LETTERA
Quando sulla moto c’è una giovane donna con un cuore che batte
Ciao Valdo, ti segnalo il forum www.sv-italia.it/forum/viewtopic.php?t=141025.
E’ il forum cui appartengo, riservato ai motociclisti.
E’ una sezione in cui si parla di tutto. Alle pagine 3 e 4 si scivola sul veganismo.
Sono rimasta esterrefatta.
Alcuni di loro sono ragazzi che conosco bene e che hanno dimostrato una cattiveria ed una superficialità che non avrei mai immaginato.
Niente sentimentalismi: siamo carnivori e siamo cacciatori
Vengo tacciata di romanticismo animalista, Valdo.
Eh, ma tu sei una donna, cara Simona. Non devi farti coinvolgere dal sentimentalismo per gli animali.
Questi sono i miei amici.
Alcuni ritengono che la caccia sia migliore degli allevamenti intensivi, ai fini del procacciamento della carne quotidiana.
Altri aggiungono che siamo carnivori perché l’uomo ha i canini ed è sempre stato cacciatore.
Sono sinceramente attonita. Così tanto che non so nemmeno come replicare.
Sono forse una stupida, romantica e fragile animalista?
Ti dedico ogni raggio del sole appena uscito dalle nuvole.
Qualche anno fa avrei potuto avere anche dei dubbi sulle evidenze fruttariane dell’uomo, ma non avevo le conoscenze per poter prendere delle decisioni in un senso o nell’altro.
E mi domando cosa sia scattato in me perché questo cambiamento avvenisse.
Sono davvero una stupida romantica e fragile animalista?
Buon fine settimana. E’ appena uscito il sole e te lo dedico tutto, in ogni suo raggio.
Simona
RISPOSTA
Quando il ruggito del motore non copre la voce dell’anima
Ciao Simona, il sole è il capitale numero uno che abbiamo, quello che ci fornisce calore ed energia per vivere.
Bellissimo, questo tuo volermi dedicare tutti i raggi del sole. Ma ti rendi conto che pensiero simpatico.
Roba da infilarti delle rose rosse intorno al manubrio della tua Honda 500.
Più che a me, quei raggi di sole, li hai giustamente dedicati agli animali in sala di attesa, a due passi dal luogo di esecuzione.
Un pensiero poetico e solare da parte di una motociclista che, normalmente, dovrebbe pensare di più al motore e alla strada, al casco e allo scappamento, più che ai moti ed alle espansioni della sua anima.
L’esteriorità maschilista racchiusa in giubbotti di pelle animale
Nessuna meraviglia poi che il gruppo dei colleghi su due ruote, tutto giubbotti in pelle nera con tanto di teschi e di aquile, tutto occhiali scuri, tutto scorza dura e machismo impenetrabile, tutto sigari, hamburger e birra, si metta a ironizzare sul tuo inguaribile romanticismo.
Per fortuna che sei una donna.
Pensa un po’ se tu fossi maschio e ti fossi azzardato a manifestare lo stesso tipo di cedimenti e di debolezze verso la natura, lo stesso tipo di sentimentalismo verso gli animali.
Ti avrebbero reso la vita impossibile. Ti avrebbero appiccicato addosso l’infamante etichetta di femminuccia o magari quella di omosessuale, passivo naturalmente.
I denti e le mandibole mobili umane
Siamo carnivori perché l’uomo ha i canini?
Balle miopi e grossolane.
I canini umani servono a spezzare carote e rape, oltre che mele e carrube. E stanno all’interno di una bocca le cui mandibole sono mobili e non fisse.
La mandibole umane mobili (digli pure di provare, muovendo il mento lateralmente a destra e a sinistra) è solo una delle tante prove clamorose ed inequivocabili del fruttarianismo umano, e stanno a dimostrare che l’uomo non è uno strappatore di carni ma un frantumatore di nocciole e di semini.
Le mandibole fisse dei felini, dei lupi, delle iene e dei coccodrilli
Il cane e il gatto non possono fare altrettanto.
Se avessero anche loro le mandibole mobili, diventerebbe rischioso e pericoloso strappare con violenza la carne, i nervi, la pelliccia e le ossa alle loro povere vittime.
Ecco spiegato il motivo per cui sono dotati di mandibole fisse che azzannano perfettamente in senso unilaterale dall’alto verso il basso e viceversa, senza diversioni o giochi laterali.
Non confondiamo la difesa-offesa personale per necessità, dall’uccisione per divertimento
Siamo carnivori perché l’uomo è sempre stato cacciatore?
Balle miopi e grossolane.
L’uomo ha sicuramente dovuto difendersi dalle belve feroci, e ha dovuto dotarsi di strumenti di offesa-difesa contro tigri, leoni, giaguari e alligatori.
Le ricerche del professor Boyd Eaton e il twelve-per-day dell’uomo paleolitico
Ma il professor Boyd Eaton, maggiore autorità mondiale in tema di alimentazione paleolitica, ha concluso di recente una ricerca collegiale durata diversi anni, e condotta nei vari siti preistorici umani dei vari continenti.
Si sono analizzate le feci pietrificate col sistema del carbonio radioattivo.
Le conclusioni sono che i nostri antenati si cibavano non con lo schema fruttariano auspicato dall’Università di Cambridge, coi suoi famosi 5 pasti sazianti di frutta al giorno, ma bensì con uno schema ultra-cambridgiano di 12 pasti al giorno (includente frutta, grani, noci, tuberi e germogli).
I conti tornano benissimo. Praticamente mangiavano ogni ora dalle 7 di mattino alle 18 ogni sera.
Trattavasi sempre di materiale crudo e pertanto digeribile sicuramente entro un’ora dalla assunzione.
Una sfida al vento
Quando i tuoi amici cattivelli e superficiali ti faranno delle battute ironiche e demenziali, tra una accelerata e l’altra, avrai qualche freccia nel tuo arco per tenerli a bada.
Il tipico motociclista rappresenta un po’ la sfida al vento e alle intemperie, alla lentezza del movimento, alla fissità dei panorami, alla immobilità della vita e delle situazioni, al ghetto esistenziale cittadino.
Inforcare la moto significa dopotutto andar via, liberarsi di tutto e di tutti.
Aspetti positivi e negativi del motociclismo
Il rombare delle moto ai raduni può essere sicuramente inteso come grande segno di allegria aggregata, di dinamismo e carica giovanile, di vita in piena libertà, di evasione dalla noia e dalle convenzioni.
Ma rimane anche nel contempo, nei suoi aspetti negativi una sfida, una violazione ed un insulto alla natura stessa, al silenzio religioso dei boschi e degli stagni, che conosce canti e profumi ben diversi da quelli che fuoriescono dai tubi di scarico delle moto.
Come gli animali percepiscono il rombo dei motori
Il rombo delle Ducati, delle Honda, delle Yamaha e delle Kawasaki ricorda sicuramente a uccellini, ranocchie, grilli, cicale, lepri e fagiani, il suono delle doppiette che lacerano l’aria e annichiliscono l’ambiente, rimandandogli in gola le note che avevano programmato, e costringendoli a nascondersi o ad allontanarsi da questo ennesimo sconfinamento umano.
Meglio sicuramente la bicicletta e il cavallo
Nessuno intende demonizzare la moto come mezzo di trasporto e di evasione.
Per molti aspetti è sicuramente migliore dell’auto stessa, anche se ben distante dal pacifico e semplice mezzo chiamato bicicletta, o dal magnifico mezzo chiamato cavallo.
Ricordo che il grande Claudio Villa, amante del buon canto e dell’armonia, era tuttavia un grande appassionato della moto.
Dipende molto dal come il mezzo viene usato ed inteso.
Incompatibilità assoluta del motocross con l’ambiente naturale
Il motocross, fuori dalle piste riservate a questo sport, rappresenta ad esempio un grave attacco alla natura, in termini di inquinamento acustico e dell’aria, in termini di attacco proditorio all’ecosistema.
E’ tutta una questione di leggi pubbliche carenti e di educazione individuale, oltre che di sensibilità per l’ambiente.
Uno che intende una boscaglia come una realtà da rispettare e conservare religiosamente, non la va di certo ad attraversare con la sua arrembante moto, spaventando volpi, scoiattoli, leprotti, lucertole e raganelle.
La scorza dura è soltanto una questione di atteggiamento esteriore
Quanto alla scorza dura del motociclista, è spesso una questione di posa e di immagine esteriore.
Se i raduni motociclistici venissero organizzati nei pressi di qualche grande macello, e i centauri si liberassero per un po’ delle loro tute, dei loro caschi e dei loro orpelli, nonchè dei loro atteggiamenti di durezza ed insensibilità robotica, per osservare da vicino quanto accade in quei luoghi, è probabile che molte cose cambierebbero.
Ma si tratterebbe non più di una evasione, non più di una comoda fuga dalla realtà quotidiana, ma di una immissione traumatica nelle realtà quotidiana.
Gli animali non sono motorizzati
Quegli animali, liberati dalle catene delle stalle per un breve viaggio-premio verso il mattatoio, non solo non hanno le due ruote per andarsene a spasso, ma non possono nemmeno usare le quattro zampe donategli da Madre Natura per muoversi e per scappare dalla loro orribile sorte, schiavi come sono della vile sopraffazione umana.
Ama il prossimo tuo come te stesso
Ama il Signore tuo con tutto il tuo cuore, le tue forze e la tua anima. Questo è il più grande dei comandamenti. Il secondo è simile al primo. Ama il prossimo tuo come te stesso. Non esistono altri comandamenti. Vi chiederò conto di tutti gli animali uccisi.
Non sono prediche da messa o da funzione ecclesiastica. Ma parole dirette di Gesù, dal Vangelo degli Esseni, che si ritrovano poi nel monito del capo indiano Chiefe Seattle: Quello che accade all’animale accadrà pure all’uomo.
Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo