RILETTURA DI UN’OPERAZIONE CHIRURGICA ANTI-TUMORALE

LETTERA

 

Un esempio beffardo di persona cancerizzata e guarita

 

Ciao Valdo, ho appena letto la tua tesina Trasformazione maligna del tumore in cancro, dove compare la frase La chirurgia non ha mai salvato un canceroso.

Tu sai che io appoggio del tutto le tue idee, e che sono perfettamente convinta della veridicità di tutto quello che scrivi.

Eppure, beffardamente, ho in famiglia l’esempio tuttora vivente di persona cancerizzata, operata e guarita in modo perfetto.

Si tratta di mio padre.

 

Carcinoma maligno allo stomaco

 

Si ammalò di carcinoma maligno allo stomaco quando io avevo 15 anni.

Lui aveva 53 anni. Praticava, come fa tuttora, una alimentazione assai riprovevole, fumava, beveva e le faceva tutte.

La diagnosi sembrava non lasciargli scampo, tant’è vero che nessun medico voleva operarlo, perché in certi casi estremi, quando la morte appare certa, i medici non vogliono prendersi la responsabilità, e soprattutto non vogliono sporcarsi la carriera con fallimenti e morti a carico.

 

Asportazione di un sarcoma e di 4/5 di stomaco

 

Mi ricordo he mia madre era come impazzita e non si dava pace, finchè non riuscì a trovare un chirurgo che accettò di aprirgli la pancia.

Lui era diventato la metà di sé stesso, irriconoscibile.

Mi ricordo il suo volto incavato, tipico dell’uomo ormai spacciato.

Andò sotto i ferri con la consapevolezza di non tornare più indietro.

Invece gli trovarono un sarcoma di notevoli dimensioni, ma senza metastasi.

Lo asportarono completamente insieme a 4/5 di stomaco.

 

Un cancro che richiamava sangue.

Resse il colpo e incredibilmente guarì.

 

Era un cancro che richiamava sangue da tutto il corpo, per cui ingrossava a dismisura e lasciava esangue il malato.

Infatti, prima dell’operazione mio padre fu più volte trasfuso, altrimenti sarebbe deceduto per mancanza di sangue in circolo.

Incredibile a dirlo, resse il colpo.

Evidentemente il suo cuore era fortissimo. E guarì.

 

Una dieta senza vegetali

 

Tre anni dopo fu operato di nuovo, ma questa volta per colpa delle fibre vegetali.

Avendo solo 1/5 di stomaco, non aveva la capacità di eliminare le fibre vegetali e quindi si formò un fitobenzoaro nell’intestino, con occlusione intestinale.

Operato d’urgenza, si salvò anche quella volta.

Da lì in poi gli prescrissero una dieta che escludeva del tutto i vegetali!

Adesso ha 85 anni, è sopravvissuto a mia madre e sta relativamente bene, con gli acciacchi dell’età.

Sorprendente, vero?

 

La chirurgia è stata efficace per guarirlo

 

Ma è storia reale, vissuta in prima persona da spettatrice figlia.

Pochi, rari casi, ma qualcuno c’è.

E questi fatti gli hanno dato il destro per criticarmi incessantemente, e per mettere sotto accusa le mie scelte alimentari che lui considera assurde.

Sono stracerta che se mio padre si fosse comportato in modo virtuoso fin dalla sua giovinezza, non si sarebbe mai ammalato di niente.

Però, nel suo caso, la chirurgia è stata efficace per guarirlo da una strana forma di cancro maligno e sicuramente mortale. Ciao.

Priscilla

 

 

RISPOSTA

 

Hai un padre simpatico e da preservare, ma gli strafalcioni ideologici vsanno corretti

 

Ciao Priscilla, tuo padre è un vero sacramento, sia nel corpo, ruvido e quasi inaffondabile, che nella mente, testarda e monolitica. Mi è anche simpatico, e penso che mi divertirei a punzecchiarlo e a fargli cadere alcune certezze che continua a coltivare.

Se gli avessero prescritto una dieta a tabacco e caffè, sarebbe sopravvissuto ugualmente.

Se gliene avessero imposta una a scorpioni e cavallette, idem.

Se una a banane e papaia, ancora meglio (mi dispiace doverlo contraddire in questo caso).

Mandagli comunque i sensi della mia stima.

A un autentico guerriero pari suo, che ne ha viste di tutti i colori, possiamo anche perdonare gli strafalcioni che ti sta dicendo sull’alimentazione.

 

 

Una descrizione fedele usando però i termini medici e non quelli igienistici

 

Hai fatto un report dettagliato e preciso.

Ma tu, cara Priscilla, avevi 15 anni allora, e non ti sogni nemmeno di mettere in discussione alcuni dettagli ed alcune incongruenze che mi appaiono chiare tra le righe.

Parli all’inizio di tuo padre come di persona cancerizzata (e non tumorizzata), e lo descrivi come uno che si ammalò di carcinoma maligno (il carcinoma nella terminologia medica è sempre maligno), e non di tumore.

In questo chiaramente segui fedelmente le descrizioni mediche di allora.

 

Un cancro maligno che non era cancro ma semplice tumore sotto stress

 

D’accordo tuo padre era in condizioni pietose e in fase di aggravamento, con quello che fumava, mangiava e beveva.

Il suo sistema immunitario gli aveva piazzato questo ricettacolo di veleni all’interno del corpo come ultima barriera protettiva.

Tumore e non cancro.

Poi dici che, apertolo, trovarono un sarcoma (cioè, nel linguaggio medico, un tumore maligno a rapida espansione e degenerazione).

 

Per l’igienismo ci sono solo tumori benigni che in certe circostanze diventano maligni e metastasizzanti

 

Ti ricordo che, per l’igienismo, non esistono tumori maligni a lenta o a rapida proliferazione, ma solo tumori benigni che devono sopportare un carico più o meno oneroso di veleni.

Nel caso di tuo padre i veleni erano davvero tanti e, siccome aveva e ha un cuore a prova di bomba, il suo sistema immunitario trovava agevole far convogliare sangue in quel ricettacolo tumorale, ingrossandolo a dismisura.

Chiaro che tuo padre non sarebbe andato avanti in quelle condizioni. Il suo dimagrimento derivava dal fatto che una grossa massa tumorale stava esercitando pressioni ed impedimenti funzionali agli organi interni.

Il suo era ormai un vicolo senza uscita.

 

Le tecniche mediche di emergenza e di pronto soccorso vanno preservate e difese

 

Quando uno sta finendo male per incidenti vari, o per errori clamorosi di percorso come nel caso suo, si entra nel campo dell’emergenza e del pronto soccorso.

Ho sempre sostenuto che le tecniche mediche, che piaccia o no, esistono ed è a volte importantissimo che esistano, come soluzioni riparative di emergenza però, e non come cure salutistiche riequilibratrici.

Tuo padre che era di una tempra fisica fuori del comune, superò la prova, e dovette per forza comportarsi da bravo ragazzo per almeno alcuni mesi, visto che in fase post-operatoria, e con 4/5 di stomaco in meno, nemmeno volendolo puoi trasgredire alla grande.

Come un alberello a cui hanno tirato via tre quarti di corteccia, lui sopravvisse, ed ebbe pure modo di rinforzarsi, altrimenti non sarebbe nemmeno arrivato a oggi in discrete condizioni e in forma mentale smagliante e polemica.

 

 

 

Non esistono cellule sane e cellule cancerogene, ma solo situazioni sane e situazioni cancerogene che favoriscono la proliferazione tumorale

 

Torniamo però alle cellule.

Non esistono cellule benigne e cellule maligne, ma solo cellule identiche che si sviluppano in eccesso in determinati punti per dei determinati motivi.

Questo dettaglio sulle cellule è di basilare importanza.

E’ quello che ha permesso alla medicina mondiale di truffare le casse statali di mezzo mondo per decenni nella famosa e vana ricerca contro il cancro, che altro non fu se non la ricerca del tipo di cellula maligna e perversa che causa il cancro.

Non esistendo in natura tale cellula, le ricerche sono proseguite per anni fino a quando qualcuno si è accorto dell’inghippo, e la generosa borsa statale si è chiusa, lasciando l’Ordine Medico Internazionale senza fiato e senza fondi, e costringendolo a inventare urgentemente l’Aids nel 1982-84.

 

Un sarcoma grosso ma senza metastasi non è cancro

 

A questo punto del tuo messaggio tu scrivi che Trovarono un sarcoma di notevoli dimensioni ma senza metastasi, ed era un cancro che richiamava sangue da tutto il corpo, per cui si ingrossava a dismisura e lasciava esangue il malato.

La mia interpretazione è la seguente.

Il sistema immunitario di tuo padre faceva affluire sangue da tutto il corpo nella direzione di quell’unico ricettacolo di veleni, nel tentativo disperato di concentrarli tutti in quel punto e di salvarlo da cose peggiori, a conferma di come il corpo non va mai contro se stesso per principio.

Il deperimento poi dipendeva dalla oggettiva voluminosità del sarcoma.

E’ probabile, lo concedo, che a quel punto l’operazione di ablazione fosse l’unica via di emergenza per ristabilire un minimo di funzionalità interna.

 

Un tumore che va in metastasi si comporta esattamente al contrario: non attrae sangue e si imputridisce, diventando sorgente di cachessia generalizzata

 

Quel sarcoma però non era per niente maligno, o se vuoi lo era in termini medici di allora (e anche di oggi, dove niente si chiama più tumore e tutto si chiama cancro) e non in termini igienistici.

Era solo un tumore difensivo ingrossato a dismisura per colpa non delle sue cellule strane ma dell’eccesso di toxicosi interna.

Un cancro maligno, cara Priscilla, non è affatto qualcosa che attrae e succhia sangue da ogni parte del corpo ma, al contrario, è un tumore che si rinchiude in se stesso e non lascia più entrare dentro sangue a nutrire e ripulire le proprie cellule, per cui è votato rapidamente alla putrefazione e alla cachessia, con metastasi a ripetizione in altre parti del corpo.

 

Manca purtroppo la controprova igienistica

 

I chirurghi di allora sono stati bravi, coraggiosi ed anche fortunati a preservare il loro curriculum, avendo trovato un paziente dalla scorza durissima.

Purtroppo manca la controprova di una cura igienistica alternativa.

Immagina tuo padre disteso a casa senza cibo e con tanta acqua da bere.

Immaginalo con un sarcoma che si riduce progressivamente, in parte o del tutto, in due o tre sedute.

Immaginalo con un cambiamento radicale di dieta.

A quel punto te lo goderesti non solo vivo, ma con tutto il suo stomaco e tutto il suo intestino, avviato verso il giusto e raggiungibile traguardo dei 150 anni, che di sicuro era alla sua portata, senza quelle operazioni.

 

Nessuno al mondo guarisce un bel niente, ma può solo dare una mano al sistema immunitario, il solo deputato ad autoguarire

 

Tornando infine a quella frase sulla incapacità della chirurgia di salvare dal cancro, essa va innanzitutto presa nell’assieme e non fuori dal suo contesto, che era un contesto di stile prettamente sheltoniano.

Confermo in ogni caso la sua veridicità.

Tu concludi che nel caso di tuo padre la chirurgia è stata efficace per guarirlo.

Non ho nulla da obiettare ai chirurghi di allora.

Ma la corretta lettura dell’episodio dovrebbe suonare diversamente, mettendo in risalto che diversi fattori concomitanti, come la grinta del tuo genitore, l’operazione che avrebbe steso a terra un bue ma non lui, le correzioni e lo stop temporaneo ai veleni di un tempo, diventati fattori sinergici in grado di permettere al suo sistema immunitario di farlo saltar fuori dalla crisi.

Nessuno al mondo guarisce un bel niente.

Non ci sono guarigioni ma solo auto-guarigioni.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo