LETTERA 1
Il terrore dei tremori e degli impacci stile Parkinson
Caro dr VV, come posso conciliare la mia dieta vegana con l’utilizzo di un farmaco per il Parkinson?
In sostanza, eliminare il Requip, che non è Levodopa, sarebbe per ora molto problematico perché comporterebbe il ritorno di tremori, seguiti da impacci nei movimenti.
Ma la dieta virtuosa, intanto, agisce o no positivamente? Grazie
Materver
LETTERA 2
Il suo libro a Verona è introvabile
Caro Valdo, la ringrazio tantissimo per la risposta sul suo blog, dal titolo Quindici anni di rettocolite ulcerosa, in data 1/7.
Si dimostra molto più disponibile lei di molti medici che per meno di 150 € non rispondono nemmeno al telefono.
Il mio non voleva essere un tono polemico. Trattavasi solo di normali esitazioni di fronte a un così drastico cambiamento della mia vita.
Ho prenotato il suo libro, che a Verona sembra introvabile (lo dica al suo editore Anima), e non vedo l’ora di leggerlo per mettere un po’ d’ordine nella mia dieta.
Le precauzioni contro gli attacchi di panico derivanti dalla rettocolite ulcerosa
Per ora, l’unica cosa cotta che mi sono concesso sono un paio di patate bollite, e direi che sto a meraviglia. Non sento affatto il bisogno di tornare al cibo animale.
Sto anche riducendo in modo costante le gocce di antidepressivo, che devo tuttora prendere contro gli attacchi di panico, che mi sono venuti come conseguenza della mia rettocolite e delle cure sbagliate propinatemi.
Ho una gran voglia di far aprire gli occhi ad amici e parenti
Penso di riuscire ad azzerare anche quelle gocce nel giro di una decina di giorni, dopodiché intendo aggiungere un secondo digiuno (sperando che, dopo 24 ore, non mi arrivi un mal di testa allucinante e sia costretto a interrompere il piano).
Spero di riuscire ad aprire gli occhi ad amici e parenti, così come lei ha fatto con me. Grazie ancora.
Gianpaolo
RISPOSTA 1
Ognuno si deve prendere un pizzico di responsabilità
Caro Materver, questo discorso del distacco dai farmaci rimane sempre una questione delicata che il paziente deve risolvere in proprio.
Nessuno è in grado di stabilire quanto il farmaco, tirato via subito o in modo progressivo, incida sulla capacità di resistere alla crisi di astinenza del paziente, e quanto nel contempo la dieta virtuosa introdotta riesca ad attenuare tali effetti.
Nessuno di noi può vantare esperienze specifiche sulle reazioni del corpo, anche perché ogni caso è diverso, ogni paziente ha una sua storia e una sua situazione peculiare.
Serve dunque sperimentare con pazienza e prendersi delle piccole responsabilità in proprio.
Cosa significa in realtà rallentare o interrompere una cura farmacologica
Non si tratta di fare dei salti nel buio e di correre grossi rischi.
Rallentare o interrompere l’assunzione di un farmaco implica al massimo un acuirsi momentaneo del sintomo patologico, sempre correggibile nel peggiore dei casi (se uno non se la sente di affrontare di petto la situazione) con una ripresa della sua assunzione.
Assumere una dieta leggera e virtuosa quale quella vegana-crudista, è solo un bonus in più capace di sollevare il corpo dalla impasse in cui si trova, un metodo per caricare di energia un sistema immunitario afflosciato ed intontito dai farmaci.
L’igienismo non crea nuove dipendenze
L’igienismo naturale non tende a spostare il paziente da una dipendenza medica a una dipendenza igienistica. Noi insegnamo ai malati a liberarsi dalle schiavitù, e non certo a provare nuove catene.
Noi insegnano ai malati a responsabilizzarsi, a prendere cura autonoma di se stessi, a non fare 100 domande a terzi che non posseggono affatto la sfera di cristallo per rispondere con esattezza ad ogni problematica.
La strada che porta a un recupero non è sempre facile o priva di sacrifici.
Ma è l’unico modo per uscire dal tunnel senza uscita della dipendenza.
Bisogna incrementare la conoscenza dinamica di se stessi
L’invito dunque è quello di crederci, di sperimentare, di provare, e di incrementare giorno dopo giorno la conoscenza dinamica di se stessi, la conoscenza delle reazioni e dei cambiamenti che stanno succedendo nel nostro interno.
Ci sono delle leggi precise che governano i fenomeni della salute e della malattia.
E sono queste leggi che ci danno sicurezza e determinazione.
La prima e la seconda legge sono garanzia di risultato positivo
La dieta virtuosa e uomo-compatibile del vegan-crudismo fa bene a tutti, sani e malati, e questa è la prima legge.
Il farmaco è un veleno per tutti, sani e malati, poco importa se ha le caratteristiche di attenuare determinati sintomi, e questa è la seconda legge.
Non servono ulteriori commenti
RISPOSTA 2
Distribuzione problematica e rallentata del libro
Ciao Gianpaolo, è davvero strano che non solo a Trento e a Bari, ma anche a Verona non si trovi il mio libro.
Sei andato alla Feltrinelli?
Come mai la Hoepli, che lo vende pure su Internet, non lo propone nelle stazioni ferroviarie?
Mi hanno fatto questa domanda degli amici di Udine, di Mestre ed anche di Verona.
Giro il problema al Gruppo Anima e ai suoi distributori.
Qualche compromesso sul cotto lo concediamo
Quanto alla tua dieta, va benissimo qualche piccolo compromesso cotto, per non creare eccessivi drammi di riconversione.
So benissimo che il tuo messaggio non voleva essere polemico e non conteneva malevolenze.
Ma ho dovuto rispondere ai tuoi punti critici, per questione di pura chiarezza.
Già seguire uno schema di base rappresenta un grosso salto di qualità, rispetto alle demenziali diete che impazzano a destra e a manca
Quando parlo di crudismo, parlo sempre di crudismo tendenziale, e lascio qualche spazio al compromesso, per chi non è in grado ancora di raggiungere livelli di massima perfezione.
Già il raggiungere un consistente apporto di frutta a colazione e a merenda, inserendo le verdure crude iniziali a pranzo e cena (seguite da patate, legumi, cereali), rappresenta un notevole progresso per chi si alimentava in modo casuale e disordinato, o per chi seguiva le demenziali diete mediche-mediterranee del poco ma di tutto, o quelle ancora più deliranti dei basso-carbonisti americani, stile Atkins, Barry Sears, Peter D’Adamo, Arthur Agatson, o dei basso-carbonisti-glicemisti europei, stile Montignac e Lemme.
Niente ansie da digiuno incombente
Per quanto concerne il tuo programma di digiuno, lo approvo pienamente, e non penso proprio che dovrai sottostare a terribili emicranie, ma solo a sopportabili sensi di fastidio.
Quindi niente ansie e niente stress da digiuno incombente, per piacere.
Ma fare le cose col sorriso e con la grinta di chi si appresta a creare le premesse per stare molto meglio, per rientrare nel privilegiato club dei sani.
Conto su una tua autoguarigione non in 15 anni o 15 mesi, ma in poche settimane
Ci tengo molto a vederti guarito perfettamente dalla tua rettocolite ulcerosa, ma non in 15 anni (la medicina ne ha messi 15 ma non ti ha guarito per niente, e non lo avrebbe fatto nemmeno in 150 anni).
Ci tengo a vederti guarito non in 15 mesi, ma in una manciata di settimane.
Ricordati di eliminare l’antidepressivo nel giro di pochi giorni.
Ho doppio motivo per tifare a tuo favore
Ci tengo molto alla tua autoguarigione, non solo per la gioia di vederti stare meglio che rimane il motivo principe, ma anche per motivi egoistico-professionali, perché sto facendo incetta di guarigioni nei diversi settori.
Dal diabete, vedi Ugo Costamagna da Torino.
Dai problemi mestruali e ghiandolari, vedi Cinzia da Padova.
Dai problemi gastrointestinali, vedi Dominique da Frosinone.
Man mano che mi arrivano nuove segnalazioni, intendo pubblicarle, perché ogni guarigione senza farmaci è una bandiera igienistica che sventola orgogliosa e rivoluzionaria su una vetta.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo