RISPIEGAMI IL CRUDISMO E CONVINCIMI

RISPIEGAMI  IL  CRUDISMO  E  CONVINCIMI                             

 

Ma tu, non sgarri mai? E i tuoi figli? E tua moglie?

 

Ciao Valdo,

ho solo iniziato a leggere il tuo libro Alimentazione Naturale, ma mi sono già venute in mente un paio di curiosità.

Tu sei vegan totalmente senza mai sgarri da anni?

Per sgarri non intendo deviazioni dal crudismo ma dal veganismo. Ovvero, ti capita mai di mangiare qualcosa di origine animale?

Se sì, da quanto sei totalmente vegan senza eccezioni?

Mi sembra di aver capito che hai dei figli. Sono cresciuti totalmente vegan?

E tua moglie, è a sua volta vegan, ed ha pure seguito un regime vegan durante la gravidanza?

 

Posso evitare legumi, cereali e radici?

 

Per quanto invece riguarda il crudismo, ho letto che a tuo parere, per non incorrere in alcuna carenza, bisogna mangiare semi, radici, frutta secca, oltre alla frutta e verdura.

Mi è però sorto un dubbio.

Ad esempio, la castagna non si può mangiare cruda, o mi sbaglio?

E per la patata, similmente, stesso discorso? Ho anzi sentito che può essere tossica da cruda.

Insomma, se come sinceramente credo e penso, il crudismo è la via migliore e unica, posso dunque escludere senza remore e paure dalla mia alimentazione anche legumi, cereali e radici, trattandosi di sostanze che necessitano di cottura.

E consumerei solo frutta secca non tostata, fresca od essicata naturalmente.

 

Cos’è meglio a rigor di logica? Ehret escludeva i cereali.

 

Vorrei sottolineare che la mia domanda punta a capire cosa sia il meglio a rigor di logica e di esperienza, non a demonizzare gli strappi o i vizi personali.

Uno dei primi igienisti che lessi è stato Ehret.

Già lui mi spiazzava all’epoca escludendo anche i cereali dalla dieta umana.

Consumeremmo granaglie in natura? Saremmo in grado di digerirle senza previa cottura? Effettivamente no. In questo senso ha ragione.

 

 

Il forum di un Mangodurian totalmente fruttariano

 

Mi chiedevo cosa ne pensassi tu. Sei d’accordo oppure no?

A volte frequento il forum di un fruttariano (mangodurian.blogspot.com) che trovo molto bello.

Lui è totalmente fruttariano. Un vero e proprio fruttariano doc.

Non so addirittura se egli mangi o no noci e noccioline, o se più semplicemente le limiti.

 

I miei dubbi residui sul crudismo.

Non è forse il fuoco un ladro di nutrienti e un camuffatore di cibi malandrini?

 

La mia curiosità sta tutta lì.

Basta la frutta o ha bisogno di integrazioni. Questo non l’ho ancora capito con chiarezza.

Abbiamo bisogno assoluto di germogli, di foglie verdi e di semi, e solo in secondo luogo di cereali e di legumi? Oppure possiamo liberamente consumarli o non consumarli a seconda dei nostri gusti?

Non sono sicura quale sia la tua opinione in proposito, per cui ti chiedo illuminazione.

Io sono personalmente tuttora in transizione verso il crudismo totale, visto che è quello il mio obiettivo, perché lo sento ovvio e logico, oltre che desiderabile.

Il fuoco è stupendo per scaldarsi. Ma sul cibo ne combina di tutti i colori.

Non è il fuoco forse un ladro di nutrienti e un camuffatore di cibi non adatti all’uomo?

 

L’alimentazione come fattore chiave di tutte le malattie

 

Da un articolo su www.centronirvana.it/testimonianzealtrefonti106.htm, ho letto quanto segue.

Considerato che il 75% delle malattie umane dipendono dal cattivo stile di vita, e che l’inquinamento incide il 2%, le droghe il 2%, l’alcol il 3%, l’obesità il 5%, le infezioni il 5%, i fattori ereditari 15% e il tabacco 30%, è facile dedurre che l’alimentazione è il fattore chiave nel generare le malattie.

Ebbene, se l’allimentazione salutare è quella costituita da frutta, verdura, radici e semi oleosi, ciò che resta sono i prodotti animali e derivati, che vanno ritenuti responsabili diretti della stragrande maggioranza delle malattie, e non invece i prodotti chimici e l’inquinamento a cui molti cercvano di attribuire le malattie.

 

I problemi della bibliografia

 

Ora, queste percentuali mi sarebbero utili per una tesina che devo preparare.

Il guaio è che non riesco a trovare una bibliografia, o delle fonti di riferimento, per capire da dove siano stati presi questi dati. Forse sei in grado di aiutarmi.

 

Gli esperimenti del dr Moore sull’accelerazione forte e prolungata delle pulsazioni

 

E’ stato pure dimostrato di recente dal dr Moore, nei laboratori di fisiologia di Harvard, che una dieta di carne causa un’accelerazione patologica del battito cardiaco che è sorprendente per intensità e durata.

Dopo un pasto di carne, l’aumento delle pulsazioni va regolarmente dal 25 al 50% sopra il livello tipico dello stato di digiuno, e persiste poi nei soggetti sperimentati dalle 15 alle 20 ore.

Ciò ha portato il dr Moore ad affermare che una dieta con eccesso di proteine (ovvero una dieta carnea) è incompatibile col riposo cardiaco.

Anche qui ti chiedevo commenti e, possibilmente, maggiori dettagli.

Grazie mille. Elisa da Campobasso.

Il mio vegetarianismo naturale ed approssimativo delle origini

 

Vediamo un po’ se riesco a risponderti e a convincerti nel contempo.

Confermo quanto scritto sul mio testo.

Ricordo di aper poppato latte materno addirittura fino ai 4 anni, e di aver potuto utilizzare poi frutta in abbondanza grazie al fatto che avevo una nonna che portava gli asparagi al mercato e tornava a casa con mele, banane e uva secca, in anni nei quali non tutti potevano concedersele.

Inoltre, passavo più tempo nell’orto-frutteto di famiglia che in casa.

Non essendo la mia famiglia specificamente vegetariana, ci fu il tentativo di mia madre di iniziarmi alla bistecca coi primi anni delle elementari, culminati ben presto con un vivace conflitto, quando scoperse che tali bistecche venivano da me regolarmente gettate di soppiatto al cane ed al gatto.

Dovette rassegnarsi ad avere un figlio vegetariano, ma incrementò l’uso non del latte, che mai ho voluto prendere in vita mia, ma del formaggio e, più avanti, delle uova.

 

Una formidabile e costante predilezione per la frutta

 

Diciamo pure che tutta la mia gioventù, e fino ai 40, ho avuto sempre una formidabile predilezione per frutta e verdura, associate al mio naturalismo, al mio correre per campi, boschi e torrenti, alla mia vita sportiva, agonistica ed all’aria aperta.

Pur includendo formaggi e uova in misura modica, la prevalenza è stata sempre di tipo crudista e fruttariano.

Non sto qui a dire le mie memorabili nuotate nel torrente Cormor in pieno inverno, senza mai prendere un raffreddore o un’influenza.

 

La mia via dal vetegarianismo al veganismo

 

Negli ultimi 25 anni ho invece sviluppato ancora di più il crudismo e sono diventato, in modo logico e determinato, vegano a tutti gli effetti, affinando un po’ la mia cultura di base, trovando tutte le conferme ideologiche e gli arricchimenti derivati dalla mia associazione di anni addietro all’American Natural Hygiene Society, degli eredi di Tilden e Shelton.

C’è da dire anche che quelle proteine animali che assumevo, venivano probabilmente metabolizzate al meglio grazie alla mia intensa attività sportiva, rimasta sempre costante in tutti i mesi dell’anno, ed inclusiva di calcio, ciclismo, tennis e nuoto..

 

Un mostro di efficienza fisica con la predilezione per cose strabilianti e folli

 

Ero davvero un mostro di efficienza.

Al punto di fare cose strabilianti ed anche folli.

Come partecipare a un campionato studentesco di atletica, senza nemmeno un minimo di allenamento, optando nella stessa seduta per i 200 metri e per i 10 mila.

Ricordo che non sapevo nemmeno come calzare al meglio le scarpe chiodate.

Mi difesi in qualche modo nella breve distanza, senza vincere.

Nei 10 mila, e si correva al vecchio stadio Moretti di Udine, ricordo ancora che scattai come un ossesso alla partenza, mentre il mio prof di ginnastica mi lanciava irripetibili improperi.

Al terzo passaggio avevo un vantaggio sul gruppo di metà pista (probabilmente avevo fatto il primo chilometro a tempo di record). Al quarto giro mi fermai esausto, avendo finito la birra.

Aveva ragione il prof.

 

Le uscite in bicicletta da corsa

 

I miei allenamenti in bicicletta includevano percorsi tipo Udine-Tarvisio e ritorno, Udine-Arta Terme e ritorno, Udine-Cortina e ritorno. In una di queste uscite, partito alle 7 di mattina con 78 chili, mi ritrovai a casa alle 7 di sera con 69 chili.

La cosa è continuata dai 20 ai 50 anni, sempre durante la stagione estiva.

Non sono mancate delle vittorie in salita e a cronometro a delle ciclolonghe locali.

 

Le nuotate oltre Pontile

 

Dal Pontile di Lignano Pineta, non solo mi tuffavo da sopra il cartello Vietato Tuffarsi, inseguito spesso dai vigili, ma poi, senza specifica preparazione o riscaldamento, mi facevo 400 metri a farfalla  e contro-onda, in direzione delle boe.

A volte nuotavo verso il mare aperto per una manciata di ore, ammonito da qualche barca al largo che segnalava la presenza di squaletti.

Qualcosa di mezzo tra l’atletica, l’esperimento, la sfida e la smargiassata.

 

Il calcio a Singapore e dintorni

 

E, quando a Singapore, con 45-50 anni sulla groppa, mi è successo di fare una volta 3 partite di calcio nella stessa giornata, tra amichevole del mattino, serie A pomeridiana e coppa malese di sera, sempre contro ragazzi di 20 anni o giù di lì, ho ancora scritto sul mio diario la descrizione della decina di gol distribuiti nelle tre partite, mentre il solo disturbo che avevo era quello dei piedi insanguinati dalle sbucciature.

Tengo ancora con me foto, ritagli di giornali e riviste, relativi a quel periodo.

 

Nessuna sbruffoneria. Voglio solo dire che la frutta non mi ha mai tradito.

 

Non racconto questo per sbruffoneria, ma solo per pura testimonianza pro-vegetariana, dato che troppa gente continua a pensare a noi vegani come a delle mezze seghe che rinunciano alla potenza della carne, del pesce e della proteina animale.

Dirò di più, e cioè che non mi tiravo certo indietro di fronte alle occasioni erotiche, che a quel tempo non erano rarità, essendo libero da impegni e da legami.

 

Tendenzialmente vegano e tendenzialmente crudista

 

Torniamo alle tue domande.

Mi chiedi se mi capita mai di mangiare qualcosa di animale.

Essendo la mia vita tuttora suddivisa tra Asia e Italia, quando sto in famiglia accetto il menù vegetariano che mia moglie riserva alla famiglia, e a volte succede che qualche scaglietta di grana ci sia ad esempio nella pasta integrale al pomodoro, o che qualche pezzetto di mozzarella finisca sulla pizza (i miei ragazzi se la mangiano, mentre io la rimuovo).

Non ne faccio un dramma. Quindi sono un tendenzialmente vegano, non conoscendo altre trasgressioni al di fuori di queste. Direi un quasi-perfetto vegano.

Ogniqualvolta consumo un piatto di legumi o patate o zucca sottoposti a cottura, o del pane e della pizza vegetariana, o una crema di verdure, divento tendenzialmente crudista, e questo accade per lo più stando in famiglia.

 

Piccoli compromessi che non inficiano le scelte basilari

 

Ma ti ricordo che anche in questi casi, si parla di piccoli compromessi, perché la mia quota frutta sta sempre ai massimi livelli.

Quando poi giro in Asia sono fruttariano più del tuo amico Mangodurian, che mi innervosisce quasi per avermi rubato quella dicitura, essendo il sottoscritto un campione imbattuto di consumo durian e manghi a tutte le stagioni.

 

Più che di necessità di semi, radici e noci, parlerei di opportuna sensatezza

 

Il mio parere sulla necessità di inserire semi, radici, frutta secca, non è una cosa assoluta, ma una cosa sensata.

Il dr George Clement, alias Hilton Hotema, di cui ho scritto la tesina  Prolunghiamo la vita con Hilton Hotema (19/6/09), poteva permettersi di vivere di sola frutta fino a cento e passa anni.

Ma non faceva un tubo, all’infuori di stiracchiarsi, prendere il sole e nuotare in acqua marina, e se ne stava nei paradisi tropicali delle Hawaii.

Le sue frecciate contro i cereali e ogni forma di cotto avevano buon motivo di esistere.

Non escludo che ciò si possa fare anche da noi.

Ma devi tener presente che l’Italia ha dopotutto un’estate breve. L’inverno e il freddo occupano almeno metà dell’anno. Ci sono inoltre tre mesi assai critici che io reputo essere febbraio-marzo-aprile, dove il reperimento di materiale fresco e vivo diventa problematico.

 

Allargare al massimo la gamma di cibi naturali ed innocenti

 

Per tutti questi motivi, ritengo opportuno allargare al massimo la gamma di cibi naturali ed innocenti da cui poter trarre il nostro sostentamento.

Il fatto poi che i minerali abbondino più nelle radici e nei semi, che i grassi polinsaturi Omega3 si trovino preferibilmente nei semi e nella frutta secca da guscio, allo stesso modo poi del gruppo vitaminico B, fa sì che sia preferibile ed opportuno adottare una maggiore flessibilità sui cibi.

Da rilevare infine che anche il gusto gioca un suo ruolo.

Mi diverto da matti a masticare delle noccioline, dei pinoli o delle mandorle.

Stessa cosa col grano saraceno, il miglio, il riso nero, l’avena, il mais cotto al vapore ed il popcorn.

 

Un buon panino integrale verdurizzato

 

Un buon panino integrale, ben verdurizzato, spalmato con crema di olive, arricchito con lattuga ed un paio di carciofini, e con una manciata di pinoli o di noci, mi stimola assai.

Anche le pizzette vegetariane ai peperoni e alle olive, ai funghi e alla rucola, all’ananas ed all’avocado, non mi dispiacciono affatto.

Qualche buona crema di zucca, non ti fa di certo precipitare nell’inferno dei cottisti ad oltranza.

Serve un minimo di flessibilità, con l’accortezza di mantenere il compromesso entro limiti tollerabili, o di azzerarlo quando ciò è possibile.

 

Rispettare il principio di non affamare mai inutilmente il proprio corpo

 

Occorre tener presente pure la necessità di non andare mai in fame, poiché la fame spinge poi a cercare compensazioni grasse e proteiche, o compensazioni cotto-amidacee e concentrate, o compensazioni zuccherine, creando pure dei dannosi vuoti intestinali.

Mangiare bene e nutrirsi bene quando c’è da mangiare.

Digiunare rigorosamente se accumuliamo qualche problema di tossiemia, o se c’è qualche benefico sfogo calorico o influenzale (mai causato da germi e tantomeno causato da virus).

 

Castagne crude e patate crude

 

Mi chiedi sulle castagne e sulle patate crude.

Ti assicuro che, quando vado a castagne, ne mangio in continuazione, allo stato crudo. Ottime sotto ogni punto di vista.

Le caldarroste però sono ancora meglio. Perché negarlo?

Per le patate, vale stesso discorso. Non le consumo crude, perché nessuno me le serve in quel modo. Ho mangiato alcune volte delle patate di media dimensione per prova. Non mi sono risultate affatto pesanti.

Per la cronaca, anche asparagi verdi, zucchini e piselli possono essere consumati crudi.

 

Le ottime e nutrienti patate al dente

 

Ti consiglio di provarle grattugiate assieme alle carote, avendo l’avvertenza di consumarle subito.

Il modo migliore è quello di scottarle in padella con fette grossette e non sbucciate, assieme a del peperone e della cipolla, con l’avvertenza di non rovinarle.

Una decina di minuti è più che sufficiente, e si fa la prova con la forchetta che non deve frantumarle, ma entrarci a fatica. Patate al dente, digeribili e gradevoli, oltre che molto nutrienti.

La patata è leggermente tossica, sia da cruda che da cotta, quando ha preso luce ed è diventata verde, o quando germina, limitatamente ai germogli, sviluppando solanina, sostanza di cui le cimici delle patate vanno matte, ma che per noi umani non va affatto bene. Stessa cosa per le foglie delle patate.

 

Una moglie tendenzialmente vegetariana fuori casa

 

Mia moglie, cinese di Hongkong, è tendenzialmente vegetariana.

A casa mia non entra nulla di sanguinario.

Ma a volte lei va con le amiche a cena, e non sempre trova le cose che vorrebbe.

Se le portano un pesciolino sul piatto non va troppo per il sottile, anche per amore del buon vivere e della condivisione col gruppo.

Questo le capita abbastanza di rado.

Non vado certo fiero di queste sue sbadataggini.

Ma nessuno è profeta in patria, almeno in quel tipo di dettagli.

 

L’età dell’emancipazione e un concetto ostrogoto del pesce

 

Nemmeno lei ha più vent’anni, per cui ha superato l’età dell’emancipazione.

Già ho difficoltà a tenere a bada i miei due ragazzi, sempre a rischio di contagio zuccheri e contagio bevande sciocche coi diversi amici che incontrano, figurati se vado col fucile a fare delle imposizioni di coerenza a una maggiorenne.

Diciamo pure che è in ogni caso ammirevole, perché tutti i giorni prepara ottimi menù vegetariani a pranzo e cena, sia per noi che per lei.

Quando viveva a Hongkong, il pesce lo mangiava, in linea con le usanze locali.

Il pesce da quelle parti è considerato una cosa di mezzo tra la carne ed il vegetale, concetto ostrogoto e non certo condivisibile.

Una famiglia coerentemente vegetariana ed animalista

 

Confermo che sia lei durante la gravidanza, che i ragazzi da piccoli fin dall’infanzia, sono vissuti da vegetariani, con forte prevalenza fruttariana e crudista.

I cereali crudi, leggermente rosolati e poi frantumati al pestello, come si può fare ad esempio coi semi di sesamo, sono ottimi, nutrienti, e privi di effetti negativi.

I fiocchi d’avena grezzi e crudi sono favolosi.

I cereali germinati sono una potenza, nonché una risorsa formidabile, soprattutto in tempo invernale.

 

Ehret difendeva a spada tratta la sua dieta anti-muco

 

Ehret escludeva i cereali avendo in testa il preciso fine di evitare ogni forma di acidificazione del sangue.

Le maggiori acidificazioni vengono però causate dalle proteine animali.

Un piatto non esagerato di cereali, preceduto sempre da una terrina di verdure crude, facilita la digestione delle proteine vegetali contenute nel cereale stesso, e non causa tutto il muco che Ehret temeva.

 

Nessun conflitto con Hotema ed Ehret, con Shelton e Bircher

Non è logico né conveniente privarci di risorse utili e naturali.

 

Penso con questo di averti risposto, senza essere andato in conflitto grave né con Hotema, né con Shelton (che

consumava qualche fetta di formaggio di nascosto, nonostante la sua grande coerenza per tutto il resto), né con Ehret, né con Bircher, dai quali ho preso abbondante ispirazione.

La frutta, in teoria, non ha bisogno di integrazioni, soprattutto se si include l’ortofrutta tipo zucchini, pomidoro, cetrioli, melanzane, carciofi e finocchi (definiti come fiori).

Ma, onestamente, non vedo perché dovremmo privarci di un buon succo di carote, di rape, di sedani.

Diciamo che frutta, verdura e radici si completano e si integrano in modo vicendevole.

Nel sedano c’è molto sodio naturale organicato, che è favoloso per la salute (mentre il sale marino è veleno).

 

Puntare al crudismo totale è condivisibile, usando però flessibilità e buonsenso

 

Nelle verdure poi c’è sempre un corredo ormonale di insulina ed inulina, che sono in grado di contrastare  efficacemente l’eventuale surplus di zuccheri-buoni donatoci dalla frutta.

Nelle radici c’è sempre abbondanza di minerali che non sempre si ritrovano nelle pomacee, nonché di molte ottime proteine vegetali.

La tua voglia di puntare al crudismo totale è condivisibile, e non mi sento di contrastarla.

Devi soltanto applicarci un minimo di buonsenso e di flessibilità, anche per evitare di andare in crisi quando le condizioni per il crudismo totale, per un motivo o per l’altro, venissero meno.

 

E’ il cibo la questione determinante nelle malattie

 

Condivido grossomodo quanto apparso su Centronirvana, anche se le percentuali esatte sono sempre da prendersi con le pinzette.

E’ l’alimentazione il fulcro delle peggiori intossicazioni e di tutte le patologie, non certo le allergie, i microbi e l’ereditarietà, tutti alibi di comodo, buoni per tutti gli anni e per tutte le stagioni.

Trovare riferimenti e bibliografie su queste cose non è cosa facile, e non sono in grado di aiutarti.

Ogni autore fa le sue considerazioni citando o non citando le fonti.

Gli esperimenti si susseguono in continuazione. Non è facile capire esattamente da dove i dati provengano quando manca la citazione specifica.

 

Una lunga serie di esperimenti sulle pulsazionio patologiche da Kautchakoff in avanti

 

Stesso discorso per il dr Moore.

Quanto da lui affermato ha valore scientifico ampiamente riconosciuto.

Ti ricordo che fu il dr Kautchakoff a presentare per la prima volta le prove di questo fenomeno della accelerazione patologica delle pulsazioni e della temperatura, al 1° Congresso di Microbiologia del 1930 a Parigi.

Esperimenti in quella direzione seguirono in tutto il mondo a raffica, e continuano tuttora ad avvenire, anche se con minor frequenza, primo perché costano cari, e secondo perché portano invariabilmente a mettere sotto accusa carni, cibicotti, bevande commerciali e tutte le porcherie che ci propongono e ci propinano i supermercati.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Anoimalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)