico o darti ragione al 100 percento.
Non pretendo di insegnare nulla o di essere preso in considerazione.
Siamo tutti italiani, e non possiamo semplicisticamente tagliare di netto trenta anni del nostro passato, quando una maggioranza della popolazione era coinvolta in un modo o nell’altro, a volte nolente ma spesso anche volente, col Fascio.
Benito Mussolini è un italiano. Nessuno nega che abbia fatto un mucchio di gravi errori.
Nessuno nega che abbia torturato politicamente gli avversari, come fanno tutti i capi dittatoriali.
Quello che mi piace di più della parte politica del tuo scritto è quella espressione giustiziato-in-modo-spiccio riferita al Duce.
Non si ammazza in quel modo nessuno. Tantomeno un capo di stato in fuga con la sua compagna.
E’ educativo il diverso modo di vedere le cose dei giapponesi
Hiro Hito era alla testa del Giappone.
Con le sue scelte internazionali e con l’attacco di Pearl Harbour causò immani tragedie agli Stati Uniti e allo stesso Giappone, incluse le atomiche di Hiroshima e Nagasaki, che in termini di vittime furono molto più gravi di quelle patite dagli italiani.
Eppure i giapponesi non lo giustiziarono, ma lo mantennero al trono per il resto della sua vita.
Potrai dire che la sua storia è diversa, e che era l’imperatore, non un conquistatore abusivo e violento del potere.
Ma una persona non si elimina in quel modo.
L’Italia sarebbe venuta fuori molto meglio, e in modo molto più pulito, se si fosse scelta la via di un processo legale.
Si sarebbero probabilmente risparmiate ferite profonde che condizionano tuttora la politica e i sentimenti delle genti italiche.
Andiamoci piano con le responsabilità storiche della Seconda Guerra Mondiale
Quanto poi alle responsabilità storiche della Seconda Guerra Mondiale, andrei piano nell’addossarle semplicisticamente alla coppia Hitler-Mussolini, ovvero a due specifici personaggi.
Se in Germania non fosse esistito Hitler e in Italia non fosse esistito Mussolini, probabilmente ci sarebbero stati altri due dittatori al loro posto, e probabilmente avrebbero fatto pressappoco le stesse scelte, ferma restando le responsabilità e la dura condanna per le nefandezze antiebraiche.
Ecco allora che la colpa non cade specificamente e soltanto sulle persone Adolf e Benito, ma anche sull’Italia, la Germania e il Giappone, intese come entità statali.
Come nazioni industriali prese nella morsa dei poteri americani e anglo-francesi, che stavano occupando strategicamente i punti più importanti del globo.
E non sono indenni da responsabilità pure gli Stati Uniti e il Regno Unito, che si stavano pappando tutti i mercati di approvvigionamento materie prime ed anche i mercati di sbocco dei prodotti industriali, isolando ed impoverendo le industrie della Triplice.
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Impariamo a rispettare tutti i vivi e tutti i morti, stendiamo un velo definitivo su odi e rancori del passato
Per concludere, caro Franco, accetto i tuoi consigli.
Cercherò di non fare più parentesi che possano sembrare occhiolini nei confronti di nessuno.
Io ho imparato a rispettare tutti, vivi e morti.
L’augurio è che in questo paese si dimentichi e si stenda un velo pietistico sulle tragedie che hanno caratterizzato la nostra storia recente.
Che ci sia insomma un nuovo clima privo di odio e di rancori. Ma anche privo di tabù.
Pensavo che chiamando Benito il Duce, suonasse meno politico, e invece qualcuno ha pensato all’occhiolino., per cui ho ottenuto l’effetto contrario.
Probabilmente non sarai stato il solo a pensarla in quel modo.
Figurati che tra i miei amici c’è un Benito che ha dovuto scegliere uno pseudonimo, onde evitare fastidiose osservazioni.
E pure tra i miei zii ne ho uno, scomparso purtroppo di recente, che si chiamava Benito, mentre una zia si chiamava Derna, in omaggio alla omonima città libica.
Come sai, era di moda scegliere nomi di questo tipo, e ti assicuro che i miei nonni erano gente tranquilla e non coinvolta col regime (ma, sia ben chiaro, li amerei ugualmente anche se avessero appartenuto a quella sponda).
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)