SE ACCAREZZI UN MAIALINO TI PRENDONO PER MATTO

LETTERA

 

Aprire gli occhi sulle atrocità del carnivorismo

 

Ciao caro Valdo, mi avvisi quando fai qualche altra conferenza in Friuli? Mi sono appena persa quella di Pontebba. Sono una ragazza favorita dalla buona sorte. Ho avuto la fortuna nella vita di incontrare delle persone che, come te, mi hanno fatto tanto bene.

Anni fa un amico vegetariano, Andrea di Bagnaria Arsa, mi aprì gli occhi sulle atrocità del carnivorismo. Poi la mia voglia di coerenza, e l’amore per i miei fratelli animali, mi hanno spinta verso il veganismo. A quel punto sei arrivato tu a darmi conferme e insegnamenti sul come alimentarmi meglio, e sul come guarire dalla candida senza farmaci.

Ora infatti sto benissimo, niente più candida.

Un’alimentazione da favola per stare divinamente

Tante colazioni a base di arance, kiwi, mele, pere, papaie, mango.

Merende a base di banane, mandorle e avena.

Pranzi con insalatone, patate, riso integrale, zucche, avocado e noci.

Dessert con datteri e frutta secca.

Cene romantiche a base di cavoli verdi crudi, carote, tanto succo di limone, e tanto amore.

La pazzia di proteggere una vittima indifesa

Ho voglia di aprire gli occhi a tutte le persone che incontro.

Cerco di informare tutti.

Ma mi prendono per matta.

Perché mai le persone non sentono niente quando guardano negli occhi un maialino?

Perché lo vedono solo come una coscia di prosciutto?

Perché mi dicono che se l’uomo è più evoluto allora ha diritto di uccidere?

Qual è l’errore che mi impedisce di essere convincente?

 

Come faccio a farli ragionare?

Come faccio a fargli vedere la realtà dal punto di vista di chi viene macellato vivo per un inutile, dannoso e dannato vizio di gola?

Dove sto sbagliando?

Perché non riesco a comunicare bene questo modo trasparente di vedere la vita?

Facciamo assieme un libro sui doni profumati della natura?

Valdo, lo facciamo un libro sulla frutta e la verdura? In controtendenza col codex alimentarius.

Un libro con bellissime fotografie di tutti i frutti e tutte le verdure, con accanto un paragrafetto dove si illustrino le proprietà meravigliose di quell’ortaggio o di quel pomo?

Io faccio la grafica di professione, mi diletto a fare foto, e offrirei le mie prestazioni gratuitamente per

un lavoro di questo tipo.

Ho scritto a ruota libera, sempre in modo confusionario, come è mio solito, accidenti.

Ti abbraccio e ti ringrazio ancora per tutto ciò che fai.

Francesca

                                                                *****

RISPOSTA

 

Essere animalisti in una civiltà basata sul maiale è in effetti pazzesco

 

Ciao Francesca, pretendere che la gente presti attenzione a un maialino vivo, e che magari abbia persino il coraggio di guardarlo negli occhi, quando ogni intercapedine ed ogni goccia del suo sangue è maializzata ed impregnata di umori e di linfa di quel povero animale, è pura utopia, è pretendere davvero l’impossibile.

In un certo senso è giusto che ti prendano per pazza, come del resto fanno con me medesimo.

L’amore vale solo per i cani e i gatti

Noi non siamo persone normali, cara Francesca. Tu ed io abbiamo messo una mano sulla pelle viva del maiale, percependo sotto di essa un corpo caldo e pulsante.

La gente savia, cioè quella normale, quella con le rotelline perfettamente a posto, non vede negli occhi del maiale la presenza di un essere vivente con delle esigenze e dei sentimenti, con la voglia di vivere, di giocherellare e di stringere amicizia con qualcuno, come succede per il cane e per il gatto, che hanno addirittura un giorno del calendario a loro dedicato.

Gli occhi? Tante belle soppresse.

La gente normale vede in quegli occhi soltanto la voglia di cibo per crescere velocemente di peso e finire in tanti bei salumi, tante belle soppresse, tante gambe appese chiamate prosciutti, tanti musetti, tante polmonarie, tanti fegati, tanta pancetta, tanti pezzi di lardo, tante cicciole, ovvero sangue rappreso e dolcificato.

Capito l’andazzo, la Pfizer ha registrasto il marchio dell’eparina a livello mondiale, e così le budella pressate di ogni maiale diventano altra fonte preziosa di danaro, visto che non esiste medico che accetti oggi di operare senza il supporto dell’eparina.

Fare la festa ai maiali

Da piccolo mi successe di vedere più di una volta l’agghiacciante scena del porcaro (dotato di anima) col coltellaccio in mano, che insegue il porcellino (senz’anima) fino a bloccarlo contro il primo angolo del cortile. La scena della lama che penetra profondamente nella gola nuda e improtetta della povera bestiola, con lancinanti urla di dolore e di protesta che salgono verso il cielo e durano per diversi minuti.

Un pianto talmente disperato e struggente da perforarti il cuore.

Ma non il cuore del boia che, steso al suolo il primo maiale, si mette a inseguire il secondo e il terzo, il quarto e il quinto, che avevano osservato sconvolti ed in piena tachicardia la scena iniziale, rifugiandosi dietro una ruota del camion, o dietro la pianta di limone.

Altro maiale altra scena. Altro sgozzamento e altre urla.

Da creature pensanti e senzienti in salsicce appese al filo

Il più fortunato fu il primo, la cui agonia durò non più di 15 minuti. Il quinto maialino invece ricevette non una ma cinque coltellate, la sua e quella dei suoi malcapitati fratelli.

Alla fine della giornata, dei porcellini nessuna traccia.

Alle urla della mattinata era subentrato un silenzio tombale.

Una fila di salsicce appese a un filo, come si trattasse di biancheria ad asciugare.

Una seconda fila di zamponi, una terza di prosciutti, e il pavimento del cortile rosso ed acre, saturo di sangue, di pipì, di escrementi e di sofferenza.

Nessun rimorso e nessun peccato. Si tratta di esseri senz’anima.

E tutto accade con la benedizione della Chiesa Cattolica, la quale garantisce che questi animali non sentono, non pensano e non hanno alcuna parvenza di anima, visto che l’anima è di esclusiva pertinenza umana. Scene come questa hanno beatificato in continuazione i nostri paesi e le nostre città, e sono avvenute all’ombra protettiva di chiese consacrate, di benedizioni sacerdotali e di campanili imbandierati.

Migliaia di sagre paesane, aventi per tema la polenta e il cotechino, la costa e la salsiccia, sono organizzate ogni anno dai pievani e dai monsignori, in nome della devozione e della fede in Gesù Cristo.

Io e te, cara Francesca, siamo dei pazzi.

I deliziosi sapori della natura

Come si fa a non apprezzare i doni genuini di Madre Natura?

Come si fa a non amare il musetto e il prosciutto, la bresaola e il guanciale, la pancetta e il rognone?

Come si fa a non vedere in tutte queste delizie i capolavori dell’ingegno artistico che anima e caratterizza da sempre la nostra amata patria?

Come si fa a preferire un succo d’arancia a una tazza proteica e antianemica di sangue caldo e fiottante?

Un caro abbraccio.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo